The mage

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bloodingeyes
view post Posted on 9/9/2011, 17:52 by: bloodingeyes




Ranmara e Regina


Massimo Magno stava pulendo Ranmara fuori dalle scuderie del castello. Le viverne avevano la necessità di essere pulite almeno una volta al mese, allo stato selvatico infatti ne morivano molte per le malattie che la sporcizia portava. Era uno dei loro peggiori difetti, le squame erano leggermente rialzate su tutto il corpo per consentire alla bestia di regolare meglio la temperatura del corpo, così che non era un problema per loro vivere nei luoghi più caldi né fra i ghiacci, ma questo faceva si che la pelle sottostante le squame, che era più tenera e delicata, venisse a diretto contatto con lo sporco e se la viverna si tagliava o si faceva male era quasi sicuro che le ferite si sarebbero infettate. Per quanto Ranmara fosse una animale forte e gli fosse capitato solo una volta di dover combattere il male di una ferita infetta Massimo Magno non voleva rischiare. Lavò meticolosamente la pelle dell’animale con l’acqua in cui erano state disciolte erbe medicinali. Ranmara se ne stava accucciata ad occhi chiusi, tranquilla, lasciandosi fare quel bagno e godendosi le coccole del padrone, ma alzò la testa di scatto quando si accorse che qualcuno stava venendo verso di loro. Alex chiamò da lontano lo stregone, avendo ancora parecchia paura della viverna ma il suo padrone gli fece segno di avvicinarsi ma visto che non lo faceva ordinò a Ranmara di tornare ad accucciarsi e andò a prendere Alex in braccio, costringendolo a seguirlo dalla viverna


-Mettimi giù!- gli urlava terrorizzato il ragazzo e più si avvicinava alla viverna più tentava di liberarsi e fuggire via


-Gervar, keteta- gli disse lo stregone tranquillo


-Gervar un corno! Lasciami andare!- gli urlò il ragazzo ma si bloccò di colpo quando si trovò proprio di fronte alla viverna che lo guardò curiosa


-Keteta- gli disse di nuovo lo stregone e il ragazzo immaginò che cercasse di dirgli di calmarsi ma lui non poteva capire cosa stesse provando a trovarsi davanti a quel bestione. In fondo non era lui quello che per poco non veniva sbranato! Ranmara avvicinò il muso al ragazzo e l’annusò curiosa, aveva sulla pelle l’odore del suo padrone ma il suo odore originale era tipico dell’età di transizione degli umani. Aveva l’odore dolce dei piccoli ma con qualche sfumatura decisa, tipica degli adulti. E aveva addosso anche un odore un po’ particolare che gli ricordava tanto i fiori d’arancio. In generale gli piaceva l’odore di quel ragazzo e il padrone sembrava volergli bene, quindi anche Ranmara decise che l’avrebbe accettato ma quando lo leccò per fargli capire che non doveva temere nulla, quello si spaventò ancora di più e per poco non iniziò a guaire in quel modo strano che hanno i cuccioli umani. Massimo ordinò alla viverna di distendersi di nuovo e subito quella eseguì ubbidiente, anche se continuava a fissare Alex, gli dispiaceva che stesse guaendo in quel modo e da viverna femmina quale era avrebbe tanto voluto farlo smettere. Massimo Magno si inginocchiò al fianco della viverna e prese una delle mani di Alex fra le sue facendogliela appoggiare sulla pelle squamosa di Ranmara –Izke? Namaret ish tadar- gli disse lo stregone sorridendo


-Demente, non capisco una parola!- gli ringhiò il ragazzo e l’altro lo guardò perplesso, esasperato Alex cercò di convincerlo a tornare ai suoi doveri  –Il re ti cerca- gli disse scandendo bene ogni parola e il mago sbuffò esasperato, aveva imparato bene cosa significava quella frase e non gli piaceva


