Soulmates

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Lady Aika
view post Posted on 29/5/2011, 18:59




Nick autore: Lady Aika
Titolo storia: Soulmates
Genere: Malinconico, Introspettivo
Avvertimenti: Lemon. Angst *rolls*
Breve introduzione: Parigi, una notte buia e nella quale anche la luna sembra essersi presa una serata libera. Incontrarsi, ritrovarsi e separarsi di nuovo per scoprire che, nonostante tutto, le anime gemelle non muoiono mai.
Eventuali note: E beh, diciamo che lo stile non è granché. Risale ad un anno e mezzo fa, quando ancora non avevo rivoluzionato il mio modo di scrivere. Spero che non vi faccia rimettere il pranzo di Natale. Le parole finali sono riprese dalla canzone Sleeping with the Ghost dei Placebo ^^

SOULMATES



Soulmates.
Si allenta il nodo della cravatta con la mano destra, mentre con la sinistra chiude la porta della stanza d'albergo, tirando un sospiro di sollievo. L'ultima giornata di quella noiosissima settimana di conferenze mediche è finalmente terminata e domani potrà finalmente far ritorno a casa.
È strano come, nonostante l'albergo sia di lusso e possa garantirgli ogni comfort, lui non riesca a sentirsi pienamente a suo agio.
Eppure è abituato a viaggiare e a spostarsi di continuo.
A non mettere radici nemmeno in casa sua per non essere costretto a sentire la mancanza di un nido dove far ritorno quando si è stancato di perdersi nei suoi mille viaggi fisici e mentali.
Apre il mobiletto bar di fronte al letto e ne estrae una bottiglia di scotch, ne versa il contenuto in un bicchierino di vetro sfaccettato, dirigendosi verso la finestra e scostando la tenda. Fuori Parigi è uno scintillio di luce, in lontananza il profilo della Tour Eiffel si staglia netto quasi a dominare sul resto della città. Il cielo è nero, non ci sono stelle ad illuminarlo e persino la luna sembra essersi presa una serata di libertà.
Stasera, a differenza delle altre sere, Adam sente il bisogno di rimanere solo, di fissare nella memoria i dettagli più insignificanti di quella stanza come se un giorno possano tornargli utili.
Vorrebbe che fosse già mattina, salire sull’aereo che lo riporterà a casa, al sicuro nella sua noiosa routine, dove non c’è spazio per alcun pensiero che esuli dal lavoro e dalle preoccupazioni quotidiane.
Finito di bere decide di scendere nella hall almeno per qualche minuto, giusto il tempo di salutare i colleghi più stretti e poi tornare a dormire. Il corridoio dell’hotel è molto illuminato e arredato con lusso, tuttavia c'è qualcosa che stona, anche se non sa spiegarsi cosa. Si avvicina all’ascensore e preme il tasto per prenotarlo.
Improvvisamente gli manca il respiro, una carezza roca gli percorre il collo e lo fa voltare quasi di scatto.
- Fra tutti i posti in cui potevamo incontrarci, il destino ha scelto di riservarci la città più romantica del mondo... buffa coincidenza, non trovi?
- Tu... che ci fai qui?
- La stessa cosa che ci fai tu, dottor Anderson... sono in vacanza. Del resto cosa vuoi che ci faccia a Parigi cinque giorni prima di Natale?
- Io non sono in vacanza... congresso medico.- borbotta Adam- Domani torno a casa.
- Io e Jeff siamo arrivati stasera!- ribatte Ian.
Adam si costringe a scrutare gli occhi neri del giovane e reprime un’imprecazione al nome di Jeff, che odia istintivamente nonostante non sappia nemmeno chi sia.
- Stiamo insieme da tre anni!- gli spiega Ian, una spiegazione non voluta, che fa male, graffia l’anima e costringe Adam a reprimere dolorosa l’unica domanda che gli balena in mente.
Perché per lui hai lottato e per me no?
Perché hai deciso di morire senza combattere?
Perché hai lasciato che ci costringessero a non vederci più e adesso ami un altro uomo?
Perché, perché, perché...
Perché all’epoca erano entrambi studenti, perché non avrebbero mai potuto voltare le spalle alle rispettive famiglie ed era facile barattare delle ore d’amore con la bugia che tanto prima o poi sarebbe finito tutto e che sfidare il mondo sarebbe risultato inutile.
Non ti amo più, non possiamo amarci più, non voglio più stare con te, Adam. Mi sono innamorato di una ragazza. Voglio tornare normale e riprendermi la mia vita.
