Fidarsi dell’oscurità (La storia di una spia e di un guerriero), Famiglia Rivolta ~ Oneshot ~ Giallo

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Persy-chan
view post Posted on 9/12/2011, 23:32




Nick autore: Persychan
Titolo storia: Fidarsi dell’oscurità (La storia di una spia e di un guerriero)
Genere: Azione, Sentimentale, Hurt/comfort
Avvertimenti: Gente stupida, quale parolaccia, melassa a caso, ma soprattutto gente stupida. Ah, viene nominato del sesso eteressessula (questo perchè i due personaggi ogni tanto vanno a donne assieme. No, non fatevi domande.)
Breve introduzione: Da bambino Lucio non aveva mai avuto paura del buio, ora invece sì, perchè gli occhi di Alessandro sono troppo verdi.
Eventuali note: - Questa è la storia di Lucio e Alessandro, e della loro relazione, due dei sette membri principali della Famiglia Rivolta. Le loro vicende come quelle delle altre due coppie (una delle quali però etero e che quindi non posterò qui) sono ambientate in un universo criminale un po’ atipico e quasi sovrannaturale, ma su questo punto approfondirò più avanti.
La Famiglia Rivolta svolge, in tale universo, il compito di famiglia mercenaria cioè in pratica si occupa di fare ciò che neanche i criminali vogliono fare. Tutto questo non è molto visibile nella seguente originale che è, invece, una sorta di storia breve di come i due idioti soprannominati si siano conosciuti, diventati amici ecc. Quindi aspettatevi Hurt/Comfort, angst e anche un po’ di fluff perchè alla fine, sotto sotto, sono un cuore di panna.
Se vi interessa sto lavorando ad un blog sulla Famiglia che si trova qui
- Se avete domande fatele, soprattutto perché l’ambientazione è abbastanza complicata quindi potreste non capire qualche dettaglio.
- Chiedo perdono per eventuali sviste e simili, ma questa era la prima storia della Famiglia Rivolta e risale a 3 anni fa, se la dovessi riscrivere ora sarebbe completamente diversa.


Fidarsi dell'oscurità
(La storia di una spia e di un guerriero)




Da bambino, Lucio non aveva mai avuto paura del buio: per lui, allora, l’oscurità era un qualcosa di confortante; era un angolino tranquillo tra l’insegna luminosa di un night e l’altra; era il chiudere gli occhi nel silenzio di un vecchio deposito abbandonato con il rumore lontano dei motori come ninna nanna.
Poi il buio era diventato quello delle stanze di motel dove la sua maestra soggiornava tra una missione e l’altra; si era trasformato in quelle lunghe e silenziose nottate, interrotte soltanto dal baluginare lontano dei fari delle auto, passate da solo giocherellando con i trucchi delle donna, mentre questa era lontana a svolgere i suoi incarichi e col tempo, aveva iniziato ad amare la notte e comprenderne i vantaggi: il poter essere invisibile, scivolando tra le ombre, oppure il poter risplendere con vestiti brillanti e capricciosi accessori, senza però lasciare alcuna memoria del proprio passaggio.
Gli era stato insegnato ad essere mille persone diverse e a non esserne nessuna, ad apparire come il più sincero degli amanti per poi scivolare via dal letto ancora caldo, a tradire e a mentire.
Era diventato una spia, un bellissimo serpente nascosto sotto coltri di piume colorate.

Poi era arrivato lui.

All’inizio si erano guardati sottecchi, sputandosi addosso parole acide e secche: Alessandro non poteva sopportare che la bella ragazza, per cui si era preso una sbandata all’inizio, fosse un ragazzo dalle braccia magre e il viso sottile e Lucio non poteva sopportare quegli occhi così verdi e così sinceri, privi di qualunque menzogna. L’onestà era l’unica cosa che non sapeva veramente simulare.
Come poi erano diventati amici, era un mistero di cui neppure loro sapevano la risposta. Era stata una cosa lenta, uno spalleggiarsi nelle missioni,

[“Solo per portare a casa la pelle”
“Soltanto perché non ho intenzione di morire qui!”]



l’uscire a bere, ad ubriacarsi fino a star male, dopo uno di quegli incarichi così orribili da farli pregare che non esistesse un inferno dopo la morte, perché loro l’avevano già visto e non volevano tornarci,

