Negromante

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bloodingeyes
view post Posted on 21/1/2013, 01:26




Nick autore: bloodingeyes
Titolo storia: Negromante


Genere: fantasy e poi vedremo


Avvertimenti: slash, lime e poi vedremo


Breve introduzione: Atrur era una delle città più vicine alla Barriera ed era abitata prevalentemente da maghi e streghe. Quello era il primo paese che incontravi una volta superata la Barriera e molti non se ne allontanavano mai infatti più ci si spingeva lontano da Atrur più era facile morire in mezzo alla steppa selvaggia popolata di demoni, bestie feroci e altre creature inumane.


Eventuali note: partecipa al contest dei bivi e data la natura di questo contest non so ancora come si svolgerà e quali siano gli avvertimenti che ci saranno in futuro…


 


Immagine utilizzata:


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Atrur era una delle città più vicine alla Barriera ed era abitata prevalentemente da maghi e streghe. Quello era il primo paese che incontravi una volta superata la Barriera e molti non se ne allontanavano mai infatti più ci si spingeva lontano da Atrur più era facile morire in mezzo alla steppa selvaggia popolata di demoni, bestie feroci e altre creature inumane.


I maghi e le streghe di Atrur si consideravano superiori agli altri abitanti di quelle terre desolate: loro che erano così simili agli umani, eppure migliori, dotati del grande dono della magia. Nessuno si allontanava mai dalla città, se non per brevi viaggi o per questioni urgenti. Anche se non lo volevano ammettere, i maghi del villaggio avevano paura delle creature delle terre selvagge molto più che degli esseri umani ma pensavano di essere al sicuro così vicino alla Barriera. Non si aspettavano certo che un giorno, durante un pomeriggio tranquillo, caldo e assolato, arrivasse alle porte della città un intero esercito di goblin. Erano arrivati nascosi dall’oscurità e al levare del sole i maghi si erano ritrovati circondati da quelle orride creature dalla pelle grigia e oleosa, il puzzo immondo, senza naso e con orecchie lunghissime e flosce. I maghi eressero attorno al loro villaggio una barriera magica per tenerli lontani e sembrò funzionare per un attimo.


Poi, però, si fece avanti un cavaliere dall’armatura nera come la notte che cavalcava un incubo dagli occhi rossi. Fece avvicinare alla barriera la sua bestia d’ombra e la magia scomparve come se non fosse mai stata evocata. Nessun mago riuscì più ad erigere una difesa né a formulare nessun altro incantesimo così che i goblin e il cavaliere nero entrarono nella città e iniziarono a perlustrarla. Non fecero del male ai maghi, al massimo li buttavano a terra se provavano a fermarli o intralciarli. Gli abitanti del villaggio e i loro averi però non avevano alcun valore per l’esercito. Sembrava stessero cercando qualcosa in particolare e ci volle quasi un ora prima che riuscissero a trovarlo. Il cavaliere nero stette tutto il tempo a dorso del suo destriero, guardandosi attorno e dando ordini con semplici movimenti del capo o con secchi gesti, finché da una casa risuonò un grido roco e alcuni goblin iniziarono a richiamarlo.


Scesa dal dorso del suo incubo, che scomparve in una nuvola di fumo nera, ed entrò nella casa dove i suoi sottoposti sembravano aver trovato quello che stavano cercando. Più che una casa era una baracca: quattro pareti di ferro e un tetto sporgente e bucherellato dello stesso materiale, il pavimento non c’era, solo terra nuda, e c’era posto per appena 5 persone. Il cavaliere nero per entrare nella baracca dovette abbassarsi e ciò che trovò all’interno lo fece grugnire, poco entusiasta. Due goblin stavano tenendo un ragazzetto, magro e sciupato, al limite dell’anoressia, con i capelli castani, secchi e trasandati. I vestiti, una volta bianchi, erano ora sporchi di terra e liquidi corporei. Puzzava e sembrava sul punto di morire ma i suoi occhi erano vigili e accesi


-Cosa volete da me? Chi siete?- chiese il ragazzino con voce orca e bassissima, tanto che persino il cavaliere fece fatica a sentirlo


