Una notte come tante

« Older   Newer »
  Share  
NonnaPapera!
view post Posted on 27/4/2011, 20:37




Nick autore:NonnaPapera!
Titolo storia:Una notte come tante
Titolo capitolo: //
Genere: generale romantico
Avvertimenti: oneshot
Breve introduzione: Due amici che si conoscono da molto tempo ed una notte che parte come una delle tante, ma che riserverà ad antrambi molte sorprese
Eventuali note: Altra storia decisamente vecchiotta, ed anche questa necessiterebbe di una sistemata, comunque spero che gradiate lo stesso



Una notte come tante



La sera calava lenta e il loro passo cadenzato risuonava silenzioso, con l’unico sottofondo della festa che si allontanava.

Li aspettava una notte come tante altre.

Torcia in una mano, ricetrasmittente nell’altra, compivano per l’ennesima volta il solito giro di controllo.

Non era molto divertente fare i turni di notte, soprattutto se i turni in questione si facevano ad una festa di paese dove tutti si divertivano tranne loro.

Marco controllò l’orologio per l’ennesima volta.

Le 21:00

Ne avevano ancora davanti, di tempo da trascorrere.

Fortuna che almeno erano insieme, tra quattro chicchere e qualche caffè generalmente la notte con Stefano passava velocemente.

Certo, c’era anche da dire che stare in compagnia di Stefano gli piaceva sempre e non lo stancava mai…ci avrebbe passato la vita insieme se avesse potuto.

Purtroppo non era una cosa possibile, solo sogni ad occhi aperti.

Mosse la testa ad indicare che stava ascoltando.

Stefano si era lanciato, come al solito in una entusiastica quanto dettagliata, descrizione di una scopata, fatta due giorni prima in un pub fumoso della periferia.

Come facesse a fare certe cose, in posti pubblici, era ancora un mistero che Marco doveva svelare.

-Aveva delle tette enormi, davvero saranno state una quinta, sul serio non esagero-

Ennesimo movimento del capo…come invidiava quella ragazza sconosciuta, seppure per poco aveva stretto Stefano tra le braccia.

Uno sfarfallio nello stomaco, come sempre gli capitava quando il pensiero correva a loro due distesi a fare l’amore.

Sorrise mestamente, sapeva bene che Stefano non avrebbe mai acconsentito a una relazione tra loro…però sognare non costava nulla.

Oltre a non essere gay il suo partner era un tipo atletico, e molto divertente.

Si trovava sempre a suo agio in ogni situazione e alle feste era sempre l’anima della serata.

Molto intelligente, aveva più donne diverse per ogni giorno della settimana.

Ogni volta che si soffermava a pensare al carattere di Stefano, Marco si chiedeva come mai fossero amici.

Lui era tutto tranne che un festaiolo, anche se, da un anno a questa parte, trascinato da Stefano aveva iniziato a prendere parte a moltissime feste.

In più non si riteneva neppure un tipo interessante.

Non attirava l’attenzione su di se quando entrava in un locale, anzi la maggior parte delle volte era costretto a presentarsi più volte alle stesse persone, perché queste dimenticavano invariabilmente il suo nome.

Anche lui però aveva un fisico prestante, infatti praticava nuoto da che era piccolo e non aveva mai smesso.

Gli occhi di una particolare intonazione blu scura erano perennemente nascosti da dei desueti e fuori moda occhiali da vista.

Ora quegli occhi, nascosti dal buio e dalle lenti, osservavano con sguardo perso e innamorato il bel viso di Stefano, che continuava a parlare delle sue serate di fuoco.

Il viso di Stefano si poteva definire senza timore di venire smentiti, bello.

Veramente bello.

I tratti virili e spigolosi si armonizzavano perfettamente con la sua prepotente personalità.

Gli occhi verdi, così simili per colorazione a quelli di un felino, erano contornati da ciglia scure, messe in evidenza a loro volta da sopracciglia ben disegnate.

In pratica perfetto.

Marco sospirò, preso com’era nei suoi idilli.

-Di, ti sto annoiando?-

- No figurati, sta sera quando mi sono infilato la divisa mi sono detto “Accidenti nella libreria mi manca giusto un libro di Kamasutra” poi pensa, arrivo e ci sei tu che con le tue descrizioni accurate mi fai balenare in mente che il libro, magari, lo potrei scrivere io stesso, anziché comprarlo-

-AhhhhhhAhhh-

La risata di Stefano si alzò alta e possente nel mezzo del nulla.