-Shaka- gli rispose lasciando andare il ragazzo per finire di lavare il suo animale. Alex da prima non seppe cosa fare, se ne voleva andare ma Ranmara continuava a fissarlo intensamente e non si fidava ad allontanarsi troppo dal mago. Quando ebbe finito, lo stregone fece uno strano fischio e la viverna si rimise diritta aprendo le ali. Massimo Magno l’accarezzò un ultima volta e Ranmara leccò il viso di Alex prima di spiccare il volo e ritornare della foresta


-Igjiaeht giisdhjq- gli disse il mago sorridendo


-Ti ripeto per l’ennesima volta che non ti capisco- gli disse il ragazzo pulendosi la faccia e i capelli dalla bava, lo stregone inclinò la testa perplesso ricordando al ragazzo uno strano gufo –Dai seguimi!- gli ordinò lui mostrandogli la via, il mago lo tirò indietro e gli scompigliò i capelli sorridendo e tenne la mano sulla sua spalla per tutto il tragitto facendo arrossire di vergogna Alexander ogni volta che incontravano qualcuno, che fosse un servo, un popolano o un cavaliere, ma lo stregone sorrideva tranquillo e non lo lasciava allontanare da sé. Una volta che arrivarono al cospetto del re lo fece sedere sulla poltroncina al suo fianco e, anche se i generali e il re erano contrari al fatto che un ragazzino assistesse ad una riunione di guerra dovettero accettare la sua presenza, altrimenti Massimo Magno se ne sarebbe andato e non li avrebbe aiutati. Durante quel colloquio fu molto più concentrato del solito, ribatté alle idee dei generali che non gli piacevano, chiese dettagli sulla conformazione di alcuni territori e sull’entità delle truppe nemiche che avrebbero potuto incontrare. Al re venne quasi da piangere quando lo trovò così partecipe e non sciolse l’assemblea neppure a pranzo, facendo portare vino e cibo dai servi mentre la riunione proseguiva. Lo stregone spiluccò qualcosa qua e là e bevve qualche calice di idromele mentre i generali e il re mangiarono più sostanziosamente. Alex all’inizio era troppo impegnato a leggere il suo libro di cavalieri e si accorse che avevano portato da mangiare solo quando gli passarono davanti con un piatto pieno di mele rosse e gialle, a lui quelle due varietà non piacevano per nulla, l’una troppo farinosa l’altra poco dolce, ma al centro del piatto c’era una mela verde chiaro che attirò la sua attenzione. Le mele verdi lui le adorava. La prese e la mangiò sorridendo, di solito non le poteva mai avere perché a tutto il resto della sua famiglia piacevano quelle gialle e sua madre non le comprava. Nessuno se ne accorse tranne lo stregone che sogghignò appena. Se gli piacevano così tanto le mele verdi gliene avrebbe fatto trovare una cassetta piena ma non gratis. Un morso per un bacio sarebbe stato decisamente un buon prezzo. La riunione finalmente si concluse e Massimo Magno chiese al vecchio traduttore se gli avesse potuto portare per cena anche qualche mela verde, quello assentì e andò a dirlo al cuoco, intanto lo stregone sospinse Alex fuori dalla sala fino al giardino del palazzo dove faceva lezione ai suoi adepti tutti i giorni. Li trovò già tutti in riga e pronti e per un attimo il ragazzo sperò che il mago avrebbe voluto insegnare anche a lui la magia ma lo relegò soltanto da una parte andando ad insegnare agli altri. Alexander sbuffò irritato e non degnò più nessuno di uno sguardo


-Gervar!- lo chiamò ad un certo punto il mago ma per ripicca il ragazzo non alzò lo sguardo dai suoi schizzi, ogni tanto se era molto arrabbiato si metteva a disegnare la prima cosa che gli passava per la testa, solitamente draghi o paesaggi, e riusciva a calmarsi un po’, ma quel giorno era infuriato. Perché quel bastardo non gli voleva insegnare la magia, si doveva essere pure accorto di quando Alex ci tenesse eppure non voleva aiutarlo e passava tutto il tempo a insegnare ai suoi adepti. Cos’era lui? Solo perché non aveva fenomenali poteri non poteva aspirare a diventare un mago? –Gervar- gli ripeté il mago inginocchiandosi davanti a lui –Kararet?- gli chiese cosa avesse