-Sei tu Kian?- gli chiese imperioso il cavaliere


-Chi lo vuole sapere?- fece a sua volta il ragazzo


-Io sono Valdar, cavaliere di Re Amon- gli rispose e, notando l’espressione interrogativa del ragazzo, aggiunse –il mio re è colui che conquisterà le terre al di là della Barriera e che ci guiderà per sconfiggere gli esseri umani-


-E cosa vorreste da me?- gli chiese Kian tossendo e sputando sangue


-I tuoi poteri-


-Sto per morire… non vi sarei di nessun aiuto… questa città è piena di maghi ben più dotati e sani di me-


-Ma nessuno di loro è un negromante- gli disse il cavaliere. Il ragazzo sbarrò gli occhi, sorpreso che qualcuno conoscesse il suo potere, ma si riprese in fretta e gli rispose con un mezzo ghigno


-Si, nessuno di loro lo è ma io non sono disposto a seguirvi in questa stupida guerra: non andò verso morte certa per voi e per il vostro re-


-Vi offriamo vitto e alloggi, cure mediche… –


-Non sono interessato-


-Oro e donne-


-No- ribadì il ragazzo


-Potrete tornare da vostra madre- gli assicurò il cavaliere


-Non avete abbastanza uomini per tentare quest’impresa- gli disse Kian, la voce rotta al solo ricordare la madre


-Il nostro esercito è ben più grande!- gli assicurò il cavaliere, capendo di aver fatto centro –tutte le razze che sono state confinate qui ci stanno dando il loro sostegno e scenderanno in campo quando sarà tutto pronto ma il nostro re sa che per vincere la guerra ci servirà un potere superiore: il tuo- Il giovane moribondo guardò il cavaliere diritto negli occhi, attraverso le fessure dell’elmo, e vi trovò fiducia e ardore ma anche intelligenza e saggezza. Quello non era una mera marionetta di un re che agiva nell’ombra: era un cavaliere saggio che aveva deciso di aiutare una causa giusta, un uomo d’onore e con un forte spirito. Ma non fu lo sguardo del cavaliere a convincerlo ma il ricordo di sua madre, l’ultima volta che erano stati insieme, e il dolore della separazione. Voleva tornare dalla sua famiglia e per la prima volta pensò che forse poteva anche riuscirci. Kian si mise in piedi a fatica, traballante sulle gambe scheletriche, ma con lo sguardo fiero e deciso di chi ha ritrovato un senso alla propria vita. Disse semplicemente due parole


-Va bene- poi svenne e si afflosciò senza più energie. Il cavaliere lo prese prima che potesse finire a terra e lo strinse nel suo mantello nero.


L’esercito di goblin e il cavaliere nero se ne andarono da Atrur, portandosi via un ragazzo che era arrivato da poco meno di un mese e che tutti erano convinti sarebbe morto presto. Nessun mago capì appieno cos’era successo. Infatti nessuno, fra le razze magiche che avevano deciso di supportare il re Amon, aveva neanche lontanamente pensato di chiedere il loro aiuto.


I maghi e le streghe di Atrur si consideravano superiori agli altri abitanti di quelle terre e gli altri li consideravano solo uno stupido gruppo di esaltati, troppo simili agli umani.



Immagine utilizzata:


https://i1182.photobucket.com/albums/x449/D.../mamiyaoki4.jpg


 


Kian si svegliò fra ansiti e gemiti di dolore come era ormai abituato da fare da parecchie settimane a quella parte. Da quando l’avevano separato dalla sua famiglia non gli avevano più dato da mangiare né gli avevano più permesso di muoversi, rinchiudendolo in piccole gabbie o legandogli polsi e caviglie. Se si aggiungevano gli insulti, le percosse e tutti gli altri soprusi morali e fisici che gli erano stati fatti era abbastanza chiaro come era finito in quella condizione di scheletro vivente. Ogni mattina si svegliava con dolori sempre più intensi ma quel giorno si accorse di stare un po’ meglio. Il ragazzo sentiva dentro di sé nuovo calore ed energia e non capì come fosse possibile


-Sei sveglio finalmente- si sentì sussurrare all’orecchio. Alzò il viso stupito verso la voce che non riconosceva e si trovò davanti l’elmo nero del cavaliere che l’aveva convinto ad andarsene da Atrur


