The mage

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bloodingeyes
view post Posted on 11/8/2011, 10:37 by: bloodingeyes




Il risveglio


Quella sera stessa la famiglia di maghi, il re e pochi altri, aprirono molti passaggi segreti e scesero fino ad una cripta di pietra, al di sotto delle segrete e delle fondamenta stesse del castello, nelle profondità più oscure della terra. Era un luogo disadorno, freddo e buio, pieno di ragnatele e tanto puzzolente. Al centro della sala c’era una statua di un uomo, in piedi, con la testa china e gli occhi chiusi, teneva le braccia leggermente aperte. Aveva un bel viso e un’espressione serena, non dimostrava molto più di 20 anni ma il suo corpo possente e la sua statura mettevano in soggezione. Ed era quello il mostro tremendo che dovevano risvegliare. In vita era stato un assassino, un ladro e un furfante della peggior risma. Aveva portato la carestia con la sua sola nascita e dovunque andasse portava morte e sofferenza insieme alla sua gilda di maghi oscuri. Era stato un uomo orribile ma finalmente, un giorno di 500 anni prima, la Grande Maga l’aveva imprigionato, facendolo diventare di pietra e poi l’aveva nascosto nelle profondità del castello dove era rimasto fino a quel momento. Ma ora avevano bisogno del suo aiuto, perché per quanto fosse un assassino e un bastardo era anche il più grande stregone e il più grande guerriero di tutti i tempi. Nessuno era mai riuscito a batterlo in un incontro leale e la Grande Maga aveva dovuto sedurlo per fargli abbassare la guardia e imprigionarlo. La famiglia iniziò a preparare il rito, tracciando a terra i segni di potere e bruciando le erbe per purificare il luogo. Dopodiché venne il momento di Desdemona, la ragazza tremava per la paura e si tratteneva a stento dal piangere


            -Alex ho paura- disse al fratello e quello l’abbracciò con foga per infonderle coraggio


            -Ti proteggeremo noi- le assicurò e le tenne la mano fin davanti a quella statua –sono con te Desy- le disse baciandola fra i capelli prima di andarsene fuori dal cerchio come richiedeva il rito. La ragazza si fece coraggio e iniziò a cantilenare la sua magia per risvegliare quello spirito. Da prima non successe nulla ma quando la ragazza iniziò a bagnare con sangue di capretto la roccia quella iniziò a prendere vita. Iniziò a respirare e a poco a poco a sgretolarsi. Due occhi rossi come il fuoco si aprirono e fissarono Desdemona mentre questa continuava la sua magia piangendo. La statua allora si mosse, le braccia andarono a circondare i fianchi della ragazza e le accarezzarono la schiena in un gesto rassicurante. Ma ad un tratto la statua si ritirò e guardò indignata la ragazzina prima di richiudere di nuovo gli occhi e tornare alla posizione iniziale, senza muoversi più


            -Che è successo?- chiese il re


            -Non lo so- ammise Gaio avvicinandosi alla statua per controllare e chiese alla figlia spiegazioni


            -Ho detto la formula nella maniera giusta, non capisco neppure io- ammise la ragazza guardando la statua di quell’uomo terribile


            -Forse era sbagliata la formula- azzardò Alex avvicinandosi e appena dentro al cerchio la statua si mosse di nuovo aprendo i suoi occhi di brace e fissandoli sul ragazzo che sobbalzò sorpreso e spaventato


            -Oppure era sbagliato il mago- sussurrò Gaio –figlio prendi il posto di tua sorella-


            -Come? Ma… - il ragazzo non capiva ma fece quanto ordinato e riprese da dove Desdemona aveva interrotto. La statua ora abbracciò lui e questa volta non sembrò volersene staccare, l’accarezzò per tutta la lunghezza della schiena e dei fianchi per poi andarlo a palpeggiare anche sul sedere –Ma che diavolo… ?- urlò indignato il ragazzo ma suo padre gli ordinò di continuare e Alex ubbidì mentre l’altro iniziava a baciargli il collo e intrufolava le sue mani sotto i vestiti –Padre, non posso! È un uomo!-


            -Mi dispiace Alex, ma se questi sono i suoi gusti non possiamo farci nulla- gli rispose Gaio decisamente sollevato. Preferiva di gran lunga che fosse Alexander a dover far rinascere quel demone, perché la piccola Desdemona non era ancora pronta per affrontare qualcosa di così crudele e tremendo. Alex sarebbe sopravvissuto, era un bravo ragazzo e un bravo mago e poi aveva già 16 anni mentre Desdemona ne aveva soltanto 4, almeno lui sapeva cos’era il sesso! Il ragazzo continuò a recitare la sua magia, mentre il tremendo stregone si approfittava di lui e esplorava con le mani ogni lembo di pelle e lo baciava su tutto il collo. Quando però lo penetrò con le dita il ragazzo si ribellò e gli sbattè in testa la ciotola rituale


