And all I loved, I loved alone

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Calypso_
icon12  view post Posted on 28/4/2011, 21:50




Nick autore: Calypso_
Titolo storia: And all I loved, I loved alone
Titolo capitolo: //
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico
Avvertimenti: Slash, Lemon, One shot
Breve introduzione: Paul e Albert, due amici, si ritrovano ad essere compagni di letto. Ma non tutto è così semplice...
Eventuali note: //



È uno strano dolore... Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.
(A. Baricco)

Paul si gettò sulla poltrona, esausto.
«Sei proprio una mezza sega!» cantilenò Albert. «Guarda che io ho ancora voglia…» il suo sguardo si fece malizioso, mentre il suo indice correva giù per la schiena dell’amico-amante.
«Insomma, basta con queste scenette da Satyricon ! Provaci tu… insomma, è faticoso per le reni, il bacino, le gambe… devo usare tutto il corpo!» Il moro adorava fare l’amore con Albert. Era un’esperienza totalizzante: non solo si sentiva completamente al suo interno dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Tuttavia, dopo due amplessi, cominciava a sentirsi leggermente stanco.
«Non tentarmi, guarda che sono comunque un uomo!» Albert si eresse in tutta la sua statura, posando le mani sui fianchi. Vederlo sfoggiare la sua virilità risultava parecchio buffo.
«Ma per carità, non fare lo sbruffone!» borbottò Paul, premendo lievemente le labbra contro le sue. «Anche se…»
«Anche se cosa? Oh, ho capito, sei il solito diavoletto provocatore!» Albert reagì con gioia al bacio, gettando le braccia al collo di Paul. Delicatamente lasciò che la lingua del moro gli lambisse la fessura, giungendo ad incontrare la propria.
Paul appoggiò con delicatezza le proprie mani sui fianchi del biondo, per poi stringerlo con forza, continuando ad esplorare la sua bocca, mentre Albert gli prendeva il viso tra i palmi.
Fu un bacio intenso e appassionato, ancora più colmo d’amore e affetto di quanto fosse solito dare e ricevere Paul. Con una spinta improvvisa da parte dell’amico si ritrovò sul letto, coricato, mentre Albert prendeva posizione sopra di lui.
«Ma cosa credi di fare?» sbottò il moro con finta veemenza, mentre il biondo gli mordeva delicatamente il lobo dell’orecchio.
«Una volta buona… fai l’uke e lasciati sottomettere!» Le labbra di Albert si spostarono verso la clavicola di Paul, iniziando a morderlo e baciarlo.
«Ma come parli? Cosa ti è successo? Uke? C-come… come sai cosa vuol dire?» Il moro rimproverava l’amico con affetto, mentre iniziava a dover trattenere i gemiti causati dai baci di Albert, abile nel dargli piacere.
«L’ho letto sui tuoi manga osè, quelli che nascondi sotto il letto! Andiamo… lasciati andare…»
«E va bene, va bene! Fai pure il seme!» Paul si arrese alle lusinghe di Albert, lasciando che gli mordesse con delicatezza i capezzoli, dopo averlo spogliato con furia della maglietta rossa.
Mentre mordeva un capezzolo titillava l’altro con pollice e indice, provocando in Paul scariche di piacere che andavano dritte al suo inguine. Sentì chiaramente la propria erezione premere contro il tonico addome del moro; era consapevole che non avrebbe resistito a lungo.
Albert percepì l’eccitazione di Paul e gli slacciò i jeans, liberando il suo membro dalla costrizione. Con un solo movimento gli sfilò i boxer e cominciò a masturbarlo vigorosamente, mentre con l’altro braccio si sollevò per risalire il corpo di Paul, fino a congiungersi alle sue labbra con un bacio pieno d’ardore.
Alcune gocce di liquido pre-orgasmico bagnarono la mano di Albert, mentre continuava ad occuparsi del piacere di Paul. Il biondo portò la mano di Paul al suo pene, accelerando il ritmo dei suoi movimenti. Il moro intese e imitò l’amico, ma la resistenza di Albert era di gran lunga minore, e presto si trovò a supplicarlo di soddisfarlo più a fondo.
«Lasciami il mio ruolo, amore!» gli disse rovesciandolo con una mossa improvvisa e rapida.
«Amore? Vuoi dire che… che mi ami davvero?» Paul vide che Albert era rimasto doppiamente sorpreso, sia dall’invertirsi – o meglio, tornare alla consuetudine – dei ruoli, sia dalle sue parole affettuose, in quanto abitualmente era burbero e schivo.
«Come non ho mai amato e mai amerò nessuno, Albert.» La sua voce si fece ferma e sicura, come il forte sentimento che provava per colui che era ben più del suo migliore amico.
Subito dopo aver proferito parola, Paul si mosse repentinamente verso l’inguine di Albert, avvicinandosi al centro del suo godimento con rapidi baci sulle cosce. Il membro del biondo era eretto e pulsante. Paul se lo portò alla bocca, iniziando a solleticarne delicatamente la punta con la lingua. Albert ansimava con un suono gutturale, spingendo il suo pene verso la gola del moro, che gli non negò le proprie attenzioni, portandolo all’apice con pochi movimenti dell’abile bocca.
Paul risalì fino a posare il proprio capo sul petto di Albert, probabilmente non ancora sazio, che gli baciò la fronte.
«Lo sai, tu per me sei…


