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SignorinaEffe87
view post Posted on 5/8/2011, 08:32 by: SignorinaEffe87




EDIT: ora le mie risposte deliranti (con brutta sorpresa) compaiono anche in codesto glorioso post.

1. Salve! Dimmi qualcosa su di te, il tuo nome, la tua età, quello che ti pare!

Buonsalve, mi chiamo Alice, ho ventiquattro anni buttati alle ortiche e sono un tale grumo di stranezze che sceglierne una dal mucchio mi risulta impossibile, al momento.

Ah, no, eccone due: sono la sola donna sulla faccia del globo terracqueo a non aver mai visto né "Pretty Woman", né "Dirty Dancing".
E non sono mai entrata all'Ikea.

2. Da quando scrivi? Non vale rispondere da quando me l’hanno insegnato a scuola! Raccontami quando hai capito di essere portato per la scrittura:

Estate del 2000, quando una serie di questioni familiari più o meno sgradevoli mi hanno spinta a rifugiarmi in quello che, prima, era solo un innocuo hobby estemporaneo, dedicandovi anima e corpo.
Il fatto che io ora mi vergogni a morte di quelle bagatelle illeggibili non conta molto, ai fini del risultato.

E poi ha pesato molto l'influenza della mia professoressa di Italiano delle medie, la quale è stata la prima (insieme a mia madre) a vedere in me il potenziale di una scribacchina… Ahem, scrittrice!

3. Leggi molto? Qual è il tuo libro preferito?

Mi autodefinisco piranha di libri, e ciò vorrà pur significare qualcosa…
Il mio problema è che leggo troppo e troppo in fretta, tanto che, spesso, mi capita di riprendere tra le mani un libro letto anni prima e scoprire di aver cancellato, oppure neppure notato, certe scene di capitale importanza o di particolare gradevolezza.

Il mio libro preferito *scemo* è "Cairo Jim e l'Amuleto di Tiberio", a mio modesto parere il migliore della saga dell'archeologo-poeta tradotto in italiano.
L'autore è un Aussie mezzo grafomane, ma non sono ancora riuscita a reperire la pletora degli altri romanzi: l'e-commerce mi odia.

Il mio libro preferito *serio*, invece, è "Il Nome della Rosa". E non guardatemi con quella faccia schifata, perché non transigo!
La descrizione del portale della cattedrale però ha stracciato le vesti anche a me, sappiatelo.
I'm only human, folks!

4. Autore preferito e quello che proprio non puoi sopportare:

Tutti i giallisti classici anglosassoni rientrano nel novero dei miei preferiti, nonché dei miei maestri, almeno per quanto riguarda il filone *giallo* della mia produzione.

La lista di proscrizione degli Imbrattacarte cui Non Devolverò Mai Più Forever (cit.) il Mio Denaro è lunga e tediosa. Però gloriosamente inaugurata dal Gran Maestro dell'Ordine dei Pennivendoli Enormemente Sopravvalutati, ovvero Mr Dan Brown.

5. Preferisci le fan fiction, le originali o i romanzi?

Preferisco roba scritta bene, a qualsivoglia delle precedenti categorie appartenga.
Ho letto fanfiction più canon del canon medesimo, originali amatoriali per le quali avrei speso volentieri i miei soldi e romanzi tanto pessimi da farmi venire voglia di riportarli al commesso della Feltrinelli, con inclusa ingiunzione all'incapace autore di andare a cercarsi un lavoro serio.
Possibilmente senza abusare oltre della mia pazienza e delle mie scarse risorse finanziarie.

6. Hai mai pubblicato qualcosa su riviste, giornali o magari proprio un libro tuo? Oppure ti accontenti di scrivere gratuitamente in internet?

Pubblico alcuni racconti comici su giornaletti cittadini a contributo volontario, perché mossa a pietà dall'amicizia e dalle suppliche del capo-redattore. Non sto scherzando.

