The mage

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bloodingeyes
view post Posted on 11/8/2011, 11:30 by: bloodingeyes




Massimo Magno


            Risalirono dalle segrete e andarono nella camera del tesoro, perché la prima cosa che il re voleva fare era ingraziarsi il terribile mago. Gli disse che tutto quello che trovava in quella sala era suo e che avrebbe fatto costruire dove preferiva la più bella casa di tutto il regno. Lo stregone annuì appena e chiese dei vestiti più appropriati all’epoca e fu accontentato, il re fece portare le più belle stoffe e modelli ma lo stregone guardò tutto disgustato, voleva qualcosa di più semplice e leggero. Provarono con altre vesti ma alla fine, spazientito, quello prese una stoffa nera e con la magia se la cucì addosso in un abito quasi da popolano. Quando fu vestito chiese di sapere in che condizioni versava il regno e il re lo portò nella sua sala del consiglio per mostrargli la situazione, come procedeva l’assedio e tutto quello che avevano tentato fino a quel momento. Lo stregone non disse mai una parola, rimanendo seduto sul suo scrano con le braccia incrociate e solo quando i generali ebbero finito il loro rapporto si alzò fissando la mappa di guerra


            -Quale magia pensate di usare?- gli chiese il re, facendo tradurre dal suo vecchio erudito


            -Nessuna magia, per un esercito così grande sarebbe troppo stancante-


            -Capisco- disse il re, leggermente deluso. Avrebbe proprio voluto vedere gli strabilianti poteri di quell’uomo all’opera. Alexander se ne stava da una parte silenzioso, senza capire del tutto cosa stavano dicendo tutti quegli uomini e guerrieri ma una cosa la capì meglio lui di chiunque altro in quella sala: quando lo stregone fece diventare le mappe dei modelli tridimensionali senza dire neppure una parola, capì di avere davanti l’uomo più potente che avesse mai camminato sulla terra. Per fare qualsiasi magia servivano delle parole, dei cerchi, dei riti ma lui aveva fatto una magia solo con l’imposizione della volontà e Alexander non conosceva nessuno in grado di fare una cosa del genere. Quello che riusciva a fare era allo stesso tempo tremendo e affascinante


            -Faihrij tologja dsio gtjgksdj- disse lo stregone e il vecchio si affrettò a tradurre


            -Vuole rompere gli argini del fiume- e continuò a tradurre tutto il piano che il tremendo mago stava proponendo di mettere in atto –Dovrete mandare dei vostri uomini fuori dalle mura della città e quelli dovranno sotterrare delle mie magie in questo punto- indicò un argine del fiume più a monte –io farò in modo che gli argini si rompano - pressò il modello sull’argine del fiume e l’acqua scese nella valle dove era radunato l’esercito nemico spazzandolo via, il castello era stato costruito più in alto proprio per evitare di essere sommerso in caso che gli argini si fossero rotti e quindi non venne neppure toccato dalle acque –E quando saranno tutti morti risanerò l’argine- continuò a spiegare lo stregone –e asciugherò l’acqua- passò la mano sul lago che si era creato nella valle e quello si asciugò –così avrete la vittoria- concluse ritornando ritto e fissando il re che gli sorrise e accettò senza fare domande quel piano


            -Avete bisogno di qualcosa per preparare le vostre magie?- gli chiese uno dei vecchi maghi del re ma lo stregone gli fece dire di avere solo bisogno di silenzio e calma


            -Lasciamogli questa sala allora!- intervenne il re euforico –usciamo e lasciamo lo stregone al suo lavoro- tutti ubbidirono e rimase solo Alexander


            -Gervar- disse lo stregone al ragazzo, sorridendogli e allungando la mano verso di lui. Alex gli si avvicinò tentennante e appena gli fu abbastanza vicino lo stregone lo trascinò a sedersi sulle sue gambe abbracciandolo –Gervar, niha gervar- gli disse ma naturalmente il ragazzo non capì una parola e tentò di dirglielo ma era come se un muto cercasse di parlare ad un sordo. Non si capirono e alla fine il ragazzino lasciò perdere e si lasciò abbracciare e baciare, in fondo non era poi così tremendo come fare sesso in una cripta oscura e puzzolente. Dopo poco tornò il re con sette guardie a scortarlo e il vecchio erudito per tradurre


            -Questi sono i miei soldati migliori, porteranno a termine il compito a costo della vita- disse il re per poi guardarsi in torno –dove sono le vostre magie?- chiese perplesso e il mago allungò la mano davanti al volto facendo apparire senza una parola sette piccoli sassi neri e lisci, consegnandone uno ad ogni guardia –Tutto qui?- chiese il re perplesso e stupito, non capendo quanto in realtà quelle piccole pietre fossero tremende, erano pezzi dello spirito del mago, parti integranti della sua magia e della sua anima, solidificate. Per fare una cosa del genere ci sarebbero volute intere settimane ad un altro mago


            -Kan- rispose lo stregone annuendo e aggiunse qualcos’altro che il vecchio dovette tradurre       -Dice che le vostre guardie devono muoversi subito, saltando dal lato a est delle mura, non devono temere la morte perché quelle pietre li proteggeranno dalla caduta, li nasconderanno dagli occhi dei nemici e finché le terranno in mano la loro unica preoccupazione deve essere quella di correre fino al fiume, una volta che le avranno seppellite devono rimanere sull’argine ma spostarsi di 50 passi e una volta che l’argine si sarà riformato gliele dovranno riconsegnare, se penseranno anche solo un attimo di tenerle verranno uccisi nella più brutale delle maniere- disse tutto questo fissando negli occhi le guardie con la stessa tranquillità di cui si può parlare di una bella giornata, era sicuro che quelle pietre sarebbero tornate a lui e che il suo piano avrebbe funzionato senza nessun intoppo. Quando le guardie furono finalmente partite lo stregone si rivolse di nuovo al re –Dice di voler parlare con l’invasore prima di ucciderne l’esercito-