-Dove siamo?- chiese Kian con un gemito


-Thyerselk- gli rispose il cavaliere e, all’espressione interrogativa dell’altro, aggiunse –è un villaggio qualche chilometro prima delle montagne- il ragazzo lo guardò ancora più interrogativo


-Le montagne sono a 4 giorni dalla Barriera-


-Ma gli incubi corrono veloci- gli rispose il cavaliere. Kian sbuffò, lasciando perdere l’argomento, e si rese conto solo allora di essere fra le braccia del cavaliere, avvolto nel suo mantello e accoccolato contro di lui e la sua armatura nera


-Perché mi stai abbracciando?- chiese il giovane cercando gli occhi dell’altro dietro l’elmo


-Sei tu che non hai voluto lasciarmi… hai continuato a prendere la mia energia per tutto il viaggio- gli rispose il cavaliere per poi alzare il braccio disarmato che Kian, senza nemmeno rendersene conto, stava stringendo fino a conficcarci le unghie. Subito il ragazzo lo lasciò, arrossendo fino alla punta dei capelli, cercando di scusarsi impacciatamente –non ti preoccupare- fece il cavaliere ridendo, prese di nuovo la sua mano e la strinse –puoi continuare… ho energia per entrambi-


-Non mi pare il caso- fece il ragazzo cercando di divincolarsi


-Hai bisogno di riprenderti… - gli sussurrò suadente il cavaliere all’orecchio, continuando a stringergli la mano –io non ne ho bisogno e tu sei messo male, sei stanco e scheletrico, fai fatica persino a tenere gli occhi aperti, vero? Non ti preoccupare per me, non sono morto in questi giorni e non morirò per un altro po’ d’energia che mi succhierai via… -


-Sei sicuro?- fece Kian tentennante mentre stringeva la mano del cavaliere. Si accorse che era liscia come quella di una persona che faceva pochi lavori manuali. Non sembrava la mano di qualcuno abituato a tenere la spada ma piuttosto quella di una persona ricca o di qualcuno con un lavoro importante


-Prendi da me tutto ciò che ti serve- gli sussurrò ancora il cavaliere. Kian si voltò e si mise inginocchiato fra le sue gambe


-Togliti l’elmo, per favore-


-Non posso, è l’unica cosa che non posso concederti-


-Anche solo la parte inferiore, ho bisogno delle tue labbra- il cavaliere borbottò qualcosa che il ragazzo non capì e l’accontentò togliendosi la parte inferiore dell’elmo. Aveva la pelle olivastra, né chiara né scura, ma di un colore caldo, e le labbra sottili e rosse


-E adesso hai intenzione di baciarmi?- lo prese in giro il cavaliere


-Non ti devo baciare, ho solo bisogno che tieni la bocca aperta- gli assicurò il ragazzo, arrossendo ancora


-Come vuoi- fece il cavaliere per poi rimanere a bocca aperta. Kian gli appoggiò le mani scheletriche sulle spalle e avvicinò le sue labbra a quelle dell’altro, arrossendo sempre di più –sicuro di non volermi baciare?- fece strafottente il cavaliere per poi zittirsi di colpo quando sentì la sua energia, la sua vita, uscirgli dalla bocca come se fosse un fumo trattenuto troppo a lungo nei polmoni. Gli doleva tutto il corpo ma era anche una liberazione. Il ragazzo, invece, si sentì all’istante meglio: meno affamato e più forte, la carne tornò a rimpolparsi e a colorirsi, i capelli si allungarono e ripresero luminosità. Ritornò a sembrare umano in pochi battiti di ciglia e quando si sentì di nuovo vivo si staccò e si accasciò fra le braccia del cavaliere che gli accarezzò i capelli dolcemente mentre cercava di riprendere fiato


-Cosa sei?- gli chiese Kian, ansimando –non ho mai sentito nessuno che avesse così tanta energia, così tanta vita… -


-È un segreto- gli rispose il cavaliere sorridendo per poi fargli alzare il viso e guardarlo per la prima volta con il suo vero volto. Kian aveva ripeso un aspetto umano: non sembrava più uno scheletro su cui era rimasta attaccata ancora della pelle, pallida e vecchia, ma era un ragazzetto del viso colorito e sano, persino bello. Anche i capelli erano tornati luminosi e si allungarono fino alla schiena con onde sinuose. Era giovane, ora lo si capiva chiaramente, non più di una ventina di estati ed era bellissimo


