Black cat

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bloodingeyes
view post Posted on 28/10/2011, 01:25




Nick autore: Bloodingeyes


Titolo storia: Black cat


Genere: Erotico, Sovrannaturale, Storico


Avvertimenti: Lemon/Lime, One shot, Slash/Yaoi


Breve introduzione: 1692, Lynn, contea di Essex. La famiglia Marshal vive una vita normale e tranquilla. Uno dei figli, John, però riceve la visita inaspettata di un gatto nero che vuole diventare il suo famiglio. Ma mentre la caccia alle streghe è in atto non è una buona idea avere vicino a sé un gatto nero parlante!


Eventuali note: Storia partecipante al “Trick or treat? Halloween contest!” sul forum di Original character yaoi. Non sono molto convinta della stesura finale di questa storia (che non era quella con cui avevo pensato di partecipare), però non mi lamento. E' la prima storia che scrivo con l'avvertimento "storico" quindi è pure un mezzo esperimento... 



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Lynn, contea di Essex, 29 agosto 1692


            John Marshal stava strigliando i cavalli nella stalla quando Samuel, suo fratello, lo chiamò per avvisarlo che il pranzo era pronto. John gli urlò di rimando che l’avrebbe raggiunto subito, lasciò da parte il lavoro e fece per andare in casa ma qualcosa glielo impedì, facendolo bloccare sull’uscio della stalla. Era quel qualcosa che non sapeva spiegare e che non voleva spiegare a nessuno. Un grosso gatto nero lo fissava dall’alto di una trave e guardarlo negli occhi metteva a John una strana sensazione addosso, un tremito per niente piacevole. Il gatto fece per alzarsi e raggiungerlo ma il ragazzo scappò via come se avesse il diavolo alle costole


            -Che hai tesoro? Non ti senti bene?- gli chiese sua madre, la signora Marshal, vedendolo scosso e pallido


            -Nulla, nulla- gli rispose John cercando di controllarsi –che c’è di buono da mangiare?- dopo pranzo, John cercò tutte le scuse del mondo per non dover tornare fuori, si offrì persino di aiutare sua madre nelle faccende domestiche ma la sua famiglia lo sgridò e gli ordinò di tornare nella stalla a finire il suo lavoro, pensando che si trattasse solo di uno strano capriccio. E il gatto era ancora lì, sulla trave, che lo fissava con quei suoi due occhi azzurri mentre lasciava penzolare pigramente la coda


            -Ancora qui?- sbuffò John cercando di non dimostrarsi spaventato, anche se gli tremavano le gambe -sparisci gattaccio! Scio! Scio!-


            -Gattaccio a chi?- soffiò il felino facendo sobbalzare John per lo spavento


            -Parli?-


            -No, idiota! Faccio il ventriloquo!- gli rispose il gatto scendendo dalla trave e andandosi ad accucciare davanti a lui –Bhè, come ti chiami ragazzo?-


            -John- gli rispose, sempre più preoccupato. Stava parlando con un gatto e quello gli rispondeva pure! Doveva essere per forza opera del demonio!


            -Bene John, non ci girerò tanto attorno: ho bisogno del tuo aiuto!- gli disse il gatto assumendo un portamento fiero e regale, parlandogli come se in realtà non gli stesse chiedendo un favore ma glielo stesse facendo -io e il mio padrone vivevamo in un paese qui vicino ma degli esseri umani, quelli che stanno perseguitando le streghe di questo paese, l’hanno riconosciuto e accusato di stregoneria, l’hanno torturato per giorni e dopo interminabili sofferenze lui è morto. Io ora ho bisogno di un nuovo stregone a cui legarmi se non voglio fare la stessa fine… tu sei l’unico stregone consapevole dei propri poteri nel raggio di mille miglia e io voglio… -


            -No!- lo bloccò John


            -Come sarebbe a dire no?- chiese sbigottito il gatto


            -No, tu sei un messaggero del diavolo, un essere immondo e impuro! Non ti voglio neppure vicino, figuriamoci come mio famiglio!-


            -Ragazzo ti senti per caso quando parli?- gli chiese il gatto


            -Si, mi sento! E adesso vattene, non voglio immischiarmi con un essere diabolico come te!- il gatto lo seguì mentre il ragazzo riprendeva a strigliare i cavalli


