Grazie a te..., romantico, rat rosso

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view post Posted on 18/5/2011, 23:53
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Nick autore: kymyit
Titolo storia: Grazie a te...
Titolo capitolo: Grazie a te...
Genere: erotico, romantico
Avvertimenti: yaoi
Breve introduzione: Thomas Reed e Cuthbert Bailey sono due carcerati. Uno è un ex-poliziotto corrotto con un caso scottante fra le mani, l'altro un prostituto ribellatosi al suo protettore. E la missione di Thomas è Cut. Certo non aveva previsto di andare oltre quello.
Eventuali note: l'investigatore di cui parlo è Iyv (vedi le altre fic), Asmodeo dovrebbe essere il diavolo associato alla lussuria e... boh, non mi viene altro. Baci!


Grazie a te…

-Ma che bella signorina… che ci fai qui tutta sola, dolcezza?-
E tutti giù a ridere, che idioti.
Ma per quanto si trovasse davanti ad un branco di scimmie cerebrolese, Cuthbert Bailey non poté fare a meno di preoccuparsi. In fondo, più un organismo è primitivo, più è imprevedibile.
Fortunatamente, la sagoma scura di Thomas si erse ben presto alle sue spalle, scoraggiando i più dall’alzare un dito od osare un commento contro di lui.
Se ne andarono, lasciandolo in pace.
-Bastardo.- commentò l’omone afro americano, guardando in direzione della guardia in un angolo del piazzale –Devono averlo ben rimunerato per non vedere nulla.-
Cut sospirò.
Non era una novità.
Thomas cinse le spalle del detenuto più piccolo col suo enorme braccio e lo scortò dentro l’edificio carcerario, fino alla loro cella.
Tanto l’ora d’aria era bella e conclusa.
-Grazie che mi hai salvato ancora, mio eroe.- gli disse Cut ridacchiando.
Thomas non si lasciò andare subito a quel giochetto, ma prese ad osservare la stanza per accertarsi che fosse tutto in ordine.
Cut allora tacque e, nel vedere il compagno intento a controllare ogni centimetro della stanza per la terza volta quel giorno, nello scorgere le occhiaie sul suo viso per il poco sonno che si concedeva, si morse le labbra, colto da un’improvvisa voglia di piangere.
-Mi dispiace…- sussurrò.
Thomas allora si voltò verso di lui e lo fissò dritto nei suoi occhi nocciola. Scosse la testa.
-Non preoccuparti…- disse semplicemente dandogli delle pacche gentili sul capo e avrebbe detto di più, sennonché si accorse di qualcosa fuori posto sotto il materasso dell’altro.
Cut, che dormiva nel lettuccio superiore, si avvicinò al letto castello e diede un'occhiata anche lui.
-Aghi?-chiese inarcando il sopraciglio.
Thomas ne estrasse uno dal materasso. Era piuttosto lungo e ben appuntito.
-Sono diventati più subdoli.- commentò.
Il ragazzo socchiuse gli occhi.
-Thomas, io... -
L'uomo posò una mano sulla spalla -Se sono dentro è colpa mia. Se sarò fuori, sarà merito tuo. Perciò non darti troppa pena.-
Cut arrossì un poco e annuì, senza però scacciare completamente quel dannato senso di colpa dalla sua mente.

Era giovanissimo! Troppo giovane perché Thomas riuscisse ad accettare il suo “appartenere” alla strada. Diciannove anni e degli assurdi capelli tinti di rosa, con un taglio corto improponibile. E il suo viso era quello di un ragazzino, con ancora le lentiggini chiare a costellargli gli zigomi.
Quello era Cuthbert Bailey.
-Se ti fossi sdraiato, gli aghi ti avrebbero ucciso e non saresti riuscito neppure a chiedere aiuto.- disse l’uomo.
-Come nei film con gli assassini cinesi… insomma, un’agopuntura non richiesta.- commentò il ragazzo e prese a guardarsi preoccupato intorno -Hai visto i miei piccoli? –
Thomas estrasse delicatamente e con estrema attenzione altri due o tre aghi dal materasso.
-Li ha presi Theodor, tranquillo.- rispose.
Cut annuì.
Theodor Snaper era un collega di Thomas quando questi era ancora un poliziotto.
Poi Thomas si lasciò corrompere e Theodor fu l'unico a non biasimarlo.
Infatti, nessuno considerava che quell’uomo avesse anche sacrificato non solo la sua carriera e la sua libertà per proteggere sua moglie Delia dai sicari di Asmodeo.