-Sei scorretto- gli disse Kian sorridendo rilassato, senza più il tormento di quel continuo dolore dovuto alla sua pessima salute –tu sai cosa sono, sarebbe gusto che mi dicessi cosa sei tu-


-Eccitato- gli rispose il cavaliere baciandolo a tradimento e infilando la lingua fra le sue labbra. Famelico, intrufolò entrambe le mani sotto i vestiti logori del ragazzo, accarezzandolo e palpandolo dappertutto


-Che ti salta in mente? Lasciami… -si ribellò Kian spingendolo via e cercando di allontanarsi


-Sei splendido- gli disse il cavaliere, continuando ad accarezzarlo in ogni parte del corpo disponibile


-Non sono interessato- gli assicurò il ragazzo ma il cavaliere non l’ascoltò e lo fece distendere sul letto, sormontandolo nella sua armatura nera inquietante


-Bugiardo- l’apostrofò l’altro scendendo ad accarezzarlo in mezzo alle gambe, dove il ragazzo era già parzialmente eretto


-Quello non c’entra!- cercò di difendersi Kian, arrossendo di nuovo –è colpa della tua energia era così… - cercò di dire prima che l’altro tornasse a baciarlo


-Eccitante- concluse l’altro mentre gli alzava la camicia sbrindellata. Kian arrossì ancor di più e cercò di chiudere le gambe, di nascondersi, ma l’altro non glielo lasciò fare: lo accarezzo e lo baciò appassionato mentre si slegava la parte inferiore dell’armatura. A interromperli arrivò un goblin che, sbraitando nella sua lingua, informò il cavaliere di qualcosa di preoccupante ma che Kian non capì, non sapendo parlare la lingua dei goblin. Il cavaliere invece sbuffò, annuì e si risistemò mentre il goblin lo aspettava fuori dalla tenda


-Tutte le volte è così… - cercò di scusarsi il cavaliere con il ragazzo –non posso avere neppure un ora per me che qui succede un disastro… ti sembrerà scortese da parte mia assalirti in quel modo e poi andarmene lasciandoti così ma, capisci, il dovere… - Kian annuì appena, ancora scosso da quell’assalto improvviso –comunque mi farò perdonare, te l’assicuro- gli disse il cavaliere, per poi inginocchiarsi accanto a lui e prendergli una mano fra le sue –questo è per te- gli spiegò mentre gli metteva al polso una sottile catenina a cui era fissata una gemma blu –se sarai in pericolo questo gioiello mi avviserà e io sarò subito da te, il re mi ha dato il compito di proteggerti a costo della mia vita e sono più che felice di farlo-


-E chi mi proteggerà da voi e dalle vostre mani lunghe?- gli chiese Kian facendolo ridere


-Vuoi dire che non ti piaccio? La mia aura misteriosa e scura non ti intriga?- il ragazzo arrossì e sorrise


-Sei odioso-


-Ho tutto il tempo di farti cambiare idea- gli rispose il cavaliere dandogli un ultimo bacio


-Oh, aspetta!- lo richiamò Kian, quando l’altro era già quasi uscito –com’è che ti chiami?-


-Valdar- gli rispose il cavaliere ridendo –Sono Valdar-



Edited by bloodingeyes - 23/1/2013, 17:15
 
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bloodingeyes
view post Posted on 23/1/2013, 17:14




Nuovo avvertimento: Lime


 


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Valder spronò il suo incubo al trotto, facendogli risalire il crine della montagna. Kian lo seguiva cavalcando un altro incubo e quando se lo ritrovò affianco il cavaliere non poté impedirsi di spogliarlo con gli occhi. Era riuscito a trovargli dei vestiti integri da mettersi e ora che era pulito e vivo era dannatamente sexy. Non che fosse realmente così bello, Valder si rendeva conto che in realtà era un ragazzo nella media, ma il cavaliere aveva passato l’ultimo anno in mezzo a goblin, orchi, nani e altri strani esseri che non rispecchiavano i suoi gusti. Certo c’erano gli elfi ma quelli non si lasciavano andare neanche in mezzo all’orgasmo…


Per Valder il giovane negromante era, quindi, l’unica occasione di farsi una scopata decente dopo un anno