Marco lo guardò senza fare una piega.

Spesse volte Stefano gli aveva confidato che era proprio questo suo sarcasmo a renderlo un amico prezioso.

Non c’era pericolo che gli nascondesse nulla, perché ciò che pensava diceva.

Questo naturalmente era quello che pensava il compagno, se avesse anche solo minimamente immaginato ciò che passava realmente per la testa di Marco, sarebbe scappato a gambe levate.

Attaccando la ricetrasmittente alla cintura dei pantaloni, si tirò indietro i capelli biondi che gli erano ricaduti sugli occhiali.

Se era ironia e sincerità che Stefano cercava, allora ironia e sincerità avrebbe avuto!

-Di un po’ ma non ti è mai passato per l’anticamera del cervello che, se non riesci a stare con nessuna donna per più di due ore dopo il sesso…forse c’è un problema di fondo?-

Stefano lo guardò di traverso scompigliandosi, con una mossa abituale, i capelli scuri come la notte.

-Che intendi?-

-Bhè magari non trovi quella giusta perché cerchi sulla riva sbagliata del fiume…-

Disse il biondo ghignando tra se.

L’intento era di farlo incazzare, si voleva vendicare di quell’ora e mezzo in cui era stato costretto ad ascoltare tutte le sue avventure da latin lover.

Però Stefano lo sorprese.

Non s’incazzò, anzi sembrò soffermarsi a pensare seriamente alla possibilità che la supposizione del compagno fosse realistica.

Per alcuni istanti il nero non parlò e Marco rimase a fissarlo con il fiato sospeso.

-Ti darebbe fastidio se fossi gay?- domandò ad un tratto Stefano con aria meditabonda.

La domanda fu un colpo al cuore, una felicità insperata.

-No non direi, non credo che importerebbe…-mormoro Marco cautamente.

Prima di scoprirsi voleva sapere, dove il partner sarebbe andato a parare.

-Bene, allora sabato mi cerco un tipo da scopare e lunedì ti faccio sapere com’è andata!-

Sorrise il moro con la sua solita aria strafottente.

Marco rimase per alcuni secondi annichilito dallo stupore…

Era così facile, per lui?

Come diavolo faceva a prendere tutto così alla leggera?

Per quanto lo riguardava, lui aveva la veneranda età di ventidue anni e non aveva ancora consumato un rapporto completo con nessuno, pur essendo cosciente dall’età di sedici anni di essere gay.

Mentre Stefano per una frase butta lì per caso, si programmava una tal esperienza con noncuranza per il fine settimana?

Ok c’era evidentemente qualcosa che non andava.

Il punto era: era lui a essere sbagliato oppure era Stefano?

Decise di mettere da parte per quella volta, e solo per quella, tutti i dubbi e tutte le paure.

Se Stefano voleva fare esperienza con un uomo, tanto valeva che la facesse con lui.

Tanto valeva che la facessero insieme.

-Senti…io…-

Un fruscio di foglie e subito i sensi si acuirono.

Il nero prese in mano la torcia e l’accese, indirizzandola nel punto da cui giungeva il rumore.

Il fascio di luce, giallo e tremolante, illuminò un ampio tratto di prato a pochi metri di distanza da loro.

L’erba era incolta e formava una specie di enorme barriera verde, sinuosa e morbida.

Attraverso i fili d’erba lunghi e bagnati di rugiada della sera, qualcosa si stava muovendo.

Si guardarono in faccia e sorrisero, la solita coppietta d’innamorati che si appartava per consumare una sveltina.

A Marco infastidiva interromperli, però quei due non potevano stare lì, era vietato e loro avevano il compito di farli sloggiare.

Senza attendere il compagno, Stefano si era già incamminato sul piccolo pendio del prato e con la luce stava illuminando due eccitati quanto spaventati quindicenni.

La ragazzina, appena vide la figura scura e imponete del nero, lanciò un urlo e poi per la vergogna si mise a piangere.

Il ragazzo invece, saltato di lato per lo spavento, stava tentando di riallacciarsi alla bell’e meglio i pantaloni.

