Capitolo 5: L’Emblema e il Vaso della TestaCherry percorse il cortile dell’albergo ad ampie falcate. Sperare di non incontrare nessuno fu un desiderio vano e ingenuo.
Perché Heath Beuphoria non era sufficiente a crearle problemi, ci mancavano solo i membri dello staff, che, tanto per complicare le cose, erano anch’essi sotto il controllo mentale di Brian e camminavano a passo pesante e barcollante verso di lei.
-Posso darti un consiglio?- chiese il Clown, col tono da amico di vecchia data.
-No.- lo zittì la ragazza.
-E va bene…- fece lui alzando le spalle –Ma poi non dire che non ti avevo avvertito.-
-Avvertito di cosa?- domandò seccata lei –Ma vi rendete conto, tu e quel tuo amichetto, del casino in cui vi state cacciando?-
Sul volto del Clown si dipinse un’espressione divertita –In cui si STA cacciando, vorrai dire.-
La ragazza raccolse la magia nelle mani, ricoprendole di uno strato luminescente verde, conscia che non aveva altra possibilità per levarsi il pagliaccio dalle palle, se non quella di fargli male sul serio.
-Non vorrai tirarti fuori proprio adesso?- gli chiese derisoria.
Lui alzò le spalle –Chissà, forse dovrei aspettare e vedere come va a finire. Dopotutto posso sempre dire di essere stato controllato anch’io da Brian.-
-Sei un verme!- gridò Cherry correndo verso di lui. Il suo pugno s’infranse contro il suolo sollevando un forte getto di polvere e sassi. Heath saltò su un muro lì vicino e s’inginocchiò come a gustarsi lo spettacolo. Perché la ragazza era circondata dagli zombie e dai compagni suoi e di Phelesia. Francamente, non era convinto circa le effettive abilità dei mezzosangue.
Era curioso. In fondo, era solo per quello che aveva accettato di giocare con Brian. Era un tipo spassoso lui, con tutte quelle cazzate sulla purezza di sangue, come se non fosse stato ben noto che la sua famiglia avesse arcaiche origini umane. Si facevano chiamare Bokor, un tempo ma Brian aveva ripudiato quella denominazione, preferendo definirsi "demone". Certo quello poteva pure concederglielo, perché nessuno che conoscesse era più bastardo e infido di Brian Phelesia.
Eccetto lui, ovviamente.
-Io sarò un verme, ma tu diventerai il mio cibo.- la provocò mentre quella usava i suoi pugni magici sui malcapitati di turno.
Probabilmente avrebbero continuato a muoversi, anche se li avesse fatti a pezzi, cosa che escluse a priori. Evitò di essere abbrancata da un ragazzo enorme e scivolò di lato, usando la sua energia sugli alberi intorno a lei. Le piante presero vita e le loro fronde si agitarono funeste nell’aria. I loro nodosi tronchi si estesero verso il cielo, richiudendosi come una gabbia intorno ai disgraziati, rendendoli praticamente innocui. Uno dei rami serpeggiò veloce contro Heath, ghermendogli il braccio e strattonandolo giù dal muro.
Lui rise, come divertito dall’essere sballottato qua e là dagli alberi. Cherry compì un gesto con le mani e il ramo la emulò, abbattendosi a terra e sbattendovi in malo modo il Clown.
-Ugh!- Heath quel colpo lo senti, ma non smise di sorridere. Anzi, rise più forte –E’ divertente, rifacciamolo, dai!-
Cherry inarcò il sopracciglio.
-Se proprio ci tieni…- disse –Ora ti faccio sentire un po’ di buona musica.-
Il ramo s’alzò nuovamente da terra, la ragazza abbassò la mano e il vegetale imitò nuovamente il gesto, colpendo Heath sulla schiena.
Una volta, due, tre, quattro.
Heath gemeva sballottato in una giostra di legno che lo percuoteva come un tamburo indiavolato. Gli schioppi delle percussioni accompagnavano il suo canto di dolore e Cherry fu come rapita da quella soddisfacente sinfonia, tanto che perpetrò l’esecuzione per alcuni minuti, dimenandosi come un’indemoniata dinanzi al suo pubblico esultante.
