La strana coppia

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NonnaPapera!
view post Posted on 25/11/2011, 10:11




Autore: NonnaPapera!
Genere: generale
Avvertimento:Fluff
Trama: Giovanni è un preside ossessio-compulsivo, Angelo è un vice-preside diamentralmente opposto
Note: “Partecipante alla School Challenge”


La strana coppia

Giovanni era un buon preside, era sempre attento ai bisogni degli studenti e, cosa più importante di tutte, adorava il suo lavoro.
Aveva solo un piccolissimo e trascurabile difetto: era pignolo. No, forse pignolo non rendeva bene l’idea, Giovanni non era solo una persona estremamente precisa ed ordinata, lui era decisamente maniacale.
La cosa alle volte gli creava degli seri scompensi, se una cosa non era a posto come intendeva lui la sua capacità di concentrazione veniva meno, fintanto che la suddetta cosa non veniva sistemata personalmente da lui.
Giovanni si lisciò con cura meticolosa i baffi curati e perfettamente tagliati che aveva sopra il labbro.
Quei baffi in fin dei conti erano l’essenza della sua stessa natura. Ogni mattina si alzava molto prima di quanto necessario, per avere tutto il tempo di dedicarsi alla cura dei suddetti baffi.
Aveva un pettinino con i quali li lisciava, una crema apposita che spalmava -con precisione millimetrica- su tutti i peli e un paio di forbicine che utilizzava tutti i giorni per mantenere il taglio perfettamente allineato.
I suoi baffi erano quasi sempre al centro dei suoi pensieri, ci stava attento quando si soffiava il naso o quando mangiava.
Insomma di tutte le ossessioni quei baffi erano la più grande.
A conti fatti era quasi un miracolo che lui, preside di una scuola superiore disastrata, non fosse sistematicamente preso in giro dai ragazzi e –cosa ancora più assurda- che nonostante il continuo caos che regnava nel liceo lui non fosse totalmente impazzito per l’immenso e costante disordine.
Comunque, molto probabilmente, il miracolo era da attribuire ad Angelo –sì, si chiamava proprio così-, il vice-preside.
Lui era l’esatto opposto di Giovanni.
Era un ritardatario, il suo ufficio era un ammasso informe di pigne di fogli disordinati, chiassoso oltre ogni dire, più che incarnare la figura del vice-preside serio e attendibile era maggiormente simile ai tanti adolescenti che riempivano le classi del liceo.
Angelo girava perennemente in jeans e maglietta, non che la cosa fosse di per sé sconveniente, ma il fatto che tutti i suoi jeans fossero sempre stracciati nei posti più assurdi e che sulle sue magliette ci fossero scritte assurde del tipo “ Abbasso lo studio”, rendeva il suo abbigliamento decisamente poco consono.
Comunque questa strana convergenza di caratteri aveva creato un straordinario equilibrio all’interno della scuola.
Le manie di Giovanni venivano smussate dalla follia di Angelo, l’esuberanza di Angelo veniva acquietata dalla pignoleria di Giovanni.
E poi, c’era anche un altro piccolo particolare… Anche se nessuno, al di fuori di loro due, ne era a conoscenza.

