Attrazione chimica, I cinque minuti del martedì - Challenge

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Mirai
view post Posted on 13/12/2011, 14:58




Nick autore: Mirai
Titolo storia: Attrazione chimica
Genere: Shonen-ai, romantico (per il momento XD)
Eventuali note:Patecipante alla Challenge i cinque minuti del martedì


1- Inizio-

Gli era capitato diverse volte di non sapere perché fosse finito a letto con qualcuno.
Ma una sera, sesso occasionale.
Era la prima volta invece che, dopo quasi sei mesi di rapporti con la stessa persona si chiedesse, costantemente: Perchè?
“Ray, cazzo, non trovo il caffè!”
La voce irata di Gregor lo riscosse, scivolò pigramente fuori dalle coperte, avvolgendosi un lenzuolo attorno alla vita e a passi incerti raggiunse la cucina.
Osservò silenzioso la schiena nuda del ragazzo bruno di fronte a sé, che trafficava nei cassetti. “Terzo sportello in alto”, disse, soffocando uno sbadiglio. Gregor era l’unico uomo che aveva conosciuto capace di non trovare nulla in casa propria.
Come diavolo era iniziata quella storia morbosa che lo portava a cedere ad ogni sua avance?
“Io me ne torno a letto”, biascicò.
“Non hai scuola?”, domandò Gregor, preparando il caffè.
“Mh… si… forse”, rispose il ragazzo, poi come se nulla fosse se ne tornò a letto. Gregor prosciugava ogni sua energia.
Chiuse gli occhi, tornando a sprofondare nel sonno, la stessa domanda in testa.
Quando è iniziata questa storia?

2- Sensuale-

“Scusa, hai da accendere?”
Raymond sollevò lo sguardo, scuotendo poi la testa, i lunghi ricci biondi ondeggiarono con grazia a quel gesto. “Non fumo”, rispose.
Il ragazzo che aveva posto la domanda sbuffò. “Non me ne frega nulla se fumi o no, ti ho solo chiesto se hai da accendere.”
Raymond inarcò un sopracciglio, squadrandolo. Alto, bruno, dalla carnagione abbronzata, sembrava prossimo alla trentina; una sigaretta spenta gli pendeva all’angolo della bocca. Che tipo.
“Seh, va be”, sospirò alzandosi. “A mai più rivederci.”
Aveva percorso pochi passi che la voce roca del ragazzo lo raggiunse nuovamente. “Ehi, aspetta”.
Incuriosito il biondo si fermò. “Si?”, chiese sarcastico.
“Ti va di bere qualcosa assieme?”
Raymond inarcò un sopracciglio. Ma che…? Prima lo aggrediva verbalmente poi gli chiedeva di uscire?
Lo osservò attentamente, gli occhi verdi, così luminosi sul viso bruno, l’accenno di barba e l’angolo della mascella deciso lo rendevano decisamente attraente.
“Io credo che non sia…”
Non era mai stato molto risoluto nelle sue decisioni. Bastò infatti un gesto, il sensuale portarsi la sigaretta dalle labbra dietro l’orecchio, scostando una ciocca di capelli scuri bastò a fargli cambiare idea.
“A che ora?”

3- Alba-

Dio, era proprio irrecuperabile.
Raymond sospirò, appoggiandosi al cancello della villa di Gregor.
Poteva dire di avere con lui una mezza relazione seria. Insomma, erano sei mesi che si frequentavano, anche se nessuno dei due l’aveva messa sul piano sentimentale. Però supponeva che Greg la ritenesse una cosa seria, dato che si era offerto di dividere la casa con lui, uno spiantato universitario appena sfrattato.
E lui senza pensarci due volte era andato ad accettare un appuntamento con il primo squilibrato che capitava.
Perché doveva per forza essere uno squilibrato. Dopo il drink lo aveva portato a casa sua, un bell’appartamento. Luce soffusa, confortevole, con tanto di finto caminetto. Avevano parlato, poi Alex, il nome del bruno conquistatore, gli aveva massaggiato le spalle e…
Be una cosa aveva tirato l’altra ed erano finiti a letto insieme.
Avevano passato una gran bella nottata, doveva ammetterlo, almeno fino a quando Alex non lo aveva buttato fuori casa praticamente in mutande, senza dargli spiegazioni.
Con un sospiro sollevò la testa, osservando il cielo che andava schiarendosi. Era l’alba, quel giorno aveva un esame e non aveva chiuso occhio, poteva andare peggio?
Spinse il cancello, percorse il vialetto ed entrò in casa, scivolando dentro senza far rumore. Non voleva svegliare Gregor…
Cacciò uno strillo quando se lo ritrovò davanti, nel girarsi; appoggiato alla porta l’uomo lo fissava, silenzioso, i capelli neri legati in una coda e gli occhi scuri colmi di sospetto.
Una sola domanda.
“Dove sei stato?”