- Capisco. – commenta seccamente.
Le lenzuola di Adam in questi anni hanno avuto di notte in notte un profumo sempre diverso ad impregnarle, le pareti della camera da letto hanno sentito mescolarsi le grida di piacere mai uguali fra loro. Invece per Ian sembra essere stato facile dimenticare tutto e seppellire i sogni in una scatola di latta nascosta in giardino.
- Dov'è adesso il tuo... uomo?- chiede sprezzante.
- Di sotto... Ha una riunione d'affari o qualcosa del genere.- la smorfia di disgusto di Ian non sfugge ad Adam, che immediatamente è portato a chiedersi se non sia stato per i soldi che il suo amante di un tempo non abbia deciso di unirsi a questo fantomatico Jeff.
- Oh certo... affari... immagino che non ve la passiate male tu e il tuo Jeff... giusto? Del resto che avrebbe mai potuto offrirti uno studente squattrinato? Valeva davvero la pena mandare tutto a puttane per uno come me? Per Jeff credo proprio di sì, giusto?
Ian lo blocca contro il muro e lo bacia sulle labbra, trascinandolo poi verso la porta della stanza dove alloggia Adam.
- Qui potremmo discutere con più calma, non trovi...?- gli spiega ammiccante, cercando la chiave nella giacca dell'uomo.
Adam, incredulo, lascia che Ian lo conduca all'interno della camera e che chiuda la porta. Le sue dita gli sciolgono il nodo della cravatta che poco prima lui aveva solo allentato, mentre le sue labbra si posano sul collo.
- Perché per lui sì e per me no? Te ne sei andato di casa, giusto?- lo interrompe Adam, trafficando con i bottoni della camicia di Ian e accarezzandogli i riccioli scuri.
- Chiunque. Chiunque pur di andarmene da quell’inferno, capisci? Non ho lottato per stare con lui, sono semplicemente scappato, come un vigliacco.- spiega Ian, il volto distorto in una smorfia di piacere quando Adam gli accarezza l’inguine.
- Vi amate?- chiede ancora Adam, strappandogli un bacio.
Un bacio che sa di dolore e poi subito un altro che sa di rabbia.
E di gelosia.
E di inquietudine.
E di lontananza.
- Lui ama il mio culo e io amo il suo cazzo. Punto. Come vedi, ci troviamo d’accordo. Tutto il resto può andare tranquillamente a puttane.
- E a te va bene così?
I vestiti sono ormai sparsi per la stanza, loro ansimanti sul letto nemmeno disfatto, i denti di Adam a mordere delicatamente la pelle di Ian, a soffermarsi sulle sue clavicole, a scendere sul petto e sugli addominali scolpiti. A respirare il suo profumo, uguale a quello di tanti anni prima.
- Ci si adatta, dottor Anderson.
Ian ribalta le posizioni e, dopo aver liberato Adam dai boxer, gli sfiora il sesso con le dita, stringendolo poi delicatamente fra le mani. L’altro chiude gli occhi e affonda le dita fra i capelli di Ian, mormorando il suo nome. Il tocco della lingua dell’uomo gli fa desiderare prepotentemente di raggiungere subito l’orgasmo, ogni attimo di piacere è solo un attimo che lo separa da qualcosa di più intenso che vuole scoprire subito. Una fitta un po’ più forte e poi esplode tutto in una sensazione di calore che gli pervade l’inguine.
- Ian...
Sentire il suo nome confondersi fra gli spasmi di piacere, fa desiderare ad Ian che il tempo si fermi, che tutte le luci scintillanti restino a vegliarli da dietro quella finestra, che nulla possa finire.
Cattura nuovamente le labbra di Adam e lascia che l’uomo le morda, mentre gli accarezza i fianchi e le natiche, soffermandosi poi sulla sua erezione. Improvvisamente si ritrova prono sul letto, con la testa poggiata sul cuscino, mentre Adam lo penetra delicatamente con le dita e con l’altra mano gli percorre la linea della colonna vertebrale, strappandogli gemiti di piacere.
- Hai le mani gelide, dottore!- ridacchia, girando il volto verso di lui.
- Non preoccuparti, so come riscaldarti in un altro modo, Ian...
La prima spinta arriva quasi inaspettata, irruente e gli strappa un grido di dolore, ma non appena Ian comincia ad abituarsi alla presenza del corpo di Adam dentro il suo – del resto non è un estraneo – inizia lentamente a provare piacere a quelle spinte ritmate che si susseguono ad intervalli regolari. Adam gli bacia il collo e poi la schiena, mentre con le mani lo accarezza e gli sussurra che non gli farà male.