In compenso, nell'ormai remoto 2007, ho pubblicato il mio primo e al momento unico romanzo giallo, "Fine dei Giorni", per i tipi della Robin Edizioni.
Soddisfazione immensa, ritorno economico pari a zero; però posso fregiarmi del titolo di ex-esordiente.
Vado enormemente fiera del mio *piccolino*, anche se, ogni volta in cui lo rileggo, mi piglia lo schizzo di riscriverlo da capo dinanzi allo stile ancora acerbo che avevo allora.

7. Hai mai vinto qualche contest? Quale, a che posto ti sei classificata?

Il piazzamento che ritengo migliore è il secondo posto nella Categoria Narrativa Adulti al concorso letterario nazionale "È Tempo di Parole", indetto dal comune di Cavagnolo (TO) nel 2006.

Per quanto riguarda i contest non ufficiali sul forum di EFP, ho collezionato:

Terza classificata (a parimerito) nel "Contest The Kitchen" di Annaf85 e Tamaki The King, giocandomi l'oro con tre orrori grammaticali per i quali mi fustigo quotidianamente ancora adesso.

Terza classificata e Premio Originalità nel "Pieces of a Journey Contest" di Pagliaccio di Dio.

Seconda classificata nel "One-sided Love Contest" di amimy.
Questo risultato è stata una doppia soddisfazione, sia perché in un precedente contest di questa giudice ero stata bacchettata per lo stile (arrivai quindicesima su trenta), mentre ora mi ha fatto i complimenti proprio per lo stile, sia perché ha smentito l'unica recensione negativa che mi è stata lasciata a questa storia.

Prima classificata (a parimerito) e Premio Originalità nel'"Albert Einstein Contest", della mitica Nonnapapera! e, con la stessa storia, Prima classificata e Premio Stile nel "Contest Le Sette Barriere Psichiche", indetto da May8Rose e giudicato da Bimba_Chic_Aiko.

Preciso di aver raggiunto questi piazzamenti con storie originali, che si trovano tutte sul mio account autrice di EFP.
Tu-tu-tu, pubblicità! (ricit.)

8. Preferisci la poesia o la prosa da leggere? E da scrivere?

Ho vinto un concorso di poesia in prima media, ma in generale non si tratta proprio del mio genere favorito.
Amo leggerla, invece, e credo di poter affermare quasi con assoluta certezza che il mio autore preferito sia Federico Garcìa Lorca.
Non mi esprimo sulla poesia amatoriale, sento di non avere i mezzi per giudicarla in maniera obiettiva.

9. Qual è la cosa che preferisci dello scrivere?

Riuscire ad esprimere in maniera articolata e profonda ciò che, ad alta voce e di persona, mi farebbe impappinare e balbettare senza rimedio.
E il fatto che non c'è nessuno ad interromperti mentre esprimi un concetto!

10. Sei una di quelle persone che decidono la loro storia a tavolino oppure che si lasciano trasportare dall’ispirazione?

Non scrivo mai nulla di cui non ho ben chiaro in mente inizio, svolgimento e fine, nonché suddivisione dei capitoli e profilo almeno abbozzato dei personaggi.
Il fatto che poi, tempo della fine, magari ho cambiato cinque o sei eventi capitali della trama, è un'altra faccenda.

11. Hai mai scritto una storia basata su un tuo sogno o un incubo?

Mi pare di no, ma potrei averlo fatto ai tempi della scuola e non ricordarmelo.
Più spesso mi capita di partorire le mie pagine migliori dopo una notte insonne: ciò diventerà un problema il remoto giorno in cui, forse, potrò vivere del mio talento (presunto) di autrice...

12. Hai delle frasi, delle parole, che usi spesso quando scrivi?

Le mie storie sono un continuo rigurgito di avverbi ed aggettivi, visto che sono ossessionata dai dettagli, anche se di recente sto cercando di controllare questa mia compulsione.
In compenso, sappiate che, nelle mie produzioni, non leggerete mai parole come *audace*, *goloso*, *sfizioso* e *delizioso*, se non riferite ad un personaggio che gode del mio particolare spregio.