Pandemonium sfondò la porta con un calcio gridando il nome del fratello. Ciò che si trovò davanti non gli piacque per niente. Seduto sul letto, c’era Brian e, in piedi accanto a lui, Mikha’il.
Il Bokor teneva la mano ben stretta sulla natica dell’angelo, come a reclamarne il possesso e gli occhi del minore dei Ba’alentine erano vitrei. Non assenti come poco prima. Erano spenti. Pandemonium scosse la testa, tentando di negare il malaugurato pensiero che fosse tutto perduto.
-Sei arrivato in ritardo.- disse Brian –E abbiamo iniziato senza di te. Ma tranquillo, ci siamo divertiti…- si morse lascivamente le labbra –Se vuoi, puoi unirti a noi.- disse ancora, scorrendo la mano dalle natiche dell’angelo alla sua schiena. Si alzò in piedi e strinse prepotentemente l’angelo a sé. Profanò la sua bocca con la lingua, senza smettere di guardare Pandemonium che ribolliva di rabbia.
Il diavolo si sentì divorare dall’ira e giurò a se stesso che avrebbe trascinato per i gironi dell’inferno, con un gancio infilato nei coglioni, quel fottuto bastardo.
Le unghie nere gli penetrarono a fondo i palmi e la sua bocca si spalancò in un forte ruggito, i suoi occhi erano divenuti nuovamente neri e l’oscurità avvolgeva il suo corpo, ronzante come uno stormo di locuste.
-Dovrai fare molto di più per impressionarmi.- asserì Brian inarcando il sopraciglio e infilando il dito medio nell’insenatura fra le natiche dell’angelo –Vedo che hai fatto un bel lavoro con lui. E poi sarei io quello perverso, fratellone…-
-TACI!- ruggì il diavolo con la voce composita dai suoi vari timbri -Togligli le manacce di dosso!-
Brian non si curò della minacciosità di quelle parole, né dell’oscurità che accompagnava il diavolo mentre avanzava furioso verso di lui. Come aveva detto a Heath, aveva molte frecce nel suo arco. Prese il polso dell’angelo e lo infilò nella tuba di Pandemonium, che inorridì.
-Adesso…- sussurrò all’orecchio di Mikha’il -… prendi l’Emblema.-
L’angelo strinse il pugno intorno a qualcosa di solido ed estrasse meccanicamente il braccio. La stanza fu rischiarata a giorno da un abbacinante bagliore e sia il diavolo sia il Bokor strizzarono gli occhi infastiditi da essa.
-Ma che diavolo è?!- esclamò il primo quando la luce si dileguò quanto bastava per permettergli di intravvedere qualcosa.
In mano a Mikha’il, vi era una spada lucente.
Quindi, era quello l’oggetto sacro che aveva ricevuto in eredità?
-Certo che sei uno strano diavolo, tu.- commentò un piccolo demonietto scarlatto camminando intorno ad un altro bambino, più minuto e fragile in apparenza.
Il piccolo angelo lo guardò incuriosito, succhiandosi il pollice. I suoi occhi si socchiusero lentamente, colmandosi di lacrime. Scoppiò a piangere.
-Ehi, che cos’hai?- esclamò il diavoletto –Non ti ho fatto niente, ehi!-
Inutile, l’angelo non voleva saperne di stare zitto e continuava a piangere indicandolo.
-Vai via, sei brutto! Brutto, brutto, brutto!-
-Io sarei brutto?!- era solo un bambino, ovviamente si offese –Tu sei brutto! Con quelle ali da pollo allo spiedo!-
-Io non sono un pollo allo spiedo!- gridò il piccolo angelo saltando in piedi.
-Invece si!- gli fece la linguaccia lui.