-Cosa sono quelle?- gli chiese Kian spronando il suo incubo verso una sporgenza e indicandogli delle strane rocce blu nel crepaccio


-Pietre di luna, si formano quando la luna trova dei diamanti e non li riesce a staccare dalla terra- gli spiegò il cavaliere smontando dalla sua cavalcatura –e visto che li hai trovati adesso mi aiuti a prenderli- Kian saltò giù entusiasta e si inginocchiò sul bordo del crepaccio mentre Valder trafficava con una corda


-Quindi come li prendiamo? Non abbiamo gli attrezzi per staccarli da lì-


-Basta tirare un po’… non sono mai attaccati bene-


-E la corda a cosa serve?- chiese Kian, sempre più curioso


-Sesso violento- lo prese in giro l’altro


-Sempre a quello devi pensare?- arrossì il ragazzo mentre il cavaliere gli faceva passare la corda attorno ai fianchi


-Serve per sicurezza- gli spiegò –in caso la roccia si dovesse staccare tu non precipiteresti nel vuoto, diventando una poltiglia informe-


-La roccia si può staccare?- chiese Kian preoccupato


-Alle volte, ma non ti preoccupare: ti tengo io- fissò la corda ai fianchi del ragazzo e strinse forte il nodo. Dopodiché, legò l’altro capo a una roccia, continuando però a tenere la fune arrotolata sul suo braccio. Kian si sporse dalla roccia, cercando di raggiungere le pietre blu. Dovette allungarsi oltre il bordo fino alla cintola e, vedendo lo strapiombo sotto di sé, ebbe paura


-È tutto apposto- gli assicurò Valder tenendo in tensione la corda -ti tengo io-


-Spiegami di nuovo perché lo sto facendo- fece il ragazzo


-Perché ci paghiamo due settimane di provviste con quelli-


-Fantastico- borbottò il ragazzo mentre tirava una delle gemme blu, grande quanto un arancia, e la staccava dalla roccia a fatica per poi passare alla successiva. Andò tutto bene: la roccia non si ruppe facendolo finire giù nel dirupo e le gemme, anche se un po' a fatica, si staccarono -Ce n'è una bianca- fece Kian ad un certo punto


-Bianca?- ripeté Valder, perplesso


-Sarà un diamante, provo a staccarlo- fece il ragazzo per poi allungarsi


-No, fermo!- urlò Valder ma era troppo tardi: Dalla pietra bianca uscirono delle catene che legarono i polsi di Kian, tagliarono la corda e trascinarono giù nel dirupo -Maledizione- urlò il cavaliere correndo al crepaccio. La pietra bianca ancora brillava e risucchiava Kian al suo interno, spedendolo in qualche posto ignoto. Una trappola: c'era da aspettarselo, era quasi impossibile che pietre così preziose se ne stessero semplicemente lì, senza che nessuno le provasse a prendere. Valder guardò meglio la gemma-trappola e ne ripulì i contorni dalla terra, trovando delle scritte naniche


-Fantastico- ringhiò per poi alzarsi e richiamare il suo incubo. Mise le pietre di luna nella bisaccia e si preparò a passare l'intera giornata a cercare l'entrata di una vecchia cava nanica, magari abbandonata da secoli. Sapeva che Kian sarebbe stato al sicuro, i nani avevano sempre avuto l'abitudine di occuparsi personalmente dei ladri, non lasciavano mai che fossero delle trappole a farlo. Quindi il ragazzo se ne sarebbe rimasto legato e al sicuro dentro le viscere della montagna finché il cavaliere non fosse riuscito a trovarlo.