-Ok queste cose non si fanno, non è qui la festa è dall’altra parte del prato ed è piena di gente e di colori…sloggiate immediatamente!-

Detto questo aveva illuminato i due volti sconvolti ed aveva incrociato le braccia, nell’attesa che i due sventurati si rivestissero e levassero le tende.

Nel frattempo anche Marco era giunto di fianco al compagno e fissava i ragazzi con una punta di senso di colpa, avrebbero potuto fingere di non vederli e farli sloggiare al secondo passaggio di controllo…

Però le regole erano regole, e in più era stato meglio per quei due che fossero stati loro a scorgerli e non qualche ubriacone uscito dalla festa.

In fretta e furia i ragazzi si erano risistemati e, senza proferire parola, erano corsi alla velocità della luce giù per il piccolo pendio del prato.

Stefano si voltò verso Marco sogghignando.

Queste cose lo mettevano sempre di buon umore.

Marco guardò nel punto in cui erano seduti i due ragazzi.

C’era una coperta che sembrava molto accogliente, due bicchieri puliti e una bottiglia di cola ancora chiusa assieme ad un cartoccio che ad aprirlo rivelò due succulente fette di torta ancora incartate.

-Che si fa?E’ un peccato sprecare tutto…- mormorò Marco sovrappensiero, fissando la torta dall’aria invitante.

Stefano non rispose, per cui il biondo si girò per vedere cosa gli fosse preso.

Appena si fu voltato due labbra calde e sicure si posarono sulle sue in cerca di appagamento.

Marco rimase di sasso.

Possibile che quello stupido avesse capito fischi per fiaschi?

-Cosa…-

Tentò di parlare ma, approfittando di quel gesto, il nero aveva insinuato la lingua nella sua bocca, soffocando ogni protesta.

Marco si perse nel mare di sensazioni che la bocca del compagno sulla sua, gli procurava.

Era un bacio caldo e umido, esigente da togliere il fiato, ma al contempo delicato e stranamente rispettoso.

Senza opporre la minima resistenza, il biondo assecondò i movimenti di Stefano che con delicatezza lo stava sospingendo verso terra, per farlo sdraiare sul plaid.

La coperta era calda e accogliente, sembrava invitarli a proseguire senza indugi nell’esplorazione vicendevole delle loro bocche.

Ciò che stavano facendo era assurdo.

Avrebbero rovinato tutto ciò che c’era tra loro.

Conosceva bene Stefano, sapeva che non teneva mai contatti con le persone che si portava a letto una volta terminata la foga della passione.

Non voleva perderlo come amico.

Sarebbe stato un peccato.

Un vero peccato.

-Un…peccato…- mormorò Marco seguendo il filo dei suoi pensieri.

Stefano si staccò un poco per fissarlo negli occhi.

Attraverso le lenti vide tutto il desiderio che il biondo provava e si rincuorò.

Allora disse:

-Il piacere è un peccato, ma qualche volta il peccato è un piacere-

Marco lo fissò e capì che non poteva ne voleva tirarsi indietro.

Voleva provare quel piacere di cui lui stava parlando, ci si voleva immergere, voleva affogarci.

L’erba alta li copriva alla vista di sguardi indiscreti.

Quel prato solitario e accogliente era il solo posto al mondo, dove avrebbe voluto trovarsi in quel momento.

Annuì lievemente con la testa, per far capire a Stefano che per lui andava bene, voleva andare fino in fondo.

Il nero sorrise e affondò la testa nel collo del compagno, iniziando a succhiare ed a leccare con maestria.

Un gemito di sorpresa e di piacere sfuggì dalle labbra di Marco.

Stefano era veramente bravo…

Cercando di farsi coraggio anche il biondo iniziò a far scorrere le mani sul corpo caldo e statuario del compagno.

Non voleva certo che l’altro pensasse che fosse inesperto, anche se era la verità.

Andarono avanti cosi per alcuni minuti, a baciarsi e a esplorarsi.

Quando il nero accennò a sbottonare i pantaloni del partner, Marco lo fermò…doveva assolutamente chiarire dei dubbi.

-Aspetta…come facevi a sapere che ci sarei stato?-

Stefano sorrise divertito ed un po’ sorpreso dall’interruzione.