[“Jenny dacci la cosa più forte che hai!”
“ Dell’alcool puro non sarebbe male..”
“Ma smettetela idioti, mi dove ancora un puttanaio di soldi! E non pensate che vi faccia ancora credito”
“Jeeeeeeenny”
“Ok, va bene, va bene. Ecco due Strappabudella per voi”]



il commentare la nuova barista carina

[ “Ma allora non sei frocio?!”
“Ehi! Che cazzo dici! Non fare insinuazione del genere. Io sono orgogliosamente seguace delle pari opportunità” ]



o anche, soltanto, l’avere qualcuno con cui lamentarsi quando gli ordini del boss si facevano troppo strani, pure per loro.

[“Ma quello è un idiota! Cos’è che dovrei fare!?”
“Oh, smettila di lamentarti Ale, pensa a cosa io devo fare.”
“Ok, questa volta hai ragione tu.”]



E così Alessandro aveva iniziato a pensare che Lucio non era troppo male come compagno di squadra e che il fatto che spesso si vestisse da donna per le missioni risultava essere un vantaggio perchè poteva sempre far credere agli altri di lavorare con ragazza stupenda e Lucio ad ammettere che Alessandro, anche se qualche volta era troppo onesto, era bravo a reggergli la parte. E in fondo non erano poi così belli e verdi i suoi occhi, no?

Ad un certo punto, però, qualcosa era cambiato di nuovo e Lucio l’aveva beccato a fissarlo più di una volta,

[“Ma mi stai guardando il culo?”
“Pensi troppo al tuo culo, amico.”]



mentre lui stesso cercava un po’ troppo spesso il suo sguardo.

[“Ho per caso qualcosa di strano in faccia?”
“A parte la tua faccia? No, nient’altro.”
“Ah, che simpatia, Luc”]




Il finire a letto era stata una di quelle cazzate che poteva avvenire soltanto dopo una festa a base di vodka e rum. Per loro sfortuna, le celebrazioni per l’insediamento del nuovo boss erano sempre state famose per il loro alto tasso alcolico.

Lucio nello svegliarsi la mattina dopo, con un mal di testa atroce e un indolenzimento generale, si era ripromesso di non toccare più alcolici nelle vicinanze di Alessandro: perchè non poteva rischiare che si ripetesse un episodio del genere. Infatti anche se da quel che poteva ricordare era stata una nottata decisamente piacevole, il problema delle scopate tra amici non era il durante, ma era sempre il dopo.
Soprattutto se quello che avevi condivo il letto era il tuo unico e probabilmente migliore, ed etero, amico.

Fortunatamente, però, si era svegliato per primo e ciò gli aveva dato il tempo di indossare nuovamente la sua maschera, una maschera fatta di falsi sorrisi e una forza irreale, una maschera di piume e merletti, perchè a volto scoperto, senza quella fortezza dietro cui nascondersi, non sarebbe sopravvissuto alla perdita della prima persona che avesse tenuto a lui, a Lucio perché era soltanto Lucio e nessun altro.
Quando Alessandro aveva aperto gli occhi, lui era già seduto sull’unica sedia della stanza completamente truccato e vestito, con uno dei quei completini che gli costavano metà della paga, intento a farsi le unghie. Si erano fissati qualche secondo, ma poi Lucio non aveva più sopportato quel silenzio ed era scoppiato.

[“Allora cosa dirai? Che è stato un errore? Che non può essere vero ! Oppure: oh, ma non è possibile io sono etero!”
“Allora quel detto è vero”
“ Di che diavolo stai parlando?”
“Che per ogni regola c’è sempre un eccezione”
“Eh?”
“Che ne dici di essere la mia eccezione?” ]



E con questa uscita melensa, che Lucio gli aveva rinfacciato per i successivi mesi in modo convulsivo e piuttosto irritante, le cose si erano stabilizzante in un andare avanti senza molte regole: non erano amanti nè fidanzati, al massimo li si poteva definire come due amici che un po’ per noia, un po’ per puro piacere si facevano compagnia a letto.
Lucio si diceva che, in fondo, quella era la situazione migliore per due come loro: Alessandro era troppo, dannatamente etero per sopportarlo a lungo e lui era troppo abituato a essere da solo, libero nel buio, per accettare la restrizione di avere un unico partner.