13. Ti è mai dispiaciuto di aver pubblicato una storia oppure aver desiderato di non averla mai scritta?

Ho un rapporto di amore-odio verso la mia storia "It's Too… Cliché", perché mi è riuscito pesante scriverla, sono consapevole che non si tratta del mio lavoro migliore, eppure neanche la ritengo meritevole della critica negativa e pretestuosa che ha ricevuto.

14. Quando scrivi ti immedesimi nei tuoi personaggi?

Credo sia uno degli aspetti più divertenti di questo lavoro, ma qui è la mia anima di timida fanciulla mancata attrice a parlare.
Il fatto che i miei POV siano spesso maschi omosessuali di mezza età, saccenti, sentimentalmente disastrati e segamentalizzatori per sport, la dice lunga sul tipo di personalità criminale che alberga in me…

15. Ti è mai dispiaciuto mettere un personaggio nei guai?

"Le famiglie felici non fanno buona letteratura." (cit.)

Io ci provo, a far andare tutto liscio: non è colpa mia se questi piccoli, dolci idioti dei miei figlioletti hanno la sgradevole propensione di cacciarsi sempre e comunque in situazioni spinose e palesemente al di là delle loro possibilità di riuscita.

In breve: i casini mandano avanti le trame migliori, IMHO.
Ho scritto *i casini*, badate bene, non *le sfighe*; con quelle, cerco di essere molto parca e piuttosto realista.

16. Hai mai ucciso uno dei tuoi personaggi? Hai pianto per lui?

Uccido senza la benché minima pietà i cattivi di quasi tutti i miei racconti gialli.
Ecco, ho appena mandato in quel di fanculo almeno una decina di finali imprevedibili.

Altrimenti, ho un tale amore ossessivo per i miei bambini, da ucciderli solo e soltanto se lo svolgimento della trama non mi lascia altra alternativa possibile.

Al momento, credo di averne ucciso solo uno, se vale un omicidio mostrato attraverso il dono psichico del suo compagno. Mi è dispiaciuto meno di quanto avrei osato immaginare, ma forse perché si trattava di un discutibile essere umano, che poco suscitava la mia empatia.

17. Quali sono i luoghi e i tempi in cui preferisci ambientare le tue storie?

Non ho particolari preferenze, se m'intrippo e non vengo uccisa dalle millanta ricerche che devo fare per rendere credibile l'ambientazione, posso scrivere di qualunque cosa.
Diciamo che i miei periodi storici prediletti sono l'età classica (greca, romana e pure etrusca), il Rinascimento italiano, l'età vittoriana e, di recente, gli anni di Piombo, sui quali ultimi, però, ho lacune gravissime dovute al metodo da babbuini con cui si insegna la Storia Contemporanea nei licei.
Per contro, è abbastanza improbabile che mi vediate usare un'ambientazione relativa alle due Guerre Mondiali o al Medioevo.

Geograficamente parlando, prediligo parlare di città e luoghi che ho visitato di persona, così da poter ricreare più facilmente l'atmosfera, e avere meno problemi di topografia!
Però, qualora fosse necessario (tipo nelle fanfiction), non mi tiro indietro nel descrivere un posto sconosciuto (Manchester, New York e Toronto all'attivo, al momento).

18. Su quale genere di storia ti piace scrivere? E su quale genere non scriveresti mai?

Anche qui, non ho predilezioni di genere, a parte una certa avversione per la fantascienza alla Asimov e per il fantasy medievaleggiante, che almeno per me ha fatto il suo tempo.

Non sono geneticamente in grado di scrivere una storia romantica al quadrato, perciò tra uno sbaciucchiamento e l'altro, i miei personaggi si troveranno a dover fronteggiare una trama più o meno contorta, a seconda delle esigenze.
Dopotutto, resto una giallista nell'anima!

19. Hai scritto più storie a rating verde, arancio o rosso?

A rating giallo, e non capisco davvero perché non sia contemplato nella domanda! O_o"

Sto parlando, ovviamente, di roba pubblicata e un filo decente.
Se invece vogliamo andare a raspare nel torbido del mio Quaderno delle Slashate Apocrife (™), il PWP slash NC17 signoreggia e soverchia (cit.).