Pandemonium scosse la testa ridestandosi da quel ricordo. Quel nostalgico momento era ormai solo una memoria da conservare nel cuore. Mikha’il era…
-Pandemonium, ricordati che Mikha’il è tuo fratello.- gli disse suo padre tenendo fermi sia lui, sia il nuovo fratellino, impedendo a entrambi di continuare a picchiarsi –E devi prenderti cura di lui.-
Non se n’era preso cura affatto. Non quando necessitava.
E Brian aveva fra le mani non solo il suo corpo inerme, ma persino l’Emblema. Aveva distrutto il loro sogno con poche mosse che avrebbe potuto benissimo prevedere.
Che stolto ch’era stato…
-Come mi aspettavo, questa è la spada sacra di Mīkīl.- Brian era estasiato, non riusciva a distogliere lo sguardo dall’arma. Dalla sua elsa doro zecchino e dalla sua lama platinata e cristallina.
–Quanto ho desiderato entrane in possesso…-
-E’ per questo che dicevi di amarmi e tutte quelle cazzate lì?- Pandemonium si riscosse e, benché conoscesse benissimo la verità, volle sentirselo dire in faccia. –Mi hai solo usato perché sapevi che avevo ereditato la spada?-
-Esattamente.- rispose l’altro –Ma non è stato tutto tempo sprecato con te.-
Il diavolo annuì, incassando il commento.
Era stato davvero cieco, ma era comprensibile. Lui Brian l’aveva amato e in fondo al cuore rimpiangeva quei giorni in cui “erano felici”. Molto in fondo al cuore, in un luogo che poteva definirsi “l’angolo dimenticato del subconscio”. Perché poi Mikha’il l’aveva istigato a “prendersi cura di lui” ed erano finiti così, all’insaputa di tutti.
O quasi.
Non poteva più nasconderlo, ma che importava ormai, se il suo fratellino frignone e permaloso era ormai solo un guscio vuoto in mano ad un depravato bastardo?
-Per ringraziarti…- Brian sogghignò maleficamente –Ti concederò la grazia di una rapida morte, per mano del nostro Miky.-
A un suo schiocco di dita, l’angelo spiegò le ali e s’abbatté con foga contro di lui. Ancora una volta il diavolo si trovò a schivare il colpo di un amico, ma nel caso di Mikha’il, era sicuramente peggio. Vedere i suoi occhi rimanere freddi e inespressivi mentre lo feriva e tentava di ucciderlo era davvero doloroso. Perché sapeva quanto invece ciò l’avrebbe fatto soffrire.
Un fendente sferzò la sua pelle scarlatta e il sangue nero zampillò nell’aria.
Brian non smetteva di goderne. Non cessò un attimo di sorridere, compiaciuto del proprio operato.
Pandemonium aveva sempre pensato che il suo atteggiamento provocatorio fosse dettato dalla gelosia, dannata prima impressione. Brian era possessivo, non geloso e non lo aveva mai amato.
Un altro rapido fendente, che mancò di fortuna il cuore.
Se non s’inventava subito qualcosa, sarebbe finita davvero molto male.
Quando la polvere si diradò, Cherry si accorse che Heath non era più dove doveva essere.
Sparito nel nulla.
La ragazza si guardò intorno e, non vedendolo, decise di lasciar perdere tutto e tutti e di precipitarsi alla stanza di Hiver. La porta era chiusa a chiave e sprangata, ma bastò un piccolo incantesimo per far scattare la serratura e far saltare la barra d’argento che la bloccava dall’interno. Una volta dentro, vide nella penombra il corpo dell’amico steso a terra, ancora mutato in lupo.
-Hiver!- esclamò correndo verso di lui. S’inginocchiò di fianco al suo corpo e costatò che era ancora vivo. –Hiver!- lo scosse cercando di svegliarlo.
A seguito di svariati tentativi, lui aprì piano gli occhi. Il suo corpo era ancora intorpidito e la sua mente confusa. Non capì dove si trovava e il suo essere lupo non lo aiutò a ragionare razionalmente. Ringhiò sommessamente, ma Cherry gli carezzò la testa.