Asmodeo era un importante personaggio all'interno dell'organizzazione mafiosa che tendeva la sua rete in tutti gli Stati Uniti, dalla costa occidentale a quella orientale. Ciò di cui si occupava quel riprovevole individuo, erano i traffici di esseri umani e la prostituzione di giovani donne e uomini. E anche bambini.
Cuthbert era la sua puttana personale.
Era stato cresciuto in quell'ambiente, ma, di fatto, non aveva mai considerato quell'uomo suo padre. E non gli importava se questi l'aveva tolto dall'orfanotrofio in cui aveva trascorso i primi quindici anni di vita. Egli aveva infranto e sporcato la sua adolescenza e l'aveva fatto diventare un uomo che non desiderava essere. Non poteva lamentarsi, perché lui voleva vivere e confidava un giorno di poter spiccare il volo come un uccello, libero dalle catene che lo costringevano in quel letto ogni notte, ogni momento della giornata, ogni qual volta quell'uomo desiderava toccare il suo corpo.
Poi accadde che lui si stancò di essere usato come valvola di sfogo per soddisfare gli sporchi desideri sessuali di Asmodeo.
Quello non gli dava neppure un briciolo di amore e, se osava lamentarsi, si dilettava a ideare frustranti punizioni per lui. L'ultima volta fu così umiliante, così dolorosa, che Cut non esitò un attimo a correre per strada, scalzo e seminudo e a dirigersi verso la stazione di polizia.
Non fu quella la prima meta a dire il vero.
Camminò per ore sull’asfalto ghiacciato e ogni passo era un frammento della sua vita che gli rammentava di essere stato infranto.
Ogni passo c’era la certezza del vuoto.
Alla fine aveva deciso di chiedere aiuto, pur sapendo cosa comportava.
La paura e la rabbia avevano scalfito il senso di prudenza che l’aveva sempre caratterizzato e gli imponeva di andarci cauto con le reazioni.
Perché Asmodeo non perdonava.
Infatti, gli aveva sguinzagliato dietro il fior fiore dei sicari.
Fu deciso di nascondere il ragazzo in carcere, sotto la protezione del migliore agente disponibile: Thomas Reed. Quel caso gli fu offerto su un piatto d’argento per riscattarsi.
Lui aveva cercato a lungo di incastrare Asmodeo, ma non era riuscito nel suo intento, anzi. Aveva chiuso un occhio per salvare Delia. Era stato etichettato come corrotto e sarebbe stato rovinato per sempre se un ragazzino di diciannove anni non si fosse ribellato e un investigatore da strapazzo di fama internazionale non avesse intercesso per lui.
I piccoli a cui il ragazzo si riferiva pocanzi, erano i suoi topolini. Erano così piccoli e dolci con quei loro occhietti neri come la pece e il loro pelo morbido, che anche Thomas non poteva fare a meno di adorarli. Perciò, non si sa mai qualche detenuto avesse desiderato giocare a Cut un qualche scherzo crudele ai loro danni, l’uomo aveva chiesto a Theodor di custodirli.



Quando l'uomo terminò l'ispezione della cella, entrambi tirarono un profondo sospiro di sollievo.
E venne il momento che aspettavano quasi con ansia. Infatti, con gli altri detenuti dentro le loro celle e la porta della loro chiusa, con la trappola ormai disattivata, coi piccoli al sicuro, potevano stare insieme anche quel giorno.
Ma non bisognava pensare che Thomas se ne approfittasse. No!
Fu Cut a sedurlo un mese dopo l'inizio della loro “ convivenza”.
Ormai era trascorso all’incirca un anno e l’uomo aveva perso il timore di poter in qualche modo fare male al ragazzo. Aveva anche smesso di darsi pena per Delia. Lei era un capitolo chiuso della sua vita.
Aveva sacrificato tutto per il suo bene, ma era stato frainteso.
Le sole cose che lo consolavano erano che Delia aveva cambiato stato e che non aveva avuto figli da lui. E con Cut fra le braccia, sentiva come di avere davanti a sé un nuovo tipo di libertà. Più complessa della precedente, ma non per questo meno preziosa o per cui non valesse la pena di lottare tanto.
Gli cinse i fianchi con le mani forti e lo sollevò, portandolo in braccio fino al letto. Cuthbert cinse le sue gambe attorno al corpo robusto dall'altro. Le sue braccia sottili si strinsero intorno al collo tarchiato di Thomas e le sue labbra si aprirono per lasciar passare la sua lingua.
Baciava divinamente, Thomas.
Con foga certo, ma una foga gentile, non disordinata. Sapeva benissimo dove andare a parare con quel bacio.

