| Titolo: Il tarlo del dubbio Autore: me medesima Genere: angst Rating: giallo Personaggi: Cloris Evernail, Lucas Dascar e Ruben Mervics. Note autore: scritta dalle 19:08 alle 19: 14 pardon Q^Q. Ero un po' indecisa se pubblicarla o meno, perché questo è un dei punti chiave della storia, e per la cronaca, l'ho iniziata ad abbozzare *campane* e quindi ho dato anche i cognomi ai nostri giovincelli. *^* Ah, sì, Cloris non è convinto che siano degli studenti ad avergli fatto del male, anzi, è quasi certo di no, però è assai confuso ed arrabbiato in questo momento. In parte attribuisce la colpa a Ruben che ha portato via Lucas dalla stanza, poi il suo cervello ha iniziato a farsi viaggi mentali. Oh, e Ruben (perdonatemi, avevo scritto Lucas, ma era un errore) è anche ripetente, di almeno un anno, quindi non è proprio un mocciosetto. Prompt: Livido
-Ripeti quello che hai detto!- esclamò indispettito Lucas -Se ti togliessi quelle cuffie dalle orecchie e le ripulissi dal cerume forse ci sentiresti!- sbottò Cloris, stringendosi le spalle fra le mani, tremante. -Senti…- disse Lucas –Mi dispiace, mi dispiace davvero di quello che ti è successo, ma…- Cloris lo zittì alzando la mano. -Non voglio essere compatito, non azzardarti a farlo!- -Ascolta, non può essere stato lui, lo capisci?- -Può essere stato chiunque, per me.- -Ma lui era con ME, la notte di Halloween! Abbiamo fatto sesso, come faceva a st… stare in questa stanza?!- si corresse immediatamente, ma Cloris rabbrividì al solo sentire pronunciare quel “st” così duro, a cui sarebbe seguito un “uprarti”… -Era mascherato, come fai a sapere che era lui?- -Stiamo insieme.- Non poteva essere lui, Lucas lo difese a spada tratta, semplicemente non riusciva a concepire che lui… -Questo che c’entra?- ma neppure Cloris demordeva, poi un lampo luccicò nei suoi occhi –Gli ho datto un bel calcio al fianco, perché non controlli tu stesso se ha qualche livido?- Lucas uscì sbattendo la porta della stanza, figurarsi se l’avrebbe fatto, tsk… -Ciao!- e poi eccolo –Terra chiama Dascar, Dascar, ci sei?- -Ciao…- -Cos’è? Quel muso lungo?- Lo guardò in volto, tentando di scorgere una vena di malizia, un qualcosa di sbagliato oltre la solita strafottenza, ma non vide niente. Eppure, quando lo “trascino” in uno sgabuzzino per la solita pomiciata mattutina, mentre le mani scorrevano sotto i suoi vestiti, Lucas non riusciva a non pensarci. -Ruben, potresti levarti un attimo i vestiti?- -Oooohoooo…- esclamò quello sogghignando –Vuoi arrivare in ritardo a lezione, testina nuvolosa?- -No… solo che… beh, magari solo un po’…- mentì e si sentì sprofondare.
Edited by kymyit - 10/7/2012, 19:47
|