-No, aspetta! Angelo, accidenti così mi scompigli i baffi- aveva mormorato poco convinto Giovanni, mentre senza successo tentava di scostarsi da’lì abbraccio di Angelo.
-Um, quanto sono sexy i tuoi baffi- era stata la risposta di Angelo e poi con fare lascivo aveva aggiunto:
- Sono così morbidi… Questa notte sentirli addosso a me in quel punto…-
-Ehi smettila di dire queste cose, potrebbero sentirti-
-Stavo solo dicendoti che mi è piaciuto molto- aveva risposto Angelo, ghignando divertito davanti all’indignazione dell’altro.
-Ok, credo... Però la scuola non è il posto adatto per certe, effusioni-
-Uff, d’accordo come vuoi tu! Ma stasera voglio una ricompensa per essermi comportato bene- disse Angelo allontanandosi dal compagno e strizzandogli l’occhio.
Giovanni scosse il capo sconsolato e poi si rimise a sistemare metodicamente le pile di fogli che l’irruenza di Angelo aveva fatto cadere dalla sua scrivania.
L’altro lo fissò un po’ allucinato guardando con quanta attenzione allineava tutti i fogli, ma poi sorridendo alzò le spalle e aprì la porta per uscire dall’ufficio del compagno.
Prima però che la richiudesse, il preside lo fermò chiamandolo indietro.
-Ah Angelo…-
-Dimmi, cosa c’è?-
-Quella maglietta, toglila!-
-Certo! Sapevo che avresti cambiato idea… Forza facciamo in fretta, prima che qualcuno ci scopra-
Giovanni lo fissò per un momento assente, ma quando realizzò cosa aveva capito, divenne rosso in viso e subito si affrettò a dire:
-No, ma cosa hai capito! Non voglio fare certe cose… Voglio solo che togli quella maglietta, perché non puoi indossarla a scuola!-
-E perché cos’ha che non va?- chiese l’altro incrociando le braccia.
-Ha stampato l’immagine di un teschio che brucia una scuola!-
-Bella vero?-
Giovanni aggrottò le sopracciglia, chiaro sintomo che era al limite di sopportazione, così Angelo si arrese.
-Ok, come vuoi tu, però non posso mica andare in giro a petto nudo per la scuola ti pare? O meglio, a me non importerebbe però non credo che tu lo voglia… Sai farei strage di cuori, potresti diventare geloso-
-Hai finito di dire sciocchezze? Tieni metti questa- concluse il preside allungandogli una camicia perfettamente stirata che aveva preso dal cassetto della scrivania.
-Una tua camicia?- chiese basito Angelo -Ma come mai l’avevi nel cassetto?-
-Per precauzione, metti che mi si sporchi quella che ho addosso… Insomma mica devo giustificarmi con te! Cambiati-
Angelo non ribatté, tanto era inutile indagare sulle ossessioni del compagno, anche perché era quasi certo che in quel cassetto ci fosse -accuratamente riposta- ben più di una sola camicia.
In pochi attimi si cambiò e indossò la camicia linda del preside.
Era talmente inamidata che per un istante temette l’avrebbe stracciata, però aveva un buon profumo. Profumo di pulito, di curato, il profumo di Giovanni.
-Ok allora io vado- mormorò voltandosi, ma Giovanni lo richiamò ancora una volta indietro.
-Che altro c’è?- chiese il vice-preside tra lo scocciato e il divertito.
Giovanni si avvicinò a lui serio, senza neppure dire una parola avvicinò le mani alla cintura dei jeans dell’altro e si mise ad armeggiare con il bottone.
Angelo trattenne il fiato sorpreso, questo non era un comportamento da Giovanni, comunque non disse nulla e chiuse gli occhi per godersi l’attimo.
Pochi istanti dopo, però, il preside si staccò da lui e poi con fare soddisfatto disse:
-Ecco fatto ora va meglio. La camicia sta sempre dentro i pantaloni, non fuori!-
Il vice-preside, passato il primo attimo di delusione, si mise a ridere di gusto e prima che l’altro uscisse completamente dalla sua portata, lo afferrò per un braccio e se lo tirò vicino.
Lo bacio con trasposto scompigliandogli i baffi volutamente e andò ad allentare la cravatta perfettamente annodata del compagno.
Dopo la sorpresa iniziale Giovanni rispose al bacio e neppure si accorse che l’altro gli aveva sfilato completamente la cravatta dal collo.
Quando finalmente si staccarono il preside si rese conto di essere rimasto senza cravatta e con il primo bottone della camicia slacciato.
-Angelo non è divertente, ridammi subito la mai cravatta-
-No, così siamo pari. Se io devo andare in giro con una camicia perfettamente stirata, tu puoi almeno per un giorno, rimanere meno impettito- e così dicendo si infilò in tasca il trofeo di stoffa.
Giovanni sbuffò infastidito, ma poi acconsentì muovendo lentamente il capo.
-Bravissimo, ora io vado, altrimenti mi daranno per disperso-
Si voltò per l’ennesima volta in direzione della porta ma, per l’ennesima volta, Giovanni lo fermò.
-Angelo aspetta!-
-Che altro c’è?- domandò il vice-preside esasperato.
-Ti amo- rispose semplicemente Giovanni con un sorriso e le guance leggermente rosse per l’imbarazzo.
Angelo lo fissò sorpreso e poi salutandolo con un lieve bacio mormorò un: -Anch’io- e se ne andò.

Si, forse il preside e il vice-preside di quella scuola, se presi singolarmente non erano il massimo.
Uno era un ossessivo compulsivo, l’altro un adulto mai cresciuto con poco senso della responsabilità… Però insieme formavano una gran bella coppia.



 
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