The mage

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bloodingeyes
view post Posted on 18/9/2011, 14:02 by: bloodingeyes




Il passato in un libro


-Dannata luce- fu quella la prima cosa che Alexander disse quella mattina, ancora per metà nel mondo dei sogni, si rigirò fra le coperte e si andò ad accucciare meglio fra le braccia dello stregone che lo strinse leggermente e l’accarezzò, giocherellando con i suoi capelli e le due perline della treccia. Erano già un paio d’ore che Massimo Magno si era svegliato e per la maggior parte del tempo se ne era stato tranquillo a guardare il ragazzo dormire, era bello sentire quel corpo contro il suo e avere finalmente qualcuno accanto la mattina appena sveglio. Regina aveva deciso da tempo di non affezionarsi più a nessuno, aveva assistito ai funerali di troppi dei suoi figli e non aveva più il coraggio di sperare di avere accanto qualcuno per più di qualche decennio, era una donna forte e indipendente che non si lasciava quasi mai andare ad abbracci o cose del genere, quindi per lei era più facile svegliarsi ogni mattina e vivere sola. Massimo invece aveva bisogno di qualcuno a cui legarsi, di un altro calore vicino a sé anche se, in un certo senso, era masochistico legarsi alle persone come faceva lui, sapendo benissimo che prima o poi non ci sarebbe più stato quel calore umano di cui sentiva il bisogno e a cui si aggrappava con tanta forza.


Alexander prima o poi se ne sarebbe andato, lo sapeva. Che fosse per sua scelta, per una malattia, un incidente oppure solo per vecchiaia, ma prima o poi non ci sarebbe più stato, come tutti quelli che l’avevano preceduto ma lo stesso ci si stava affezionando, rendendo sempre più dolorosa l’idea di abbandonarlo, la sola idea di lasciarlo ora lo faceva stare malissimo. E poi Alexander piaceva addirittura a Regina che erano secoli che non sorrideva più a nessuno dei ragazzi che Massimo sceglieva. E mentre questi tristi pensieri lo tormentavano il ragazzo se ne stava tranquillo a dormire, accoccolato fra le sue braccia tatuate d’infamia. Quei segni bianchi e che avevano condannato sia lui che Regina ad un eternità di dolore e solitudine, sempre sul campo di battaglia e sempre soli. Alle volte si chiedeva che cosa avessero fatto di così terribile, ancor prima di nascere, per meritare una maledizione del genere ma alla fine sapeva molto bene che non c’era una vera colpa da scontare. Erano condannati per il puro egoismo di una donna, che sfortunatamente era anche la loro madre. Per colpa della sua sete di potere sia lui che Regina erano costretti a quella vita infelice, lei non aveva mai pensato al loro bene, neppure per un istante. Da quando era rimasta incinta l’unico suo scopo era fare dei suoi figli ancora non nati i migliori guerrieri e stregoni che si fossero mai visti sulla terra e così aveva impresso su di loro la peggiore magia di sempre. Li aveva costretti a dover amare loro padre, un re orribile e sanguinario che li aveva mandati sul campo di battaglia a 5 anni. Li aveva resi immortali perché potessero servire per sempre anche i discendenti del re, i loro fratellastri e le loro sorellastre. E poi li aveva resi potenti per poter assolvere ad ogni missione che gli venisse affidata.


Ma l’incantesimo non era riuscito benissimo: avevano smesso di crescere entrambi circa a vent’anni e da allora l’unica cosa che era aumentato era il loro potere ma sia Massimo che Regina venivano presi da una fortissima passione per i proprio famigliari, tanto da poter superare l’orrore dell’incesto e avere dei figli con loro. Ancora non erano riusciti a spezzare quell’orribile maleficio e forse non ci sarebbero mai riusciti. Avrebbero continuato a vivere vedendo le città cambiare, venire distrutte e ricostruite, avrebbero visto la vittoria e la disfatta degli imperi, le battaglie che sempre si assomigliano ma che non sono mai identiche, avrebbero visto le persone a cui tenevano morire e i loro figli avrebbero vissuto una vita lunga e piena oppure misera e corta ma il normale ciclo della vita si sarebbe compiuto su di tutti tranne che su di lui e Regina. Lo sapeva ma ogni volta che si ritrovava ad avere una persona importante accanto ci ripensava e pregava Dio, o chi per lui, di aiutarlo, di togliergli quella maledizione o per lo meno di smetterla di farlo soffrire. Aveva avuto dei figli da una sua cugina ma non erano sopravvissuti, tutti morti di peste giovanissimi insieme alla loro madre. Regina aveva voluto una vera famiglia e l’aveva ottenuta per qualche decennio ma poi i suoi figli erano morti e dopo di loro i suoi nipoti e lei non era riuscita a stare al fianco dei suoi pronipoti, sapendo che sarebbero morti e lei gli sarebbe sopravvissuta. L’unica consolazione era che loro due erano sempre stati insieme e se non erano impazziti era solo perché potevano contare l’uno sull’altra. Quella era l’unica cosa sicura della loro vita.