La situazione, però, era degenerata in fretta.
Come tutto ciò li riguardava, in effetti.

Era una notte qualsiasi, una delle tante che trascorrevano per locali, ma in cui stranamente non erano alla ricerca di qualche ragazza - o ragazzo nel suo caso - con cui spendere la nottata. O almeno Lucio non lo era, anzi, al contrario, si era ritrovato seduto al bancone a chiacchierare distrattamente con il barista in una delle tante sue mise femminili.
Non aveva avuto la possibilità di cambiarsi, ma se avesse voluto unirsi alla caccia gli sarebbe bastata una forbice,dell’acqua per struccarsi e qualche secondo per riprendere un aspetto maschile. Per una volta però, per una strana e unica volta, non desiderava gli sguardi fintamente pudici delle ragazze o ascoltare il loro chiacchiericcio e neppure osservare le reazioni che i suoi comportamenti e i suoi ammiccamenti verso questa o quella, provocavano. In realtà, quella sera sarebbe rimasto con piacere a casa, - in quella stanza che dividevano fin quasi dall’inizio della loro amicizia o almeno da quando la stanza dell’altro era diventata il suo enorme armadio - ma Alessandro lo aveva quasi costretto ad uscire.

[“ Dio, quest’incarico sembrava non avere mai fine. Ho bisogno di una donna.”
“Io di una dormita, ho delle occhiaia spaventose”
“E invece ora usciamo. Su mettiti un cappotto.”
“Cosa? Ma dico sei scemo?”
“ Non fare storie. Tieni.”]



E così si era trovato, nuovamente,in balia del vento autunnale con addosso un odioso cappotto verde che faceva a botte con l’abito da innocente ragazzina che ancora indossava dalla missione.
Quando Alessandro era entrato in uno dei tanti locali che popolavano la via con il preciso intento di portarsi una donna a letto, non che fosse un problema era solo che questa sera non era dell’umore più adatto, lui si era limitato a sedersi al bar ordinando il primo alcolico che gli era passato per la mente e, con il trascorrere della serata, al primo cocktail se ne erano aggiunti molti altri.
Non era esattamente ubriaco, ma di certo non era al massimo della sua forma e i suoi riflessi lasciavano alquanto a desiderare perchè altrimenti si sarebbe sicuramente accorto prima del ragazzo che gli si era avvicinato..
Il tizio gli aveva toccato il braccio e nel voltarsi, Lucio aveva ricevuto una zaffata d’alcool e uno sguardo ebete. Non era male, anzi, era piuttosto carino, dal fisico niente male e dal discreto stile, anche se un po’ troppo biondo per i suoi gusti, ma lui non era decisamente dell’umore giusto per considerarlo. Neppure da ubriaco.

[ “Ehi, chaa~arina!”
“ Grazie del complimento, ma non sono interessata”
“Ma dai non essh~eere così fredda”
“Non intendo ripetermi”]



Non era del genere ubriaco molesto e probabilmente sarebbe bastato un altro scambio di battute per farlo andare via, ma Lucio non potè averne mai la certezza.
Una sedia cadde a terra e Lucio notò Alessandro, quello troppo etero, quello del “io-geloso?Mai”, del “Gnocca, quella. Andiamo?”e soprattutto del “siamo solo amici”, che percorreva i pochi metri che li separavano fissando il povero ragazzo con una furia negli occhi che aveva visto poche volte e soltanto nel mezzo della battaglia.
Alessandro lo raggiunse, gli strinse capelli sottili della nuca con una mano e lo baciò e Lucio, sinceramente, ci mise un po’ a rispondere troppo scioccato per primi brevi istanti. Non che i baci fossero rari tra di loro, ma, in pubblico, il massimo contatto fisico tra di loro era un sfiorarsi casuale delle mani mentre camminavano.

[“Mio.”
“Mmm”]



Lucio aveva annuito, senza riuscire ad aggiungere altro per tutto il resto della serata.

[“Ora tu te ne vai. La carina è mia, capito?”
“Ok, ok. “][RIGHT]

Da quell’episodio la loro storia era diventata ufficiale, almeno per loro.
Per il resto del mondo, soprattutto per i loro collegi, la relazione che li legava sarebbe rimasta per molto tempo un grande punto interrogativo, ma altrimenti dove stava il divertimento?