            -Lo sai vero, ragazzo, che la vendetta di un gatto può essere letale?- gli disse il felino, saltando sulla schiena del cavallo che John stava strigliando


            -Mi stai minacciando?- gli chiese sorpreso e irritato l’altro


            -È in gioco la mia vita, quindi si: sono disposto anche a minacciare se questo può servire a salvarmi!-


            -Dannata bestiaccia!- lo apostrofò John prendendolo per la coda e gettandolo per terra -sparisci prima che ti prenda a randellate!- il gatto soffiò nella sua direzione e scappò dal fienile.


 


            Lynn, contea di Essex, 3 settembre 1692


            Ancora una volta John ebbe una brutta sensazione, un attorcigliarsi di budella strano e ingiustificato, e subito dopo incontrò gli occhi azzurro ghiaccio del gatto nero demoniaco che lo fissavano intensamente, mentre se ne stava appollaiato sul davanzale di una finestra di casa sua


            -John, sono venuto per darti una seconda opportunità- gli disse borioso il gatto ma il ragazzo, mentre controllava che non ci fosse nessuno nei paraggi a vederlo, lo cacciò via di nuovo. Il gatto, irritato, sparì oltre il recinto della loro fattoria.


 


            Lynn, contea di Essex, 21 settembre 1692


            Ancora una volta il gatto nero si presentò a John e ancora una volta il ragazzo lo scacciò


            -Stai facendo uno sbaglio ragazzo- gli disse il felino e questa volta sembrava molto triste quando se ne andò.


Quello stesso giorno la signora Marshal fu accusata di stregoneria e furono tutti arrestati per averla protetta. Vennero portati a Salem Village, dove già da alcuni mesi si stava cercando la strega o lo stregone che aveva fatto impazzire alcune ragazze del posto. La madre di John piangeva in continuazione e con lei le sorelline più piccole di John, Elisabeth e Jude. Samuel, invece, non faceva altro che camminare furioso e disperato per tutta la cella, mentre il signor Marshal si teneva la testa, oppresso dalla consapevolezza di non poter fare nulla per fermare tutto quello che stava succedendo alla sua famiglia. John era, invece, ancora più abbattuto perché sentiva che era colpa sua, per non aver accettato quel gatto come suo famiglio e desiderava solo tornare indietro nel tempo per riparare al suo errore.


Ma non era in suo potere e il gatto non tornò per dargli un’altra opportunità. La famiglia Marshal venne rinchiusa nella prigione di Salem, già piena stipata di presunte streghe e stregoni.


 


            Salem Village, contea di Essex, 22 settembre 1692


Otto persone la mattina precedente erano salite al patibolo, impiccate nella piazza principale del villaggio. Dalla prigione si sentirono le urla di giubilo dei paesani quando i poveri malcapitati vennero appesi per la gola e il sangue gelò nelle vene di tutti i detenuti.


La signora Marshal venne portata per la prima volta in tribunale quella mattina insieme a tutta la sua famiglia perché avesse l’opportunità di dichiararsi colpevole o non colpevole. John assistette al processo e vide come delle ragazzine, delle perfette sconosciute, accusino senza motivo sua madre di essere una strega, l’additino come tale e come la giuria sembri più interessata a quelle stupide ochette e ai loro falsi versetti di paura piuttosto che alle suppliche di sua madre, che tenta di difendersi in tutti i modi dalle accuse.


E poi John ha di nuovo quella strana sensazione che prova tutte le volte in presenza di qualcosa di davvero magico. Si guarda attorno alla ricerca disperata del gatto nero, perché sa che è lui che gli sta dando questa sensazione, ma l’assemblea viene sciolta prima che il ragazzo possa individuare il felino. E la famiglia Marshal viene rinchiusa nuovamente in carcere.