-Sono io, sono io.- gli ripetè tranquillizzandolo.
Il licantropo l’annusò, riconoscendola, ma c’era anche un altro odore conosciuto nell’aria.
Quell’odore!
Gli occhi di Hiver si spalancarono e fece appello alle sue forze sopite per rimettersi sulle zampe a fatica.
-Lui è qui…- disse piano, scuotendo la testa per rischiarare la mente.
-Intendi Heath?- chiese Cherry guardandosi intorno nervosamente. Era tutto così dannatamente inquietante al buio…. Hiver respirò piano e profondamente per inviare più ossigeno possibile al cervello. Con l’olfatto ferino che possedeva, poteva avvertire chiaramente la sua presenza, ma dov’era?
Un rumore sinistro e lieve li fece voltare di scatto verso la porta del bagno che si apriva da sola o forse a causa di qualcosa d’invisibile. E fu spaventoso il non vedere cosa, ma al tempo stesso sapere che ci fosse. Una risata fastidiosa veniva dal buio oltre all’uscio, ma nessuno dei due osava mettere piede nella stanza.
-Yuuuuhuuuu, ragaaaaazziiiiii…- li chiamava la voce –Sonooo quiiiii…-
I due si guardarono, ma nessuno fece la sua mossa per primo. Due occhi scuri parvero ridere di loro nell’oscurità completa oltre la porta.
-Avete pauraaaaa, hihihih!-
Cherry digrignò i denti. Paura, lei? L’unica cosa che temeva erano gli schifosi insetti. Il resto era una bazzecola.
Ancora una volta raccolse l’energia nelle sue mani e scagliò una sfera luminosa verso il bagno. Videro chiaramente Heath fuoriuscire burlescamente dal buco dello scarico, con tutta la calma e la goffaggine del mondo. Schivò facilmente l’attacco e rise mostrando i canini appuntiti.
-Ma che pessima mira… prova queste invece.- disse e lanciò qualcosa.
Cherry e Hiver si scansarono, ma nulla li sfiorò. Rimasero sconcertati ma pochi secondi dopo, a seguito di un leggero schiocco sul pavimento, ecco un’esplosione travolgerli e scaraventarli ai due poli opposti della stanza.
-Ugh…- gemettero entrambi, doloranti e confusi. Il clown uscì alla luce lunare camminando rozzamente nonostante l’abbigliamento elegante e si grattò la testa, perplesso.
-Siete proprio pessimi, per nulla divertenti… quello stronzo di Brian si è preso tutto il divertimento, tsk…- disse imbronciato ficcandosi le mani in tasca.
-Per te tutto questo è divertimento?- chiese Cherry rimettendosi in piedi. I suoi occhi neri lampeggiavano d’ira. Anche Hiver prese male il commento e ringhiò minacciosamente.
-Ho già detto che siete noiosi.- commentò aspramente e lanciò loro qualcos’altro. Come una pallina da ping pong, solo invisibile. Le esplosioni che deflagrarono per la stanza successivamente, furono invece ben visibili e dolorose.
Heath rise, soddisfatto del suo operato. Cherry e Hiver giacevano stremati sul pavimento e non erano più un problema per lui, né per Brian. Poteva benissimo andare da lui a reclamare ciò che gli spettava.
Abbassò la maniglia, ma la porta non si aprì e solo dopo aver insistito invano, si accorse di un movimento alle sue spalle. Heath si volse appena in tempo per intravvedere un destro peloso abbattersi senza pietà sul suo viso. La pelle si squarciò e il suo corpo fremette disordinatamente rigettando aria. Si sgonfiò come un palloncino bucato, svolazzando per la stanza davanti agli occhi dei suoi avversari. Questi rimasero immobili a fissare quei lembi di pelle e stoffa giacenti sul pavimento, come se d’improvviso potessero rianimarsi e attaccarli.
Ma non accadde nulla.