Passato il primo momento di paura e rabbia, Valder si accorse che quella situazione avrebbe potuto avere degli sviluppi interessanti. Infondo, Kian era intrappolato nelle viscere di una montagna e, conoscendo un po’ le abitudini dei nani, probabilmente era legato come un salame da catene magiche. Doveva essere quantomeno spaventato da quella situazione e quando il cavaliere fosse riuscito a liberarlo gli sarebbe stato riconoscente, molto riconoscente. Già lo poteva vedere mentre, dopo che il cavaliere l’avesse liberato dalle catene che l’imprigionavano, gli si lanciava addosso, tremante e spaventato, e lo ringraziava di averlo salvato. A quel punto gli avrebbe sorriso, l’avrebbe coccolato un po’ e poi, quando fosse stato più calmo, l’avrebbe baciato. Era bene farlo lentamente, per non spaventarlo ancora. Gli avrebbe detto che si sarebbe risolto tutto e sarebbe sceso a baciarlo sul collo mentre l’accarezzava sui fianchi e sulla schiena, tutto lentamente perché non avesse ragioni per allontanarlo. L’avrebbe fatto distendere a terra, magari sul suo mantello per essere un po’ più comodi, e avrebbe iniziato a spogliarlo mentre continuava a coccolarlo. Si sarebbe tolto a sua volta la maggior parte dell’armatura e avrebbe sentito per la prima volta che sensazione dava la sua pelle su tutto il corpo, l’avrebbe sentito gemere e sussurrare il suo nome. L’avrebbe carezzato, baciato, leccato e morso dappertutto, l’avrebbe fatto gemere e rantolare, avrebbe sentito il suo profumo e il suo calore. Gli avrebbe fatto implorare di essere toccato, di essere masturbato e scopato. L’avrebbe fatto urlare di piacere e l’avrebbe guardato lasciarsi andare durante l’orgasmo, sensuale e bellissimo. Già lo poteva vedere e, all’idea di quello che gli avrebbe fatto, sotto l’armatura, era già eccitato e impaziente.


Fu un trauma quando il cavaliere lo vide uscire da una piccola grotta, sorridente e salvo


-Come ti sei liberato?- gli chiese raggiungendolo. Kian gli sorrise e si allungò per salire sul suo stesso incubo


-Sono un negromante, te lo sei dimenticato? Ho resuscitato qualche nano e mi sono fatto liberare- gli rispose il ragazzo, continuando a sorridere tranquillo. Non era neppure un po’ spaventato e nemmeno un po’ riconoscente. Sospirando sconfitto il cavaliere fece ripartire al trotto il suo incubo, sperando di accamparsi presto e dare soddisfazione all’erezione dentro i suoi pantaloni.



Edited by bloodingeyes - 24/1/2013, 08:44
 
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bloodingeyes
view post Posted on 27/1/2013, 23:18




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Valder quella mattina era di buon umore: Kiam stava ancora dormendo e sognava, dicendo cose completamente senza senso, ma era carino e fece sorridere il cavaliere che non aveva niente di meglio da fare durante la notte se non guardarlo e vegliare. Scesi dalle montagne aveva dato ordine al suo esercito di goblin di seguire la via principale e di tornare direttamente dal re mentre lui e Kian avevano costeggiato il fiume Ral, per depistare eventuali sicari o spie, e ora si trovavano in territori poco accoglienti. Paludi e acquitrini li circondavano, tanto che persino gli incubi non ne volevano sapere di addentrarsi in quel posto; faceva poi un gran caldo e c'era tantissima afa, gli insetti li avrebbero mangiati vivi se con la magia non li avessero tenuti lontani e infine era pieno di cose striscinti e schifose dappertutto. Valder odiava quel posto.


Quella mattina però arrivò qualcun'altro a fargli compagnia, mentre aspettava che Kian si svegliasse: un falco messaggero. Il suo re gli chiedeva come stesse andando il viaggio e gli mandava nuovi ordini che il cavaliere accolse con un grugnito. Scrisse sul retro del foglio la sua risposta e lasciò che il falco portasse la sua risposta. Quando Kian si svegliò, qualche ora dopo, trovò già la colazione pronta e l'accampamento smontato


-Dobbiamo muoverci oggi- gli disse il cavaliere mentre ripiegava il giaciglio del ragazzo frettolosamente -dobbiamo essere a Ruenew prima di sera, ci stanno aspettando-


-Dove?- fece Kian perplesso


-La città degli elfi alti: Ruenew… meglio non fare mai aspettare gli elfi, per quanto siano pazienti odiano iniziare qualcosa in ritardo-


-Non ho mai visto gli elfi- disse il ragazzo, con gli occhi che brillavano per l'eccitazione


-Allora prima di sera li vedrai- gli sorrise Valder. Kian mangiò in fretta la sua colazione e si misero subito in cammino.