[RIGHT][“ Da quand’è che sono diventata la tua ragazza?”
“ Da oggi. Qualche problema?”
“Si”
“Cosa?”
“Preferire l’uso del maschile”]



E così il buio diventò, per lui, un rumore: il lieve russare di Alessandro e il cigolare delle doghe in una stanza piena di abiti e di armi con un solo letto matrimoniale.
Un giorno, però, si rese conto che del vero buio, dell’oscurità più completa, aveva una paura folle.



Uno dei motivi per cui amava Alessandro erano i suoi occhi verdi, non tanto per il colore - l’aspetto fisico prende un valore stranamente marginale quando si ha la possibilità di cambiare il proprio a piacimento - ma per quella straordinaria capacità di non mentire mai: se ti stava per uccidere nel suo sguardo potevi leggere solo puro intento omicida, se ti amava... beh Lucio iniziava a considerasi un esperto di quel tipo di espressione.
Alessandro era schietto, semplice, quasi prevedibile e Lucio adorava quella sensazione di sicurezza che gli provocava il saper sempre ciò che l’altro pensava o che stava per fare.
Forse la prima cosa che la sua maestra gli aveva insegnato era di non fidarsi mai completamente di nessuno, ma lei stessa aveva contraddetto il dogma - Lucio ricordava bene l’uomo che possedeva le chiavi di quel gelido cuore - e quindi non si sentì neanche un po’ in colpa quando permise ad Alessandro di conoscere il suo vero nome, quello che aveva da bambino, quello che gli aveva dato una madre che non ricordava, e la sua intera storia.
Si fidava ciecamente di lui e dei suoi occhi color smeraldo.

[“Hai fatto male a fidarti di me. Sono pur sempre un assassino” ]



Con tutta sincerità, Lucio non credeva di avere un cuore o almeno non di possederne uno che si potesse rompere, ma scoprì di essersi sbagliato quando, nell’incontrare il suo sguardo mentre Alessandro lo superava per inginocchiarsi davanti a quello che sarebbe stato il suo nuovo boss e sentì il rumore del cristallo che andava in mille pezzi.
Finse di non aver udito quel suono e resistette, ancora per quei pochi e brevi attimi fino a che lui e quelli che erano i nemici se ne andarono.
Poi crollò, semplicemente, a terra in ginocchio, senza un suono, senza che la sua espressione cambiasse e rimase lì, immobile.
Gli avrebbero raccontato anni dopo che Celeste, la violenta e caotica Celeste, lo aveva portato a casa in braccio e che per tutto il tragitto, lui aveva singhiozzato e si era stretto alla sua camicetta fino quasi a strappare la stoffa, ma Lucio non ricordava nulla di tutto ciò.
La prima cosa che gli veniva alla mente - dopo quelle parole e il suono del vetro infranto - era il buio di quella che, fino a poche ore prima, era la sua accogliente camera da letto, ma che ora. priva di rumori. gli appariva enorme e spaventosamente grande come un mostro pronto a inghiottirlo, mentre le spade che ornavano le pareti, ovviamente per volontà di Alessandro, gli parevano lance nemiche sul punto di trafiggerlo. Si era stretto alle coperte e aveva pianto, questa volta liberamente, fino a che, con gli occhi rossi e le labbra secche, si era lasciato andare ad un dormiveglia più scuro della notte che lo circondava.
La mattina dopo la boss era venuta a nelle loro - ora solo sua - stanza e aveva parlato a lungo, ma Lucio non era riuscito a cogliere nulla del suo discorso. Solo quando gli aveva proposto di ritirarsi, di lasciare spazio a qualcun altro perché lui era troppo emotivamente coinvolto, si era svegliato da quello stato di apatia profonda.

[“ No.”
“ Non pensare di disubbidirmi. Mandarti a combattere sarebbe un suicidio”
“ Ho bisogno di combattere. Per favore.”]



La donna non aveva più detto niente e lui aveva mantenuto il suo posto.