4 -Burro-

Il foglio davanti ai suoi occhi sembrava un abisso di disperazione. Ok, fore un po’ eccessivo come paragone, ma al momento il so cervello era in sciopero. Sembrava liquefarsi come il burro sopra il tacchino appena uscito dal forno.
Raymond si mise le mani nei capelli; continuava a pensare alla litigata furibonda che aveva avuto con Greg. Era scontato che non credesse alla balla che si fosse addormentato a casa si una sua compagna di corso dopo aver passato la sera a studiare. Dio, pensò, consegnando il voglio all’uscita, era già tanto se fosse riuscito a portare a casa un diciotto…
Uscì dall’edificio col cuore pesante, dove andare ora? Tornare a da Gregor? Be, a ben vedere era l’unica opzione… ma con che faccia?
Si fermò di colpo sorpreso. Greg lo stava aspettando, appoggiato all’auto parcheggiata accanto al marciapiede.
L’uomo accennò un sorriso stanco. “Ehi… Come è andata?”
“Uno schifo.”
Un sospiro fece eco a quelle parole. “Scusami Ray, ho esagerato.”
Raymond si strinse nelle spalle, avvicinandosi a lui. Era il colmo che gli chiedesse scusa. “Anche io…” disse, prima che il suo sguardo venisse attirato da qualcun altro.
Sul marciapiede, proprio di fronte a loro, stava Alex. La sua aria rilassata, i capelli bruni e, cosa più importante, i luminosi occhi verdi fissi su di loro.
Sentì improvvisamente le ginocchia cedere; si aggrappò a Greg, stringendo la sua camicia tra le dita. “Andiamo a casa…”, mormorò.
Dall’altro lato della strada le labbra sensuali di Alex si piegarono in un sorriso pericoloso…

5 – Radio

La radio in sottofondo era l’unico rumore che si udiva, all’interno dell’auto.
Raymond era immerso nei suoi pensieri, confusi e frammentati. Cosa ci faceva lì Alex?
Non era certo venuto per rivederlo, vista la malagrazia con cui l’aveva gettato fuori casa quel mattino. O si?
Era forse uno squilibrato?
Tanto normale non gli sembrava.
Sollevò lo sguardo, incrociando quello cupo di Gregor.
Gli fece un timido sorriso, per rassicurarlo. Quel poveretto pensava che fosse arrabbiato con lui, quasi sicuramente.
Sfiorò con le dita il dorso della mano che aveva appoggiato sul cambio. Lo sentì rilassarsi impercettibilmente con un sospiro stanco.
Oh, Greg…
“Ti… T va di uscire stasera?”, domandò. Voleva che tutto tornasse a posto tra loro. Che quella litigata sparisse.
Ed era la prima volta che gli capitava in una relazione.
“Uno dei tuoi soliti locali casinisti?”, domandò Gregor, accennando un sorriso.
Raymond sbuffò. “No, no…”, disse. “Una cena vera, io e te…”
Approfittò del semaforo rosso per allungarsi a dargli un bacio sulle labbra, prima di tornare al proprio posto.


6- Bracciale

Quando aveva lasciato a Greg il compito di scegliere il locale sapeva che sarebbe stato qualcosa di classe.
Tuttavia non immaginava così tanto di classe!
Raymond si agitò sulla sedia, a disagio in jeans e felpa in mezzo a tutta quell’eleganza.
Persino i camerieri sembravano guardarlo sconvolti quando passavano accanto al loro tavolo.
“Di un po’”, borbottò, guardando Greg che sembrava divertito dal suo disagio. “E’ una punizione per questa mattina?”
Greg si strinse nelle spalle. “Si, un po’”, ammise. “All’inizio volevo darti una bella sculacciata, ma poi ho pensato che farti morire di disagio sarebbe stato molto più efficace.”
Raymond arrossì più di quanto fosse umanamente possibile. “Stronzo…”, sibilò.
A volte lo trattava come un bambino. Ok, d’accordo, Greg aveva quasi ventotto anni mentre lui aveva da poco passato i diciotto. Ma, per l’amor del cielo, certe volte esagerava!
“Ah-ah, attento, sono sempre in tempo a cambiare idea su quella sculacciata”, lo riprese Greg, ridendo.
“Shhht!”, sibilò Raymond mordendosi il labbro inferiore. “Mi hai portato qui solo per mettermi in imbarazzo?”, domandò, quasi deluso.
Gregor tornò serio. Scosse la testa. “No, niente affatto”, allungò una mano per accarezzargli una guancia, dolcemente. “Volevo passare una serata tranquilla con te, avrei dovuto avvertirti di dove ti avrei portato”, sospirò.
Poi si sfilò di tasca qualcosa, allungandoglielo. “Tieni. Volevo dartelo ieri sera.”
“Ieri sera?”
L’uomo annuì. “Non pretendo che te lo ricordi. Ma ieri erano sei mesi esatti. Pensavo… insomma, che potessimo ufficializzare la cosa.”
Sei mesi. Sei mesi.
Cazzo!
Raymond si diede dell’idiota. Sicuramente Greg aveva organizzato qualcosa per la sera prima, per quello si era arrabbiato così tanto.
Quello che gli aveva allungato era un bracciale. Non aveva bisogno di guardarlo per sapere che probabilmente c’era inciso qualcosa di terribilmente romantico.
“Greg… io… credo proprio di meritarmela quella sculacciata.”, mugugnò, in colpa.
Gregor tornò a sorridere, mentre si allungava per sussurrargli qualcosa all’orecchio.
“Magari potremmo commutarla in qualcosa di più gradevole…”


