…Si va alle feste sulla spiaggia…
L’idea quella mattina era di incontrarsi con Moreno per tenergli compagnia durante il suo turno di guardia alla spiaggia libera. Venne trattenuto a letto però dalla febbre. Stare tutto il pomeriggio sotto il sole, in mezzo al mare non gli aveva fatto assolutamente bene. La sua famiglia se ne andò in spiaggia, grazie al cielo, e lui rimase disteso a letto a guardare il soffitto. Avrebbe tanto voluto chiamare Moreno per dirgli che quel giorno non si sarebbero visti ma si era dimenticato di chiedergli il numero di cellulare. Così stette a poltrire fino all’ora di pranzo sul letto, con il ventilatore puntato addosso, le cuffie alle orecchie e un gran caldo. Verso l’una tornò la sua famiglia e sua madre fece da mangiare gli spaghetti con pomodori e mozzarella che lui adorava. Mentre apparecchiava la tavola la donna gli disse che era venuto Moreno a cercarlo, visto che non si erano incontrati
-E tu cosa gli hai risposto?- gli chiese Ezio già preoccupato
-Che eri a casa con la febbre- gli rispose la donna mentre scolava la pasta –ha detto che ti sarebbe venuto a trovare più tardi, è un bel ragazzo… -
-Mamma!- brontolò Ezio –Non ricominciare!- i suoi genitori avevano preso piuttosto bene l’idea che loro figlio era gay. Suo padre faceva finta di niente, il che era un bene e per lo più anche sua madre restava passiva a questo lato della sua vita. Dopo un primo momento di più completo smarrimento, però, sua madre aveva anche iniziato a spettegolare con lui su tutti i ragazzi che incontravano, anche quelli che conoscevano di sfuggita al supermercato. Peccato scegliesse sempre dei quarantenni che piacevano a lei e non dei ragazzi dell’età del figlio. Sua madre se non fosse stata sposata probabilmente avrebbe avuto una vita sessuale molto libera, dato che aveva confidato al figlio, che comunque non ne era per niente interessato, che avrebbe tanto voluto partecipare ad un orgia prima di diventare troppo vecchia e debole per goderne. Ezio era arrossito fino alla punta dei capelli quella volta e ripensandoci arrossiva ancora. Dopo pranzo il ragazzo fu costretto a lavare i piatti e a riordinare casa mentre il resto della famiglia tornava in spiaggia a divertirsi. Sua madre però gli lasciò dei soldi per andarsi a prendere un gelato con Moreno, o dei preservativi. Ezio sbuffò e la cacciò fuori di casa tornando a distendersi a letto. Ma quanto doveva essere stupida quella donna? Lui non era certo tipo da andare a letto con il primo che capitava, non dopo così poco tempo che lo conosceva, forse… Ezio si mise a leggere ma dopo un mezz’ora stava già dormendo profondamente, e quando suonarono alla porta si svegliò di soprassalto. Imprecando andò ad aprire e gli venne quasi un colpo quando si ritrovò davanti a Moreno
-Ciao!- lo salutò l’altro con il suo sorriso abbagliante –stai un po’ meglio?- Ezio ci mise un po’ a capire, era troppo preso dal bel sorriso dell’altro
-Sto meglio- disse e si accorse che era vero, la febbre era praticamente sparita
-Mi fa piacere- gli rispose Moreno sempre sorridendo
-Vuoi entrare?- per un attimo l’altro ragazzo lo guardò molto intensamente. Ezio si ricordò di stare indossando solo un paio di pantaloncini corti, di avere i capelli completamente in disordine e che probabilmente aveva la faccia di uno che aveva dormito per tutto il giorno
-No, devo andare- gli rispose Moreno, anche se a fatica –mia madre sta facendo da mangiare e non sopporta che io arrivi in ritardo a cena- si ravvivò i capelli e sorrise di nuovo –te la senti di accompagnarmi questa sera ad una festa sulla spiaggia?-
-Si, con piacere-
-Fantastico! Ti vengo a prendere alle 10, ok?- Ezio annuì e Moreno lo baciò di sfuggita sulle labbra –ci vediamo dopo allora- disse Moreno, poi scese le scale lasciando solo Ezio che si toccò le labbra con un dito, sorpreso. Dopo un po’ sorrise entusiasta e ritornò in casa a prepararsi.
Alle 10 e 2 minuti Moreno suonò il campanello dell’appartamento di Ezio. Lui e sua madre fecero a gara per andare ad aprire e il ragazzo vinse
-Ci vediamo dopo!- salutò lui richiudendo di botto la porta alle sue spalle. Mai far conoscere a sua madre un ragazzo che stava frequentando, con le sue domande inopportune e assillanti l’avrebbe fatto scappare via in meno di 10 minuti. Moreno lo guardò perplesso –Ti spiego dopo- gli disse Ezio.