La branda cigolava rumorosamente al ritmo dei loro corpi accaldati. Thomas traffico col laccio dei pantaloni dell'altro, senza riuscire a lasciar andare la sua bocca. Con difficoltà sciolse il nodo e infilò la mano oltre gli slip, sussultando con Cut al contatto con il membro caldo e in via d’erezione del ragazzo.
Non volle fermarsi subito lì, in quel piccolo gioiello, però.
Risalì l'inguine e fece scorrere le dita sui peli castani del pube, leggere e stimolanti come brezza su prato.
Cut protestò, stringendo un poco le gambe.
Voleva attenzione al membro.
Voleva essere toccato, stretto dalle mani enormi di Thomas. Agitato. Portato all’orgasmo velocemente. Con furia quasi animale.
Ovviamente la furia animale di Thomas era tutta particolare. Perché lui non voleva fargli male. Non era come Asmodeo o la maggior parte dei suoi clienti.
Thomas non lo picchiava.
Non lo legava contro il suo volere. Non lo costringeva a fare nulla che non volesse anche lui. Non gli spegneva sulla pelle chiara i mozziconi di sigarette e non marchiava il suo corpo con denigranti cicatrici.
Non lo usava come mero strumento per soddisfarsi e compensare la mancanza di Delia.
Thomas era sempre gentile con Cut.
Così gentile però da far quasi male.
Perché il più giovane, con i suoi casini e i suoi tormenti, con i sicari che non gli davano tregua, giorno dopo giorno, con i nemici sia fra i cattivi, che fra la giustizia, cosa poteva dare all’altro?
Solo amore e tante incertezze.
Incertezze che l'amore riusciva a far momentaneamente svanire, mentre con le dita tozze l'uomo lo accarezzava nella sua intimità e, piano piano, entrava dentro di lui con esse.
Il ragazzo aprì di più le gambe, mettendosi però in una posizione più comoda per entrambi. Due delle dita di Thomas si muovevano serpentine esplorando la sua intimità, spingendosi sempre più in fondo, cercando sempre più spazio, allargando quella piccola cavità carnosa che non era poi così stretta. Scosse sempre più intense di piacere vennero trasmesse al cervello, quasi fastidiosamente.
Il sudore imperlò la fronte di Cut, ma anche per il compagno era difficile mantenere la calma e la concentrazione osservando il volto arrossato del ragazzo e i suoi capezzoli turgidi. Il suo membro che diveniva duro e s’innalzava pian piano. E le pareti del suo orifizio che si chiudevano sulle sue falangi inghiottendole, risucchiandole, come a voler divorare tutto il suo essere.
È dire che quello era solo l'inizio.
Avrebbe voluto togliere la mano ed entrarvi dentro, ma sapeva attendere, Thomas.
E sapeva anche che quel tipo di "torture” risultavano più gradite se “inferte” con amore.

