The mage

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bloodingeyes
view post Posted on 12/8/2011, 10:47 by: bloodingeyes




Ranmara


Quella che iniziava non era una bella giornata, anzi, era davvero pessima. Per prima cosa era iniziata con un urlo agghiacciante che aveva terrorizzato mezza città e tutto il castello. L’unico che fu felice di sentire quel verso orribile fu Massimo Magno che riconobbe immediatamente la voce di Ranmara e si precipitò fuori per andarla a chiamare. Alexander invece dovette solo uscire di casa per ritrovarsi la gigantesca bestia di fronte e la riconobbe immediatamente per il colore nero delle scaglie che diventava rosso sul lato sinistro del collo e ritornava nero sul petto. Ma non era un drago, come gli aveva sempre raccontato sua nonna, bensì una viverna, una strana specie di drago che non aveva le zampe anteriori ma solo quello posteriori e somigliava tanto a un grosso serpente alato e cornuto. Era una bestia piuttosto brutta e inquietante ma soprattutto sembrava molto incazzata dagli strilli che faceva. Era atterrata ad appena una via di distanza dalla casa del ragazzo e strillava guardandosi intorno e distruggendo con la sua lunga coda le case. Gaio uscì poco dopo suo figlio e rimase pietrificato per un attimo nel riconoscere quell’orrenda bestia a chi apparteneva e imprecò sommessamente. Non poteva attaccarla e non poteva neppure imprigionarla perché l’ultima persona che aveva osato toccare quella viverna era stato fatto a pezzi da Massimo Magno in persona. Ma non poteva neppure lasciarla andare in giro libera: stava distruggendo mezza città e se continuava così l’avrebbe rasa al suolo completamente


-Vado a chiamare lo stregone- disse Gaio alla famiglia –voi chiudetevi in casa!- e detto questo iniziò a correre, attirando immediatamente lo sguardo dell’animale che smise di ringhiare e urlare per un attimo e lo fissò con i suoi occhi che sembravano fatti di oro liquido ma non lo trovò abbastanza interessante e allora spostò ancora lo sguardo e vide Alexander. Gli urlò contro e il ragazzo rimase pietrificato dalla paura mentre l’animale si avvicinava, era grande immenso e i suoi occhi sembravano starlo già sbranando, mentre i lunghi denti bianchi scintillavano a contrasto con la pelle nera


-Alex!- gridò terrorizzata Elaina ma il ragazzo non riuscì a muoversi tanta era la paura per quella bestia che ora lo fissava sbavando. Stava per morire, lo sapeva, adesso quell’orribile bestia l’avrebbe mangiato, non doveva neppure fare la fatica di masticarlo tanto era piccolo al suo confronto ma l’animale non lo divorò, rimase lì davanti a lui ad osservarlo con quei suoi inquietanti occhi dorati, come se fosse in attesa di qualcosa. Alexander aveva la mente vuota e incasinata allo stesso tempo, non aveva il coraggio di muoversi e allo stesso tempo voleva fuggire mille miglia


-Hey!!!- urlò Elaina cercando di attirare lo sguardo della belva lontano dal figlio ma non le riuscì così gli lanciò addosso un sasso, che dopo lo stregone facesse di lei quello che voleva per aver osato toccare il suo animale, ma in quel momento doveva salvare Alex, nient’altro era importante. La viverna spostò a mala pena lo sguardo e poi tornò a fissare il ragazzo –No, dannazione! Stupida bestia, guarda me!- gli urlò tirandogli altri sassi e scagliandogli magie addosso ma tutto rimbalzava contro quella sua pelle coriacea, infastidendolo appena. L’animale abbassò la testa fino al ragazzo e gli stette ad appena un palmo dal naso, aprendo lentamente le fauci


-Ranmara!- l’animale rizzò immediatamente la testa e cercò il suo padrone con lo sguardo, trovandolo all’imbocco della via, gli si precipitò incontro e lo salutò leccandolo e facendo degli strani versi come avrebbe fatto un cagnolino. Un cagnolino alto cinque metri, con denti giganteschi e occhi da incubo. Massimo rideva contento di aver ritrovato il suo cucciolo, la sua adorata viverna. Alexander invece si lasciò cadere a terra terrorizzato e sua madre lo andò immediatamente ad abbracciare, tremava come un pulcino e le si aggrappò contro con tutte le sue forze


-È tutto finito, tutto finito- gli ripeteva la donna come una cantilena e quando arrivò la guardia cittadina pochi minuti dopo erano ancora nelle stesse posizioni: Massimo Magno che vezzeggiava il suo orribile mostro e Alexander che tremava e piangeva di paura fra le braccia della madre


-Cos’è successo qui?- chiese il capitano alla donna, non osando avvicinarsi alla viverna –chi sono quelli? Che diavolo ci fa dentro la città quell’orrido animale?-


-Quello è lo stregone Massimo Magno e quella bestiaccia che si è quasi divorata mio figlio è il suo cucciolo!- gli rispose con odio puro la donna. Il soldato guardò prima lei poi lo stregone, non sapendo cosa fare. In suo aiuto arrivò il re in persona che ordinò ai suoi uomini di scortare il mago e la sua viverna nelle stalle e di trattare l’animale nella migliore delle maniere. Quando si accorse della presenza di Alexander e di sua madre il re gli si avvicinò preoccupato, il ragazzino era importante per lo stregone e lui doveva averne cura


-Che succede?- chiese altezzoso alla donna e quella gli rispose la stessa cosa che aveva detto al capitano ma con ancora più odio e astio –mi dispiace, per l’incidente… - le disse il re accondiscendente ma la donna gli urlò contro furiosa


-Incidente? Quella bestia stava per mangiarsi mio figlio!- le sue urla furiose fecero voltare anche lo stregone


-Si, capisco il vostro stato d’animo… - cercò di dire il re


-No, voi non capite! Non era uno dei vostri figli quello che stava per essere sbranato!-


-Non urlate- cercò di calmarla il re ma lo stregone era già ritornato sui suoi passi e si inginocchiò davanti alla donna, fissando Alexander


-È tutta colpa tua! Mostro! Quella tua bestiaccia stava per sbranare mio figlio! Avremmo dovuto lasciarti a marcire in quella cripta per tutta l’eternità!- il mago non capiva cosa stesse succedendo, perché quella donna fosse così arrabbiata e perché il ragazzo stesse piangendo e tremando così violentemente. Cercò di toccarlo ma la donna non glielo permise, guardandolo con odio puro –Lascia stare mio figlio, mostro!- gli urlò ancora e lo stregone non seppe più cosa fare. Voleva sapere cos’era successo, voleva che Alex la smettesse di tremare e piangere, e avrebbe tanto voluto che quella donna la smettesse di urlargli contro in una lingua incomprensibile e di guardarlo con tutto quell’odio. Ma non sapeva che fare così quando il re lo prese per un braccio accompagnandolo via si lasciò trasportare silenzioso e confuso.


 


*°*°*°**°*°*


 


Eventuali note: Si, Ranmara è brutta. Non ci posso fare niente, è brutta e basta. Però per lo stregone rimane il suo cuccioletto adorato… Elaina è una madre straordinaria. Non ho avuto modo di mostrarlo nei capitoli precedenti ma lo è.

 
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