7- Libro
Il viaggio di ritorno dal ristorante fu qualcosa di insopportabile per Raymond.
Per tutta la cena Greg non aveva fatto che stuzzicarlo e lanciare allusioni sul dopo-cena.
Gli sembrava di stare seduto sulle spine.
Notò a malapena la telefonata che ricevette Greg, poco prima di arrivare a casa.
Era a dir poco assatanato; certo non era la prima volta che face vano sesso, ma, Dio, quanto lo voleva quella sera.
Una volta dentro lo prese per la cravatta, tirandolo verso la camera da letto.
Tuttavia però Gregor si liberò, gentilmente. “Cambio di programma, Ray. Ho un udienza domattina, quindi mi faccio una doccia e poi vado a dormire”.
Sparì in bagno, lasciandolo lì come un ebete.
Raymond si sedette sul bordo del letto, tanto deluso da avvertire una stretta alla bocca dello stomaco.
Poi lo sguardo gli cadde sul libro, sopra al comodino. Quello che Greg leggeva tutte le sere. Era abitudinario, non dormiva se non leggeva almeno una pagina.
D’istinto lo prese, nascondendolo sotto al materasso.
Quando Greg tornò dal bagno lo trovò con l’espressione del gatto che ha appena mangiato il canarino.
“Va bene, che hai combinato stavolta?”
“Mh… Aspetto quello che mi hai promesso”.
“Andiamo, Ray, te l’ho detto. Non ho tempo, ho un impegno domattina presto”, disse sedendosi ed allungando la mano verso il comodino.
“….”
Si voltò, lanciando un occhiataccia al biondino alle sue spalle. “Va bene, dov’è?”
“Cosa?”
“Il mio libro.”
“Non hai tempo per leggere, hai un impegno domattina presto.”
“Raymond, non è divertente”, sospirò esasperato.
“Possiamo farlo diventare tale”, ribatté il biondino, stiracchiandosi languidamente.
Greg sospirò, sorridendo appena. “Piccola peste”, sibilò raggiungendolo sul letto e mollandogli una pacca sul didietro.
Raymond cacciò uno strillo, rotolando sulla schiena ed avvinghiandosi alle sue spalle. “Mi hai fatto male”, brontolò, mordendogli il collo.
“E te ne farò ancora se ti azzardi a lasciarmi un succhiotto.”
Il tono in cui lo disse però era morbido, quasi dolce.
Ray socchiuse gli occhi, soddisfatto, mentre le mani di Gregor scivolavano sul suo corpo. Aveva ottenuto quel che voleva…



8 -Incubo

Era un sogno.
Raymond si stiracchiò languidamente, sorseggiando il caffè.
Greg l’aveva completamente prosciugato la notte precedente, e dopo essersi alzato presto gli aveva persino lasciato la colazione al caldo.
Al suo polso luccicava il braccialetto che gli aveva regalato. Sottile, fine e con una piastrina con le loro iniziali.
Terribilmente romantico.
Eppure non gli dispiaceva.
Finì di far colazione, afferrò la sua borsa ed uscì di casa per andare all’università.
Aveva percorso pochi passi quando il suo meraviglioso sogno cominciò ad assumere tinte più fosche.
Poco fuori dal cancello lo stava aspettando Alex.
Lo aveva completamente rimosso.
Lo raggiunse, irritato. “Che ci fai qui?!”, sibilò.
Alex sorrise, pericoloso. “Sono venuto a trovarti, bestiolina. Ti va di uscire ancora, stasera?”
Raymond lo guardò, confuso. “No!”, esclamò. “Sono impegnato. E se non ti spiace, sono in ritardo.”
Lo oltrepassò, deciso a lasciarselo alle spalle, ma Alex lo afferrò per un polso, spingendolo contro il muro.
“Lasciami!”, sibilò.
Il moro scosse la resta, divertito. “Non essere così cattivo con me. O potrei lasciarmi sfuggire con il tuo ragazzo che cosa hai combinato con me, l’altra sera.”
Raymond sentì le ginocchia cedergli e dovette aggrapparsi ad Alex, per non scivolare a terra.
Un incubo. Non poteva essere vero. Quello era un incubo…
“Dammi il tuo numero di telefono, bestiolina”
Un enorme, gigantesco incubo.
“Per stasera ti ascio tranquillo, ma aspettati una mia chiamata…”
Un terribile, devastante assurdo incubo.
Lo era, vero?


