Anime

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NonnaPapera!
view post Posted on 9/6/2011, 14:54




Nick autore: Yoite011

Titolo storia: Anime
Titolo capitolo: Lo spiritello
Genere: Romantico
Avvertimenti: Lemon
Breve introduzione: Un giovane poliziotto, decide di tenere per sè -la prova- di un caso, si affezionerà ad essa, ma incubi del passato saranno molto difficili da superare...difficile, ma non impossibile...
Eventuali note:

I personaggi sono completamente inventati.

Sono tutti maggiorenni.

Si consiglia la lettura a persone non troppo sensibili, scene esplicite, linguaggio volgare.

T.J e Toby a volte sfuggono al mio controllo, quindi fate voi….

Buona lettura a chi ha deciso di proseguire XDDD















Alcune giornate iniziano bene, altre così-così, altre ancora proprio di merda!

E questo è uno di quei gran bei giorni di merda per T.J.

Dopo 26 anni di vita, omai li riconosce…

Il lavandino perde insistentemente le gocce d’acqua.

La mano è tesa.

La penombra pare soffocare insieme all’aria pesante e distrutta.

La divisa sgualcita.

I nervi saldi…o quasi.

Il silenzio pare spaccare i timpani.

I suoi collegi versano nelle sue medesime condizioni.

Sangue freddo….solo sangue freddo.

Ore 7:30 di una mattina anonima per molti, non per tutti.

È quasi questione di attimi, le pallottole sembrano danzare e fluttuare nell’aria di agosto.

Gli spari rompono il silenzio.

La tua pistola brilla T.J.

Sa di polvere da sparo…bè ovvio…

È la tua pistola di ordinanza, non ha nulla di speciale, a parte che è la tua e che a lei affidi la tua vita.

Polizia di Tokio.

Tokio, che diavolo ci fai ancora li te lo chiedi spesso, ma non in questo momento, adesso conta sopravvivere, sbattere Watari in cella, e dopo bere al bar con i colleghi, possibilmente con tutti, dato che tu non sbaglierai mira, si spera…

E fa caldo, e tu non sbagli mira.

E tutto pare tacere nuovamente.

Le sirene delle ambulanze, e soprattutto quelle del tuo corpo armato, la polizia, suonano improvvisamente.

Rompono il silenzio.

È finita, Watari non è in cella ma, è morto.

Pensi che fa lo stesso.

Un bastardo in meno.

È stata la tua pallottola, lo sai, è stato quando ti ha guardato ed ha sperato di essere più furbo e più elegante di te nel vestire.

Forse più elegante, magari poco più intelligente, ma con la pistola decisamente meno veloce.

Le pacche dei colleghi, le loro risa.

Siete fuori dall’edificio, gli uomini di Watari che vengono portati via, i più fortunati vanno dritti in cella, i meno in una camera d’ospedale.

“ Accidenti, erano armati fino ai denti, me gli abbiamo fatto assaggiare chi siamo!”

è la voce vivida di Satoshi.

È simpatico, un bravo poliziotto, un ottimo collega.

Gli fai cenno di sì con la testa, ed abbozzi un sorriso, e gli dici divertito dalla situazione, perché si sa il pericolo ti ha sempre divertito: “ Allora stasera ci vediamo al Becky.”

“ Contaci.”

Il Becky, un bar di pessimo gusto che piace solo a voi poliziotti.







In centrale tutto fila liscio.

Dopo aver sbrigato tutte le pratiche del caso -Watari- bevi un sorso di caffè.

Fai una doccia, bagnoschiuma al muschio bianco, metti tutto nel borsone.

Indossi una camicia sgualcita, odi le faccende di casa.

I jeans blu, e mentre vedi la luce, bè…in senso figurale visto che ormai il sole è tramontato da un pezzo, vedi la luce di una serata tranquilla al Becky, che il tuo capo ti chiama dolcemente e….

“ Pezzo di merda! Hai finito per oggi?”

“ Si signore.”

Dici cercando di essere il più gentile possibile quando le uniche parole che mai gli rivolgeresti sono:“ Si gran testa di cazzo! Ho finito! Perché non ti levi dalle palle rotolando fino a casa tua sui tuoi rotoli di grasso?”

“ E invece no, Laud, non hai finito per nulla. Torna sul luogo della sparatoria voglio un resoconto dettagliato, molto accurato di quanto è successo, poi protrai andare a sbronzarti con i tuoi colleghi deficenti…”

“ Bene signore”.

Non vuoi fargli assolutamente capire che la birra era tra le tue priorità è che lui ha davvero rovinato tutto, e mentre lui ti da le spalle per tornare nel suo ufficio, simpaticamente alzi il dito medio.







Il magazzino abbandonato di notte ti pare ancora più affascinante, le chiazze di sangue lo rendono macrabo, ma tu ti muovi pienamente a tuo agio tra di loro.

Sei in borghese, ma la tua pistola è sempre con te, logicamente, potrebbe esserci ancora qualcuno, la prudenza nel tuo lavoro non è mai troppa.