La loro prima notte è un inferno: fa freddo, tanto freddo e i pasti che portano sono scarsi e davvero pessimi. Gli altri detenuti pregano Dio perché li aiuti ma non ricevono risposta, le donne alle volte hanno crisi di pianto incontrollato e anche gli uomini piangono. Gli sceriffi portano delle coperte, mossi da pietà verso persone che sono state loro concittadini, vicini di casa o addirittura amici. John però sta molto attento a uno degli vicesceriffo perché ronza attorno alla loro cella un po’ troppo spesso e guarda Jude in maniera strana e troppo intensamente. I suo occhi sono pieni di una brama che a stento può essere nascosta. John parla delle sue paure al padre e questi ne parla allo sceriffo ma viene rispedito in cella dopo essere stato picchiato selvaggiamente.


Alcuni giorni dopo Jude scompare e lo sceriffo non vuole ammettere che uno dei suoi vice c’entri qualcosa. Ma la scomparsa di Jude riesce quasi a convincere la corte che la signora Marshal sia una strega e che stia facendo scomparire i suoi figli per qualche scopo malvagio. John tenta di confessare per salvare la sua famiglia ma suo padre gli da un ceffone e gli ordina di non fare idiozie, sarebbero tutti tornati a casa se fossero riusciti a tenere duro “La verità verrà a galla!” diceva il signor Marshal, anche se con l’avanzare dei giorni la sua sicurezza diminuiva. John non ha la forza di fare un incantesimo per farli scappare tutti quanti di prigione, non conosce l’incantesimo perché nessuno gli ha mai insegnato a praticare seriamente la magia, ma una cosa la sa fare bene e può scoprire se sua sorella sta bene e dove si trova.


Nel cuore della notte, quando nessuno può vederlo o sentirlo, si siede per terra e si concentra intensamente sul mondo attorno a lui: fa in modo che la sua energia si spinga lontano, dove il suo sguardo e il suo corpo non può arrivare. In mano stringe la bambola di pezza di Jude, quella a cui sua sorella è più attaccata e su cui è rimasta un’impronta dell’essenza della ragazza. Cerca per tutto il villaggio di Salem l’energia di sua sorella, sfiora le essenze di tutti gli abitanti del posto anche quelle delle ragazze che li stanno accusando di stregoneria ed è tentato di provare ad ucciderle nel sonno anche se non porta a termine il suo proposito perché non sa esattamente come fare. E poi riesce a trovare sua sorella. È in un canaletto nel bel mezzo del bosco, fredda gelata e immobile come solo un cadavere può essere, la gola squarciata, gli abiti scomposti e gli occhi vuoti fissi al cielo mentre il suo viso è bloccato in un espressione di orrore e sorpresa.


Il signor Marshal trova suo figlio rannicchiato sul pavimento che piange stringendo al petto la bambola di sua sorella Jude, invocando il suo nome come una preghiera. Lo prende in braccio e lo rimette a letto. Un grosso gatto guarda la scena da dietro le sbarre della prigione.


Il giorno dopo venne ritrovato il corpo di Jude da alcuni cacciatori del posto. La signora Marshal inizia a piangere senza sosta e in poco tempo le si sbiancano i capelli per il dolore. E quello stesso giorno uno dei vicesceriffo, quello che ormai tutti sapevano essere il killer senza averne le prove, morì per un incidente: il suo fucile non era stato pulito a dovere e la canna scoppiò quando l’uomo sparò ad un cervo. I suoi colleghi dissero che era strano che fosse morto così perché era un uomo che si prendeva molto cura delle sue armi e le puliva regolarmente. Alcuni nel villaggio sostenevano che era colpa della strega e che quindi doveva essere trovata e uccisa al più presto però alla fine fu deciso che era stato solo un tragico incidente.


 


            Salem Village, contea di Essex, 2 ottobre 1692


È notte fonda, piove e fa più freddo del solito. John fatica persino a respirare; l’hanno torturato per ore per avere la sua confessione, per fargli dire che è uno stregone, per estorcergli altri nomi. Il ragazzo ha urlato, pianto e ha desiderato di morire ma non ha mai ammesso nulla e non ha mai fatto nomi, vuole tornare a casa con la sua famiglia, con quello che ne rimane, e si aggrappa con tutto sé stesso a questo sogno per riuscire a sopportare tutto quello che gli inquisitori gli fanno. Ora avrebbe solo voglia di dormire e di risvegliarsi a casa, scoprendo che è stato tutto solo un brutto sogno ma sa benissimo che non succederà. Un uomo che il ragazzo non ha mai visto ma con la divisa da vicesceriffo entra nella cella e lo prende in braccio, portandolo fuori dalla prigione. John fa un enorme sforzo per rimanere sveglio e cercare di capire cosa sta succedendo, perché quell’uomo lo abbia tolto da quel buco e dove lo stia portando, ma è notte fonda e l’unica cosa che capisce è che adesso sono fuori città