Alexander stava ancora dormendo profondamente, tranquillo fra le sue braccia, e lo stregone iniziava ad odiare quella depressione che gli scivolava addosso quando pensava alla sua vita dannata. Cercò, quindi, qualcosa da fare senza svegliare il ragazzo e senza doversi alzare dal letto, pigro com’era le prime ore del mattino. Sul comodino era appoggiato un libro vecchio e liso che non ricordava di avere, quindi era molto probabile che l’avesse portato Alex. Lo prese e iniziò a sfogliarlo, qualche ora dopo l’aveva già finito ed era completamente allucinato, ma che razza di libri di quarta categoria leggeva quel ragazzo? Era tutto uno smembramento a destra e a manca, un genocidio ogni 5 pagine, esperimenti di dubbia moralità e altre cose schifose che preferiva non ricordare, per non parlare poi dei capitoli finali pieni di scene di sesso violento!


-Gervar, svegliati- disse dolcemente al ragazzo accarezzandogli la testa che aveva appoggiato al suo stomaco, va bene che era sconvolto ma non voleva spaventarlo svegliandolo con un urlo. Alex mugolò qualcosa di incomprensibile e si strinse maggiormente allo stregone che represse a stento la fame di sesso che gli si era risvegliata tutta d’un colpo quando il ragazzo gli si era strusciato addosso –Devo chiederti solo una cosa, gervar, poi ti lascio in pace- gli disse dolcemente


-Che c’è?- borbottò il ragazzo aprendo a fatica gli occhi


-È tuo questo libro?- gli chiese con la speranza che gli rispondesse di no


-Si, è un eredità di mia nonna- gli rispose sbadigliando il ragazzo


-Tua nonna ti ha lasciato questo… questo… - non sapeva bene neppure lui come definire quel libro


-Si certo, perché alla sua morte non ci dimenticassimo le storie che ci raccontava-


-Tua nonna ti raccontava queste storie?- chiese sempre più allibito lo stregone


-Si, tutte le sere ce ne raccontava un paio prima di dormire-


-Ma che razza di nonna ti è capitata? Queste non sono storie della buona notte, sono degli incubi sotto forma di parole!- Alexander lo guardò perplesso


-È normale nella nostra famiglia-


-Ma è orribile! Che cavolo! Ci sono smembramenti, massacri, budella e altre robe schifose e tua nonna ti raccontava queste cose quando eri piccolo? Non ti sono mai venuti gli incubi per colpa di queste favole?-


-Favole?- ripetè il ragazzo perplesso, si mise a sedere e guardò lo stregone –Ma hai perso la memoria?- gli chiese e Massimo lo guardò confuso, il ragazzo indicò il libro di sua nonna e aggiunse –queste non sono favole, non sono frutto di fantasia, sono vere storie e parlano di te-


-Di me?- chiese stupito lo stregone –Stai scherzando vero? Io non ho mai fatto queste cose!-


-La nonna le aveva imparate da sua nonna e lei dalla sua nonna, ce le raccontava per ricordarci il motivo per cui non dovevamo rompere il sigillo che ti imprigionava, per farci capire a cosa andavamo incontro- Massimo Magno rimase per un attimo a bocca aperta, senza riuscire a pensare o a dire nulla


-Sono tutte cazzate!- urlò infuriato, spaventando il ragazzo –Io non ho mia fatto cose del genere! Sono stato un soldato e ho fatto tante cose deplorevoli in guerra, lo ammetto, ma non ho mai fatto cose abominevoli come squartare per gioco dei bambini o far camminare delle ragazze fino alla morte in una foresta di spini!-


-È quello che la nonna ci raccontava- gli disse il ragazzo


-Ma non è la verità!- gli urlò esasperato lo stregone. Lanciò via il libro e si lasciò cadere fra i cuscini, sospirando avvilito –Pensi che io sia un mostro?- chiese al ragazzo che gli si appoggiò al petto prima di rispondere


-Penso che la nonna avesse esagerato su molta cose, non sei una persona cattiva, sei un maniaco ma a parte questo non sei male… - lo stregone sorrise e l’abbracciò


-Lo sai che ti adoro vero?-


-Sono l’unico che ti sopporta… - sbuffò il ragazzo


-Sai essere davvero adorabile- rise ancora lo stregone


-Me la diresti però una cosa?- gli chiese Alex allontanandolo leggermente da sé


-Certo, quello che vuoi!-


-Perché sei stato imprigionato? Che cos’hai fatto?-


-Proprio non riesci a credere che tutto quello che ti ha detto tua nonna fosse una balla,vero?- gli chiese irritato lo stregone