-Bran- niente, gli rispose il ragazzo irritato


-Eih tiafg igjaeienh gtiaji- gli disse l’altro ma la frase adesso era troppo complicata per il ragazzo che non gli rispose –gervar- gli disse allora dolcemente lo stregone e il ragazzo si convinse ad alzare lo sguardo. Massimo gli sorrise e lo baciò sulla fronte –Ishe lierbert diesche nach- gli disse lo stregone scandendo ogni parola


-Non ti capisco idiota- gli rispose Alex e lo stregone sospirò esasperato, abbracciandolo e tornando poi ai suoi adepti. Alexander riprese i suoi fogli e, appena più calmo, riprese a scarabocchiare quando tutto d’un tratto l’urlo di Ranmara fece tremare la terra annunciando il suo arrivo –stupida bestiaccia- ringhiò il ragazzino a cui era preso un colpo. Buttò i fogli dentro lo zaino e cercò un posto più riparato dove nascondersi alla viverna che intanto stava scendendo nel giardino. Il ragazzo la guardò atterrare e la fissò perplesso, non era Ramara. Per quanto fosse una viverna nera e grande uguale non aveva le squame rosse sul lato sinistro del collo ma su quello destro. Per giunta sulla sua schiena stava un tizio tutto vestito di nero e con la maschera d’osso a coprirgli il viso. Massimo Magno guardò il nuovo arrivato sorridendo


-Regina!- gli urlò mentre il cavaliere smontava e gli correva incontro


-Massimo!- gli rispose saltandogli al collo e ridendo, si tolse in un solo colpo maschera e mantello e la persona che apparve face prendere un colpo ad Alexander. Era una donna giovane e splendida, vestita degli stessi abiti che portavano tutti gli adepti dello stregone ma che allo stesso tempo su di lei sembravano infinitamente più provocanti. Aveva la pelle color caramello bruciato con tanti tatuaggi bianchi, i capelli che le scendevano in onde sinuose fino alle reni erano color bianco argenteo e gli occhi erano rosso sangue come le sue labbra piene. Era strabiliante quale fosse la somiglianza con Massimo Magno, ne sembrava quasi la versione femminile e per un bel pezzo il ragazzino se ne stette a fissarla completamente incantato ma si riscosse quando uno dei seguaci dello stregone si fece avanti per salutare la donna. La nonna di Alexander non gli aveva mai raccontato che il mago avesse una sorella, più di una volta gli aveva detto che lo stregone aveva ucciso i genitori e i nonni ma di fratelli o sorelle non aveva mai fatto parola. Era davvero assurdo quante cose la nonna gli avesse raccontato e si fossero dimostrate false. Massimo Magno si ricordò di lui e lo presentò alla donna che lo guardò completamente stupita prendendo a parlare con lo stregone velocissima, tanto che anche gli apprendisti non la capirono, l’altro invece le rispose nella stessa maniera e la donna guardò di nuovo Alexander


-Regina Magna- gli si presentò con un sorriso abbagliante


-Alexander- gli rispose arrossendo


-Gervar- lo corresse lo stregone abbracciandolo e prendendolo in spalla come se non pesasse più di una piuma


-Cretino- gli ringhiò Alex e la donna rise


-Sei simpatico ragazzino, adesso capisco perché piaci tanto a mio fratello!- per un attimo lui la guardò completamente allibito


-Parli la mia lingua?- le chiese


-Me la cavo- gli rispose la donna sempre sorridente, lo stregone gli chiese qualcosa ma la donna lo azzittì e continuò a parlare con Alex –Quindi tu sei uno della mia famiglia?-


-Non me lo sono ancora sposato questo qui!- gli rispose sbuffando il ragazzo e facendola ridere