 


Ruenew si trovava nel bosco di Arsù e i suoi palazzi erano sostenuti dagli alberi più antichi e grandi della foresta. Ogni casa era formata da una grande sfera ovale trattenuta dalle liane degli alberi e ogni sfera era collegata alle altre tramite lunghi e sottili ponti. Ogni sfera, poi, era decorata, nella parte superiore e tutto attorno, da fiori e foglie dei colori e delle forme più disparate, mentre nella parte inferiore venivano mimetizzate dalle foglie e dai rami degli alberi tanto che era praticamente impossibile notarle se non si sapeva dove cercare. Per accedere alla città si doveva passare una serie di controlli, spiegare il motivo della visita e, se si veniva accettati, si saliva una scala nascosta dentro il tronco cavo di un albero morto.


Kian saltellava e si guardava attorno eccitato come un bambino in un negozio di dolci. Si fermava a guardare ogni cosa e ogni volta che vedeva un elfo sorrideva e lo fissava


-Agli elfi piace essere guardati- gli disse Valder ridendo del suo comportamento –ma tu stai un po' esagerando-


-È solo che loro sono così... - cercò un termine appropriato per definirli, senza riuscire a trovarlo, Valder annuì. Anche per lui la prima volta che aveva visto un elfo era stato un po' strano. Erano diversi e gli elfi alti lo erano anche molto più delle altre razze. Erano alti in media 2 metri e i loro volti erano molto lunghi e femminili. Portavano tutti, anche gli uomini, i vecchi e i bambini, i capelli lunghissimi ed erano quasi tutti mori con gli occhi azzurri o verde chiaro. Erano magri, slanciati e le donne erano poco formose. Maschi e femmine si assomigliavano al punto che, se non fosse stato per gli abiti, sarebbero sembrati tutti donne. Erano belli, certo, esotici con quelle orecchie a punta e gli occhi perennemente socchiusi e obliqui ma avevano un grosso difetto: sembravano avere sempre un palo ficcato su per il culo. Erano tutti freddi e inflessibili, severi, fissati con l'etichetta e, solitamente, anche molto pignoli. Erano brave persone, infondo, ma quando si trattava di divertirsi loro erano l'ultima compagnia da cercare. Valder aveva imparato che gli elfi non erano poi così interessanti una volta passato il primo momento di stupore.


Furono scortati da una guardia cittadina alla loro casa temporanea perché si potessero cambiare e rinfrescare prima della cena. Il cavaliere si fermò a parlare con alcuni suoi vecchi conoscenti mentre il ragazzo si preparò. Quando fu pronto uscì dal bagno per lasciare che anche Valder si preparasse: di certo non si aspettava di trovarlo sul divano con un elfo seduto sulle sue ginocchia intento a baciarlo


-Oh, Kian! Ti voglio presentare Ralien... - fece il cavaliere alzandosi in piedi, con l'elfo che gli rimaneva contro e guardava Kian in maniera davvero glaciale


-Ciao- fece il ragazzo, l'elfo gli fece semplicemente un cenno del capo e poi prese a parlare fitto con il cavaliere in elfico, tagliando fuori Kian, che non conosceva la lingua. Valder chiacchierò un po’ con l’elfo prima di accompagnarlo alla porta e prepararsi a sua volta per la cena. Sfortunatamente per Kian, furono in molti gli elfi che cercavano il cavaliere e così il ragazzo non riuscì a riposarsi neppure un po’. Molti si accorse essere semplici amici o conoscenti del cavaliere, ma almeno una ventina sembravano essere amanti. Kian li riconosceva dallo sguardo assassino.


Valder ci mise poco a prepararsi e quando uscì dal bagno Kian lo vide per la prima volta senza armatura, rimanendo basito per alcuni istanti. Aveva i capelli neri e gli occhi dorati, un viso piuttosto spigoloso ma nel complesso bello, aveva un fisico palestrato e le spalle ampie, era bello, dovette ammettere Kian ma quello che lo sorprese maggiormente furono le scaglie: tante piccole scaglie nere sul contorno degli occhi che andavano a sparire all’attaccatura dei capelli


-Sei un drago- fece Kian a bocca aperta. Aveva sentito parlare di incroci fra draghi e esseri umani ma erano così rari che non c’era quasi nulla su di loro, molti li ritenevano una leggenda, ma Kian aveva letto su di loro tutto quello che era stato scritto, aveva sempre sognato di incontrarne uno, li aveva cercati nel mondo umano senza mai trovarli. Conosceva ogni dettaglio su cosa mangiavano, su quanto vivevano e, soprattutto, sulla loro tendenza ad accoppiarsi con qualsiasi cosa respirasse. Valder gli sorrise e si sedette al suo fianco