«Paul? La cena è pronta, datti una mossa e chiama quel pelandrone di tuo fratello!» Un’aspra voce femminile distolse Paul dall’ennesima fantasia sul proprio migliore amico. Il moro diede un’occhiata sconsolata alla propria erezione nei comodi pantaloni di spugna. Una sola occhiata alla realtà e la sua eccitazione sarebbe svanita in un battibaleno.
Il sentimento che provava per il biondo durava ormai da qualche anno: con l’arrivo della pubertà si era reso conto che ciò che provava facendo la doccia con il proprio migliore amico dopo un allenamento di calcio non gli era capitato con nessuna ragazza. Ben presto Paul aveva cominciato ad allontanarsi da Albert, imbarazzato dai propri pensieri, che definiva sconci.
Aveva smesso di giocare a calcio, adducendone la scusa alla mole di compiti che gli aveva portato l’iscrizione al Liceo Scientifico.
Aveva smesso di parlare tutti i giorni con Albert, in quanto puntualmente faceva finta di perdere il pullman con il quale i due facevano ritorno alle proprie abitazioni.
Aveva smesso di rispondere ai suoi messaggi, in cui gli chiedeva di venire a casa sua per fare una partita a qualche gioco sparatutto dell’X-Box.
Paul e il suo amore per Albert erano troppo grandi per il mondo, un mondo che non avrebbe mai accettato un sentimento così potente. Nemmeno Albert stesso l’avrebbe sopportato. Ogni sguardo insistente, ogni carezza rubata.
«Hai un insetto… qui, tra i capelli…» e mille altre simili scuse.
Ma Paul e Albert vivevano insieme, da qualche parte. Lontano, oltre le porte dei sogni, nel paradiso dei sensi, nell’universo della fantasia. Era un mondo incantato, senza pregiudizi, in cui il biondo ricambiava il tenero amore del moro, dove si amavano con passione e dolcezza.
Paul aveva la chiave per quella terra sconosciuta, e ogni giorno vi faceva accesso, allontanandosi sempre di più dal mondo reale e avvicinandosi ogni momento di più al mondo delle idee.
Albert era idealizzato in un docile amante, avvezzo a coccole e gesti affettuosi, che passava istanti indimenticabili con il moro, in quell’universo l’amore della sua vita.
E Paul, Paul non faceva altro che rivolgere ad Albert le sue attenzioni, soddisfacendo i suoi desideri più reconditi e latenti.
*****
Due giorni prima
Paul stava uscendo da scuola, dopo una faticosa giornata culminata con una disastrosa interrogazione di Chimica: non aveva la minima voglia di incontrare anima viva, per cui teneva gli occhi bassi, fissi davanti a sé. Improvvisamente un ragazzo dal piacevole aspetto gli si parò davanti.
«Hey, chi si rivede! Ma sei ancora vivo?» esclamò Albert, dando una pacca sulla spalla all’amico, con grande entusiasmo.
Il moro trasalì, e si trovò costretto ad alzare lo sguardo, al suono di quella voce così melodiosa, che da mesi tormentava i suoi sogni e le sue fantasie più nascoste.
«C-ciao Al! Che ci fai qua?»
«Ero venuto a trovarti, a dire il vero- Albert era arrossito: Paul si stupì, in quanto raramente il biondo mostrava le proprie emozioni, come una criptica Sfinge dalla testa dorata. «Non ci vedevamo da un bel po’… lo sai, vero?»
Il suo tono si fece repentinamente duro e grave. –Da un giorno all’altro hai chiuso i ponti con me… perché?»
Ti amo. Come non ho mai amato e mai amerò nessuno, Albert.
«C’è per caso qualcosa che non va? Qualche problema con la scuola, magari?»
Ti amo. Come non ho mai amato e mai amerò nessuno, Albert.
«C’è forse qualcosa che vuoi dirmi?»
Ti amo. Come non ho mai amato e mai amerò nessuno, Albert.
«No, niente di che. Scusami, devo andare a casa. Ci sentiamo.»
Il moro gli diede una brusca spallata e si avviò verso la propria abitazione.