9 – Tazzina
“Ray?”
Raymond sussultò, lasciando cadere la tazzina che aveva in mano.
“Cazzo…”, sibilò, sollevando lo sguardo, incrociando quello preoccupato di Greg.
“Va tutto bene? E’ da quando sono tornato a casa che sei strano”, chiese l’uomo.
Raymond si strinse nelle spalle, abbassandosi per raccogliere i frammenti.
“Sto bene ho solo cominciato un corso particolarmente pesante all’università”, sospirò.
Greg fece un verso sommesso.
Solitamente Raymond si sarebbe incazzato non poco e avrebbe ribattuto qualcosa di pungente, con il rischio di scatenare l’ennesima discussione, perché conosceva bene quel verso di sufficienza, ormai. Del resto Greg, avvocato penalista di successo, non aveva mai preso seriamente il suo corso universitario di Belle Arti. Lo riteneva quasi un passatempo e una strada senza sbocchi lavorativi. Si rifiutava persino di guardare i suoi disegni.
Era l’unica cosa sula quale non andavano d’accordo.
Quel giorno però era troppo scombussolato per mettersi a discutere.
“Ho un po’ di mal di testa, penso che andrò a letto”, disse, gettando i resti della tazzina nella spazzatura.
Il suo cellulare si mise a suonare in quel momento. Rispose senza pensarci.
“Heilà, bestiolina. Allora, sei pronto ad ubbidire ai miei ordini?”
Raymond deglutì, dovette appoggiarsi al ripiano della cucina. “Heilà…”, rispose, in tono decisamente troppo allegro. Greg lo guardò, inarcando un sopracciglio, poi gli fece segno che se ne andava in salotto. Ray annuì, sorridendo.
Sorriso che svanì non appena fu da solo. “Che cosa vuoi?”, sibilò a bassa voce.
“Ti ho detto che ti avrei chiamato, ora ascoltami bene…”


10- Domenica
“Allora, hai capito cosa devi fare?”
“Si, ho capito”, Raymond cercò di mantenere un tono di voce normale, come aveva fatto per tutta la telefonata.
“Bene, allora fallo. Ti aspetterò alla stazione.”
Raymond riattaccò. “Gr…”, gli mancò il fiato, per un attimo. Stava davvero per farlo?
Ma in che razza di situazione si stava cacciando?
Si schiarì la voce. “Greg!”, chiamò, raggiungendolo in salotto e sedendosi accanto a lui sul divano. Stava guardando una partita. “Dimmi”, gli rispose, abbassando il volume.
Dio, quella era una cosa che lo faceva andare in brodo di giuggiole. Era un tifoso sfegatato di football, eppure per lui abbassava il volume o addirittura spegneva la tv. Altri suoi ex si limitavano a zittirlo o nemmeno lo calcolavano.
“Ecco… Dobbiamo annullare i programmi per domenica.”, sospirò, dolente.
“Cosa? Oh, andiamo, la domenica è l’unico giorno che possiamo psare insieme, che è successo di così grave?”
Eh, bella domanda. “Era mia madre, prima al telefono, devo andare da loro, nel fine settimana”, mentì
“Pensavo che non avessi buoni rapporti con i tuoi.”
Era vero, infatti.
“Mia madre si è slogata una caviglia cadendo dalle scale, niente di grave ma dev’essersi spaventata.”, mentì spudoratamente.
Greg annuì. “Capisco… be, recupereremo settimana prossima, non preoccuparti. La famiglia è più importante.”
Gli baciò la nuca, tornando ad alzare il volume.
Raymond si accoccolò di fianco a lui con un sospiro.
“Domenica vieni via con me, se non vuoi che faccia due chiacchiere col tuo ragazzo. Inventati una balla e scaricalo”
Le parole di Alex pesavano sulla sua coscienza pesanti come macigni.