            -Adesso basta!- gli urlò infuriato e lo stregone si massaggiò dove il ragazzo l’aveva colpito come se potesse sentire dolore, da prima si dimostrò sorpreso ma poi sorrise maligno e Alex tremò completamente di paura. Gaio lo incitò ancora a completare il rito, in fondo non era mica lui quello che stava venendo molestato! Il ragazzo concluse tagliandosi il palmo della mano ed offrendo il proprio sangue allo stregone che lo leccò fissando il ragazzo negli occhi e muovendo la lingua sulla ferita come se stesse leccando ben altra parte del corpo. Alex tremò ancora ma questa volta non di paura. E finalmente lo stregone fu libero. La sua pelle da grigio pietra ritornò ad essere come la descrivevano i menestrelli: di quell’insolito colore scuro, simile a caramello bruciato, con tanti sottili tatuaggi bianchi a solcarla persino sul viso e i corti capelli ritornarono del loro colore originale, un bianco argentato e luminoso che non dava però l’idea di vecchio. Era bello e tremendo allo stesso tempo, come l’avevano descritto tutte le storie di terrore, e forse anche di più. Alex poteva vedere la magia uscire dal suo corpo attraverso la pelle, così tanta e così forte da essere quasi solida. Non aveva mai visto niente del genere su nessun’altro mago, quello a cui si trovava davanti era davvero uno stregone eccezionale. Ma tutto passò in secondo piano quando l’uomo lo baciò sulle labbra, portando una mano fra i suoi capelli per impedirgli di scappare e allo stesso tempo trascinarlo a terra con lui. Era forte molto più di quello che sembrava e svestì Alex in un istante


            -Fermati!- gli urlò il ragazzo terrorizzato ma lo stregone non lo ascoltò. Nella sala erano rimasti solo il re e il padre del ragazzo, tutti gli altri per pudore se ne erano andati, lasciando il povero giovane al suo destino, che non fu poi così tremendo come si era immaginato. Lo stregone era rude ma allo stesso tempo cercò di non fargli troppo male, accarezzandolo e baciandolo in zone decisamente sensibili, iniziando piano per lasciargli il tempo di abituarsi. Quando finalmente venne Alex sperò che fosse tutto finito ma lo stregone gli fece solo cambiare posizione per poi ricominciare tutto da capo. E poi ancora un’altra volta e finalmente alla quarta Gaio e il re si decisero ad intervenire


            -Stregone, adesso basta!- gli ordinò il re e Alexander lo ringraziò mentalmente, quasi non riusciva più a respirare –Abbiamo cose importanti di cui discutere- lo stregone lo guardò perplesso e finalmente aprì la bocca per parlare ma non ne uscì niente di comprendibile


            -Ehiea fatawet ghgi ohjafi?- dal tono che usò sembrava aver fatto una domanda e che fosse anche incredibilmente irritato ma nessuno capì quello che aveva detto


            -Cosa?- chiese il re perplesso e stupito


            -Gei ohg tikawik genwri eowuri?- chiese ancora lo stregone sempre più perplesso e incazzato


            -Possibile che non parli la nostra lingua?- chiese il re a Gaio


            -Bhè è stato imprigionato molto tempo fa e al tempo la lingua parlata era probabilmente un'altra… - si ricordò il padre del ragazzo


            -E adesso che facciamo?- chiese allora il re


            -Bisogna andare a chiamare tutti i sapienti che conoscono le lingue antiche e farli scendere qui, sperando che almeno uno di loro sappia parlare con lo stregone-


            -Fieb gfo abfi obawg hwohywi- sbuffò lo stregone nella loro direzione, sempre irritato, ma quando si voltò verso Alexander sorrise radioso –ghe igtawib gtfuo aegfaihaetg, gervar?- gli chiese e naturalmente il ragazzo non capì una parola ma il senso della frase gli fu presto chiaro: lo stregone non era ancora soddisfatto e voleva ancora scopare. E mentre il re mandava a chiamare i suoi eruditi e quelle vecchie cariatidi scendevano alla velocità di lumache, lo stregone fece in tempo a venire altre due volte e Alexander svenne per la troppa fatica


            -Stregone!- lo chiamò ancora il re e quello si voltò fulminandolo con lo sguardo


            -Faji gfaub gfua bfua?- il re si voltò verso i suoi sapienti e uno subito si fece avanti


            -So che lingua parla- disse e poi si rivolse allo stregone –fih aieog haih ga fiaw hgtoia- gli disse che il re gli voleva parlare