            -E perché?- chiese il sovrano


            -Questioni personali- tradusse il vecchio erudito –se non accettate questa condizione dice che non farà la sua magia- e il re fu costretto ad accettare. Alex andò affianco al vecchio erudito e gli parlò a bassa voce


            -Potreste tradurmi una cosa?- gli chiese porgendogli il braccio per aiutarlo a camminare


            -Se posso lo farò- gli rispose il vecchio e il ragazzo guardò il re e lo stregone che camminavano davanti a loro nel più completo silenzio


            -Lo stregone continua a ripetermi una cosa, ma non capisco cosa significhi-


            -Cosa ti dice?-


            -Gervar- a quella parola lo stregone si voltò verso di lui sorridendo e il ragazzo arrossì –che diavolo ho detto?- chiese esasperato


            -Gervar significa “Tesoro” o “Amore”, è un modo carino per chiamare il proprio compagno- gli spiegò il vecchio e Alexander arrossì fino alla punta delle orecchie


            -Ma perché proprio a me?- si lamentò


            -Era destino- gli rispose il vecchio –era nel tuo stesso sangue-


            -Nel mio sangue c’era un incantesimo per risvegliare un antico e tremendo stregone ma non c’era scritto da nessuna parte che sarei dovuto diventare il suo fidanzato!- ringhiò il ragazzo


            -Pensa al lato positivo: per lo meno non è la persona orribile che tutte le storie dipingono… o non così tanto… -


            -Su questo non ci giurerei- si lasciò sfuggire il ragazzo


            -Perché dici così? So che quello che ti ha fatto è stato traumatizzante ma ti assicuro che poteva essere peggio, molto peggio… -


            -Non è per quello!- si affrettò a spiegare il ragazzo, alzando la voce e ancora lo stregone si voltò a controllare ma non disse nulla, non capendo quello che stava succedendo –è per il suo potere, mi spaventa! Attorno a lui c’è un aura magica che sembra quasi solida ed è così nera! Fa paura!-


            -Mi dispiace- disse ancora il vecchio ma non aggiunse altro. Il ragazzo doveva imparare a convivere con questa sua nuova condizione, lui era solo un vecchio topo di biblioteca e non intendeva andare contro al più temibile mago di tutti i tempi. Una volta sulle mura l’uomo si sporse per vedere le file nemiche che si stavano riposando e il suo viso divenne una maschera dura e vuota


            -Chiedetegli se va tutto bene- ordinò il re al suo traduttore e lo stregone annuì prendendo da parte l’erudito per parlargli da solo. Intanto uno squadrone di cavalieri si avvicinò alla città: era il re invasore che veniva per parlare. Le porte della città si aprirono e uscì solo il mago


            -Che scherzi sono questi?- chiese l’invasore –chi sei tu? Io devo parlare con il re!-


            -Io sono Massimo Magno- disse lo stregone con un accento assurdo, ripetendo le parole che il vecchio erudito gli aveva insegnato in pochi minuti –arrendetevi o morirete!- il re gli rise in faccia e firmò così la sua condanna. Un rumore come di un tuono o di una frana riempì la valle mentre gli argini del fiume cedevano e l’acqua scendeva a valle uccidendo e distruggendo tutto l’esercito nemico. Il re guardò la disfatta del suo esercito, sopraggiunta in meno di un attimo


            -Io sono Massimo Magno- ripeté –Sono lo stregone immortale, l’uccisore del Drago, deponete le armi e inginocchiatevi a me- il re urlò ai suoi uomini di attaccare ma appena lo fece la sua pelle iniziò ad essere dilaniata da mille lame e gli occhi gli si sciolsero nelle orbite mentre la sua armatura prendeva fuoco. A vedere la fine del loro re gli altri soldati smontarono da cavallo e gettarono le loro armi ai piedi di quel mago –Vi concederò la grazia- disse allora l’uomo –ma prima di poter tornare alla vostra casa dovrete andare in ogni regno e dire che lo stregone immortale Massimo Magno è tornato a camminare sulla terra, giurate di farlo e avrete salva la vita- i cavalieri giurarono e furono liberi di andarsene.


 


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Eventuali note: E abbiamo iniziato a vedere gli strabilianti poteri dello stregone all’opera e finalmente abbiano anche scoperto come si chiama. Massimo era uno dei nomi che mi erano stati dati per la challenge e significa “il più grande, il maggiore”. Magno è il secondo nome, non il cognome, e significa sempre grande. Alla fin fine il suo nome per intero dovrebbe significare il più grande fra i più grandi (un po’ megalomane da parte mia battezzarlo così ma mi piaceva come suonava). Alexander, mi ero dimenticata di scriverlo, significa protettore degli uomini… e non ci azzecca niente con lui. Per la storia del “Io sono Massimo Magno, sono lo stregone immortale, l’uccisore del Drago” non vi posso spiegare ancora ma è la parte forse più interessante della sua storia personale.


 

 
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