20. Sei più per i lieto fine, i finali tristi o i finali aperti?

Lieto fine, lieto fine, sono una mammoletta fino al midollo!

Scherzi a parte, di solito cerco di racimolare un briciolo di speranza anche a fronte delle situazioni più fosche e disastrate.

21. Quale autore/attore/cantante ha influenzato o influenza il tuo stile di scrittura?

Neil Gaiman, sempre sia lodato, mi ha parzialmente convertita allo show, don't tell, anche se con moderazione.

Gli attori mi servono in fase di studio dei personaggi, visto che di solito indico dei veri e propri *casting mentali*, in cui abbino facce di personaggi più o meno famosi a nomi e ruoli nelle mie storie.
Sono manichea, perciò chi mi sta antipatico fa il cattivo (o il bastardo) e chi ammmo fa il buono. Di solito, il protagonista ha la faccia della mia celebrity!crush in corso.

Le canzoni, invece, subentrano durante il brain-storming, ovvero quando raccolgo le idee su cosa e come scrivere. Mi affeziono più alle parole e alla melodia che al cantante vero e proprio, perciò ascolto quasi di tutto.

22. Hai mai scritto in collaborazione con uno o più amici?

A parte qualche delirio privo di costrutto in compagnia della mia migliore amica Kamisama, no. E giuro che non lo farò mai.
Perché ho una concezione totalitaria e dittatoriale dello scrivere, che non contempla la possibilità di confrontarsi con un'altra persona per stabilire insieme l'andamento di una trama e la costruzione dei personaggi.

Non ho problemi ad ammetterlo.

23. Hai mai chiesto l’aiuto di un beta?

No, mai, per i motivi idem come sopra.

Se una trama non regge, di sicuro me ne accorgo prima della fine del racconto e mollo tutto, a meno che non trovo da sola un modo per salvare capra e cavoli.
Sono così pignola che, ad ogni riga, mi impongo ogni possibile critica che il lettore potrebbe rivolgermi, anche le più strambe.

Prima di passare allo slash, sottoponevo una trama sviluppata alla mia fidata Mamysanzo, dal momento che lei era all'oscuro dei dettagli della vicenda e poteva indicarmi se tutti i nodi venivano limpidamente al pettine o meno.
Ora si rifiuta categoricamente di leggere i miei scritti, uff!

Per la grammatica, ritengo di conoscerla abbastanza bene da non necessitare un occhio esterno di controllo, anche se l'errorino balordo di battitura invisibile scappa sempre.

24. Mostri ai tuoi amici i tuoi lavori ancora non terminati per avere le loro impressioni oppure li tieni top-secret finché non sono conclusi?

Chiunque metta mano, occhi o altre appendici senzienti sulle mie bozze, ché le mie storie sono tali fino alla pubblicazione, morirà folgorato da una poderosa maledizione, che in confronto quelle delle tombe egizie erano filastrocche da pargoli.

25. Quanto spesso ti capita di avere il blocco dello scrittore?

Più di quanto lo ritenga opportuno. E di solito mi capita quando mi imbarco in una long-fiction dopo il primo capitolo, oppure quando la scadenza per la consegna di un contest è imminente.

26. Ti sei mai rimesso a scrivere una vecchia storia che avevi abbandonato da tempo?

No, perché, di solito, se l'ho abbandonata significa che non ha mai avuto quel particolare potenziale che esigevo da lei e da me stessa nel momento in cui la stavo scrivendo.
Però, spesso recupero vecchi personaggi, ne sfaccetto maggiormente la personalità o li inquadro da un punto di vista diverso, spesso diametralmente opposto, rispetto a quello assunto quando li ho creati.

27. Parlando adesso dei tuoi personaggi, quale è stato il primo di cui hai scritto? Te lo ricordi ancora? La sua storia, le sue manie, il suo aspetto?

