The mage

« Older   Newer »
  Share  
bloodingeyes
view post Posted on 17/8/2011, 13:43 by: bloodingeyes




Ritorno al castello


-Gaio è una follia!- tuonò Elaina svegliando di colpo Alexander –Nostro figlio stava quasi per essere sbranato da quella bestia e tu voi mandarlo di nuovo da quel suo orribile padrone?-


-Abbassa la voce- le disse Gaio –lo so che è difficile da accettare ma sai di cosa è capace quell’uomo, Alex è diventato il suo pupillo ma è pur sempre lo stregone che ha ucciso un intero esercito da solo! Non possiamo non fare quello che ci ordina, non finché non troveremo un modo per imprigionarlo di nuovo!-


-Ma è mio figlio! Non posso sopportare che quella bestia gli faccia del male! Hai visto come tremava? Non posso vedere mio figlio in quelle condizioni, non lascerò che quell’uomo lo tocchi di nuovo!-


-Elaina, ascoltami!- tuonò allora Gaio –Alexander adesso tornerà dallo stregone e starà con lui, è il suo destino, non può opporsi, deve fare il bene del regno e non comportarsi come un moccioso piagnucolone-


-Come ti permetti!- gli urlò contro la donna –Alex è solo un bambino, non puoi mettergli questo peso sulle spalle, non te lo permetto!-


-Non è questione che tu lo permetta o meno, è qualcosa che va oltre noi, quel mago è troppo potente, non lo possiamo affrontare! Tutto quello che possiamo fare per ora è accontentarlo!-


-Ma Alex… - tentò di dire la donna


-Mamma- la chiamò il ragazzo uscendo dalla sua stanza, dove aveva ascoltato tutta la conversazione


-Tesoro ti sei svegliato- gli andò incontro e l’abbracciò teneramente


-Sto bene mamma- le disse –posso tornare dallo stregone anche adesso-


-Bravo ragazzo!- si complimentò Gaio ma la madre si oppose con forza


-Non sei costretto a tornare da quell’uomo, puoi rimanere qui- Alexander le si strinse al petto e trattenne a stento le lacrime, voleva restare per sempre nell’abbraccio rassicurante di sua madre e non dover più rivedere gli spaventosi occhi dorati della viverna né quelli del suo padrone ma sentiva di non poterlo fare


-No- le disse con un filo di voce –devo tornare dallo stregone- Massimo Magno però se ne era andato a controllare i lavori della sua nuova casa e aveva detto che non sarebbe tornato prima di cena. Doveva intessere strani incantesimi nelle travi, nelle fondamenta e nelle pietre della casa e gli sarebbe occorsa tutta la giornata. Il re era furibondo per il comportamento sfrontato dell’uomo e vagava borbottando fra le varie sale del palazzo e quando i suoi generali gli chiedevano quanti uomini servissero per la compagna militare, di quali macchie d’assedio ci fosse bisogno o altre cose inerenti lui si metteva ad urlare infuriato e inveiva coloritamente contro lo stregone. Alex si era portato dietro i suoi libri di magia e andò in biblioteca a studiare, erano ormai tre giorni che non andava più a scuola ma era sicuro che il maestro non l’avrebbe sgridato per le sue assenze, ormai tutto il mondo doveva sapere che era diventato il pupillo del mago, come aveva detto Gaio. Mentre leggeva le formule antiche e cercava di fare un esercizio particolarmente difficile gli venne naturale chiedersi se lo stregone l’avrebbe potuto aiutare, di sicuro per lui che piegava con la sola volontà ogni elemento quel cerchio rituale sarebbe stato una bazzecola da completare. Si chiese come sarebbe potuto essere imparare da lui la magia, cosa si provasse al sentire il potere di quell’uomo insieme al proprio, se facesse male oppure fosse piacevole, e per una qualche strana ragione gli venne in mente quando avevano fatto sesso, l’espressione del mago che aveva mentre si muoveva dentro di lui e come si era sentito caldo e tremante ad ogni movimento. Scacciò furiosamente quei pensieri fuori dalla sua mente e si concentrò su quel dannato cerchio rituale ma in continuazione si distraeva pensando allo stregone e a quello che avevano fatto insieme. Per quanto tentasse di concentrarsi sullo studio alla fine non ci riusciva e così decise di uscire dalla biblioteca e andare a fare un giro per il palazzo, sperando che cambiando aria sarebbero cambiati anche i suoi pensieri. Non era neppure ora di pranzo e la giornata si prospettava decisamente lunga e noiosa. Sarebbe voluto tornare a casa ma era convinto che suo padre l’avrebbe subito rispedito al castello e non avendo nulla di meglio da fare si mise a girovagare fra le varie stanze della reggia, il re in persona gli aveva detto che era libero di farlo, quindi tanto valeva approfittarne ma dopo dieci minuti si era già perso, si ritrovò a girare in tondo sempre nello stesso piano e continuò così per qualche ora finché non lo trovarono le guardie che lo riportarono nella stanza che il re aveva concesso allo stregone e gli fecero portare anche il pranzo. Mangiare in silenzio e da solo non gli piacque per niente, era sempre stato abituato a stare a pranzo e a cena con la sua famiglia, parlando del più e del meno. Non gli era mai capitato di pranzare in così religioso silenzio, poteva persino sentire le serve che chiacchieravano nella stanza accanto, era davvero brutto e quando si alzò da tavola si buttò sul letto sempre più depresso. Non gli piaceva stare da solo, lesse un libro e scarabocchiò i quaderni, ma alla fine la combinazione di silenzio, pancia piena e letto comodo lo fecero addormentare.