La lama affondò nella sua coscia e Pandemonium urlò di dolore sotto lo sguardo divertito di Brian. Mikha’il estrasse la lama e diede con essa un altro affondo. Il diavolo schivò appena in tempo e afferrò il braccio dell’angelo. Lo strattonò verso di sé e gli afferrò la testa fra le mani. Tentò di ripetere quanto fatto con Cherry, ma l’angelo lo trafisse all’addome con un gesto secco e pulito.
Il maggiore sputò sangue e indietreggiò tremando per il forte dolore che quella lama gli causava. Non era una spada normale.
Nessuna lama ordinaria poteva causare tanta sofferenza.
-Mikha’il…- sussurrò piano cadendo in ginocchio –Ti prego, torna in te.-
L’altro non diede nessun cenno di vita. Il suo sguardo era sempre vacuo e inespressivo. Brian si alzò e si diresse verso di lui.
-Era da tanto che non ti rivedevo ai miei piedi… che nostalgia.- commentò irrisorio.
Pandemonium tossì altro sangue scuro e si premette le mani sulla ferita dolorante.
Lanciò al Bokor un’occhiata omicida e scoprì le zanne furiose, senza però incutere timore nel suo nemico. Brian lo colpì sulla ferita con un possente calcio e il diavolo strinse i denti per non lasciar sfuggire alcun grido e si accasciò a terra. Brian lo colpì nuovamente, stavolta pestandogli ripetutamente la parte lesa e premendola con la punta della scarpa.
-Uaaaagh…- si vergognò il diavolo di quell’atroce lamento che gli sfuggì e che compiacque maggiormente il Bokor. Brian si esaltò della piega che stavano prendendo le cose e rise nell’infierire sul nemico ormai vinto.
-Non sai quanto aspettavo questo momento.- esclamò mentre gli rifilava l’ennesimo calcio. Pandemonium si era appena rialzato e la potenza del colpo lo sollevò da terra faccendolo cadere a diversi metri di distanza. Era sfinito. Le sue dita tremanti tastarono febbrili la falda del cilindro davanti a lui. Il piede di Brian calò sul suo polso e il diavolo poté sentire lo schioppo secco e atroce della rottura delle ossa.
-Mi spiace, caro.- disse ancora il moro, raccogliendo la tuba con tutta calma –Niente armi. Non vorrai far del male al tuo fratellino?-
-Fottiti.- mugugnò il diavolo, ma qualcosa nel suo sguardo era cambiato.
Improvvisamente, il cappello prese fuoco e Brian urlò per lo sconcerto e il terrore.
-No!- immediatamente strappò l’oggetto al legittimo proprietario e tentò di spegnerlo, prima colpendolo con forza con le mani e poi gettandolo a terra per tentare di soffocare le fiamme con i piedi. Inutile, il fuoco divampò avvolgendo completamente il cappello e bruciandolo inesorabilmente. Pandemonium si mise a sedere scuotendo la testa.
-Che peccato…- commentò –La mia preziosa collezione d’armi è andata…-
Brian tremava di rabbia e sudore gelido.
-Così impari a scorazzarla ovunque.- disse una voce ironica alle spalle del Bokor che, atterrito, si voltò di scatto.
-Mi…Mikha’il?- chiese sorpreso.
L’angelo sospirò e alzò le spalle.
-Chi dovrei essere, scusa?-
-Sembra che tu abbia visto un morto, Brian.- lo schernì sogghignando Pandemonium.
-Questa è roba tua?- chiese l’angelo rimirando la spada dall’elsa alla lama.
-No, è roba tua.- commentò il fratello maggiore.
-Mi sfugge qualcosa…- ribatté il minore confuso.
-Anche a me.- disse Pandemonium accorgendosi del fatto che, furtivamente, Brian Phelesia, il Bokor, tentava di darsela a gambe.
Istantaneamente, il diavolo si frappose fra lui e la porta, con dipinta sul volto l’espressione più compiaciuta che avesse mai esibito.
-Vai da qualche parte, Brianna?-
-Io… Sai, in verità ti ho sempre amato, Pandino...- disse con un filo di voce, tentando di salvarsi la pelle.