-Bhè … perché sei gay…e io ti piaccio…-

Affermò con sicurezza.

Marco lo fissò allibito.

-Da quanto lo sai?-

-Che sei gay? Diciamo che fino a cinque minuti fa ne ero certo solo al 70% , poi ti ho baciato e tu non mi hai preso a pugni…-

Il biondo lo fissò ancora più sbalordito, possibile che per lui fosse sempre tutto così facile?

-Ma chi ti dice che tu mi piaccia?-

-In primo luogo il fatto che sei sdraiato sotto di me eccitato e poi, siamo amici perciò per forza ti piaccio…ora possiamo riprendere?-

La solita aria sicura.

Poi, senza lasciare il tempo a nessuna replica, si avventò nuovamente sulle labbra del biondo.

Una mano iniziò sicura a sbottonare la divisa, mentre l’altra massaggiava la virilità tesa del biondo impedendogli di pensare ad altro.

Senza interrompere il massaggio, con gesti precisi dati dall’esperienza, si spogliò anche della sua divisa.

Stefano si sdraiò completamente su Marco facendo, volutamente e ripetutamente, sfiorare i loro sessi eccitati, ormai liberi da costrizioni.

Un sospiro di piacere uscì dalle labbra di entrambi.

La mano di Marco si intrufolò timida tra i loro corpi accaldati e, con movimenti insicuri, iniziò a massaggiare il membro del partner.

Stefano rimase per alcuni istanti incantato dal piacere poi, con gesti lenti, fece scivolare le dita lungo tutta la spina dorsale del biondo andando a fermasi tra i glutei.

Marco estasiato da quella piacevole tortura, inarcò d’istinto la schiena.

Non si era mai spinto così in là prima d’ora.

Stefano si portò l’indice e il medio alla bocca, li succhiò e poi li riportò all’altezza dei glutei del compagno.

Fissò per alcuni istanti la faccia sorpresa di Marco e sorrise.

-Credevi di dovermi dire come fare? Non sono mai stato con un uomo…ma questa cosa la si può fare anche alle donne, sai?-

Mormorò all’orecchio del biondo.

Senza perdere altro tempo, tuffò le due dita bagnate nella strettezza dell’amico, che si inarcò nuovamente.

Sorpresa, dolore e piacere si mischiarono indefinitamente nella testa del biondo.

Il nero continuò a lavorare per alcuni minuti l’anello duro di muscoli del compagno, facendo forza con le dita per allargarlo.

-Allarga bene le gambe, così mi metto in mezzo-

Sussurrò Stefano a un certo punto, estraendo le dita dalla strettezza dell’amico.

Marco lo assecondò con il cuore in gola.

L’eccitazione di poco prima aveva lasciato il passo alla paura.

Paura di non essere all’altezza, paura di sentire dolore, paura di perdere Stefano per sempre.

La punta eccitata e dura premeva già contro il suo ano.

-Aspe…-

Stefano lo guardò di sottecchi un po’ infastidito ma ugualmente si fermò.

-Cosa c’è? Non puoi dirmelo dopo?-

Marco con il cuore in gola annuì, senza più la forza di proferire parola.

Era stato lì lì per confessargli di essere vergine ma la cosa sarebbe stata imbarazzante per entrambi, era meglio tacere.

Stefano spinse il bacino in avanti e lo penetrò con un movimento fluido delle anche.

Per un secondo il cuore del biondo si fermò poi, come preso da una furia improvvisa, riprese a battere forsennatamente.

Marco sentì rimbombare il battito fin dentro le orecchie.

La testa era ovattata e il respiro quasi impossibile.

La fitta di dolore partiva dal sedere per poi allargarsi fin sotto il collo.

Le gambe erano intorpidite, non sentiva più la punta dei piedi.

Solo un ansito soffocato gli sfuggì dalle labbra.

-Come sei stretto- mormorò Stefano che con la testa nascosta tra il suo collo e la spalla destra.

Il biondo non aveva neppure la forza di parlare, lo shock per quella penetrazione era stato troppo forte.

Non essendosi accorto di niente, Stefano prese a spingere in maniera costante entrando ed uscendo dall’antro stretto e caldo del partner.

Le mani di Marco erano fredde, la circolazione non voleva saperne di riprendere il suo flusso normale.