Emendando la lista dalle ingloriose self-insertion degli esordi, resta una coppia, formata da zio e nipote.
Lei, Camelia Connelly, sedici anni di spocchia da secchiona e goffaggine da pulcino, strega talentuosa con lo spiccato vizio di cacciare il naso in indagini soprannaturali arzigogolate. E a sbrogliarne la matassa, ovviamente.
Lui, Nathan Holmes, veterinario di mezza età, con un oscuro passato come spia britannica dal quale cerca di smarcarsi, omosessuale latente.
Si trova coinvolto suo malgrado negli incommensurabili casini scatenati dalla nipote, in mezzo ai quali si barcamena per salvare la pelle di entrambi. Di solito, viene rapito e malmenato dai cattivi, sistematicamente.

Nonostante la marea di modifiche che dovrei apportare loro per renderli più efficaci, sono ancora molto legata a questi due, alla loro ambientazione britannica (la mia prima) e ai vari comprimari geniali che li affiancavano: tra tutti Gecus, il diplomatico-salamandra con la lingua prensile e una passione smodata per l'arancione, e Bruce, il demenziale re dei ladri autoeletto.

28. Di tutti i personaggi che hai creato qual è a tutt’oggi il tuo preferito? Descrivilo in poche parole, e magari metti anche il link della storia in cui compare:

Il mio preferito in assoluto è Durante Alighieri, docente di filosofia e investigatore per diletto, uno dei due protagonisti del mio romanzo giallo insieme a quella mammoletta smidollata di Ariel Belladonna (non lasciatevi trarre in inganno dal nome, è un uomo).
Ispirato al mio professore di filosofia del liceo, ne sublima le fisime da intellettuale misogino e pazzoide, rendendolo più simile ad un arguto gentiluomo d'altri tempi.

Subito dopo di lui viene Daniel Toaff, il medico militare dalle grandi speranze e cocenti delusioni, protagonista della mia originale "Un Soldato Così Testardo".
Mi somiglia in maniera così struggente… Io, però, sono un filino meno autodistruttiva. E nobile d'animo.

29. Dei tuoi personaggi cosa ti piace e per cosa li odi?

Mi piace il loro essere contemporaneamente molto umani, tanto ordinari e un po' fuori dagli schemi.

Li odio perché spesso e volentieri non mi obbediscono, e in quel caso non c'è minaccia che funzioni, devo seguire le loro direttive.
Tipo quella piattolina rosso tiziano di Ottavio, che rivuole indietro, ad ogni costo, il suo Dan (vedi sopra).

30. In un qualche modo i tuoi personaggi ti assomigliano?

All'incirca: sono un armonico miscuglio di ciò che sono, ciò che vorrei essere e ciò che non sarò mai. Ciascuna delle tre componenti prevale sulle altre, a seconda di ciò che impone la trama.

31. Hai mai creato un personaggio Mary Suesco o Gary Stuesco?

A bizzeffe, quando ho cominciato a scrivere. Per mia solenne fortuna, me ne sono pentita quasi subito e non ho perseverato nel nefando errore.
Quasi tutte le testimonianze al riguardo sono state fagocitate dal mio vecchio e defunto hard-disk, perciò no, non le potrete usare contro di me nelle sedi legali apposite.

32. E per lo yaoi e lo slash? Da quanto scrivi con questo avvertimento?

Dall'ingloriosa estate del 2009. Prima mi rifiutavo anche solo di aprire una storia con quell'avvertimento: sì, lo so, sono mentalmente sbilenca.

33. Hai iniziato con una fan fiction o con una originale?

Un terzetto di proverbiali fanfiction su "Life on Mars (UK)", incentrate sul mio primo, intramontabile OTP: Gene Hunt/Sam Tyler.
La roba più comica, sbracata, scurrile e nonsense che io abbia mai generato.

34. Qual è stata la prima storia originale con avvertimento yaoi/slash che hai scritto?

"Un Soldato Così Testardo (Chayal ko Akshan)", che è anche l'unica pubblicata, al momento.

Ad essere sinceri, c'è anche nella controversa "It's Too… Cliché", ma si capisce perché solo alla fine e non è il fulcro della trama.

35. Qual è la prima storia con questo avvertimento che hai letto? Che impressione ti ha fatto?

Le slash originali di Hanabi, autrice di vaglia molto snobbata dall'utenza media di EFP.

