Nick autore: kymyit
Titolo storia: Vocalizzi sotto la doccia e sul divano
Titolo capitolo: \\
Genere: fluff, romantico, comico (erotico appena, ma giusto una puntina)
Avvertimenti: yaoi
Breve introduzione:Mikha'il è feticista del cilidro di Pandemonium, che adora cantare sotto la doccia con la sua voce femminile. Da cosa nasce cosa e povero divano nuovo...
Eventuali note: Nota1: Mikha'il e Pandemonium, sono OC del mio caro fratellino, creati giocando a Band Hero. Lui ovviamente non conosce il triste destino dei suoi due musici eheheh. Ma io ecco, non ci ho resistito a scrivere su di loro. Pandemonium è... stupendo. E cantare con lui canzoni femminili è semplicemente uno spasso. Infatti questa fic nasce da quello. Da una cosa stupida, ecco. Ba'alentine viene da Ba'al/ Baal che dovrebbe essere un demone (ora non mi soffermo sui dettagli) e Valentine U_U
Noticina 2: I loro veri nomi sarebbero Angel e Demon, che per quanto mi piacciano, sono pur sempre nomi troppo comuni. Perciò ho appena modificato la fic, dopo aver trovato il benedetto nome per l'angelo. Mikha'il starebbe per Michele, fate voi U_U
Vocalizzi sotto la doccia e sul divano
“Frozen inside without your touch without your love, darling only you are the life among the dead”
Mikha’il scoppiò a ridere. Pandemonium che cantava con la sua voce femminile era semplicemente uno spasso. Ma era normale, a volte capitava, dopotutto era lui la voce principale del gruppo. Cherry, l’unica esponente del gentil sesso, stava dietro una batteria a battere il ritmo. Con lei al microfono, in un ipotetico caso di scambio di ruoli col diavolo, quel povero strumento fatto di piatti e tamburi sarebbe diventato una massa informe di metallo e quant’altro. No, non era il caso.
Con quello che costava poi…
Meglio lasciare il frontman rosso fuoco col microfono fra le mani, tapparsi la bocca per non ridere e concentrarsi sugli assoli. Non era semplice, ma considerato il successo ottenuto, Mikha’il poteva tranquillamente dire che sentir cantare “Bring me to Life” a Pandemonium, sotto la doccia fra l’altro, non era che robetta da principianti.
Quando quello si degnò a uscire dal bagno, l’angelo gli si portò alle spalle, abbracciandolo e sussurrandogli bonariamente –Com’era che faceva quel pezzo?-
E Pandemonium allora inarcava le sopraciglia scure e lo fissava con quei suoi occhi di perla… Non aveva le pupille, ma il suo sguardo era così dolce… o forse era solo lui che lo coglieva…
Quel diavolo lì, Pandemonium Ba’alentine, era tutt’altro che demoniaco.
E lui perdeva la testa. E allora al diavolo l’aureola e le ali. Al diavolo le arcaiche leggi divine. Al diavolo i vestiti lanciati con veemenza, al diavolo il divano nuovo.
Andava collaudato e loro avrebbero provveduto per bene.
-Cantamela, dai!- esclamò Mikha’il mettendo il cilindro sulla testa di Pandemonium, perché quel cilindro era il suo sogno erotico. Pandemonium era fissato, lo toglieva a malincuore solo durante il sonno e le pulizie personali. Solo per non rovinarlo. E durante il sesso, quello gli dava una carica che non poteva definire.
Con Mikha’il che frizionava il proprio corpo sul suo, emettendo gemiti simili a bizzarre melodie, con l’amato cappello in testa, il coro di ansiti, il tocco vellutato delle mani del suo chitarrista… era come montare sul palco e sbalordire il pubblico. Il suo cuore, le sue vene, le arterie, il suo cervello, i suoi polmoni. Ogni cellula del suo corpo era una persona che aspettava di venir travolta da scosse elettriche di puro piacere. E quando l’orgasmo si avvicinava, Mikha’il si mordeva le labbra carnose, chiudeva gli occhi e chiedeva di più, di più. Voleva che lui cantasse le loro canzoni mentre lo innalzava, lo portava in alto, metaforicamente fra le nuvole. A vedere gli angeli, come dicevano certi umani. E allora lui, pazientemente intonava quelle parole così vere. Perché se non ci fosse stato quel pestifero angelo al suo fianco, probabilmente non avrebbe neppure preso in mano il microfono. Sarebbe stato freddo dentro. Una statua di ghiaccio, senza vita. Lui era la sua vita. Ormai era da un po’ che si amavano. In realtà erano sempre amati, ma non in quel modo così carnale. Perché di norma gli angeli sono casti e puri e cercano di restare tali anche in quel gran casino che era Hell Bottom, la città dei vizi. O almeno lo era un tempo. Prima sì che era squallida davvero, ma i problemi di allora erano rimasti, anche se non saltavano subito all’occhio. Gli angeli erano un problema centinaia di anni prima. Allora preferivano decadere piuttosto che essere esiliati.
Mikha’il non era un caduto, ma aveva comunque tutte le carte in regola per esserlo. Per esempio in quel momento sembrava uno spiritato, lì sul suo sesso a chiedere ancora di più. E chi era lui per non accontentarlo? Mica era un diavolo così malvagio da non rendere il ben servito a un angioletto carino come lui.
Sogghignando lo rovesciò sul divano e affondò fra le sue gambe guardandolo dritto negli occhi.
Che goduria quando strizzava gli occhi languidi e corrucciava le sopracciglia, quando si lasciava scappare gemiti più forti, quando si aggrappava a lui e lo supplicava di smetterla di essere così carogna e di recuperare il cappello che era finito a terra.
Ma lui era una carogna, un pochino. E allora lo lasciava protestare e si chinava a mordergli il collo, le spalle, il petto, a stringergli le ali, a muoversi dentro di lui sinuosamente, sempre sorridendo.
Ma era Mikha’il che lo istigava. Quindi, poteva proclamarsi innocente e non farsi scrupoli morali, no?
Dopotutto chi era il tentatore che l’aveva sedotto appena fuori della doccia?
E allora, al diavolo il contegno. Si lasciarono andare ad un potente coro liberatorio.
E al diavolo Cherry, che come al solito entrava senza bussare.
Edited by kymyit - 31/10/2011, 03:24