Stava male, ma l’orgoglio gli impediva di chiedere a Stefano di fermarsi.

Non voleva essere deriso, non l’avrebbe sopportato.

Strinse i denti mordendosi le labbra a sangue.

Gli occhi bruciavano ma non poteva permettersi di scoppiare a piangere, sarebbe stato da idioti!

Se fosse stato più calmo, sarebbe indubbiamente riuscito a trarre piacere dall’amplesso, Stefano era molto bravo e gli stava sussurrando frasi di apprezzamento all’orecchio.

Però lo shock era stato troppo forte e quando il moro venne dentro il suo caldo antro, lui non poté trattenere un sospiro di sollievo.

Stefano uscì da lui e lo baciò sulla bocca.

Solo allora si accorse che qualcosa non andava.

-Hai le labbra fredde…e sei pallidissimo, cosa ti succede?-

-…nulla…-

Voleva solo andarsene, perché sapeva che se fosse rimasto sarebbe di sicuro scoppiato.

Trattenendo una smorfia di dolore si tirò a sedere.

-Ma che ti prende?- domandò Stefano basito, poi come colto da illuminazione disse.

-Azz…che idiota, tu non sei venuto, è per questo che sei furioso, bhè lo sarei anche io…scusa è solo che non sono abituato a farlo con un uomo. Rimedio subito!-

Così allungò una mano per portarla all’inguine del compagno, che però la scacciò in malo modo.

Marco sentiva che stava per crollare, voleva solo allontanarsi e chiudersi in bagno, per potersi riprende.

-Dobbiamo riprendere la ronda- mormorò senza alzare lo sguardo su Stefano.

Il nero rimase basito.

Ora, per la prima volta, capiva come dovevano sentirsi tutte le sue amanti, quando immancabilmente dopo il sesso lui le liquidava senza spiegazioni.

Faceva male, era umiliante.

Ancor più se a trattarlo così era Marco.

Una rabbia profonda lo colse.

Se era così che voleva, allora si sarebbe comportato di conseguenza.

Non gli avrebbe fatto capire quanto in realtà era ferito.

-Ok- disse alzando le spalle.

Ed iniziò a vestirsi velocemente, imitato dal biondo che però aveva i movimenti stranamente rallentati.

Marco si stava rivestendo rimanendo seduto, non fidandosi delle proprie gambe.

Una volta allacciata anche la cintura guardò in alto.

Stefano lo stava aspettando in piedi dandogli le spalle.

Avrebbe tanto voluto mettersi a gridare, talmente il dolore e l’umiliazione erano forti, ma si impose la calma.

Con attenzione si alzò lentamente in piedi.

Il nero si voltò e lo fissò con due occhi freddi ed inespressivi.

-Ci sei? Se non ti muovi facciamo notte-

Marco annuì e fece un passo.

Una fitta di dolore gli corse lungo la schiena e le gambe cedettero come se fossero di burro.

Era già convinto di schiantarsi al suolo rovinosamente, quando le braccia del compagno lo afferrarono.

Lentamente Stefano lo aiutò a sedersi.

Per lui fu troppo, silenziose lacrime iniziarono a scendergli lungo le guance.

-Marco…ehi…-

Stefano gli portò una mano sotto il mento e lo costrinse a sollevare il viso.

Solo allora si accorse delle lacrime.

Quando vide quelle perle di disperazione rotolare silenziose, tutto fu chiaro.

Senza dire una parola lo strinse a se ed aspettò che si sfogasse.

Dopo poco, avvolto dal calore di Stefano, Marco si calmò.

-Sei un idiota, perché non me lo hai detto? Avrei fatto più attenzione!-

-Mi dispiace…mi vergognavo…-

Il biondo cercava in tutti i modi di rifuggire lo sguardo verde e penetrante dell’altro.

-Devo dirti una cosa importante.Guardami- impose Stefano togliendogli gli occhiali.

L’altro sollevò lo sguardo e lo fissò.

-Sono innamorato di te!-

Il biondo rimase senza fiato per un istante, poi fece un sorriso mesto.