-Ti sei pentito?- gli chiede il vicesceriffo appoggiandolo con la schiena ad un tronco d’albero


-Cosa, signore?- chiede il ragazzo, con voce roca per la sete. È da una vita che non beve


-Ti sei pentito di non avermi accettato come tuo famiglio?- gli risponde l’altro e John si accorge dello strano luccichio negli occhi dell’uomo


-Gatto?- sussurrò roco il ragazzo


-Si- ammise l’altro mentre i vestiti da vicesceriffo sparivano nel nulla e svelava la sua vera natura. Rimase umano ma solo per metà: gli comparvero un paio di orecchie sulla sommità della testa e una coda da gatto. Aveva capelli lunghi e neri che coprivano molta della sua pelle chiara mentre una pelliccia nera e folta di trovava sul collo e scendeva fino al petto, poi ritornava sugli avambracci e sulle gambe


-Adesso mi accetterai come tuo famiglio?- gli chiese il gatto strusciando il viso nell’incavo del suo collo. Se non fosse stato così sfinito John l’avrebbe sicuramente allontanato perché era tutta colpa sua ma persino tenere gli occhi aperti gli costava una fatica disumana


-Perché dovrei?- gli chiese con un rantolo di dolore


-Perché no?- ribattè il gatto


-È tutta colpa tua se mi trovo in questa situazione- lo accusò il ragazzo sforzandosi di allontanarlo –mia sorella è morta per colpa tua! Soltanto perché ti sei intestardito a volermi come tuo padrone, lei è morta e la mia famiglia soffre!-


-Non avevo pensato che vi avrebbero potuto fare del male, non così tanto- gli disse il felino abbassando le orecchie tristemente


-Certo perché gli inquisitori sono famosi per i loro metodi democratici!-


-Non volevo che vi torturassero, se quell’uomo, uno di quei tipi che hanno le chiavi delle vostre gabbie… -


-Il vicesceriffo?- suggerì il ragazzo


-Si, lui! Se lui non avesse rapito tua sorella la tua famiglia non sarebbe stata torturata! Non era mia intenzione farvi del male!-


-E allora cosa pensavi quando hai fatto in modo che finissimo tutti incarcerati?- gli chiese sputando ogni parola come fosse puro veleno -Di farci fare una bella vacanza in una taverna di lusso con vista mare?-


-Non volevo che vi torturassero, l’idea era di farvi restare solo qualche settimana in carcere e poi ritirare le accuse per farvi uscire-


-Non funziona così-


-Adesso lo so- miagolò tristemente –è più difficile del previsto avere a che fare con gli esseri umani… per farvi uscire dovrei avere più potere ma senza il mio padrone non posso-


-Tu hai ucciso mia sorella- sibilò il ragazzo


-No! Non è vero!- cercò di difendersi il gatto


-Ho sentito il suo corpo freddo e morto abbandonato in un canale nel mezzo del bosco, esposto alle intemperie e agli animali!-


-Non era lei-


-Non sono un idiota, so riconoscere mia sorella!-


-Ma io ho fatto un incantesimo… - gli disse cautamente il felino sempre tenendo le orecchie basse –la stavano tutti cercando e se l’avessero trovata viva ho pensato che vi avrebbero uccisi tutti, gli umani sono strani, così ho trovato il corpo di una donna morta, una vecchia del paese, e le ho cambiato i tratti perché assomigliasse il più possibile a tua sorella… -


-E allora dov’è Jude?-


-Con l’uomo orso che taglia gli alberi del bosco, quello che ho mandato a salvarla dal vicesceriffo, la sta nascondendo a casa sua, è al sicuro!-