La festa si teneva in un fazzoletto di spiaggia libera, non quella dove lavorava Moreno ma una molto più lontana e piccola. C’erano tre grossi fuochi accesi, attorno ai quali si erano radunate una cinquantina di persone ad occhio e croce che abbrustolivano hot dog e marshmallow, mentre un paio di ragazzi strimpellavano le chitarre e tanta birra girava. Moreno salutò uno dei ragazzi e si fece dare le prime birre della serata, Ezio accettò l’alcool con un sorriso
-Mi vuoi fare ubriacare?- gli chiese Ezio ridendo
-No, sono convinto di poterti sedurre anche senza questi trucchi- gli rispose Moreno bevendo un sorso di birra e mettendogli un braccio attorno ai fianchi, fermando la mano fra la camicia e le braghe. Aveva le mani grandi e calde che si insinuavano con destrezza sotto i vestiti e lo accarezzavano dolcemente. Fecero un giro fra i vari falò e di tanto in tanto Moreno presentava ad Ezio qualche suo amico. Quando arrivò un particolare gruppo di ragazzi la festa iniziò seriamente a scaldarsi. Erano una band alternativa che passava dalle canzoni sdolcinate all’heavy metal senza cognizione di causa, erano strani da matti ma bravi. La serata passò piacevolmente fra un po’ di chiacchiere, buona musica e parecchie bottiglie di birra. Verso le 3 del mattino, quando un po’ di persone erano già troppo ubriache per riuscire a tenere gli occhi aperti e altre si erano già andate a rintanare a casa o in altri posti, a Ezio venne una fame incredibile e miracolosamente riuscì a trovare qualche hot dog superstite da mangiare
-Sei arrapante- gli sussurrò Moreno sedendosi molto vicino e fissandolo mangiare. Ezio leccò l’hot dog maliziosamente e cercò di non dare troppo a vedere che si era scottato la lingua
-Ne vuoi?- chiese mentre staccava un pezzo del wustel e lo teneva fra i denti, Moreno annuì e prese dalle sue labbra il pezzetto di carne, baciando e leccandolo
-Ancora- sussurrò Moreno mentre Ezio staccava un altro pezzetto di carne che si divisero fra un bacio e l’altro. Mangiarono finché non rimase nulla e allora continuarono a mangiarsi fra di loro
-Forse dovremmo… - tentò di dire Ezio con il fiatone. Nessuno li stava guardando ma erano comunque davanti ad uno dei falò, in piena vista
-Ho sete, vieni!- gli ordinò Moreno aiutandolo ad alzarsi. Si allontanarono dai falò, fino a nascondersi alla vista di tutti gli altri, ma non prima di aver trovato un’altra bottiglia di birra –ne vuoi un po’?- gli chiese Moreno bevendo. Ezio annuì e l’altro gli rovesciò la birra in testa
-Ma che ca… !- imprecò ma la rabbia sparì di colpo quando Moreno iniziò a leccarlo su tutto il viso per poi scendere sul collo, fino all’orlo della maglietta
-Sei tutto bagnato- gli sussurrò roco all’orecchio mentre gli toglieva la t-shirt per poi scendere a leccargli il petto e il ventre. Ezio si tratteneva a stento dal gemere, la lingua del suo compagno era così veloce, decisa ed eccitante che non riusciva a fere a meno di pensarla sempre più in basso, impegnata a leccare con la stessa dedizione ben altra parte del corpo. Gli tolse la maglietta ma quando cercò di arrivare ai pantaloni Moreno, con un gesto deciso, trascinò entrambi per terra. Bevve un altro goccio di birra e ridendo chiese di nuovo a Ezio se aveva sete. Alla risposta affermativa, scese a baciagli lo stomaco, sempre più in basso fino a sfiorare con le labbra il rigonfiamento nei pantaloni del ragazzo e che slacciò con lentezza calcolata. Ezio alzò leggermente i fianchi per aiutarlo a sfilargli le braghe. Per un attimo ripensò a quello che aveva detto a sua madre appena qualche ora prima, che lui non andava a letto con il primo che capitava, non la prima volta che uscivano insieme, ma tutti i suoi pensieri scomparvero quando Moreno gli rovesciò la birra sul ventre, sempre più in basso, per poi iniziare a leccarla via. Ezio lo guardò mentre scendeva sempre di più, fino a circondare con le labbra le sua erezione, succhiandola e leccandola. Era splendido, eccitante. Al diavolo i preliminari!
