Extra
Dannato Marino! Che gli venisse un accidente a lui e ai suoi forzieri! Perché doveva proprio metterli nella loro cabina? Non era già abbastanza piccola? No! Lui doveva stiparla di cianfrusaglie inutili e altre cavolate! Mistral davvero quella volta ne aveva abbastanza e mentre il compagno era a terra a cercare una ciurma che soddisfacesse i suoi gusti Mistral iniziò ad aprire quei dannati forzieri che Marino aveva da prima accantonato in un angolo e poi avevano, non si sa bene come, iniziato ad invadere tutto lo spazio disponibile, senza mai crescere di numero. Alcuni erano ricolmi d’oro spagnolo, proveniente dalle Americhe, e quelli li poteva sopportare. Ma gli altri? Che diavolo se ne faceva di tenere quella sua vecchia divisa da comandante della marina? E poi perché tenere anche tutte quelle bandiere di altri pirati, erano davvero macabre! Come a voler ricordare a Mistral quale sarebbe potuta essere la sua fine. E poi che se ne faceva di un intero forziere, uno intero, ricolmo di giocattoli sessuali e costumi da donna? Capisco un paio di quegli arnesi erano interessanti e divertenti, per carità, ma a quell’idiota non sembrava di esagerare comprandone un intero forziere? E poi col cavolo che Mistral avrebbe mai accettato di vestirsi da donna! Il grande pirata Mistral con la sottana e il reggicalze, doveva cadere il cielo prima che potesse succedere una cosa del genere! E poi voleva proprio capire quale poteva essere l’utilità di tenere otto sestanti e diciannove bussole, vuoi la sfortuna ma diciannove bussole? Se quel cretino non si decideva a fare piazza pulita di un po’ della sua robaccia ci avrebbe pensato Mistral: gli avrebbe buttato tutto in mare! Arrivò a dover aprire l’ultimo forziere e si accorse che era chiuso a chiave. Subito prese il grimaldello e lo scassinò. Dentro c’erano poche cose. Una giacca da capitano pirata color blu scuro con finiture in argento, molto simile a quella che era stata donata a Mistral, poi c’erano alcune carte e vecchi ritratti. Mistral iniziò a leggere alcune delle carte e scoprì che attestavano quasi tutti che Marino era un corsaro al servizio della regina d’Inghilterra ma era assurdo pensare che fosse sempre lo stesso Marino in tutti gli atti perché erano fatti in periodi molto distanti fra di loro e in totale coprivano circa 50 anni di servizio e il suo compagno di certo non era così vecchio! Poi c’erano un paio di mandati di cattura tutti raffiguravano Marino e la cifra era sempre maggiore fino ad arrivare a 1.000.000 $, molto più alta rispetto alla taglia di Mistral. E verso il fondo trovò anche un altro paio di manifesti che ritraevano una donna con la pelle e i capelli scuri che assomigliava tanto a Marino. Che potesse essere la madre? Anche lei aveva una bella taglia sulla testa ma nulla di eclatante. Per la prima volta Mistral si chiese cosa sapesse lui in realtà di Marino, l’aveva conosciuto che era un capitano della marina ma con quel lavoro non avrebbe mai potuto riempire interi forzieri d’oro, e non sapeva neppure da dove veniva di preciso. Aveva lavorato per la regina d’Inghilterra ma non era detto che fosse inglese. E la sua famiglia? Anche di quella lui non ne sapeva nulla e mentre stringeva fra le mani quei documenti si decise a chiedergli del suo passato, una volta che fosse tornato con la nuova ciurma. Non dovette attendere molto, Marino entrò nella loro cabina serio come sempre e gli si sedette affianco
-Abbiamo mollato gli ormeggi, ci stiamo dirigendo verso le coste americane, come avevamo deciso- lo informò per poi baciarlo sul collo –che guardi?- gli chiese appoggiando la lesta alla sua spalla
-Questi- gli disse Mistral passandogli i fogli che stava rileggendo
-Era ora che ti decidessi ad aprire quel forziere- gli disse Marino quando capì cosa l’altro avesse trovato, non era arrabbiato, anzi, sembrava molto sollevato
-Sei sempre tu quello nominato negli atti per diventare corsaro?- gli chiese Mistral
-Si, è stato il mio lavoro prima di entrare in marina-
-È assurdo! Ma quindi tu quanti anni hai?-
-Centocinquantasei- Mistral lo guardò sconcertato
-Stai scherzando vero?-
-No- gli rispose tranquillo l’altro –tutti gli spiriti del mare sono molto longevi-
-Pure io?- gli chiese perplesso
-Probabilmente vivrai più a lungo di un normale essere umano comunque tu quanti anni hai? Mi sono sempre dimenticato di chiedertelo-
-Ventinove- gli rispose Mistral
-Cavolo! Scopo con un bambino!- sbuffò l’altro
-Zitto! Vecchia mummia decrepita!- per ripicca Marino lo morse sul collo, dove c’erano già altri tre morsi della notte precedente –Quindi quello nei manifesti sei davvero tu? Avevi una bella taglia sulla testa-
-Si, avevo sempre la marina alle costole quindi un giorno ho deciso di farla finita e sono diventato un corsaro-
-E la donna?- gli chiese ancora Mistral
-Mia madre, era una pirata anche lei, mi ha lasciato la sua nave una volta morta, anche la giacca era sua, l’ho portata per un po’ e poi mi sono fatto fare quella rossa che ti ho regalato-
-Era tua?-
-Si, ma mi piace vedertela addosso-
-E tuo padre? Era uno squalo per caso?-
-No, imbecille! Era una divinità del mare, ha messo in cinta mia madre e io sono nato mezzo squalo e mezzo umano ma lei mi ha sempre detto che mio padre aveva l’aspetto di un uomo fatto tutto d’acqua e che non aveva niente del pesce-
-Spassarmela con uno squalo allora è prerogativa solo mia?- gli chiese Mistral sorridendo e Marino sospirò esasperato
-Stupido- gli rispose baciandolo e abbracciandolo. Non avrebbe più abbandonato quelle braccia per tutto il resto della sua vita.