-Non intendevo dire questo, volevo sapere se sei un mio discendente- la donna sorrise ancora –i dipinti di me non mi rendono abbastanza grazia, ma io sono la Grande Maga, la tua antenata, non mi riconosci?- gli chiese la donna spostando i capelli in un gesto calcolato e seducente, mentre Alexander rimaneva completamente a bocca aperta. Con i capelli più corti e vestita di bianco quella donna era identica ai dipinti della Grande Maga ma era assurdo! Perché la Grande Maga si sarebbe dovuta gettare fra le braccia dello stregone, tutta contenta, quando 500 anni prima l’aveva imprigionato? E poi come faceva ad essere ancora così giovane dopo 500 anni? E da quando i due in realtà erano fratello e sorella? –Ti ho davvero sconvolto- rise la donna e si rivolse al fratello parlandogli velocissima in quella lingua antica che il ragazzo non capiva. Massimo congedò i suoi adepti e Regina tolse i finimenti alla sua viverna insieme ad una grossa sacca e entrarono nel castello trascinando Alexander con loro ma prima di presentarsi al re fecero tornare Alex a casa


-Sarà una cosa lunga e noiosa- sbuffò la donna e aggiunse –ci vediamo domani, sono proprio curiosa di conoscerti meglio- detto questo e dopo un altro si quegli imbarazzanti baci dello stregone il ragazzo fu libero. Alexander tornò a casa di corsa e, senza salutare nessuno, andò in soffitta a rovistare fra le cose della nonna


-È successo qualcosa, Alex?- gli chiese sua madre raggiungendolo preoccupata


-Dov’è finito il libro delle storie della nonna?- gli chiese il ragazzo mentre metteva a soqquadro l’intera stanza


-Credo sia dentro quello scatolone- gli rispose Elaina e lui iniziò a frugare dentro a quello, quando finalmente trovò quello che aveva tanto cercato. Scese e si mise davanti alla finestra a leggere –Alex, ma che succede?- gli chiese sempre più preoccupata la donna


-Ho conosciuto mezz’ora fa la sorella dello stregone- gli rispose il ragazzo sfogliando il libro in maniera quasi isterica


-Ha una sorella?- chiese stupita la donna


-A quanto pare si-


-Mia madre non me l’aveva mai detto-


-E per giunta la Grande Maga, la nostra antenata, e la sorella di Massimo Magno sono la stessa persona!-


-Impossibile- rispose la donna completamente allibita


-Ecco perché voglio rileggere tutte le sue storie, mi sembra così assurdo che non ce ne fosse neppure un accenno da nessuna parte!- Elaina lo lasciò alla sua lettura mentre preparava la cena e cercava di ricordare ogni parola che sua madre gli aveva detto sullo stregone, ma non riuscì a ricordare che le avesse mai detto che la loro antenata era imparentata con quel demonio neppure una volta. Gaio tornò per cena raccontando che era arrivata a palazzo la Grande Maga e che lo stregone la chiamava sorella


-Lo so già, me l’ha detto Alexander- gli rispose Elaina indicando il figlio che ora leggeva al lume di candela


-E tu che ci fai qui?- gli chiese stizzito Gaio –Non dovresti essere a fare compagnia allo stregone?-


-Mi ha mandato a casa- gli rispose Alex senza neppure alzare lo sguardo


-Che cosa hai combinato? L’hai fatto arrabbiare per caso?-


-No, mi ha solo detto che aveva da fare e che me ne potevo tornare a casa- Gaio borbottò irritato e si sedette a tavola servito subito da Elaina


-Dov’è Desdemona?- chiese l’uomo


-A dormire da delle amiche, non torna fino a domani-


-E sono delle persone affidabili i genitori delle sue amiche?-


-Si certo- gli rispose sorpresa la donna e Gaio annuì mettendosi a mangiare –Alex non mangi?- chiese Elaina


-No, ho da fare- gli rispose lui senza distogliere lo sguardo dalla pagina che stava leggendo, la donna sospirò e uscì per andare a prendere l’acqua


-A palazzo ti devono aver viziato proprio a dovere se adesso ti fa schifo persino la cucina di tua madre- gli disse Gaio appena la moglie se ne fu andata, distogliendolo dalla lettura


