The mage

« Older   Newer »
  Share  
bloodingeyes
view post Posted on 24/8/2011, 00:16 by: bloodingeyes




Il primo di una serie


I giorni passavano lenti, Massimo Magno stava via dalla mattina alla sera per controllare la sua nuova casa e intessere su di essa i giusti incantesimi. Alexander riprese ad andare a scuola ma il maestro e i suoi compagni ora lo guardavano in maniera differente, come se si aspettassero di vedergli spuntare due corna di cervo in testa da un momento all’altro. Il re invece era sempre più incazzato dall’insubordinazione del mago, dal fatto che non ascoltasse con interesse i suoi discorsi e che si interessasse più alla costruzione di una casa che alla campagna militare. Quando non era a controllare la costruzione della sua dimora, lo stregone andava da Ranmara per assicurarsi che l’animale, che si era costruito un nido nel folto della foresta, si fosse ambientato bene e che trovasse da mangiare. Alle volte, alla sera, invece di tornare al castello saltava sulla sua schiena e andavano a volare insieme, sparendo all’orizzonte fino al mattino presto. Ma quando poteva lo stregone stava il più possibile con Alexander. Ancora non si capivano per niente, lo stregone aveva imparato il significato di qualche parola e Alex riusciva a capirne qualche dell’antica lingua del mago, ma non parlavano mai molto e l’unica cosa che facevano era il sesso. E alla fine il ragazzo se ne era quasi abituato. Se ci pensava lo schifava quello che faceva con il mago ma quando se lo trovava davanti, nudo e fisicamente perfetto, che lo fissava con quei due occhi sanguigni e lo baciava come se la sua vita dipendesse da quello, allora non provava il minimo ribrezzo. Al contrario spesso si ritrovava a sorridere come un demente o ad urlare come una ragazzina mentre lo stregone lo faceva suo. Quando andavano a letto insieme tutto il mondo perdeva consistenza, non c’erano moralismi o alte cretinate, l’unica cosa importante erano i loro corpi che si muovevano e si strusciavano l’uno contro l’altro. Alle volte allo stregone prendevano dei momenti di pura dolcezza però per lo più era sesso. Alexander una sera ne parlò con sua madre, Desdemona era già a letto e Gaio era andato a bere alla taverna quindi c’erano solo loro due e la donna gli chiese se stava bene, se lo stregone gli avesse fatto del male. E allora il ragazzo gli raccontò di come solo il giorno prima il mago era stato un ora a coccolarlo senza chiedere nulla di più


-Inizio a pensare che la nonna avesse un po’ esagerato con le sue storie- disse il ragazzo –non mi sembra proprio la persona tremenda che dipingeva lei-


-Forse lo è stato e la prigionia l’ha cambiato- suppose Elaina mentre riordinava la cucina –oppure potrebbe benissimo essere una maschera-


-E perché dovrebbe mentire? Con tutto quel potere niente gli è impossibile e poi perché dovrebbe essere gentile proprio con me? Io non gli posso dare niente. Se volesse qualcosa dovrebbe andare dal re!-


-Ho sentito che il sovrano è arrabbiato con il mago-


-Arrabbiato?- ripeté il ragazzo sarcastico –è furioso! Massimo non vuole parlare della campagna militare e passa tutto il suo tempo o quasi a intessere incantesimi nelle mura della sua nuova casa, il re non ne può davvero più!-


-Ti ha portato a vedere la casa?- gli chiese sua madre mentre gli dava un biscotto che aveva fatto quel pomeriggio e una tazza di latte tiepido, era un rito quello, prima di andare a letto mangiavano un biscotto e una tazza di latte, aromatizzandolo d’estate con il miele e d’inverno con il liquore. Avevano cominciato quando il padre di Alex era morto, e avevano continuato anche quando Elaina aveva sposato Gaio e anche quando era nata Desdemona. Solo loro due però, era una cosa fra madre e figlio che avevano imparato a condividere e dalla quale non volevano separarsi


-No, non ci sono ancora stato- gli disse lui azzannando il biscotto al cioccolato e mandorle


-Non sei curioso?- gli chiese la donna con un mezzo sorriso –ti ricordi la storia che la nonna raccontava sulla sua dimora?-


-Che era costruita su un centro di potere e che sembrava essere stata fatta volontariamente dagli alberi? Si, me ne ricordo ma non credo che questa assomiglierà a quella vecchia visto che la stanno costruendo i carpentieri del re!-


-Però è un peccato, la casa dello stregone era l’unica cosa bella di cui parlava la nonna, tutto il resto era solo sangue e morte-


-Già- assentì il ragazzo pucciando il biscotto nel latte e mangiandolo


-Mi stavo quasi dimenticando- disse Elaina alzandosi in piedi e andando a prendere qualcosa dalla credenza –ieri sono andata in soffitta per cercare una cosa e ho trovato fra le cianfrusaglie della nonna questo libro- il ragazzo prese il grosso tomo che sua madre gli porgeva e lo iniziò a sfogliare. Era un libro di magia molto antico, uno di quelli che era difficile trovare anche nelle biblioteche, ma non solo. Era anche pieno di appunti scritti a mano sui lati delle pagine e ogni tanto saltavano fuori pagine staccate dal tomo e fittamente scritte, altri incantesimi che Alex faticava persino a comprendere