11- Pulce

Sapeva che avrebbe dovuto sentirsi uno schifo, in colpa e usato come un oggetto.
Sapeva che avrebbe dovuto stare male e non così piacevolmente appagato.
Sapeva anche che nona avrebbe dovuto trovare tanto bello da fare male Alex, coi capelli sciolti sulle spalle che si stava accendendo una sigaretta.
Eppure, cavolo, era stata una scopata favolosa…
Si tirò su, allontanandosi da Alex che lo guardava con quel fare da lupo. “Non è stato così male eh, Bestiolina?”
Raymond non rispose, limitandosi ad un’occhiataccia. Alex scoppiò a ridere. “Lo sai perché sei qui?”, chiese.
“Perché mi stai ricattando”, borbottò Raymond, facendo per alzarsi.
“Balle.” Alex lo afferrò per un polso, tirandolo di nuovo sul letto e salendogli a cavalcioni. “Tu sei qui per un semplice motivo. Sei come me. E’ per questo che ti attraggo tanto”
“Io non sono come te”, ringhiò Raymond, cercando di scollarselo di dosso. “E non mi attrai, anzi, mi fai schifo!”
Alex gli sbuffò il fumo in faccia, divertito. “Ancora balle. Ti sei appiccicato a quel tizio come una pulce, un parassita, perché ti fa comodo avere qualcuno che ti paghi i conti e la casa. Ma quello che vuoi, quello che ti fa andare in fregola, sono i tipi pericolosi, come me….”
Si chinò, per baciargli il collo.
Raymond inarcò la schiena, socchiudendo gli occhi. Un mugolio di piacere gli sfuggì dalle labbra mentre, nonostante avessero appena finito di fare sesso, il suo corpo gli comunicava che era pronto ad un altro giro.
“E così ti facevo schifo, eh?”, ridacchiò Alex, afferrandolo per i fianchi e facendolo girare con malagrazia a faccia il giù sul materasso.
Possibile che avesse ragione?, si chiese Raymond, mentre tutto sprofondava di nuovo in un lago di lussuria…
Possibile che fosse davvero solo una pulce?


12 – Scarpe
Raymond sollevò lo sguardo sulla strada.
“Non siamo a casa”, disse a Greg, interrogativo. Era venuto a prenderlo all’università come faceva ogni tanto, ma si erano fermati davanti al centro commerciale.
“Lo so”, l’uomo accennò un sorriso. “Ho notato che hai bisogno di scarpe nuove. E anche qualche vestito.”
Ray voltò lo sguardo. “Non è necessario. Davvero.”
“E’ forse un modo per dirmi che vorresti andare in giro nudo?”
“No, ma…”
“Niente ma”, lo riprese dolcemente Gregor. “Scendi, e prendilo come un regalo di natale anticipato.”
Raymond si morse il labbro inferiore, seguendolo giù dall’auto con un sospiro.
Anche se sapeva che non era possibile, aveva la sensazione che i felini occhi verdi di Alex gli fossero puntati addosso…


13- Stella
Campus Universitario della facoltà di legge. Gennaio 2002

“Tu non capisci, io diventerò una stella di Hollywood.”
“E i soldi per il viaggio?”
Un paio di occhi verdi spuntarono da dietro la valigia. “I soldi che i miei mi hanno dato per coprire il prossimo semestre che ovviamente non ho intenzione di frequentare, mio caro Greg.”
Il giovane si alzò, stiracchiandosi. La schiena gli scricchiolò. “Io penso che tu stia sbagliando, Alex. Perché buttare via una promettente carriera scolastica per inseguire qualcosa di così effimero?”
Alex chiuse la valigia, raccogliendo i capelli bruni in una treccia. “Odio questo posto, e odio l’aria da tronfio borghese che sembrano avere tutti gli avvocati. Me ne devo andare.”
Si accese una sigaretta, soffiando il fumo verso l’alto. “Ma forse sei solo preoccupato di sentire troppo la mia mancanza, Gregor?”
Greg socchiuse gli occhi, agitando una mano. “Sai che mi infastidisce l’odore del fumo.”
Una scrollata di spalle ed un sorriso malizioso. “Si, ma so anche che trovi dannatamente sexy l’odore del fumo addosso a me”, gli soffiò sulle labbra, trattenendo un ansito roco quando l’altro gli afferrò i fianchi, spingendolo contro al muro.
“Lo sapevo” sogghignò.



14- Viaggio

Ray rientrò in casa. Era tardi. Alex lo aveva costretto a seguirlo in diversi locali di pessimo gusto. Vigliaccamente non aveva potuto fare altro che accettare.
Fortuna che aveva detto a Greg che andava con alcuni amici a festeggiare un compleanno, così non si sarebbe insospettito.
Notò che la luce della camera era accesa. Strano.
Greg era seduto sul letto, sembrava aspettare lui. Subito il suo cuore sembrò mancare un battito. “Greg?”
L’uomo sollevò la testa. “Ehi. Ti aspettavo”, disse, alzandosi e prendendo una valigia. “Mi hanno chiamato da casa. A quanto pare mio nipote ha deciso di nascere prima.”
Vago dalla memoria di Ray emerse un ricordo. Greg che gli diceva qualcosa sulla sorella che aspettava un bambino. Dio, era totalmente distratto in quel periodo. “Oh, quindi parti?”
I fratelli di Greg vivevano a parecchie miglia di distanza.
“Starò via una settimana, più o meno”, annuì greg, avvicinandosi per baciarlo. “Vorrei portarti con me ma…”, lasciò la frase in sospeso.
“Lo so, non importa.”
Raymond lo guardò uscire, le mani strette a pugno. Sapeva di non avere il diritto di prendersela con Greg per non voler dire ai suoi che conviveva con un ragazzo. Non poteva pretenderlo, contando poi quello che combinava con Alex.
Eppure non riusciva a fare a meno di sentirsi ferito…