-Chi diavolo è quest’uomo orso?- sbottò John arrabbiato, facendosi male da solo


-Un tipo grande e grosso che abita nella foresta- gli rispose semplicemente il gatto e se non avesse avuto così male e non fosse stato così stanco John si sarebbe arrabbiato sul serio


-Come faccio a sapere che stai dicendo la verità?- sibilò


-I gatti non mentono mai ai loro padroni- gli rispose il felino semplicemente


-I gatti solitamente non mandano i loro padroni ad affrontare l’inquisizione!-


-Ho sbagliato!- ribadì mestamente il gatto –mi dispiace-


-Perché dovrei accettarti come famiglio?- sospirò stancamente –fin’ora non hai fatto che portarmi guai e non sono ancora neppure troppo convinto che tu mi stia dicendo la verità su Jude-


-Perché io ho fatto tutto questo solo perché non voglio morire, voglio stare insieme a te per tanto tempo ancora e voglio farmi perdonare tutti i problemi che ti ho causato, vorrei davvero tanto che tu mi credessi e che ti fidassi di me-


-È assurdo- sbuffò John, il gatto gli si avvicinò lentamente e si accucciò al suo fianco. Cautamente strusciò il viso contro la sua spalla e gli leccò le ferite


-Mi dispiace padroncino- sussurrò il gatto mestamente e sembrò sincero


-Se ti accetto come mio famiglio tu farai uscire di carcere me e la mia famiglia?- sospirò John e l’altro gli sorrise e lo leccò sul viso, contento. La sua lingua era ruvida e piatta proprio come quella dei gatti


-Si, lo giuro sul mio onore!- gli assicurò continuando a leccargli le ferite che, per magia, divennero meno dolorose


-Cosa dovremmo fare allora per stipulare quest’accordo- borbottò John irritato


-Prometti di essere il mio padrone per tutta la tua vita, di non abbandonarmi mai, di prenderti cura di me, giuralo sul tuo onore di uomo e di stregone- John lo fece e sentì ogni parola come un macigno sul suo cuore: il peso del suo giuramento –io prometto di servirti e di aiutarti per tutto il resto della vita, lo giuro sul mio onore di gatto e di famiglio- concluse il felino a sua volta e ci fu come uno scoppio silenzioso. La magia era stata compiuta, il patto sigillato e John si addormentò di colpo.


 


            Salem Village, contea di Essex, 3 ottobre 1692


Il giorno seguente John si svegliò di nuovo in prigione, infreddolito e dolorante, e avrebbe potuto pensare di aver sognato il suo incontro con il gatto se non avesse sentito il loro patto, come un macigno sul cuore, e che lo rendeva incredibilmente sensibile a qualsiasi cosa di magico si trovasse nei paraggi, soprattutto al suo gatto che ora zampettava nella sua forma animale lì attorno, assicurandosi che il suo padrone stesse bene. Ne sentiva i pensieri come un rumore di sottofondo ai suoi. Il felino voleva fargli sapere che si stava impegnando per farlo scarcerare insieme alla sua famiglia, che gli dispiaceva di non aver potuto aiutare sua sorella, che gli abitanti del villaggio lo tenevano lontano da lui, che gli mancava di già e tutta un'altra serie di cose. A John scoppiò un tremendo mal di testa.


Quello stesso giorno il reverendo Increse Mather, docente in una prestigiosa università, scrive una lettera di denuncia contro i processi che si stanno tenendo a Salem Village, sostenendo che le prove su cui si basava l’accusa erano solo “prove fantasma”, impossibili da confutare, e che i processi si stanno svolgendo con metodi irrispettosi della legge degli uomini e di Dio. In quei giorni il reverendo fece anche un sermone in cui criticava aspramente tutta la giuria e come stavano svolgendo le indagini. Disse addirittura che sarebbe stato meglio lasciare libere dieci streghe piuttosto che un solo innocente venisse ucciso. Il governatore del Massachusetts bloccò poco dopo tutti i processi a Salem Village proprio ascoltando il discorso del reverendo Mather.