Massimo Magno tornò come aveva promesso per cena e mentre era a tavola il re lo tormentò con  le sue domande e le sue idee per la compagna militare, alle quali il mago non era minimamente interessato. Era ormai notte inoltrata quando finalmente lo stregone si riuscì ad alzare da tavola e andare a letto, era stata una giornate pesante, aveva dovuto fare un mucchio di incantesimi e più di una volta gli era venuta voglia di erigere da solo la sua casa ma sapeva benissimo che si sarebbe sfinito e c’era rischio che cascasse tutto alla prima tempesta. Le cose migliori sono sempre quelle più difficili da raggiungere, ci voleva tempo e passione per fare bene una cosa, anni di tecnica e studio. Ma se i progetti fossero stati seguiti alla lettera sapeva che ne sarebbe largamente valsa la pena, la casa sarebbe stata perfetta e da lì avrebbe potuto riprendere ad addestrare i suoi adepti, a migliorare la magia e ad ingrandire la sua gilda. Quando era diventato di pietra aveva perso tutto: la sua confraternita si era sfasciata, la sua casa era stata distrutta e tutto quello che gli era appartenuto era andato perso e sparso ai quattro angoli del mondo. Ma ora poteva riconquistare tutti i suoi poteri e tornare ad essere il più grande mago di tutti i tempi. Si accorse di Alexander non appena mise piede in camera, era tutto arrotolato sotto le coperte a dormire tranquillo ma allo stregone prese un colpo: non si aspettava di rivederlo così presto dopo lo spavento che Ranmara gli aveva fatto passare. Il vecchio traduttore gli aveva spiegato cosa era successo e Massimo se ne era tanto dispiaciuto, per la prima volta dopo tantissimo tempo si era incazzato con Ranmara, e avrebbe tanto voluto andare da Alexander per chiedergli scusa di come si era comportata la viverna ma il vecchio gli aveva consigliato di lasciarlo in pace per un po’, dandogli il tempo dei riprendersi dallo spavento. Quando lo vide dormire nella sua stanza ebbe un impulso fortissimo di abbracciarlo e non lasciarlo mai più ma si trattenne, non voleva assolutamente spaventarlo più di quanto Ranmara non avesse già fatto. Quindi si svestì e si infilò a letto pure lui, cercando di non svegliare il ragazzo. Lo baciò sulla fronte e si addormentò guardando il suo viso disteso e tranquillo nel sonno.


 


*°*°*°**°*°*


 


Eventuali note: Alexander ha un senso dell’orientamento davvero schifoso se non si fosse capito e Gaio è uno stronzo (la cosa brutta è che peggiora anche)

 
Top
46 replies since 11/8/2011, 10:11   342 views
  Share