Bentornato amore, Rating rosso

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Only_
view post Posted on 25/10/2011, 21:11




Nick autore: Only_
Titolo storia: Bentornato amore
Titolo capitolo: //
Genere: erotico, introspettivo, malinconico
Avvertimenti: One-shot, Lemon, Slash
Breve introduzione: – Serata infruttuosa, eh? – fece lo sconosciuto, giocando con la cannuccia del suo cocktail senza distogliere lo sguardo dal suo [...].
Eventuali note: la storia partecipa alla challenge "Dal nome alla storia" di NonnaPapera.


Bentornato amore


Il locale era pieno di giovani donne truccate come prostitute, in succinti abiti che per la maggior parte della gente presente in quella sala risultavano provocanti, ma che lui trovava solo molto deprimenti. E non per il fatto di essere gay e quindi non provare nessun tipo di eccitazione davanti a seni scoperti o perizoma di pizzo che lasciavano davvero poco all'immaginazione, ma perché gli dava fastidio l'idea che delle ragazze - non avevano più di venticinque anni ciascuna, erano praticamente sue coetanee - dovessero umiliarsi in quel modo per avere uno stipendio a fine mese.
Suo fratello pareva non essersi accorto di quanto gli facesse schifo stare in quel posto e continuava ad indicargli ridendo quella o quell'altra ragazza che si esibivano sul palco davanti a loro; Massimiliano sapeva che era gay, ma era probabile che la quantità di alcol che aveva nel sangue dovesse averglielo fatto dimenticare.
Quando il futuro sposo fu chiamato sul palco per ballare assieme ad alcune ragazze praticamente nude - era la sua festa di addio al celibato - il minore si dileguò verso il bar, deciso più che mai ad andarsene il prima possibile con una scusa. Individuò un solo sgabello vuoto, tra la parete ed un ragazzo che sembrava avere i capelli rosa sotto le luci scarlatte del locale. Si sedette e appoggiò gli avambracci contro il bancone, attirando senza volerlo l'attenzione del ragazzo su si sé; sentì i suoi occhi addosso per qualche secondo, prima di girarsi verso di lui e ricevere un ampio sorriso in risposta al proprio cenno di saluto.
– Serata infruttuosa, eh? – fece lo sconosciuto, giocando con la cannuccia del suo cocktail senza distogliere lo sguardo dal suo: aveva un bel viso delicato, il ragazzo, dei grandi occhi di un colore che non riusciva ad identificare e le labbra sottili ma invitanti. – Luciano, piacere, – continuò allungando una mano con un sorriso.
– Glauco, piacere mio, – rispose stringendogliela; senza aspettare l'occhiata sfottente - che sarebbe sicuramente arrivata da lì a poco, succedeva sempre - si voltò verso il barista e ordinò una birra. Non amava molto l'alcol, lo reggeva piuttosto male e lo irritava il fatto di perdere il controllo di se stesso dopo appena uno o due cocktail.
– Bel nome, – commentò Luciano al suo fianco, dopo qualche attimo; Glauco sentiva il suo sguardo addosso, ma non aveva voglia di girarsi ed incontrare ancora l'espressione di chi ti sta allegramente prendendo per il culo. Non rispose, ignorandolo e cominciando invece a bere lunghi sorsi del liquido freddo ed ambrato che aveva nel boccale.

Senza sapere come e perché, poco più di dieci minuti dopo si ritrovò a gemere scompostamente appoggiato di spalle contro una parete del bagno degli uomini, le mani affondate nella chioma rosa confetto di Luciano, gli occhi puntati nei suoi - erano blu, finalmente poteva vederli, blu come il colore del mare - mentre il ragazzo accoglieva la sua eccitazione tra le labbra e cominciava a leccarla e succhiarla come se da quello dipendesse la sua stessa vita.
Nell'aria c'era una puzza incredibile di urina, pareva che nessuno pulisse quel bagno da anni.
Le mani di Luciano erano calde, tenevano fermi i suoi fianchi mentre gli dava piacere con la bocca. Per un momento Glauco si infastidì all'idea che per quel ragazzo fosse normale adescare qualcuno nel locale e portarselo in bagno per una sveltina, ma venne distratto quando le sue dita lunghe gli accarezzarono piano il solco tra le natiche.
Gemette più forte, senza riuscire a fermarsi dall'affondare la propria eccitazione nella gola di Luciano, quando una falange si fece spazio nella sua carne: era umida, sudata, scivolò dentro di lui senza fargli male. Presto il ragazzo inserì altre due dita, allargandolo il più possibile, e si scostò dal suo membro ormai al limite.
– Voltati, – gli disse soltanto, sfilando le dita ed alzandosi in piedi, sporgendosi verso il suo viso e leccandogli oscenamente le labbra socchiuse.
Eseguì senza protestare, appoggiando le mani dove prima c'erano le sue spalle, chinandosi un poco in avanti per permettergli di penetrarlo il più in fretta possibile. Luciano si infilò velocemente un preservativo, gettando a terra la confezione strappata, e afferrandolo per i fianchi si addentrò nel suo corpo con una sola, violenta spinta.
Glauco non riuscì a trattenere un grido, mentre il ragazzo dietro di lui cominciava a muoversi con foga senza dargli il tempo di abituarsi alla brusca intrusione. Una mano corse a stimolare la sua erezione, distraendolo dal fastidio e portandolo a gemere forte di piacere.
In fretta come era iniziato, in pochi minuti tutto finì.
Luciano affondò un'ultima volta nel suo corpo, liberando il suo orgasmo nel profilattico, e Glauco riversò il proprio seme tra le dita del ragazzo e sulla parete del bagno. Rimasero immobili per alcuni lunghi attimi, respirando affannosamente, poi Luciano si scostò con un grugnito.
Nel più completo silenzio si ripulì con della carta igienica; prima di uscire dal cubicolo accarezzò le natiche del suo amante e gli posò un bacio leggero e incredibilmente delicato sulla nuca.
– È stato bello, – gli disse soltanto, prima di lasciarlo solo.

Mentre tornava a casa propria dopo aver salutato frettolosamente il fratello - ubriaco -, Glauco si sentiva vuoto. Era dolorante, le gambe non parevano contente di reggere il suo peso, ma ciò che più lo faceva star male era il modo in cui si era lasciato abbindolare dal ragazzo del locale, il modo in cui i suoi capelli rosa e gli occhi blu continuavano a tornargli prepotenti in mente.
Quando aprì la porta di casa e sentì la voce allegra di Cristiano - il compagno di tutta una vita, il fidanzato che amava più di ogni altra cosa al mondo - che lo salutava dal salotto, si sentì morire.








Ammetto che inizialmente questa storia non doveva essere così, era completamente diversa, con tante coccole e tanto amore e Luciano nemmeno lontanamente contemplato, ma poi mi sono lasciata prendere un po' la mano. Come detto all'inizio, questa storia partecipa alla challenge di NonnaPapera con il nome Glauco (origine greca, significato “dello stesso colore del mare”).
Spero vi sia piaciuta, LOL.
 
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