Livido

“E così il tuo caro Greg non vuole presentarti a suoi, tipico dei borghesucci”, Alex gli passò una mano tra i capelli, baciandolo con una dolcezza tale da lasciare Ray decisamente spiazzato. “Che combini?”, chiese, sospettoso.
Alex inarcò un sopracciglio, come a dirgli che non aveva idea di quello che stava facendo.
Raymond sospirò, rannicchiandosi allora contro il suo petto, lasciandosi cullare dall’acre odore di fumo che rimaneva addosso ad Alex.
Quando era con Greg, Alex gli sembrava uno stronzo senza cuore. Quando invece era tra le sue braccia, era diviso tra l’odio e qualcosa di sottile che poteva forse essere affetto, sotto l’attrazione fisica.
Abbassò lo sguardo sui propri polsi, segnati da un livido là dove Alex l’aveva afferrato con così tanta forza da fargli male, mentre lo costringeva faccia al muro, per fare i suoi porci comodi.
E nemmeno un quarto d’ora dopo lo stava confortando, ascoltandolo e stringendolo dolcemente.
Non lo capiva.
Seriamente.
E non capiva nemmeno che diavolo gli stesse succedendo. Chiuse gli occhi, assopendosi lentamente, circondato dalle braccia muscolose di Alex.



Maschera

“Un'altra doccia?”
Greg posò le carte che stava studiando, per avvicinarsi a Ray e strofinargli i capelli con l’asciugamano che vi aveva buttato sopra. “Va tutto bene?”
Ray scrollò le spalle, lasciandolo fare. “Si, perché me lo chiedi?”
“Perché ero abituato a Ray, l’universitario dall’estro artistico che quando prendeva a disegnare poteva passare anche tre o quattro giorni senza farsi una doccia. Adesso te la vedo fare anche due volte al giorno. E’ un cambiamento radicale”
Raymond sogghignò. “Mi stai dicendo che mi preferivi lercio e puzzolente?”, scherzò.
Greg sorrise, rassicurato da quel tono leggero. “Dio ce ne scampi e liberi, no!”, esclamò. “Ero solo preoccupato”, disse dolcemente, accarezzandogli una guancia.
“Greg, va tutto bene, tranquillo”, gli sorrise, mentre si alzava sulle punte dei piedi per baciarlo.
Sorrideva, ma era una maschera. Quando stava con Greg ormai non faceva che fingere.
Fingeva che andava tutto bene, mentre usciva per andare a casa di Alex.
Fingeva di stare bene, mentre si faceva una doccia dopo l’altra per lavare via l’odore di fumo e colonia che si ritrovava addosso ogni volta che facevano sesso.
Fingeva e sorrideva, ma dietro quella maschera era a pezzi…

Complice

“Basta…Basta!”
Raymond si divincolò dalle braccia di Alex, che gli stava baciando il collo. “Ho detto niente segni!”, protestò, ansante.
Alex sbuffò. “Quanto sei diventato noioso ultimamente.”
Ray tirò su col naso, stancamente. “Perché non trovi qualcun altro da tormentare?”, disse. Sembrava sul punto di andare in pezzi. “Non ce la faccio più…”
“Ti rigiro la domanda”, sogghignò Alex, prendendo un bicchiere e buttandoci qualche cubetto di ghiaccio. “Se non ce la fai più perché non dici tutto al tuo amato Greg? Se ti molla puoi tornare da me, se ti perdona non avrò armi con cui ricattarti.”
Ray si morse il labbro inferiore. “Io non…”
“Ti rispondo io”, lo interruppe Alex. “Non lo fai perché sei una piccola sgualdrina. Ti piace da morire farti sbattere da due uomini. Ti piace così tanto che non vuoi rinunciarci, queste che fai sono tutte scene.”
Raymond trassalì, quasi avesse preso la scossa, poi si voltò, correndo via e sbattendo la porta dell’appartamento di Alex.
Alex sorrise. Era riuscito a manipolarlo, a distruggere la sua volontà. Riusciva bene in quel genere di cose. “Ma si, va pure”, disse tra sé e sé, accendendosi una sigaretta. “Mio piccolo e inconsapevole complice…”
Sollevò poi il ricevitore del telefono e compose un numero. “Drew? Si, sono Alex”, disse, sbuffando fuori il fumo. “Ricordi quella consegna che dovevi fare? E’ il momento.”
Chiuse la comunicazione e si versò due dita di liquore, prima di sprofondare nella poltrona. Osservò il ghiaccio sciogliersi nel liquido ambrato e sorrise. Stava andando tutto secondo i piani…