-Non mi fa schifo la cucina di mamma semplicemente non ho fame-


-Tutte scuse!- ribattè l’uomo –eri un viziatello già prima di diventare il pupillo dello stregone adesso che ti stanno facendo fare la bella vita sei solo peggiorato, davvero se fossi in tua madre ti avrei già abbandonato da un pezzo, in fondo c’è quello stregone che sembra adorarti! Sai però che sei proprio un egoista! Io e tua madre ci spacchiamo la schiena al lavoro e alle volte non abbiamo quasi niente da mettere in tavola, mentre tu che non fai altro che startene a letto e bighellonare tutto il giorno in giro, dormi in una reggia e mangi sempre cacciagione e altre prelibatezze, e poi quando torni dalla tua famiglia non porti mai nulla e, anzi, prima ti mangi i dolcetti che sarebbero dovuti essere di tua sorella e poi disdegni la zuppa che tua madre ha tanto faticato a fare, sei proprio un ragazzo pessimo!- Alexander strinse forte la copertina del libro e si trattenne a stento dal piangere o peggio, ribattere a quello che Gaio gli aveva detto, se l’avesse fatto si sarebbe preso solo un mucchio di botte e comunque non sarebbe valso a nulla


-Me ne vado- gli disse il ragazzo


-Torni a dormire nel tuo bel lettino di piuma?- gli chiese sarcastico l’uomo ma Alexander non gli rispose, andò in camera sua a prendere un cambio di vestiti e altre poche cose, mise tutto nello zaino e se ne tornò al castello piangendo nella stanza vuota che doveva condividere con lo stregone. Le parole del suo patrigno gli avevano fatto male. Non era vero che era viziato, aveva sempre aiutato sua madre come meglio poteva e non era colpa sua se quel dannato mago l’aveva voluto con se. E poi che diavolo pensava Gaio che farsi scopare tutte le sere da quell’uomo fosse una cosa piacevole? Era solo un ragazzino e non gli era mai passato per la mente di mettersi con un uomo, una o due volte aveva sognato di sposarsi con una bella ragazza ma era stata una cosa sporadica, alla sua età non ne voleva neppure sentire parlare di matrimonio. Massimo Magno poteva anche essere gentile ma era pur sempre un uomo ed era strano fare sesso con lui e qualche volta faceva anche male. Gaio pensava che fosse così divertente farsi montare da lui? Allora perché non aveva proposto neppure una volta di prendere il posto del suo figliastro? E cosa ci poteva fare il ragazzo se non aveva fame? La zuppa di sua madre sapeva benissimo che era la cosa più buona del mondo, niente arrivava ad eguagliarla! Ma se per una sera non ne aveva voglia che ci doveva fare? Mangiarla per forza? E poi se fino ad un minuto prima Gaio si era lamentato che mangiava tutto quello che lui e Elaina riuscivano a stento a comprare allora che cosa si lamentava che non voleva mangiare la zuppa? Così ne sarebbe rimasta di più. Gaio poi gli veniva a fare la predica che Alex perdeva giornate intere a bighellonare e non fare nulla quando lui lavorava si e no un ora e poi passava tutto il resto della giornata all’osteria, oppure tornava a casa a dormire e mangiava per 5 persone! No, Gaio non aveva assolutamente il diritto di sgridare Alex, lui era molto peggio, ma comunque lo faceva. Il ragazzo non poteva neppure ribattere perché altrimenti si sarebbe preso un mucchio di botte e così se ne stava zitto e ingoiava la rabbia. Si mise a letto e riprese a leggere  e dopo qualche ora rientrarono Massimo Magno e sua sorella


-Non ci avrai aspettato tutta la sera qui, vero?- gli chiese Regina mentre Alexander rotolava via per schivare lo stregone che gli si era praticamente lanciato addosso per prenderlo e abbracciarlo


-No, sono appena arrivato- mentì il ragazzo e l’istante dopo lo stregone l’aveva preso e se lo era stretto contro ridendo e baciandolo su tutto il viso –Mi stritoli- gli disse il ragazzo e inaspettatamente l’altro lo lasciò leggermente andare accarezzandogli i capelli dolcemente