E mentre guardi in giro pensando che avevi già scritto tutto nella tua relazione precedente, e maledicendo il capo Takashi e invidiando Satoshi che starà bevendo la lattina di birra che avrebbe dovuto essere tua, che lo vedi.

Sta davanti alla chiazza di sangue più grande delle altre, quella di Watari.

A piedi nudi, con gli occhi grandi, con l’aria perduta.

Ti sta fissando, gli punti la pistola, di scatto, di istinto.

Ti chiedi da dove sia sbucato…Chi sia…che cazzo ci fa qui…

E ti chiedi molto altro, ti chiedi troppo…

Ma se non dai voce alle tue domande nessuno ti risponderà.

Per un attimo hai pensato fosse uno spiritello.

“ Metti le mani sopra la testa!”

Ma lui non ti ascolta…

Noti che i suoi tratti non sono orientali, come te del resto…

“ Comprendi la mia lingua?”

Lo spiritello sembra non dar segni di alcun tipo, non è intimorito dalla pisola, ma neppure la sfida, pare proprio non ascoltarti ti fissa e basta.

Ti avvicini sempre puntando la pistola verso di lui.

Ma quando gli arrivi a pochi passi, pensi davvero non ce ne sia bisogno, la posi nella fondina, adesso dovresti farlo poggiare al muro e perquisirlo, ma non lo fai, non lo vuoi fare, non lò vuoi spaventare, più di quanto già non sia, perché nonostante la penombra, e la sua mimica facciale praticamente nulla, lo intuisci che è terrorizzato.

“ Come ti chiami?”



“ Ti porto a casa?”

….

“ Hai una famiglia?”



Ha gli occhi azzurri, dolci, ha le labbra piene, i capelli biondi, lisci e scomposti, indossa una camicia bianca davvero troppo grande per lui.

Sembra essere piuttosto giovane, 18, 19 anni.

Noti una botola, alle quale prima non avevi davvero fatto caso…e odi quando Takashi ha fottutamente ragione….

Dovreti andare a controllare, è il tuo dovere, il tuo lavoro, ma non hai voglia di allontanarti dallo spiritello…

Hai forse paura che possa fuggire?

Che sciocchezze…

“ Seguimi”.

E stranamente lui lo fa, come se questa parola gli fosse in qualche modo familiare, entri nel piccolo scantinato, capisci subito che lo spiritello sarà stato lì dentro durante la sparatoria, e lo immagini a tapparsi le orecchie dal rumore degli spari, e a trovarsi solo dopo, con dinnanzi solo chiazze di sangue.

Noti banconote e alcuni pacchetti di droga, tutti qui comunque, non c’è altro.

Uscite dalla botola.

E lo spiritello ti segue fuori dal magazzino, ti segue fino alla tua automobile, ti poni continuamente una domanda…

Come spiegherai di lui?

Finirà in un istituto?

E improvvisamente capisci che è inutile porsi delle domande, sai già che nel tuo rapporto non verrà menzionato, sai già che lo stai portando a casa tua, sai già che gli vuoi dare la famiglia che probabilmente non ha.

E però che cavolo!

Non hai mai brillato riguardo la razionalità…ma questo è un tantino troppo..ti pare?







Casa tua.

Eccoci arrivati, dopo un viaggio relativamente lungo e molto silenzioso.

Carico di…

La casa di T.J. ha tre stanze, più bagno e cucina,sta al terzo piano, è la terza porta a destra.

“ Allora spiritello, questa è la mia umile dimora, questo è il salone, lì c’è la mia stanza, quella a fianco te la cedo, sarà la tua stanza.”

E mentre sei tutto intento a mostragli casa non ti accorgi che lo spiritello ha iniziato a spogliarsi.

Udendo il fruscio della stoffa ti volti nella sua direzione, appena in tempo per bloccargli il polso che aveva iniziato a sbottonare il pantalone grigio.

In un attimo comprendi o meglio…non puoi più ignorare quella sensazione di fastidio…

E che altro poteva fare quel ragazzo per Watari….???

E per un attimo sei spaventosamente felice di averlo fatto fuori!

“ No! Ehm…non hai capito, io non voglio nulla in cambio.

Questa è la tua stanza, tutto qui.”

La camicia bianca a terra, il petto delicato, chiarissimo, una mano grande a trattenere un polso fragile.

Due fragili dita su un bottone nero.

La mano grande si ritira.

Il polso fragile non sbottona nulla.

Occhi azzurri si specchiano in quelli neri di T.J.

Che gran casino!
















NOTE DI NonnaPapera!
Non so quante tra di voi conoscano Yoite011 secondo me è bravissima! Dunque, come per tutte le mie scrittrici di yaoi preferite l'avevo invitata qui sul forum. Lei però ha reclinato l'invito perchè è molto impegnata, però mi ha dato il permesso di postare i suoi lavori qui... perciò a breve posterò tutta la storia e poi ne inserirò anche delle altre che le appartengono.
 
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