-Dovrei essere geloso?- domandò allora l’angelo, tagliandogli la strada alle spalle.
-Non più del necessario.- commentò il diavolo –Sai, Brianna… in fondo anch’io ti voglio un gran bene… -
Quello s’illuminò speranzoso, ma quando gli occhi del diavolo si tinsero nuovamente di pece e le tenebre ronzarono minacciose fuori dal suo corpo, quando la luce di Mikha’il arse alle sue spalle bruciando come il sole e quando le due forze si scontrarono sopra la sua testa scoppiettando come tante piccole saette, capì che non poteva sottrarsi al giusto castigo e tuttavia non lo accettò dignitosamente.
Note: E alla fine Brian le prese U_U Heath... ogni riferimento NON è puramente casuale XDD E poi io sarei quella che i film horror non li regge... mi piace tirare in ballo situazioni che detesto... forse in fondo sono come Brian: un'anima masochista ed incongrua, perché altrimenti non me lo spiego. Cherry si è sfogata con Heath, un vero peccato che non l'ha ridotto ad una poltiglia.
Il Vaso della Testa sarebbe una sorta di amuleto dove viene rinchiuso il Piccolo Angelo Guardiano per proteggero dagli stregoni che vogliono approfittarne. Su wikipedia c'è scritto di una bottiglia, in un altro sito ho letto si tratta di un amuleto, dato che non dovevo fare tutto perfetto, ho optato per il cappello di Pandemonium, ma il perché ve lo spiego al prossimo capitolo.
Bene, bacioniii!!
Capitolo 6: Epilogo di un complotto fallato.-Anch’io ti voglio un gran bene, altrimenti ti avrei già ucciso?- sbottò Mikha’il agitato.
Pandemonium gli rifilò un pacchetto di caramelle, tanto per tentare di raddolcirlo.
-Andiamo, era solo per dirgli che gli stavo per riservare una lenta e meritata agonia.-
Il fratello minore si ficcò un pugno di caramelle gommose in bocca e le masticò rumorosamente.
Pandemonium si stiracchiò sulla sedia, gemendo poi sonoramente per il dolore al polso.
-Ahi, ahi!-
-Che bambinone.- lo istigò l’angelo mostrandosi deluso da lui.
-Oh, ma zitto, non hai idea di quanto io abbia sofferto!-
-Allora perché non ci stai tu qui, ricoverato?-
-Qualcuno ha paura delle punturine al culetto?-
-Salve ragazzi!- esclamò allegro un Hiver umano entrando nella camera d’ospedale.
I due litiganti lo ignorarono.
-Vuoi che ti rompa anche l’altro braccio?!-
-Tu ancora mi devi scontare quello della doccia!-
Mikha’il sorrise sornione –Non mi pareva ti dispiacesse.-
Pandemonium sentì l’istinto irrefrenabile di proteggersi le chiappe dal ricordo fresco e doloroso di quella notte.
-Te lo faccio assaggiare, così poi vediamo se piace anche a te!-
-Ehm… ciao ragazzi…- Hiver tentò di farsi notare di nuovo.
-Lascia perdere.- gli consigliò Cherry, seduta accanto alla finestra, intenta a leggere una rivista –Tubano così da due ore.-
Il licantropo le si sedette di fronte, rassegnato, e le domandò –Ci sono novità?-
La ragazza scosse la testa.
-No. Ma è ovvio che una notizia del genere non venga pubblicata.-
-Non è una cosa corretta.- asserì Hiver.
-Quando si hanno soldi e potere, la scorrettezza sarebbe quella d’infangare l’onore della famiglia.- disse lei girando pagina –Ma non credo che Brian la passerà liscia questa volta.-
-I panni sporchi si lavano in famiglia.- recitò lui.
-Spero che dopo averlo lavato, lo sbattano ben bene!- sogghignò maligna la strega.