Edited by Calypso_ - 28/4/2011, 23:04
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 28/4/2011, 22:01




:omg: non dirmi che è finita così O.O nooo povero povero Paul, poverino perchè lo hai trattato così?
Davvero uan storia molto bella ed anche particolare del punto di vista della costruzione. Sappi che anche io sono innamorata di Albert **
Complimenti !!!

P.s. scusami se rompo ma potresti inserire lo schemino base e compilarlo? così le storie sono tutte più comprensibili ed ordinate ^^ Grazie
 
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Calypso_
view post Posted on 29/4/2011, 11:19




Grazie mille! Eh, era un periodo in cui non ero in vena di lieto fine ^^"
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 29/4/2011, 11:27




Oh bhè gran parte della bellezza di questa lemon è data dal finale così triste. La maggior parte delle lemon finiscon sempre con Happy Ending e ( non che mi dispiaccia) per a lungo andare risultano noiose ( parla quella che scrive solo lieti fini -.-')
 
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view post Posted on 29/4/2011, 22:05
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Seconda stella a destra, e poi dritto, fino al mattino! L'isola che non c'è!

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Awwwh *_*
Io l'ho già commentata, ma è sempre piacevolissimo rileggerla ç_ç
Dio come mi dispiace per il povero Paul ç_ç
Se ti chiedo di scrivere in sequel, non è che puoi farlo? *_*
Ne sarei flicissima *A*
(<- quella che fa i sequel perché nelle storie principali ammazza la gente X°D)

Secondo me hai utilizzato benissimo la citazione di Baricco *_*
Questa storia è dolciosissima, anche se lascia un amaro in bocca non indifferente T^T
Mamma come fanno male quei "ti amo" inespressi çAç Porco cacchio diglielo, no?!?
Insomma. Mal che vada peggio di così non può andare, Paul! Stai mandando a farsi benedire la vostra amicizia, senza averci nemmeno provato! Aaaargh! >_____<
 
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Calypso_
view post Posted on 1/5/2011, 11:31




CITAZIONE (Heirt @ 29/4/2011, 23:05) 
Awwwh *_*
Io l'ho già commentata, ma è sempre piacevolissimo rileggerla ç_ç
Dio come mi dispiace per il povero Paul ç_ç
Se ti chiedo di scrivere in sequel, non è che puoi farlo? *_*
Ne sarei flicissima *A*
(<- quella che fa i sequel perché nelle storie principali ammazza la gente X°D)

Secondo me hai utilizzato benissimo la citazione di Baricco *_*
Questa storia è dolciosissima, anche se lascia un amaro in bocca non indifferente T^T
Mamma come fanno male quei "ti amo" inespressi çAç Porco cacchio diglielo, no?!?
Insomma. Mal che vada peggio di così non può andare, Paul! Stai mandando a farsi benedire la vostra amicizia, senza averci nemmeno provato! Aaaargh! >_____<

Il sequel... appena ho tempo sarà fatto! XD

Grazie ancora :)

(ps: la tua storia è tra quelle da recensire su efp :pillow: )
 
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view post Posted on 1/5/2011, 13:04
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Awwwh <3
Non commentarla su Efp °-°
Quella è brutta v_v Cioè... manca di pezzetti che sto via via riadattando al resto della storia... mi hanno detto tutti che è un po' sciapa =P
La sto mettendo anche qui ;)

Yeeeeh!
Cuscinate! *A* :pillow:
 
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Aborted_666
view post Posted on 1/5/2011, 15:26




Yum, anche a me è piaciuta molto! Il finale, poi... *O* Adoro i finali tristi!
Inoltre scrivi molto bene, complimenti davvero! ^O^

PS: scusa il commento sconclusionato e rapido, ma sto malissimo xD.
 
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view post Posted on 2/5/2011, 13:44
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uh che bella u.u
Però non può finire così D:
DEVI fare un sequel, o altri capitoli, fai te x°D
 
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8 replies since 28/4/2011, 21:50   43 views
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