Cut spinse il bacino contro le dita che si ritraevano piano, bloccandole poi con i muscoli del suo orifizio.
Si mise piano a sedere e tenne ferma la mano di Thomas fra le natiche, posando il capo sul suo torace caldo e sudato.
-Continua…- ansimò, contraendo i muscoli per non far scemare il piacere.
Thomas lo baciò ancora sulla bocca, cingendogli i fianchi col braccio della mano libera, mentre quella destra riprese a muoversi. I loro bacini erano a stretto contatto e Cut costatò con piacere che entrambi i loro sessi erano eretti e si sfioravano come i loro visi. Ed era piacevole. Trasmetteva altre dannate scosse ai loro già provati corpi. Cut baciò Thomas sulla bocca, mordendogli appena il labbro carnoso.
-Ti prego… non resisto più…- disse sospirando con la voce ormai roca. Rilassò i muscoli per fare uscire da se le dita dell’altro e aprì le gambe quanto bastava per issarsi sul corpo del compagno e farlo entrare dentro di sé con facilità.
L'uomo gli strinse i glutei morbidi fra le mani, creando un bizzarro contrasto di chiaroscuro fra le loro pelli. Tanto strano quanto bello. Una foto di quel particolare avrebbe certo meritato un premio.
In membro turgido del detenuto più grande appoggio sull'orifizio dell'altro e strinse per entrare. Cut gemette e si strinse al collo di Thomas, dicendogli, tra un gemito all'altro -Deciditi a farti crescere i capelli, o finirò per strozzarti... ah!- L’affondo quasi improvviso gli fece stringere ancor di più la presa. Thomas gli baciò la base del collo mezzo, fra le clavicole, sorridendo. Poi, sempre reggendo l'altro per le natiche, lo sollevò e calò sul suo sesso ritmicamente, mentre il membro del più giovane grattava sui suoi addominali lucidi e contratti. Dalla bocca di Cuthbert fuoriuscivano gemiti sempre più acuti.
Sempre più sofferti e avidi.
Era bellissimo, dannazione.
Ma anche così veloce che presto sarebbe finito tutto.
Le scosse d'estasi s’inerpicavano lungo la sua schiena. Giunsero al cervello annebbiandolo, rendendolo inconsapevole dei versi, dei sospiri, del suo stringersi e premersi contro Thomas.
E anche questi perse la lucidità che l'aveva guidato per tutto il rapporto.
Come un peso morto si lasciò andare in avanti, schiacciando il ragazzo fra sé e il ruvido materasso e le lenzuola intrise di sudore. Gli strinse le cosce fra le mani e tenne le sue gambe sollevate mentre entrava dentro di lui sempre più in profondità, usciva di nuovo e rientrava ancora più a fondo. Ormai entrambi muovevano i loro corpi in sincrono, senza ben rendersi conto di cosa facevano, inebriati da quelle scosse al basso ventre che tutto davano più che soddisfazione.
Infine, con un gemito acuto liberatorio, stringendo le lenzuola sopra la sua testa, inarcando la schiena in un ultimo agognato affondo sul sesso dell'altro, Cut venne zampillando il suo biancastro seme sulla pelle d’ebano di Thomas. E quegli tenne il suo bacino premuto contro il corpo del ragazzo per tutta la breve durata dell'orgasmo. Poi riprese a muoversi in lui, sempre più veloce, mentre le scosse di piacere si facevano sempre più fitte, sempre più devastanti, finché non infransero il punto critico e Thomas venne dentro il corpo di Cut.
Come una marea impetuosa, il suo seme irrorò le calde carni e il membro avanzò ancora, per aggrapparsi a quel piacere che pian piano scemava.
Caddero entrambi sul materasso, esausti e ansimanti.
Cut a pancia in su, col peso di Thomas sul corpo gracile. L’uomo si spostò un poco, disponendosi di fianco accanto a lui e lo abbracciò con calore.
Cut fu lì lì per chiedergli –Che c’è, vuoi in secondo round?-ma il bacio sulla guancia, con tanto di pizzetto pungente incluso, lo interruppe prima di poter pronunciare la frase.
-Grazie... -disse invece Thomas.
Cut sospirò.
-E di che?-
-Di tante cose, Cuthbert. Ma per farla breve: grazie di esistere.-

Edited by kymyit - 19/5/2011, 01:34
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 19/5/2011, 09:24




*-* ma che bella.
Ho trovato molto originale tutta l'ambientazioen perchè non mi era mai capitato di leggere una storia così.
Sono due anime tristi e dannate che si sono incontrate... si stanno salvando a vicenda proteggendosi l'un l'altro dagli uncubi e dalle tragedie reciproche.
Poi il finale fluffoso è un tocco di classe *-* splendida complimenti
 
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view post Posted on 19/5/2011, 10:59
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Ma grazieeee ^_^
Sono troppo dolci per essere carcerati XDD
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 19/5/2011, 11:42




Infatti :D
 
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minvial
view post Posted on 24/5/2011, 15:06




che bella storia!è vero sono un pò dolci per essere dei carcerati però mi è piaciuta molto!!!XD che teneri!!
 
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view post Posted on 24/5/2011, 16:52
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Grazie XDDD Thomas nell'ottica del carcerato ci entra solo quando deve menare le mani per proteggere il suo fanciullo, credo.
 
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Lady Aika
view post Posted on 29/5/2011, 10:37




Duuuunque ^^
Come altri ti hanno già detto sono dolcerrimi per essere carcerati. Ma è anche vero che a noi non ce ne frega nulla u.ù (basta che sia slash :P)
No, beh mi è piaciuta come storia, anche se magari la storia di Cuthbert avresti potuto approfondirla di più (= scriverci una long \o/) così come forse approfondire i passaggi che l'hanno portato a fidarsi di Thomas. Un ragazzino così sfruttato dubito che si faccia toccare subito da qualcuno con estrema facilità ^^
Però nel complesso è una shot carina <3
 
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view post Posted on 29/5/2011, 14:49
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Grazie ^__^
Magari scriverci una long Q_Q sono troppo incasinata con le altre mille mila long, ma prima o poi provvedo. In effetti Cut che per primo salta addosso a Thomas è un po' poco credibile. Grazie mille per i vostri consigli ^_^
 
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7 replies since 18/5/2011, 23:53   58 views
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