-Non proprio… - gli rispose il ragazzo


-Non ho fatto nulla di così tremendo, tranquillo- gli disse -io e mia sorella eravamo solo molto stanchi di combattere, passavamo da un campo di battaglia all’altro e nei momenti liberi dovevamo prenderci cura dei nostri adepti, era da secoli che lo facevamo senza mai lamentarci perché ci rendeva felici vedere la nostra gilda e la magia migliorare e perché combattere per il nostro paese, per proteggere le nostre famiglie e le persone a cui volevamo bene ci sembrava giusto ma da un po’ di tempo non era più così… avevamo visto così tante cose orribili e fatto cose deplorevoli e ne siamo stati stancati fin nell’anima, così abbiamo deciso di prenderci una pausa, abbiamo sparso la voce che io ero impazzito, mi ero rivoltato al re e per fermarmi Regina mi aveva fatto diventare di pietra, in teoria dovevo tornare normale pochi anni dopo ma il re mi ha rinchiuso da qualche parte nelle segrete e Regina non è riuscita a liberarmi, tutto qui! Non è poi una storia così orribile… -


-Va bene- gli disse il ragazzo tornandosi ad accucciare fra le sue braccia


-Vuoi sapere qualcos’altro?- gli chiese lo stregone più tranquillo


-Un paio di cose- ammise il ragazzo sorridendo –Se tutto quello che mi ha detto la nonna era falso allora io non so proprio niente di te-


-Vuoi sentire l’intera storia della mia vita?- gli chiese Massimo con un sorriso


-No, quello sarebbe troppo noioso- sbuffò sorridendo –però su un paio di cose sono curioso, tipo questi tatuaggi che avete sia tu che la Grande Maga cosa sono? Servono a qualcosa o sono solo belli?- il sorriso dello stregone morì di colpo –sbagliato domanda?- chiese il ragazzo accorgendosi del cambiamento


-Non è un argomento allegro- gli rispose lo stregone –comunque sono una maledizione- e voleva chiudere lì la questione ma il ragazzo non era soddisfatto della risposta


-Ma le maledizioni non lasciano tracce-


-Questa è un po’ particolare infatti-


-E cosa fa?-


-Mi ha reso un guerriero immortale-


-E sarebbe una maledizione questa?- chiese il ragazzo perplesso


-Sei troppo giovane per capire- gli rispose lo stregone scompigliandogli i capelli


-Grazie tante- gli rispose sbuffando


-Qualcos’altro?- gli chiese Massimo Magno


-Quanti anni hai?-


-Ma che razza di domande mi fai? Non vuoi sapere delle mie fantastiche imprese passate?-


-No- gli rispose lapidario il ragazzo facendolo sorridere ed esasperare allo stesso tempo


-Ho smesso di invecchiare a 22 anni-


-E quanti anni avresti se avessi continuato a diventare vecchio?-


-Mmm… - lo stregone dovette pensarci seriamente, l’età non era mai stata un problema per lui. Sapeva che avrebbe continuato per l’eternità ad avere l’aspetto di un ventenne e non si era preoccupato di contare i suoi anni, tanto più che non aveva mai avuto motivo di festeggiare o ricordare felicemente la ricorrenza della sua nascita. Il 24 dicembre per lui era un giorno come un altro –Dovrei avere circa 2.300 anni, più o meno-


-Ma sei una mummia!-


-Che carino che sei! Inizio a preferirti quando non capivo una parola di quello che mi dicevi-


-Ti assicuro che la cosa è reciproca- gli rispose Alex e lo stregone lo buttò dall’altra parte del letto –sei anche permaloso- lo prese in giro il ragazzo


-Anche?- chiese lo stregone e il ragazzo sorrise iniziando ad elencargli tutti i suoi difetti


-Permaloso, vecchio e maniaco, poi potrei aggiungere rompiscatole, testardo e… - non riuscì a finire perché lo stregone lo baciò languidamente sulle labbra


-Mi piace quando mi insulti- gli disse sorridendo Massimo


-Scemo- rise il ragazzo e lo stregone lo fece distendere a letto e lo svestì velocemente, fermandosi solo un attimo per assicurarsi che nessuno li avrebbe interrotti e intanto togliersi anche lui i vestiti –Mi fai male- rantolò Alex e lo stregone passò una mano sulla sua schiena facendo scivolare una piccola magia nei punti che toccava. Il ragazzo tremò per colpa del piacere inaspettato che quella semplice magia gli aveva provocato e si rilassò completamente fra le braccia dello stregone che lo baciò e si mosse senza riuscire a trattenersi, trovandolo così caldo e invitante solo per lui, continuando a prenderlo finché l’altro non lo implorò di fermarsi. Alex era madido di sudore e gli faceva male da tutte le parti, come succedeva sempre dopo che aveva fatto sesso con lo stregone, si sentiva il cuore scoppiare e non riusciva quasi a respirare. Massimo Magno lo coprì e si distese accanto a lui chiudendo gli occhi soddisfatto, avrebbe potuto continuare ma Alexander non ne era in grado, era troppo giovane e non poteva chiedergli di più con il rischio di fargli seriamente male, quindi si accontentò e si riposò al suo fianco.

 
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