-È bello capire finalmente quello che dici- rise lo stregone parlando nella stessa lingua di Alexander


-Da quando tu mi capisci?- gli chiese sconvolto


-Da qualche ora fa- gli rispose lo stregone sorridendo e intrecciando una mano con quella della sorella –ogni cosa che sa lei la so anch’io-


-Fantastico- disse il ragazzo sarcastico e lo stregone l’abbracciò contento


-Io credo che me ne andrò a fare una doccia- disse Regina avviandosi verso il bagno –quasi dimenticavo! Questa è per te!- lanciò una delle sue valige al fratello che la prese al volo


-Cos’è?-


-Aprila e lo scoprirai- Regina si chiuse in bagno e lo stregone inizio ad aprire la sacca guardando Alex con la coda dell’occhio


-Non c’è niente che mi vuoi dire adesso?- gli chiese Massimo Magno


-Non mi pare- gli rispose il ragazzo dopo averci pensato per un po’, lo stregone sorrise e tirò finalmente fuori dalla sacca una striscia di pelliccia nera e una divisa della sua setta


-Me lo dovevo immaginare che l’avrebbe tenuta lei- disse sovrappensiero l’uomo mentre si rigirava la stoffa fra le dita, di colpo si alzò e si tolse tutti i vestiti sostituendoli con la divisa nera, al posto del mantello mise la pelliccia nera e si ammirò allo specchio sorridendo –Come ti sembro?- chiese ad Alexander


-Ti sta bene- ammise arrossendo fino alla punta delle orecchie il ragazzo e lo stregone lo abbracciò contento


-Sei davvero adorabile- rise Massimo Magno baciandolo e mordendogli leggermente il labbro. Alex mugolò e non sapeva neppure lui se di disapprovazione o meno, l’altro lo prese come un incitamento e lo fece stendere sul letto andando ad accarezzare la pelle dei fianchi e della schiena da sotto la maglietta mentre continuava a mordicchiarlo e baciarlo


-Ma c’è tua sorella di là- cercò di dire il ragazzo quando lo stregone lo lasciò respirare


-Conosce i miei guasti, lo sa che non resisto ai bei ragazzi- Alexander arrossì violentemente e lo stregone rise. Iniziava a preferirlo quando non si capiva un cavolo di quello che diceva –Sei così carino quando arrossisci- continuò lo stregone facendolo avvampare ancora di più ma mai come quando andò a baciarlo sullo stomaco scendendo sempre più in basso. E proprio mentre stava per togliergli i pantaloni bussarono alla porta –Ma che diavolo hanno una spia in questa camera?- sbuffò lo stregone esasperato –Che c’è?- urlò a chiunque ci fosse fuori dalla porta, Alex fece per rivestirsi ma l’uomo lo bloccò carezzandolo sullo stomaco e sul petto


-Il re vi manda a chiamare, uno dei suoi figli sta male e voleva che voi e la Grande Maga lo visitaste-


-Arriviamo!- rispose lo stregone alzandosi e aiutando il ragazzo a rivestirsi, gli prese il viso fra le mani e lo baciò languidamente –Continuiamo questo discorso più tardi- gli disse prima di andare a bussare alla porta del bagno e urlare alla sorella qualcosa di incomprensibile nella sua antica lingua, quasi immediatamente la donna uscì vestita ma con i capelli tutti bagnati e raccolti in un asciugamano


-Shane, gervar- gli disse lo stregone prima di andarsene e Regina gli sorrise seguendo il fratello. Alexander sospirò stancamente e si buttò a letto, lo aspettava una di quelle notti completamente in bianco ma prima che lo stregone potesse tornare lui si era già addormentato.


 


*°*°*°**°*°*


 


Eventuali note: Sorpresi? Tanti colpi di scena in questo capitolo! Spero di avervi almeno un po’ sorpresi altrimenti mi deprimo -.-‘ Finalmente lo stregone sa parlare una lingua comprensibile e da ora in poi spiccherà molto di più il suo carattere.

 
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46 replies since 11/8/2011, 10:11   342 views
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