 


Salem Village, contea di Essex, 12 ottobre 1692


La porta della cella si aprì silenziosamente nel cuore della notte e John uscì di soppiatto. Il gatto lo stava aspettando acquattato dietro un cespuglio nella sua forma animale, perfettamente invisibile nell’oscurità


-Vieni fuori gattaccio!- gli ordinò John con un sorriso e l’animale gli saltò addosso contento


-Mi hai trovato padroncino- constatò il felino, fingendosi superiore e distaccato ma facendo le fusa fra le sue braccia. John si allontanò dalla carcere per nascondersi alla vista di un improbabile nottambulo che l’avrebbe potuto facilmente scorgere lì davanti


-Sei il mio famiglio, è normale che io ti trovi- gli disse facendogli i grattini dietro le orecchie


-Sono contento padroncino-


-L’avevo capito- rise il ragazzo mentre si sedeva sopra le radici di un albero. Il gatto si allontanò da lui per poi tornare subito dopo al suo fianco nella sua forma a metà fra l’animale e l’umano. John gli accarezzò il collo e la testa come se fosse ancora un animale


-Padroncino come stanno guarendo le vostre ferite?- gli chiese e John gli mostrò il costato dove c’era un brutto taglio che si era infettato nei giorni precedenti ma che ora era in via di guarigione. Il gatto leccò i bordi del taglio, infondendo la sua magia per aiutarlo a guarire prima


-Gatto, sto bene- gli assicurò mentre lo scostava gentilmente –e non sono qui per questo- il felino lo guardò perplesso e John lo baciò sulle labbra


-Se è questo che il padroncino vuole… - disse arrossendo ma baciandolo a sua volta. Lo aiutò a togliersi i vestiti e volle controllare le ferite sulla sua schiena, quelle dovute alle frustate che lo avevano quasi scorticato vivo. Lo leccò per tutta la lunghezza della schiena, lentamente, finché non arrivò alle reni e poi al sedere dove osò dare un piccolo morso al suo padrone che, dopo la sorpresa iniziale, rise


-Gatto pestifero- lo apostrofò John invertendo le posizioni e sedendosi sopra di lui –adesso te lo faccio vedere cosa succede se provi ancora a mordere!- iniziò a baciarlo sul collo, dove era più sensibile, scendendo fino al suo sesso già turgido, baciandolo alla base per poi salire fino alla punta, leccandolo per tutto il percorso inverso, intanto che si masturbava a sua volta. E poi, quando il gatto meno se l’aspettava, lo morse all’interno della coscia. Il felino saltò via spaventato e sorpreso e John rise da quella sua reazione


-Non è divertente padroncino- soffiò il gatto incazzato tornando però subito da lui e baciandolo


-Si che lo è - rise John e venne buttato per terra dall’altro. Il felino si mise fra le sue gambe e strusciò il suo sesso contro quello del suo padrone che gli disse: -più in basso- mentre alzava i fianchi per aiutarlo ad entrare


-Il mio nuovo padroncino è un depravato- si disperò il gatto mentre esaudiva il desiderio del ragazzo ed entrava lentamente e con molta cautela dentro di lui


-E il mio gatto è il migliore amante del mondo- gli disse John e l’altro, distratto e contento, usò un po’ meno delicatezza, facendolo rantolare di piacere


-Non mi abbandonerai vero padroncino?- gli chiese il gatto muovendosi dentro al corpo del ragazzo


-Mai, giuro- gli assicurò John e l’altro, contento, lo baciò mentre si muoveva con più vigore nel corpo del suo padrone.


 


            Lynn contea di Essex, 29 ottobre 1692


I Marshal furono una delle prime famiglie a venire rilasciate dopo le critiche di Mather ai processi di Salem Village. Finalmente dopo quasi un mese di detenzione possono tornare a casa ma nulla è più come prima.


Il corpo di quella che si pensa essere Jude viene seppellito nel cimitero cittadino e tutti le portano dei fiori. Elisabeth e la signora Marshal svuotano insieme dalle cose della ragazza la camera che le due sorelle avevano condiviso prima dell’arresto. Ancora John non è abituato a vedere i capelli di sua madre così bianchi e la sua espressione sempre così triste. Samuel si sposerà con una ragazza che ha conosciuto in carcere che ha perso tutta la sua famiglia e per un po’ vivranno a casa della famiglia Marshal ma poi si trasferiranno alla fattoria di lei per cercare di rifarsi una vita. Il signor Marshal si concentra sulla fattoria, sugli animali che non sono morti di fame o non sono scappati o che non sono stati uccisi dagli animali selvatici, si concentra sul raccolto e va spesso a visitare la tomba di sua figlia senza farlo sapere a nessuno.