-È davvero molto prezioso- ammise il ragazzo


-Si, lo so- gli rispose Elaina con un sorriso –ma molto più di quello che pensi tu, sono quasi convinta che quello sia il libro di sortilegi dello stregone o della nostra antenata-


-Non è possibile!- sbottò il ragazzo –e cosa te lo fa pensare?- sua madre gli sedette affianco e sfogliò alcune pagine per poi fermarsi su quella di un cerchio rituale particolarmente complesso


-Questo- gli rispose la donna indicandolo –non ho mai visto nulla di così complicato in vita mia e non riesco a comprendere neppure del tutto a cosa serva ma sono convinta che siano esistite solo due persone nella storia in grado di creare una cosa del genere: la Grande Maga e Massimo Magno- Alex sfiorò i contorni del cerchio e cercò di decifrate quella strana scrittura –Tienilo- gli disse sua madre distogliendolo dai suoi pensieri


-Come? Perché?- le chiese il ragazzo perplesso


-Perché io non me ne farei nulla ma a te potrebbe tornare utile uno di questi giorni- Alexander chiuse il tomo e ne sfiorò la copertina con le dita


-Grazie- disse sincero alla donna che l’abbracciò –ora però devo tornare al castello- Elaina annuì e l’accompagnò fuori, ormai era da tempo che non dormiva più a casa ma era quasi sempre tornato a dare la buona notte a sua madre. Montò a cavallo e salutò la donna prima di partire al trotto per tornare al castello dove Massimo lo aspettava, disteso a letto ma ancora sveglio


-Shane, gervar- lo salutò lo stregone


-Shane- gli rispose Alexander mentre si toglieva la giacca e lo stregone gli sorrise, sembrava piacergli particolarmente quando parlava la sua lingua e riusciva a comprenderlo. Stava per distendersi a letto quando un servo impacciato e tremante venne a chiedere dello stregone


-C’è uno dei suoi adepti, quelli con le vesti nere e le maschere d’osso- spiegò il servo tremante e Alexander cercò di farsi capire a gesti dallo stregone, lo fece rivestire e lo costrinse a seguire il servo. Il ragazzo avrebbe tanto voluto starsene in camera ma Massimo Magno volava che lo seguisse, almeno è quello che capì il ragazzo dai gesti che gli faceva. Il servo li portò nella sala del trono dove ad attenderli c’era il re con alcuni suoi confidenti, compreso il vecchio erudito che traduceva quello che diceva lo stregone. Ma soprattutto c’era una figura completamente coperta da un lungo mantello nero come la notte che indossava il teschio di un coccodrillo a coprirgli il volto. Quando Massimo Magno entrò nella stanza il suo adepto venne scosso da un tremito e si inginocchiò al cospetto del suo maestro che gli andò incontro senza dire una parola, con un espressione rilassata e allo stesso tempo compiaciuta sul viso. Parlò al suo seguace e quello gli rispose senza la minima esitazione, con voce tremante e mostrando per lo stregone quella che poteva essere la ceca reverenza che si aveva in un Dio. Il vecchio erudito tradusse a bassa voce al re quello che i due si dicevano e Alexander origliò la traduzione


-Lo stregone gli chiede come si chiama e da quale famiglia proviene “Sono Siso di Maracar il mio antenato vi ha servito con il nome di Tardero di Maracar” Mi ricordo di lui, era un bravo stregone “Mai quanto voi” Non mi lodare- lo stregone rise compiaciuto e aggiunse –mi vuoi seguire oppure sei venuto a dirmi che vuoi proseguire per la tua strada? “Io desidero imparare da voi, essere un vostro servo e fare per voi quanto il mio potere mi permetterà” E allora ti do il benvenuto Siso di Maracar nella mia gilda- l’uomo incappucciato alzò il volto verso il maestro e si tolse la maschera. Era un uomo giovane, poco più che ventenne, con lunghi capelli biondi e occhi neri come la pece, un viso allungato e piuttosto aggraziato, aveva le lacrime agli occhi tanta era la felicità di trovarsi di fronte allo stregone che gli mise una mano sulla spalla aggiungendo qualcos’altro nella sua antica lingua che il vecchio tradusse come –sono contento di averti trovato- e l’altro rispose –sono contento di avervi trovato- poi si rimise in piedi e dal mantello estrasse un fagotto lungo e sottile, dandolo al mago dicendo –in segno della mia lealtà- lo stregone lo aprì e ne estrasse un lungo bastone di legno chiaro con al culmine una pietra blu rilucente e una catenella dorata a cui erano attaccate altre pietre a goccia dello stesso colore di quella grande. Massimo strinse fra le mani il bastone e la gemma si illuminò nel riconoscere l’energia del suo solo e unico padrone –ti ringrazio di avermela riportata- tradusse il vecchio quello che il mago aveva detto all’adepto. Poi Massimo Magno afferrò la catenella attaccata al bastone e se la mise al polso facendole fare diversi giri e, per magia, il suo bastone scomparve, proprio come raccontavano le antiche storie. Lo stregone guardò sorridente il bracciale e ringraziò il suo seguace per avergli riportato quell’oggetto così prezioso, chiese quindi al re di dare alloggio al suo adepto finché la sua casa non fosse stata completata e il sovrano non poté fare a meno di accettare.

 
Top
46 replies since 11/8/2011, 10:11   342 views
  Share