-Seriamente, Pan, io sto bene, non voglio stare qui…- emise supplice Mikha’il, abbandonandosi sconsolato sul cuscino rialzato –Mi ammazzo di noia e le infermiere non sono così affascinanti da farmi cambiare idea.-
Il diavolo s’addolcì –Su, non fare il bambino viziato. Sei morto e risorto, hai idea di cosa comporti questo?-
-Un sacco d’iniezioni e ricostituenti. E cibo insipido.-
Il fratello maggiore si chinò su di lui e gli rimboccò le coperte –Non è una cosa da prendere alla leggera. Un paio di giorni e sei fuori, resisti.-
-Anche lei è stata zombizzata, non capisco davvero perché solo io debba essere ricoverato!- continuò a protestare l’angelo –Anzi, di questa storia non ci ho capito una mazza!-
-Figurati noi.- risposero in coro la batterista e il bassista.
Pandemonium si grattò la testa, cercando le parole per spiegare nuovamente e in breve i fatti. Ripetè la vicenda dell’antico amore di suo padre per la madre di Mikha’il, dell’Emblema che era diventato la fonte del potere della famiglia (potere inteso come influenza) e di come il padre gli avesse affidato in eredità l’oggetto perché lo custodisse e usasse per proteggere l’angelo. Gli disse anche di quanto diabolico ma male strutturato il piano di Brian fosse.
-Non me l’aspettavo proprio da uno intelligente come lui.- commentò Hiver.
-Credo sia un’idea balzana che gli è venuta in mente vedendo il volantino degli Awards…- rispose Pandemonium –Sarà anche intelligente, ma ha fretta di fare le cose. E’ questo che lo frega sempre.-
Mikha’il annuì.
-A proposito di questa faccenda… mi dispiace.- disse arrossendo –Per colpa mia hai sacrificato il tuo cappello.-
Pandemonium gli sorrise dolcemente –Era solo un cappello.-
-E le tue armi.-
-Ora non me lo ricordare…- commentò dispiaciuto. Sospirò guardando di lato. –Per quanto ora trovi seccante il dover ricomprare tutto… beh, lo rifarei… lo sai?-
-Lo so…- ripetè arrossendo l’angelo. La sua mano s’infilò fra quelle sudaticce del fratello che gliela strinse calorosamente –Grazie ancora.-
Pandemonium avvicinò il viso scarlatto al suo e gli baciò la fronte ambrata con dolcezza.
-Per così poco?- disse scherzosamente.
Cherry e Hiver si lanciarono un’occhiata complice e uscirono dalla stanza, in modo da lasciare ai due fratelli la privacy che quel momento da latte alle ginocchia richiedeva. Dopotutto se lo meritavano dopo quella fatidica notte all’hotel. Se l’unico modo che Brian avesse avuto di arrivare all’Emblema non fosse stato usare Mikha’il come un burattino e rinchiudere la sua anima nel cappello per confondere lo stesso, probabilmente quella storia assurda sarebbe finita molto male.
Una volta nel corridoio, incrociarono Heath Beuphoria armato di un voluminoso mazzo di rose nere che li salutò sogghignando come se nulla fosse. Come se l’essere stati squalificati dagli Awards non significasse nulla. Il bastardo era fuggito quando aveva visto che la situazione era completamente sfuggita al suo compare, ma era anche andato a trovarlo all’ospedale. Che fosse solo un modo per schernirlo? Era tutto possibile. Il licantropo dovette trattenere la batterista dall’inseguire e massacrare l’odioso pagliaccio. Ma ad impedirle il giusto e sensato gesto, fu qualcos’altro.
-Ragazzi…- disse Hiver, tentando di avvertire i due amanti nella stanza.
Invano.
Quando quei due stavano così, uniti, labbra nelle labbra, occhi negli occhi, mani nelle mani, non sentivano più nulla e nessuno. Solo i rispettivi respiri affannati e i cuori palpitanti. Le farfalle allo stomaco e il calore pulsante che cresceva scorrendo nei loro corpi come un fiume in piena.