-Non serve che ti sbilanci così tanto per rimediare, è tutto ok davvero!-

-Ma che sei, cretino o cosa? Ti pare che ti vengo a dire una cosa del genere, solo per i sensi di colpa?-

-Davvero…?-

-Certo, a dire il vero sono già mesi che lo so, solo avevo paura di espormi troppo o di essere rifiutato, infondo è la prima volta che provo qualcosa di così forte per qualcuno…-

Senza attendere oltre Marco gettò le braccia al collo del compagno e lo strinse con forza.

-Solo mesi? Io è da un anno che ti amo!-

A quella dichiarazione il viso del nero si illuminò di felicità.

Poi, staccandosi dal biondo prese la ricetrasmittente e parlò.

-Squadra sei a base passo–

-…qui base, avanti squadra sei-

-Marco non si sente bene, ha la febbre, lo riaccompagno a casa, passo-

-Ok, già che ci sei va a casa anche tu, ormai manca solo un’ora alla chiusura, ce la caviamo da soli, passo e chiudo-

Stefano rimise alla cintura la trasmittente e guardò Marco.

-Sentito? Siamo liberi come l’aria. Quando ti senti un po’ meglio ti riaccompagno a casa-

Disse chinandosi a baciarlo sulla bocca.

-Sto bene davvero, sono solo un po’ intorpidito-

Stefano lo guardò con una strana luce negli occhi.

-Prima non è andata tanto bene, vediamo se ora riesco a scioglierti un po’…-

Marco lo fissò preoccupato.

Voleva farlo di nuovo?

Il suo corpo non avrebbe retto ad un altro amplesso, almeno non quella sera.

Intuendo i pensieri che affollavano la testa del compagno, Stefano gli sorrise dolcemente.

-Fidati-

-Ok- rispose non del tutto convinto.

Assecondò ugualmente l’altro, mentre lo sospingeva nuovamente sulla calda coperta di pail.

Stefano sbottonò, per la seconda volta quella sera, i pantaloni di Marco.

Con la mano frugò nei boxer fino a trovare il sesso del compagno e cominciò a masturbarlo.

Sentendo che il biondo stentava a lasciarsi andare, alzò lo sguardo e con un sorriso rassicurante disse.

-Rilassati non ti tocco lì, promesso!-

Marco lo fissò per un istante, poi si distese completamente e lo lasciò fare.

Nel giro di poco la sua virilità era di nuovo turgida.

Il nero continuò a masturbarlo ancora per qualche istante, poi si sdraiò di lato e con una sola mossa accolse il sesso del compagno in bocca.

L’altro quasi saltò per la sorpresa.

Stefano continuò quel gioco di suzione per un po’.

Poi portò la mano libera all’altezza dei testicoli e cominciò a manipolarli con abilità.

Quel movimento cadenzato e il calore di Stefano portarono ben presto il biondo al limite.

-Ste basta sto venendo-

Ma l’altro, incurante dell’avvertimento, proseguì finché non senti il liquido caldo del partner inondargli la bocca e scendergli per la gola.

Quando fu sicuro di aver ingoiato anche l’ultima stilla di sperma si rialzò sorridendo.

-Meglio?-

Non fidandosi della propria voce, il biondo si limitò ad annuire.

Passarono alcuni minuti abbracciati, poi con calma il nero aprì la bottiglia di coca ed insieme mangiarono le due succulente fette di torta.

Mentre chiacchieravano rifocillandosi, Marco pensò compiaciuto che quella, anche se non l’avrebbe mai immaginato, non era stata affatto una notte come tante.



Fine
 
Top
view post Posted on 29/4/2011, 21:22
Avatar

If I could buy Forever at a price, I would buy it twice ~

Group:
Amministratori
Posts:
12,995
Location:
Dai meandri oscuri all'interno del web... Niente più iPod Touch.

Status:


ma che teneri x°D
bellissima storia :sisi:
e scritta molto bene(anche se mancano alcune lettere in alcuen parole, ma trascurabile x°D)
 
Top
NonnaPapera!
view post Posted on 29/4/2011, 22:20




Ehhh si lo so sarebbe da ricorreggere... grazie mille per i complimenti
 
Top
Forah
view post Posted on 4/5/2011, 20:17




O, ma che carini! Complimenti! :D
 
Top
NonnaPapera!
view post Posted on 5/5/2011, 10:02




^^ grazie troppo gentilie :D
 
Top
4 replies since 27/4/2011, 20:37   33 views
  Share