Stai bene fra le mie braccia, Ian?
Le tue braccia sono il mio paradiso. Giurami che non te ne andrai.
Non me ne vado. A meno che non me lo chieda tu.
Non potrei mai essere così pazzo, Adam.


Mentre gli sfiora ancora il collo, Adam intravede un laccio dalla chiusura in argento e sa che, se costringesse Ian a girarsi, sul suo petto vedrebbe quel ciondolo in acciaio.

Che diavolo sarebbe questo scarabocchio?
È un ologramma cinese. Vuol dire speranza.


Ian l'ha tenuto al collo per tutti questi anni, nonostante chissà quante mani l'abbiano toccato e spogliato e chissà quanti corpi abbiano fatto l'amore col suo. E ce l'ha ancora adesso che fa coppia fissa con quel tizio. Forse era questo quello che intendeva quando diceva che erano anime gemelle?
Siamo anime gemelle, nonostante tutto. E tutti.
Quando Adam raggiunge l'orgasmo, Ian lo sente contrarre i muscoli e pronunciare il suo nome a denti stretti, per poi ricadere, sfinito, accanto a lui. Poggiandosi sul gomito, Ian si trova a guardarlo negli occhi, imprigionandolo col suo sguardo. Il ciondolo gli pende dal collo e Adam prova per un attimo l'impulso di strapparglielo e gettarlo lontano.
Cosa ne è stato di noi?
Ma non lo fa, lo accarezza ancora con lo sguardo, invitandolo poi ad abbandonarsi fra le sue braccia, almeno per questa notte, almeno a Parigi, la città degli innamorati – così dicono. Ian fa per dire qualcosa, ma l'altro lo zittisce posandogli un dito sulle labbra.
- Non adesso. Domani, forse.
O mai più.

***


Aeroporto di Parigi, ore 10.
- I passeggeri del volo internazionale H-428 per New York sono pregati di raggiungere l'uscita 4 per l'imbarco.
L'annuncio viene ripetuto per tre volte. Adam getta distrattamente un'occhiata alla grande vetrata dell'aeroporto che dà su una Parigi grigia e sommersa dalla neve. Istintivamente infila una mano nella tasca della giacca e tocca qualcosa di strano, di metallico. Estrae lentamente il ciondolo di Ian e ne resta sorpreso, non si era accorto che il giovane l'avesse messo lì, deve averlo fatto mentre lui dormiva.
Chiude gli occhi e gli sembra quasi di tornare in quella camera d'albergo: Ian era profondamente addormentato quando ha lasciato la stanza, non si è nemmeno accorto di quando si è chinato a scostargli una ciocca di capelli dal viso e l'ha baciato in fronte. Adesso immagina il suo smarrimento quando si sveglierà e si troverà solo nel letto. Probabilmente si porterà una mano sul petto, cercando il suo ciondolo, e sorriderà amaramente ricordandosi di averlo restituito ad Adam.
E tornerà da Jeff, stavolta senza più nulla che lo leghi a lui. O forse, ricorderà quello che gli ha detto il giorno in cui si sono lasciati e una lacrima solitaria gli bagnerà il viso, proprio come sta accadendo ad Adam in questo momento.

Asciuga i tuoi occhi,
le anime gemelle non muoiono
mai.

 
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NonnaPapera!
view post Posted on 30/5/2011, 09:40




Che triste ç.ç
Comunque moto bella, anche se io sono per i finali positivi.
Ian e Adam sono molto belli. E poi la loro storia d'amore che via via si dipana tra iricordi dei due è molto delicata.
Complimenti come al solito una storia splendida
 
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SignorinaEffe87
view post Posted on 30/5/2011, 09:45




Perché a me le storie scritte bene mettono una tristezza infinita, se restano senza recensioni... :cry:

Che dire? Anche se sostieni di aver rivoluzionato il tuo stile, a me questo non pare neanche tanto male.
E poi, ti ho già detto quanto straveda per la tua semplicità pulita, ma nient'affatto banale.

Oh, dimenticavo: sei anche una delle poche autrici che riescano a farmi piacere la narrazione al tempo presente.

Se proprio vogliamo fare gli editor pignoli della domenica pomeriggio dopopranzo, devo ammettere che l'ho trovata un po' affrettata; insomma, in alcuni punti avrei voluto maggior introspezione, qualche dettaglio in più, soprattutto riguardo al passato dei due personaggi, che restano ad ogni modo abbastanza ben delineati.

Credibili, in particolar modo, che è un po' la mia fissazione! :sisi:

Oh, microscopico appunto: credo sia un ideogramma cinese, non un ologramma... :asd:
 
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Lady Aika
view post Posted on 30/5/2011, 15:57




Effe (posso chiamarti così?) non ti sei accorta del pov che cambia random tra Adam e Ian? *trlls*
Ci ho fatto caso giusto ieri sera ^^
 
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SignorinaEffe87
view post Posted on 30/5/2011, 17:02




L'ho letta ieri sera a mezzanotte, orario in cui di solito dormo da almeno due ore... :hgh:

Penso non mi sarei accorta neppure di una mandria di gnu che mi pascolava in camera... ^^"

Però è strano, perché lo sbandamento di POV è una delle cose che odio di più al mondo (e uno degli errori che ho fatto fino a poco tempo fa). :manno:
 
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Lady Aika
view post Posted on 30/5/2011, 17:55




Io fino a poco tempo fa ero scandalosa.
Poi mi riportarono sulla retta via <3
 
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SignorinaEffe87
view post Posted on 30/5/2011, 19:20




CITAZIONE (Lady Aika @ 30/5/2011, 18:55) 
Io fino a poco tempo fa ero scandalosa.
Poi mi riportarono sulla retta via <3

Idem.
Ora sto cercando di disintossicarmi dalla sintassi alla Demostene dei poveri e dalla pletora di avverbi/aggettivi non del tutto indispensabili... :asd:
Un passo alla volta! XD

A proposito, certo che puoi chiamarmi Effe; si dà il caso che sia l'iniziale del mio cognome.
 
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6 replies since 29/5/2011, 18:59   51 views
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