Ricordava solo a sprazzi le battaglie successive, sapeva che le sue erano state molto brevi e che, per una volta, si era mostrato al mondo senza inganni ne trucchi a nasconderlo, che aveva indossato soltanto pantaloni bianchi e magliette dello stesso colore, invece dei suoi soliti abiti ricchi e sgargianti, mentre a coprire la sua pelle non c’era stato né fard, né ombretto o nulla di simile, solo le poche ciocche castane sfuggite alla coda severa, così diversa dalle sue sgargianti parrucche, che contornavano un viso emaciato e spoglio.
Probabilmente se non fosse stato per gli occhi chiari, color ghiaccio, che già in passato si erano fatti notare tra un cambio di lenti a contatto e l’altro, nessuno dei suoi compagni avrebbe mai creduto di trovarsi davvero davanti a Lucio.

Fra tutti i combattimenti, però, ne aveva ben presente solo uno, non perché fosse stato più difficile o più lungo, ma per l’avversario: di per sé la ragazza era piuttosto insignificante, ma Lucio ricordava ancora con esasperante precisione le sue parole che gli aveva rivolto nel vederlo.

[“ Tu sei il ragazzino che Ale si faceva in passato, giusto? Non riesco proprio a capire cosa ci potesse trovare in te.”]



Ciò che ricordava ancora meglio era invece la sensazione di quei muscoli e di quelle ossa che si spezzavano ad ogni suo attacco, e il piacere che fioriva ad ogni colpo inferto.
Gli era stato poi riferito che non aveva infierito particolarmente, ma che il combattimento era apparso spaventoso agli occhi di tutti i presenti per la precisione chirurgica di ogni attacco.




[“ Doppiogioco?”
“Cosa? Non starà dicendo sul serio, boss?”
“E’ la verità, Alessandro ha fatto fino ad ora il doppiogioco. I loro sistemi erano impenetrabili dall’esterno, avevamo bisogno di un talpa.”
“E ci avete tenuto all’oscuro di tutto? Come avete potuto?”
“ Come mai non ne ero al corrente, signorina?”
“ Su, calmatevi. Oltre a me e ad Alessandro nessuno doveva saperlo, più gente era a conoscenza del piano e maggiori erano i rischi di una fuga di notizie. E poi il non saperlo non vi ha cambiato di molto la vit...”]



La boss si era zittita e si era morsa un labbro, conscia della sciocchezza che gli era sfuggita dalle bocca: era vero che per loro, per la maggior parte di loro la vita non era cambiata nel sapere se il tradimento di Alessandro era stato vero o solo una finzione, ma quasi tutti non significava tutti.

[“Come ha potuto, Boss? Come ha potuto non dirmelo? Sapeva che qualunque segreto con me sarebbe stato al sicuro. Dio, conosco più segreti io di questa maledetta famiglia che tutti i capi che ci sono stati! E tu, Alessandro, figlio di puttana, perché non mi hai detto niente? Perché mi hai mentito? Perchè hai infierito con quella puttanella?”
“ Io..”]



Lucio non gli aveva lasciato finire la risposta, si era lanciato in avanti e lo aveva colpito con un pugno secco alla mascella, poi c’era stato un altro contro il petto e un altro ancora e ancora e ancora, sempre più deboli e caotici, mentre Alessandro fermo come una statua accettando ogni colpo senza difendersi, senza muoversi.
Solo quando aveva visto Lucio tremare come una foglia al vento, quasi cadere a terra, aveva aperto le braccia e l’aveva stretto a sé, mentre l’altro continuava a colpirlo prima di crollare sulla sua spalla macchiandola di lacrime.

[“Mai più, promettilo”
“Mai più. Te lo giuro, Lucio”]


Lucio l’aveva fissato negli occhi come a cercare la menzogna in quegli occhi tanto amati, per poco tempo odiati, ma nonostante tutto ancora troppo verdi e l’aveva baciato.

[“Mio.”
“Si”]




Quando Lucio divenne grande scoprì di avere paura del buio, scoprì che l’oscurità non era qualcosa di confortante, neppure con la più pesante tra le coperte, ma che ciò non gli importava: lui aveva qualcosa migliore di una sciocca trapunta, aveva un caldo mare color smeraldo.




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MELASSAAAA! Sì, sono una writer di melassa, angst e splatter. Sì. probabilmente sono un po' bipolare.