Tutt'altro che leggero, come inizio, anzi un autentico, crudele pugno nello stomaco. Però, se sono sopravvissuta a quel cimento, significa che almeno un po' di stoffa per il genere devo averla.

36. Scrivi o hai mai scritto storie con avvertimenti S&M o SDSM?

Sono una schiappa totale con gli acronimi.

Se ho capito cosa vuole intendere la domanda, ne ho lette, ma non ho ancora scritte. Potrei farlo, prima o poi, visto che l'unico argomento che aborro totalmente per partito preso è l'incesto fra fratelli e fra genitori e figli (di quello fra zii e nipoti ne possiamo discutere).

Di certo, non sarebbero tematiche usate come fini a se stesse, bensì inserite in una trama più complessa e dettagliata.
Io sono l'autrice che deve circostanziare in maniera logica qualsiasi cosa, persino le scene di sesso e l'mpreg.
L'ho già scritto che sono mentalmente sbilenca, vero?

37. E con avvertimento Fluff?

No. Lo zucchero mi caria i denti, e poi la dietologa non vuole.

38. Qual è l’avvertimento che devi usare più spesso per le tue storie?

One-shot, essendo io geneticamente incapace di trascinarmi quaranta e passa capitoli di vicende che neanche dieci anni di guerra di Troia e dieci di ritorni degli eroi in patria.
Eppure son logorroica.

Slash e, soprattutto per le fanfiction, Missing Moment gli tengono dietro.

39. Ti capita spesso di immaginare scene per una tua storia basandoti su persone reali o su alcuni loro comportamenti?

La vita reale è il mio terreno di caccia all'idea preferito, forse perché conosco un sacco di persone bizzarre e sono un'ottima ascoltatrice di tutti i loro aneddoti.
Un'alta percentuale dei miei personaggi subisce disavventure tragicomiche capitate a me o a qualche mio conoscente. Altrettanto, svariati caratteri di contorno incarnano le fisime di qualcuno in cui sono incappata, magari anche solo per un viaggio in bus dall'università a casa mia, tanto il 6 ci mette una vita e fa tipo il giro di Pavia.

40. Leggi doujinshi o manga yaoi? Ti ispirano o non ti interessano per niente?

Essendo io curiosa come una bertuccia, ho scartabellato qualche doujinshi: really, not my area (cit. profana).
"Disse il corvo: mai più." (cit. sacra)

Bilancio dell'esperienza con i manga yaoi: niente di eclatante.
Jounjou Romantica mi ha stomacata per la sua demenziale ripetitività, riesco a malapena a tollerare il filone Terrorist e solo a piccole dosi.
Ma, in generale, io avverso il concetto seme macho/uke checca in toto. Se voglio del p0rn, o me lo scrivo da sola, o aspetto il p0rn-festival di Livejournal, e di certo non bazzico fra gli stereotipi triti e ritriti.

Non mi è dispiaciuto "Sakuragari" della Watase, ma, ragazzi, stiamo parlando di una delle mie sensei, insieme alla Minekura e alla Arakawa.
La Somma raramente sbaglia un colpo, Zettai Kareshi a parte: se lo poteva evitare e spero che l'abbiano pagata profumatamente per quella ficcyna. Perché Zettai Kareshi è una ficcyna.
Vi sfido a provarmi il contrario.

L'unico che posso davvero dire di aver apprezzato è "New York, New York", perché, a parte qualche inevitabile pecca dovuta ai cliché di genere, l'ho trovato abbastanza plausibile.
Eccetto tutta la sviolinata sull'affido della mocciosa, quella parte l'avrei cassata in fase di stesura e mi ha orribilmente rimembrato l'epilogo diabetico di Harry Potter.

41. Ultima domanda, poi chiudiamo qui: chi vorresti che facesse questo test?

Svariate autrici di mia conoscenza, sono curiosa di leggere le loro risposte!

La mia logorrea ringrazia per l'opportunità, alla prossima! :freganiente:

Edited by SignorinaEffe87 - 11/8/2011, 11:47
 
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