E poi un giorno uno strano uomo si presenta alla loro fattoria: un gigante tutto muscoli e con una folta zazzera di capelli rossi e con lui c’è un’altra persona che nasconde il viso sotto il cappuccio del lungo mantello che toglie soltanto quando è sicura di non poter essere vista da occhi indiscreti. Jude sorride alla sua famiglia e tutti piangono dalla felicità, le chiedono come può essere viva quando hanno seppellito proprio loro il suo cadavere, come sia scappata dal vicesceriffo, chi sia l’uomo che l’accompagna, e un altro milione di domande. Jude non può rispondere a quasi nessuno dei quesiti, si è salvata per fortuna dal vice, non sa come possa essere possibile che loro abbiano seppellito una sua sosia ma ad una domanda può rispondere. Presenta alla sua famiglia l’uomo che l’accompagna come suo marito, lui l’ha trovata nel bosco che stava per morire assiderata dal freddo e l’ha accolta in casa sua… e poi si erano innamorati.


Jude non potrà però tornare dalla sua famiglia perché se si spargesse la voce del suo ritorno dalla tomba tutti l’additerebbero come una strega e questa volta la famiglia Marshal potrebbe non cavarsela.


-Visto che non mentivo?- disse il gatto al suo padroncino quando rimasero soli


-Sono felice di sapere che mi hai detto la verità e sono felice che mia sorella stia bene- disse John e aggiunse –Forse sarebbe ora di darti un nome, non posso continuare a chiamarti gatto in eterno! E poi sarebbe ora che anche la mia famiglia ti conoscesse, sono stanco di doverti venire a cercare nel cuore della notte perché loro non si accorgano della tua presenza- il felino riprese forma umana, appoggiando la testa alle gambe del ragazzo che gli accarezzò i capelli


-Vorrei anch’io iniziare a vivere con il padroncino-


-Come ti chiamava il tuo vecchio padrone?- gli chiese John


-Mi chiamava Salem- gli disse il gatto, facendo le fusa –ma immagino che a te non piaccia questo nome… -


-Non ti chiamerò mai così!-


-E allora con che nome mi vuoi presentare alla tua famiglia padroncino?-


-Palla di neve?-


-Se osi giuro che ti sfiguro la faccia a furia di graffi!- gli rispose irritato e John rise


-Batuffolo allora!- l’altro soffiò incazzato –Ciottolino? Meo?-


-Stai attento che ti potrei uccidere!-


-Baffo? Nerino?-


-Tu fai proprio schifo coi nomi!- John rise tanto da farsi male e si dovette distendere per riprendersi. L’altro si accoccolò accanto a lui leccandolo sulle guance e rimasero in silenzio per alcuni minuti


-Che ne dici di Shadow?- gli chiese ad un certo punto il ragazzo


-Vorresti che mi chiamassi “ombra”?- gli chiese per sicurezza il gatto


-Non ti piace?-


-Meglio di tutti quegli altri nomignoli stupidi di prima- gli rispose boriosamente il gatto, John sorrise e lo attirò a sé per baciarlo


-Sei un bravo famiglio- gli disse e l’altro prese a fare le fusa, soddisfatto.


Il giorno successivo Shadow nasconde il vero colore del suo manto con un incantesimo e si fece trovare sull’uscio di casa con una collezione di venti topi morti come dono e tutto contento, facendo le fusa si struscia contro le gambe di John, che non sa se ridere e dargli un calcio nel sedere. La signora Marshal è stupita dal comportamento del gatto, che non si era mai visto nei paraggi, convinse suo marito a lasciarlo rimanere per cacciare i topi. Così Shadow divenne il famiglio protettore dei Marshal e nessuno da quel momento poté più fare un torto alla sua famiglia e al suo padroncino.