Edited by Persy-chan - 9/12/2011, 23:55
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 10/12/2011, 11:09




Ma che belli che sono loro due. mi piace molto vome li hai resi a tutto tondo, come sono sfaccettati e come hai descritto l'evolversi della loro storia.
Complimenti storia veramente splendida ( ma adesso sono curiosa di capire a quale manga ti rifai O.O)

p.s Famiglia Rivolta... LoL è il mio cognome XD
 
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Persy-chan
view post Posted on 10/12/2011, 11:40




CITAZIONE (NonnaPapera! @ 10/12/2011, 11:09) 
Ma che belli che sono loro due. mi piace molto vome li hai resi a tutto tondo, come sono sfaccettati e come hai descritto l'evolversi della loro storia.
Complimenti storia veramente splendida ( ma adesso sono curiosa di capire a quale manga ti rifai O.O)

p.s Famiglia Rivolta... LoL è il mio cognome XD

Grazie mille per i complimenti sono felice che una storia pur così vecchia ti piaccia XD
Comunque la serie a cui mi rifaccio è Katekyo Hitman Reborn, ma in una sua versione più dark. Il concetto stesso della Famiglia Rivolta ecc. è tutta farina del mio sacco ♥

p.s. Allora sarai membro onorario della Famiglia XD
 
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Aborted_666
view post Posted on 12/12/2011, 14:18




Aaaaallora, ho finito di leggerlo, finalmente. Dico "finalmente" perché, avendolo inziato ieri, non ho avuto tempo di finirlo e mi dispiaceva assai.

Ho un po' di cose da scriverti. Primo: ho amato l'inizio di questa storia. Le descrizioni, le caratterizzazioni, il modo in cui parlavi del rapporto di Lucio col buio, così ambiguo, che lasciava trapelare tutto di questo splendido personaggio. Bellissimo, davvero. La storia di questo racconto è quanto mai accattivante, sia dal punto di vista della trama vera e propria, sia per quanto riguarda i dettagli di vita quotidiana, pregni di un realismo scevro di fronzoli inutili. Lo stile viene perfettamente in contro al lettore ed alle esigenze narrative: se fa scarno e grottesco nei dialoghi e si arricchisce nelle introspezioni, il tutto amalgamato sapientemente, in modo tale da non creare stacchi concettuali evidentissimi. Sei riuscita, insomma, a dargli una continuità ed una coerenza incredibili. L'unica pecca - che denota, semplicemente, il mio parere personalissimo - è la fine. Non che sia brutta, ma il tono cambia, secondo me, troppo bruscamente. Hai accompagnato fino ad un certo punto il cambiamento dei due protagonisti, ma alla fine c'è un piccolo... sbalzo. Niente di davvero drammatico; è, anzi, una minuzia.
Ultima cosa: melassa! Argh! Melassa! D: (E con questo dico tutto! XD). L'ultimo punto, comunque, è il trionfo della soggettività, quindi non considerarlo nemmeno. u.u
 
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Persy-chan
view post Posted on 13/12/2011, 10:31




Allora grazie mille per il commento, sono felice che questa banda di pazzi ti piaccia XD In ogni caso a te ti vedo più adatta all'altra coppia della serie, ma vedremo quando la pubblicherò ~
In ogni caso concordo con il tuo commento del finale, ma devo anche aggiungere che sia questa che la storia successiva su di loro partecipava ad una challenge che aveva il fluff come concetto principale quindi ogni tanto era costretta ad inserircelo XD E poi ero giovane ù_ù
Se lo dovessi riscrivere ora, il finale sarebbe molto diverso.
 
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Aborted_666
view post Posted on 13/12/2011, 10:52




Allora ti perdono! xD Non vedo l'ora di leggere qualcosa dell'altra coppia. U.U
 
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Persy-chan
view post Posted on 13/12/2011, 11:46




Non ti preoccupare non dovrai aspettare molto, la sto per pubblicare ~
 
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Killuale
view post Posted on 13/12/2011, 16:30




Precisione: --->[Ok, non sono molto brava a commentare...*]

Persy, devo proprio ammettere che Mi sono innamorata di questa storia è una cosa davvero stupenda, che ti scatena qualcosa in fondo al cuore. Non so ancora cosa.

Lucio e Alessandro sono una coppia molto bella e, devo dire, sono perfetti insieme.

Scoprire che Alessandro se n'era andato è stato uno shock... però poi, quando si è scoperto che faceva il doppiogiochista, mi sono sollevata.
Finale davvero bello. Almeno ora Lucio ha Ale che non gli fa pesare tanto la sua paura del buio!
 
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7 replies since 9/12/2011, 23:32   146 views
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