            -Fiha egiha fagtawsgta gsegtgfswat igt nhaow! Uftinas igharjwi oatuiwa kfh asg!- gli ringhiò mettendosi a sedere, appoggiando Alexander al suo petto e tenendolo come se fosse un tesoro prezioso


            -Dice che non vi vuole ascoltare e che ha di meglio da fare- tradusse il vecchio, tralasciando che aveva mandato il re a fare qualcos’altro con il suo regale sedere


            -Digli che il regno è in pericolo e che l’abbiamo risvegliato solo perché ci aiuti- il vecchio tradusse


            -Hfiae efio aiofjawo ifhai-


            -Dice che non gli interessa- tradusse in maniera meno rude il vecchio


            -Digli che se non ci aiuta lo rinchiudiamo di nuovo- e il vecchio tradusse di nuovo


            -Kehaha!- disse lo stregone ridendo e l’aria attorno a lui crepitò e divenne nera per colpa del suo stesso potere malvagio di cui tutti si spaventarono


            -Ha detto “provateci”- balbettò il vecchio e adesso il re non sapeva più che dire, accorgendosi di aver risvegliato qualcosa di davvero incontrollabile. Gaio allora decise di intervenire e si tagliò anche lui il palmo della mano per poi poggiarlo a terra e attivare uno dei cerchi rituali


            -Vecchio digli che se non farà quello che vogliamo lo faccio tornare di nuovo pietra!- lo stregone rimase perplesso


            -Vi chiede se siete disposto a sacrificare vostro figlio- tradusse l’erudito


            -Si- rispose fermamente Gaio e allora lo stregone svegliò il ragazzo


            -Che succede?- chiese Alexander cercando di divincolarsi dalle braccia dello stregone ma poi si accorse che uno dei cerchi era attivo e riconobbe di quale si trattava –Non potete farlo, padre! Vi prego!- gli occhi del giovane erano fissi sul genitore e non vide l’espressione soddisfatta e maligna che apparve sul volto dello stregone


            -Mi dispiace ma non vuole aiutarci e non posso fare altrimenti- disse Gaio e prese ad attivare il sigillo


            -No! Ti prego!- gli chiese pietosamente il ragazzo ma non ricevette risposta allora si volò verso lo stregone con le lacrime agli occhi –Perché non ci vuoi aiutare? Preferisci tornare di pietra? Io non voglio!- gli urlò e lo stregone sembrò davvero sorpreso e impacciato


            -Ihf aer ioahira?- chiese al vecchio traduttore che gli spiegò quello che il ragazzo stava singhiozzando, rendendo più crudo e struggente il senso della frase. Lo stregone si fece perplesso e la sua espressione divenne combattuta, lui era abbastanza forte da contrastare l’incantesimo ma il ragazzino sarebbe sicuramente diventato di pietra. E mentre rispondeva nella sua antica lingua, accarezzava teneramente Alexander per cercare di calmarlo


            -Ha accettato di aiutarci!- disse il vecchio erudito sorprendendo un po’ tutti –ma vuole delle cose… - aggiunse mentre lo stregone continuava a parlare –vuole una casa tutta per sé costruita dove vuole lui e nel modo che preferisce… vuole molto oro e gioielli e… e vuole il ragazzo come suo compagno-


            -No!- si affrettò a dire Alexander


            -Digli che gli darò tutto quello che vuole se si dimostrerà fedele e mi servirà- accettò il re e lo stregone sorrise vittorioso alzandosi e tenendo in braccio Alexander che ancora piangeva. Non voleva essere una proprietà di quell’uomo orribile che l’aveva stuprato senza tanti riguardi e che nella sua vita passata era stato un assassino. Cercò conforto nello sguardo del padre ma non ne trovò. Nessuno lo guardò più negli occhi.


 


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Eventuali note: Ok, abbiamo conosciuto la bestia e adesso non scassatemi le balle perché Alexander è giovane perché altrimenti io inizio una campagna per chiedere la cancellazione di tutte storie erotiche con Ciel e Sebastian protagonisti (Kuroshitsuji) perché Ciel ha 12 anni e non gliene frega niente a nessuno! Gaio mi è venuto particolarmente stronzo in questo capitolo. Prima o poi metterò anche in rete i disegni per mostrarvi i tatuaggi del mago (si perché ho fatto un mucchio di disegni). La lingua parlata dal mago è la Famosissima, Rinomatissima, Difficilissima lingua del Saggio Criceto sulla Tastiera, per un po’ non capirete un accidenti di quello che dice, mettetevi l’anima in pace. Alexander è sfigato… sfortunatamente mi è nato così.

 
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