Edited by bloodingeyes - 29/10/2011, 01:11
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 28/10/2011, 09:16




Mah O.O sono soconvolta, insomma il gatto gli fa fuori la sorella ( perchè è solo colpa sua se è morta, violentata e sgozzata) e lui non solo lo accetta, lo perdona ... ma ci fa pure l'amore??? Bho, io dico che John è fuori di testa.
Comunque la storia è molto originale, come lo sono tutte le tue ^^ non avrei mai immaginato che osse il gatto a fare la parte dl Seme, credevo che John essendo ils uo padrone lo avrebbe posseduto, invece no, è stato il contrario *-*
 
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bloodingeyes
view post Posted on 28/10/2011, 10:06




si hai ragione è l'unica cosa che non ha davvero un senso in questa storia, infatti non mi piace e se avessi avuto più tempo non avrei mai partecipato con questa roba al concorso... in realtà volevo scrivere sui licantropi, ma il tempo è tiranno e ho dovuto rimediare su questa storia più corta...
non sono soddisfatta neppure un po'
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 28/10/2011, 10:50




Bhè al treuntuno mancano ancora tre giorni, e la puoi risistemare se vuoi ti do un consiglio, che poi è il pensiero che mi è venuto in mente appena letto della morte della sorella.
Io pensavo fosse tutto un sogno, un sogno molto violento che il gatto aveva fatto fare a John per dispetto, e per fargli capire di cosa era capace (anche se non voleva realemnte far accadere gli avvenimenti)
Insomma quando lo porta fuori dalla prigione tenedolo in braccio e lo costringe a stringere il patto magico con lui, dopo questo accadimento John si potrebbe risvegliare e trovarsi nel suo letto e il gatto potrebbe gongolare tutto contento per aver ottenuto con l'inganno quello che vuole.
In questo caso seppure ingannato il fatto che John si innamori del gatto risulterebbe molto meno assurdo!
E' solo un'idea tu ovviamente puoi non usarla e trovare un'altra soluzione, però secondo me se hai un attimo di tempo sistemala perchè è un vero peccato.
Alla fine il persoanggio di john mi è sembrato assurdo, perchè nessuno sarebbe così contento di essere legato per la vita ad un essere che ha distrutto la propria famiglia e che lo ha fatto torturare.
 
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bloodingeyes
view post Posted on 29/10/2011, 00:18




L'idea era ottima, ma così cambierebbe rabicalemnte la storia, se è tutto un sogno dal 2 ottobre sarebbe da riscrivere tutto completamente e mia madre non mi lasci abbastanza ore il computer per poter fare un cambiamoento tale in 3 giorni.
Ho deciso di fare in un altro modo, un po' meno sdozzo, sempre poco credibile ma già più realistico della prima versione. Cambia dal 2 ottobre e poi anche nel capitolo finale.
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 29/10/2011, 07:20




Guarda sistemata così la storia è ancora meglio! Ora si che riconosco il tuo stile XD Adesso la storia è molto più coerente e il finale risulta bellissimo
 
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Taila
view post Posted on 29/10/2011, 12:55




Mi piace l'ambientazione storica *.* E' descritto tutto benissimo....
... anch'io sono rimasta un pò perplessa dal comportamento di John, ma la fic mi piace tantissimo. John è fuori di testa, ha ragione Nonna, ma il personaggio di Gatto mi piace tantissimo, hai fatto un ottimo lavoro con lui.
Complimenti *__*
 
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Aurora Boreale
view post Posted on 7/11/2011, 15:04




Ciao^^
Inizio ora a leggere le fic del contest, che poi vorrei riuscire a votare...
Cosa dire? Mi è piaciuta l'ambientazione e il personaggio del gatto; la storia in generale è piuttosto originale.
Sono rimasta un po' perplessa per il comportamento di John, io non avrei mai reagito come lui... Ma i pg sono anche creati per essere imprevedibili^_^.

Beh, sicuramente l'atmosfera da Halloween c'era tutta^^.

Ho un unico appunto da farti: i tempi verbali; ho notato che sei passata dal passato remoto al presente senza cognizione di causa, alternando più volte i due tempi come se fossi indecisa su quale adoperare, quindi ti consiglio di rileggere e sistemare^^.

Baci
Aury

 
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7 replies since 28/10/2011, 01:25   56 views
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