-Moreno- rantolò, l’altro alzò appena lo sguardo su di lui –scopami- gli ordinò. Moreno si mise sopra di lui e lo baciò dolcemente
-Mi dispiace ma non adesso- gli disse lasciandolo interdetto –stenditi e lasciami fare- anche se confuso, il ragazzo si stese sulla sabbia fissando Moreno che scendeva di nuovo a baciargli il petto mentre gli allargava le gambe, alzandogli leggermente il bacino. Ezio lo fissò perplesso mentre l’altro continuava a schivare il suo sguardo, concentrandosi sul suo corpo che si dimenava leggermente mentre lo penetrava con le dita per allargarlo –ti piace?- gli chiese Moreno e il gemito strozzato che uscì dalle labbra del suo compagno fu una risposta più che esauriente –c’è un'altra cosa che ti voglio far provare- gli disse ma prima che Ezio potesse fare qualsiasi domanda Moreno aveva già tolto le dita per sostituirle con qualcosa di più duro, molto più duro, troppo duro, sottile e liscio
-Che cazzo fai?- sbraitò sorpreso Ezio quando sentì il collo della bottiglia entrare dentro di lui, gemette per colpa della strana intrusione e cercò di toglierla
-Stai buono sarà divertente- gli sorrise Moreno mentre continuava ad inserire la bottiglia e a muoverla. Ezio gemette ma lo lasciò fare, era strana la sensazione del vetro contro la sua carne che lo penetrava, era una sensazione nuova ma anche bella. Moreno mosse la bottiglia in una maniera strana e Ezio per poco non urlò, per la sorpresa, un po’ per il dolore ma soprattutto per l’incedibile e piacevole sensazione. Strinse forte i pugni nella sabbia mentre Moreno lo baciava su tutto il corpo, muovendo la bottiglia sempre più a fondo dentro di lui
-Ti piace vero?- gli chiese Moreno accarezzando la sua erezione e muovendo in circolo la bottiglia. Ezio si morse il labbro lasciandosi scappare un gemito prolungato e basso. Certo che gli piaceva, era assurdo ma gli piaceva –Vuoi venire così?- gli chiese Moreno continuando ad accarezzarlo –oppure vuoi me?-
-Che domanda idiota- gli rispose Ezio con il fiatone –voglio te- Moreno sorrise e lanciò via la bottiglia per sostituirla con il suo membro, caldo, bagnato ma soprattutto grosso, molto grosso
-Ti piace?- gli chiese per l’ennesima volta Moreno mentre si muoveva ad una lentezza esasperante dentro Ezio che perse la pazienza
-Se ti decidi a muoverti!- gli urlò esasperato sorprendendolo
-Non ti fa male?- gli chiese Moreno bloccandosi del tutto e facendo gemere di impazienza il suo compagno che, esasperato, ribaltò le posizioni iniziandosi a muovere velocemente per cercare di trovare sollievo da quella voglia incredibile che gli aveva messo addosso. Moreno lo guardò incantato muoversi e prese ad accarezzarlo dolcemente –Sei splendido- gli disse, con uno sguardo traboccante d’amore del quale Ezio si stupì. Non gli era mai capitato di essere guardato in quella maniera, da nessuno, e per un attimo quello sguardo lo lasciò confuso. Moreno lo attirò a sé e lo baciò, facendo appena sfiorare le loro labbra, approfondendo il bacio lentamente. Ezio era sempre più allucinato da quella dolcezza che però scomparve quando Moreno ribaltò di nuovo le posizioni e iniziò a montarlo rudemente, facendolo gemere e dibattere per il puro piacere che provava. Fino a che entrambi non vennero. Moreno guardò il suo compagno per un attimo prima di chiedergli se gli era piaciuto. Ezio sbuffò esasperato
-Si, idiota!- gli rispose e Moreno lo baciò felice.
Dopo un tuffo in mare per togliersi la sabbia di dosso si avviarono a casa
-Senti, ma tu… - cercò di dire Ezio ma si bloccò, non sapeva come chiedergli quello che l’aveva assillato in quelle ore, quella strana sensazione di aver già conosciuto Moreno da qualche altra parte
-Cosa?- lo incitò Moreno, accarezzandogli il fianco
-Non fa nulla- liquidò la questione Ezio, sospirando. Tornarono a casa passeggiando sul bagnasciuga e fermandosi di tanto in tanto a scambiarsi un paio di baci. Arrivati a casa Moreno lo mise in un angolo e restarono a baciarsi quello che sembrò loro un tempo infinitamente corto
-Buona notte- lo salutò Ezio mentre cercava la maniglia della porta
-‘Notte anche a te- gli rispose Moreno con uno dei suoi sorrisi splendidi –ci vediamo domani alla spiaggia libera ok?-
-Si- gli rispose e dopo un ultimo bacio si separarono. Ezio entrò in casa e si buttò a letto con un sorriso idiota sulle labbra.