Tempesta

La porta che sbatteva con violenza fece sussultare Raymond, che si alzò dal divano, allarmato. “Greg?” , chiamò.
Raggiunse all’ingresso, trovandolo bagnato fradicio.
“te la sei fatta a piedi sotto la pioggia?”, domandò. La voce gli morì in gola quando Greg si voltò a guardarlo. I suoi occhi erano un misto di emozioni; rabbia, dolore e disgusto. “Da quanto va avanti?”
Raymond sentì il cuore sprofondargli fino alle scarpe.
“Greg, non..”
Per tutta risposta l’uomo gli lanciò in faccia un gruppetto di foto che teneva in mano. “Sono arrivate con la posta di stamattina”, disse.
Ray ne intravide una, e tanto bastò per capire il motivo della rabbia di Greg. Alex si vedeva a malapena, ma lui d’altrocanto era riconoscibilissimo “Io… mi…mi…”
“No”, lo fermò greg, “Non azzardarti a dire che ti dispiace. Non ti azzardare!”, ringhiò. Lo oltrepassò, senza nemmeno guardarlo, andò in camera e prese il borsone che usava per i viaggi di lavoro improvvisi, dopo di chè tornò all’ingresso, afferrando le chiavi della macchina.
Ray che era rimasto immobile fino a quel momento si riscosse, seguendolo fuori, sotto la tempesta ed afferrandogli la manica della giacca. “Asp..aspetta, parliamone.”
“Non voglio parlarne ora, Raymond”, disse, usando il suo nome per intero; per Ray fu peggio di uno schiaffo. “Non sono così meschino da buttarti in mezzo ad una strada, ma in questo momento mi nausea dividere la casa con te. Vado a stare da un amico.”
Si liberò della sua presa, gettò il borsone in macchina e partì con una sgommata.
Ray rimase per alcuni minuti incredulo sotto la pioggia. Il suo cervello si rifiutava di connettere, poi rientrò lentamente, fradicio. Si chiuse la porta alle spalle e si sedette per terra, senza avere la forza di fare altro che stringersi le ginocchia al petto e lasciarsi andare ad un silenzioso pianto, consapevole di essere lui stesso la causa dei suoi mali.



Abitudine


Raymond allungò la mano, cercando come abitudine il petto di Greg, sul quale amava accoccolarsi quei pochi minuti che si concedevano per poltrire prima di alzarsi. Ma non trovò nulla.
Come aprì un occhio una lancinante fitta alla testa gli riportò alla mente gli avvenimenti della sera prima. Scese dal letto, rabbrividendo, si era spogliato, gettando i vestiti fradici sul pavimento ed infilandosi sotto il piumone, completamente nudo e aveva frignato come una ragazzina finchè non si era addormentato..
Raccattò un accappatoio in bagno. Il suo riflesso nella specchiera gli rivelò che il suo aspetto rifletteva esattamente il suo stato d’animo. I capelli arruffati, gli occhi gonfi e arrossarti, due mezzelune scure sotto ad essi. Aveva bisogno di un caffè.
Il dolore atroce della sera prima si era attenuato, ma Greg gli mancava da morire.
Raggiunse la cucina e si paralizzò.
Per un attimo, un solo meraviglioso attimo, gli era parso che Greg fosse tornato, seduto al tavolo della cucina a bere caffè.
L’attimo dopo tutto assunse le tinte fosche di un incubo. “Come hai fatto ad entrare?”, sibilò.
Alex scrollò le spalle. “Hai lasciato la porta aperta ieri sera. Davvero uno spettacolo pietoso.”
Raymond scattò. Dio, se voleva colpirlo….
Alex però fu più veloce, fermò il suo pugno e gli torse il braccio dietro la schiena, facendolo piegare sul tavolo. “mossa sbagliata, bestiolina”, disse, facendo scivolare una mano sotto l’accappatoio.
Raymond fremette, divincolandosi debolmente. “Perché gli hai mandato quelle foto…?”, mormorò, chiudendo gli occhi, arreso alle carezze sempre più indecenti di Alex.
“Noia?”, ridacchiò Alex, facendogli scivolare giù l’accappatoio da una spalla e mordendogliela.
A malincuore Ray si abbandonò a quell’unico, per quanto squallido, conforto che erano le braccia di Alex.




Edited by Mirai - 13/6/2012, 23:50
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 13/12/2011, 18:16




Ehi in poche righe hai già delineato splendidamente quattro personaggi.Ti invidio per questa tua capacità.
Sono curiosa di capire come e se le storie di queste due coppie si intrecceranno
 
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view post Posted on 13/12/2011, 19:42
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Anche io sono davvero curiosa *ç*
Occhi verdi viso bruno e accenno di barba *ç* basta, lo amo di già! Sono proprio curiosa di vedere come continuerà!
 