-Sei la seconda persona in assoluto che capisce cosa sono alla prima occhiata- gli disse il cavaliere, stirando le ali e la coda


-È per questo che non ti toglievi mai l’armatura? Non volevi che altri lo scoprissero?- gli chiese il ragazzo


-Gli umani hanno occhi nel nostro territorio- gli disse il cavaliere accarezzandogli il ginocchio pigramente, come se nulla fosse –loro che disdegnano così tanto la magia ne fanno un larghissimo uso e neppure nel bel mezzo del niente è sicuro mostrarsi per ciò che si è-


-E fra gli elfi è sicuro?- gli chiese Kian in tono tagliente, scostandolo


-Un po’ di più- gli rispose Valder per poi sorridere –in realtà ero stanco di portare tutto il tempo l’armatura… mi stava stropicciando le ali- gli accarezzò nuovamente la gamba, continuando a sorridere


-Che stai facendo?- gli chiese Kian allontanandosi, mentre lo fulminava con lo sguardo


-Sto cercando di sedurti- fece il cavaliere salendo ad accarezzarlo sulla coscia –non ho avuto molte possibilità di provarci seriamente mentre eravamo in viaggio: le lunghe marce, la stanchezza… nei prossimi due o tre giorni invece ci potremo riposare e… -


-No- lo bloccò Kian togliendogli la mano dalla sua coscia, quasi al cavallo dei pantaloni


-Come no? Pensavo fossi interessato… quando ti ho dato la mia energia… -


-Mi hai assalito! È un po’ diverso- Valder fece per dire qualcosa ma ci ripensò e richiuse la bocca


-Va bene, forse sono stato un po’ precipitoso- ammise il cavaliere –è che non mi è mai capitato di incontrare qualcuno come te-


-I negromanti sono rari… -


-No, non è questo… - lo fermò Valder, sorridendo –è che sei bello e sei una bella persona… non mi capita spesso di trovare qualcuno che mi piaccia così tanto-


-La coda di elfi che ti cercano non mi incoraggia a prendere le tue parole sul serio-


-È la mia natura che mi spinge a cercarmi tanti compagni: sono un drago e ho delle necessità… - cercò di spiegargli ma Kian si alzò di scatto, inviperito


-E dopo questa sono ancor più convinto a non darti retta- fece per andarsene ma Valder lo prese per un braccio, bloccando la sua fuga


-Aspetta… non voglio che tu te ne vada, mi piaci ok? So di non essere il massimo come partner, non è nella mia natura restare con qualcuno e solo con lui per tanto tempo, ma so di essere un ottimo amante occasionale: nessuno si è mai pentito di essere venuto a letto con me e so cosa stai pensando, te lo leggo in faccia: che sto esagerando e che non ne vale la pena, che sarebbe una pessima idea… ma ti posso giurare che non te ne pentirai… ti desidero davvero tanto Kian, tu non puoi davvero capire quanto, dammi almeno una possibilità! Se poi ti accorgessi che non funziona, che non ti piaccio, lasceremo perdere tutto e sarà come se niente fosse successo, te lo giuro- gli prese le mani fra le sue e lo supplicò ancora una volta di provarci


-Va bene ma… - capitolò Kian senza però poter finire il discorso perché si ritrovò le labbra dell’altro sulle proprie -Ora meglio se andiamo a mangiare- fece il ragazzo imbarazzato e rosso in viso quanto un pomodoro maturo. Valder rise e baciò un ultima volta prima di avviarsi alla sala del ricevimento.

 
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NonnaPapera!
view post Posted on 1/3/2013, 08:08




ma.... hai parteciapto con due storie?? Sei una grande :D
 
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bloodingeyes
view post Posted on 3/3/2013, 01:46




ci ho provato ma questa non è completa e non ho voglia di finirla entro breve termine, quindi partecipo solo con una.
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 3/3/2013, 08:47




hahaha sei una grande :D complimenti io ancora arranco con la mia ^^' oggi dovrei terminarla :P
 
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5 replies since 21/1/2013, 01:25   110 views
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