-Ti amo.- sussurrò il diavolo mentre la mano gli scivolava sul collo del fratello minore.
-Ti amo anch’io…- ribatté l’angelo mentre col ginocchio premeva fra le gambe del maggiore.
-E’ bello sapere di avere due figli che si amano così tanto.- tuonò autoritaria una voce profonda.
I due fratelli s’impietrirono e separarono pian piano, con gli occhi sbarrati rivolti verso la porta della camera.
-Pa-papà?!- esclamarono in sincrono, con voci squillanti e volti fumanti d’imbarazzo.
Forse dovevano al genitore più di una spiegazione.
Fine
Note: E questo era l'epilogo signori, grazie per avermi seguito in questo delirio breve e spero vi sia piaciuto. Effettivamente, come anima rinchiusa nel cappello, intendevo il Piccolo Angelo Guardiano. Perché é l'insieme di emozioni, sentimenti ecc... tutto ciò che contraddistingue un essere umano... o meglio, in questo caso, una creatura da un'altra. Alla fine il Grande Angelo guardiano di Mikha'il vagava lì o per la stanza o per il limbo... da qualche parte in zona, visto che grazie alla spada di Mammà si è ripreso bene. Il nome di lui e sua madre sono riferimenti all'angelo Michele, ma questo non si era capito, vero? Noooo...
Ok, ora vi lascio alla recensione del giudice, con la quale mi trovo d'accordo. La mia paura per il contest era dovuta a due fattori: 1. Zombi ce n'era uno vero (morto e a zonzo) ed è durato poco. 2.Il giudice era maschio e io come altri gli ho rifilato delle sporcellate quasi incestuose XDD
E Vabbè... però questi due mi hanno divertito, perciò, a breve metterò l'extra-spin off, che sarà solo un what-if sporcelloso della storia, ancora non l'ho scritto perché ultimamente ho un sacco di lemon a cui lavorare e non voglio scrivere le cose tutte uguali. Ma a breve avrete mie notizie! **
SECONDO POSTO
My brother's keeper, di Kymyit
Prima di tutto, una premessa: gli zombi nella tua storia sono un elemento un po' marginale... però non voglio castrare la tua creatività, quindi se il tema proposto ti ha ispirato questo, la accetto (un po' di straforo magari!).
Per questa storia hai inventato un'ambientazione così complessa che è quasi un peccato che debba essere relegata a un unico racconto. E' la cosa che mi è piaciuta di più: un universo intero che stimola la fantasia.
La narrazione è decisamente in stile manga e anime. Qua e là non sarebbe stato male allungare con qualche spiegazione in più (anche se avrei finito di leggerla l'anno prossimo), per dare al lettore il tempo di digerire il tutto. Ogni tanto ho dovuto tornare un po' indietro per non perdermi nella trama.
In generale però lo stile è molto bello (in 19 pagine ci sono giusto 2 o 3 frasi che stonano un po').
Lo sviluppo della trama è quello classico (introduzione, intrigo, soluzione) ma è portato avanti davvero bene, con un crescendo di tensione costante e un po' di ironia (sempre stile manga) che rende tutto più scorrevole.
Non tutti i personaggi sono approfonditi. In parte è una tua scelta e come tale non può essere contestata (visto che comunque nessuno di loro è una macchietta), però mi permetto di dire che sarebbe stato interessante, per esempio, capire cosa ha portato Brian a odiare tanto i "mezzosangue".
Ultima cosa... effettivamente Brian sarebbe stato un buon personaggio da approfondire maggiormente, ma ci saranno altre occasioni. Che posso dirvi... E' colpa della sua famiglia che è cresciuto così. E' un ribelle a metà, e adesso papà gli darà una bella lezione, anche se immagino gli faranno i complimenti per come ha soggiogato le streghe, quindi alla fine non so davvero che razza di punizione potranno dargli, eccetto quella di avere Heath fra i piedi...
Bene, alla prossima storia sui Dualistic Paradox!!
Bacioniiiiiiiiii e grazie a chi mi ha supportato fin qui!