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Mirai
view post Posted on 13/12/2011, 20:32




Ma grazie XD
Comunque, Nonna, i personaggi sono solo tre ;)
Avendo solo cinque minuti di tempo è difficile delineare tutto XD
Aggiunto il terzo capitoletto *-*
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 14/12/2011, 07:21




Si in effetti adesso con il nuovo capitoletto le cose sono decisamente più chiare
Ray Gregor e il terzo incomodo Alex ( anche se poi alla fine è stato quello che ha cacciato ray fuori di casa ^^''')
Un triangolo *.* che bellessa
 
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Aborted_666
view post Posted on 14/12/2011, 22:30




Yummy, sono sempre più senza parole. 5 dannatissimi minuti, dico solo questo.
Mi piace moltissimo sia il tuo modo di scrivere, sia i personaggi che hai creato. la parte finale dell'ultima parte è epica, quel "dove sei stato?" così carico di sospetto ha lasciato in sospeso un seguito che, a mio modesto avviso, sarà decisamente accattivante.
Yeyeyeye, ci vediamo martedì prossimo, nello stesso topic!
 
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Mirai
view post Posted on 13/1/2012, 21:45




Grazie *-*
Aggiornata con il nuovo Prompt, questa ho rosicchiato un minuto in più perchè ero in preda ad un grave attacco di dislessia da tastiera e avevo scritto talmente tanti errori di battitura che era una cosa illeggibile X°D
 
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Aborted_666
view post Posted on 14/1/2012, 12:08




Ahah xD il burro fuso sul tacchino! Bellissimo il modo in cui hai usato il prompt. Anche l'ultima parte è molto bella, comunque. Alex che ghigna malefico dall'altro lato della strada è veramente inquietante. Complimenti, anche se ti sei ritagliata un minuto in più causa "presunta-dislessia". xD
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 15/1/2012, 09:31




Qui Alex ci cova, mi sa tanto che alla fine Gregor verrà spodestato O.O
 
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Mirai
view post Posted on 28/3/2012, 23:31




Dovrei aver recuperato tutti i prompt XD
Aggiornato *-*
Ho sforato di un paio di minuti al capitolo 6 e 7, lo ammetto, perchè non ho un cronometro ed ero talmente ptresa dalla storia che mi sono scordata di guardare l'orologio del pc XD Perdonatemi u.u
 
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koa-chan
view post Posted on 26/4/2012, 19:35




Sono un po' in ritardo...(?) XD
Però ho recuperato leggendo tutti i promt l'uno di fila all'altro e in certi momenti mi dimencavo proprio che erano scritti per la challenge dei cinque minuti, perché sembrava una storia unica! La trama che hai ideato è molto appassionante, i tre personaggi sono ben caratterizzati, Greg in particolare mi piace molto: maturo, affidabile, romantico e, molto probabilmente, anche parecchio innamorato di Ray! Purtroppo ho l'impressione che le cose non si metteranno troppo bene, i dubbi finali che Alex insinua nella mente di Ray per me non sono per niente veri. Ray ha solo la colpa d'essere giovane, niente di più. Non gli piacciono i tipi pericolosi è semplicemente giovane e scemo e penso si debba rendere conto di che cos'è l'amore vero altirmenti non avrebbe tradito Greg nel giorno del loro anniversario! Fossi stata io l'avrei riempito di botte altro che...

Mi dispiace solo che per il momento questa challenge sia sospesa perché in questo modo potremmo andare un po' avanti...

Infine ti faccio i complimenti, mi piace il tuo stile e il tuo modo di scrivere, se si potessero correggere sarebbero ancora meglio.

Sperando in un proseguimento ti saluto...

Koa
 
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Mirai
view post Posted on 12/6/2012, 21:53




Aggiurnata fino al 14 +_+
Il 13 è un po'... particolare, spero si comprenda tutto u.u
 
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Mirai
view post Posted on 13/6/2012, 22:50




recuperati tutti +-+
 
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koa-chan
view post Posted on 14/6/2012, 12:09




Accidenti, temevo che sarebbe andata a finire in questo modo!! Alex è proprio un bastardo e Ray, beh si è lasciato troppo trasportare dagli eventi, non ha fatto nulla per opporsi a quel che stava succedendo, in questo Alex aveva ragione, forse un po' quella situazione gli piaceva. Alla fine quando piange perché Greg gli manca mi ha fatto quasi tenerezza, forse è colpevole solo d'essere troppo giovane... anche se non riesco a capire quanto Ray sia stato effettivamente innamorato di Greg!!

In ogni caso ti faccio i complimenti, sono ben caratterizzati i tuoi personaggi e ogni flashfic è davvero una bellezza *___* sembra incredibile che sia scritta solo in cinque minuti. Spero che continuerai anche con i prossimi promt, complimetissimi!!
 
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13 replies since 13/12/2011, 14:58   213 views
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