L'ispirazione svanita

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bloodingeyes
view post Posted on 8/3/2012, 23:30




Nick autore: Bloodingeyes
Titolo storia: L’ispirazione svanita
Genere: Sovrannaturale
Avvertimenti:
Slash
Breve introduzione:
Andreas lavora come “maggiordomo” per un famoso pittore e il suo fidanzato Isaac. Ma niente è esattamente come sembra.
Eventuali note:
L’introduzione fa schifo. Punto. La storia è stata scritta per il contest “la fantasia delle coppie” ma non è stata completata in tempo... Leggete e commentate =)


 


            Fuori dal finestrino dell’autobus passavano inesorabili le vie conosciute della città. Andreas era seduto in uno dei posti centrali, vicino ad un finestrino ma era ancora troppo addormentato per provare interesse per quello che passava sotto i suoi occhi. Si riscosse solo quando si accorse di essere quasi arrivato alla sua meta. Scese dall’autobus spintonando un paio di persone che non lo lasciavano passare e si mise a camminare sulla strada che conduceva fuori dal paese e poi nel mezzo della foresta. Ogni giorno Andreas prendeva quella strada immersa nel verde e solitaria a piedi. Era molto noioso e certi giorni, quando faceva molto caldo, era davvero una tortura.


            Fortunatamente le temperature erano miti e il tragitto quasi concluso.


            Dallo stradone Andreas prese un sentiero quasi invisibile che portava nel fitto del bosco e, dopo qualche minuto di cammino, si apriva davanti ad una casa di legno e mattoni, con ampie finestre, impossibile da scorgere dalla strada. Allora tirava fuori le chiavi ed entrava.


            Come tutti i giorni a quell’ora la casa era immersa in un silenzio quasi totale. Andreas mise la spesa in cucina e poi andò a togliersi la giacca sotto la quale aveva nascosto per tutto il tempo le sue ali nere. Ritornò poi in cucina e preparò la colazione, solo quando fu tutto pronto andò a svegliare il padrone di casa, bussando alla porta della camera da letto


            -Seth è ora!- gli disse senza entrare nella stanza. Sentì il frusciare delle coperte e dei passi, poco dopo la porta si aprì e ne emerse una figura magra e vestita solo di un perizoma nero molto succinto, i capelli neri tutti scompigliati e gli occhi rossi ancora velati dal sonno


            -Buon giorno- sbadigliò Isaac, stirandosi fra vari brontolii di dolore


            -Ciao, fai colazione?- gli chiese Andreas richiudendo la porta della camera da letto senza guardare dentro


            -Cos’hai preparato?- gli chiese l’altro sorridendo mentre si avviava contento in cucina


            -Pancake con fragola, ciliegie e banana-


            -Io ti amo lo sai?- gli chiese Isaac mentre si fiondava sul cibo


            -Vuoi anche un cappuccino?- gli chiese Andreas e l’altro annuì vigorosamente mentre trangugiava la colazione –Come stanno le tue ali?-


            -Meglio del solito- gli rispose Isaac –Seth ha infierito più sulla spalla destra e sui miei fianchi-


            -Vuoi che ti curi?-


            -Mi faresi un piacere, sembro appena uscito da una rissa!- Andreas trascinò una sedia vicino ad Isaac e controllò i vari tagli e i lividi sul suo corpo. In effetti aveva molti segni di morsi sulle spalle e altrettanti graffi su un po’ tutto il corpo, le ali avevano solo un paio di taglietti quasi invisibili sulla membrana alare ma all’attaccatura, all’altezza delle scapole, c’erano tagli anche piuttosto profondi, su cui si era raggrumato una notevole quantità di sangue. Andreas sfiorò la pelle lesa con la punte delle dita che iniziarono a risplendere debolmente. La carne sembrò tremolare e brillare sotto quella flebile luce poi, lentamente, guarì. Isaac stese le ali e sorrise


            -Grazie-


            -Di nulla- rispose Andreas mentre si alzava per fare altri pancake. Isaac finì di mangiare e andò a riprendersi i suoi vestiti in camera da letto, richiudendosi la porta alle spalle –Seth si sta facendo la doccia- lo informò mentre si infilava la maglietta. Le sue ali da pipistrello sparirono completamente, come risucchiate all’interno del suo corpo, e di loro rimase solo un tatuaggio nero stampato sulla pelle di Isaac. Andreas lo invidiava molto per quella sua capacità di far sparire completamente le ali, lui non lo sapeva fare ed era una vera pena dover nascondere le sue ingombranti ali sotto maglie e felpe


            -È tutto apposto?- gli chiese


            -Si, adesso vado a casa, ho delle faccende da sbrigare… -


            -Devo lasciare detto qualcosa a Seth?-


            -No, non mi pare- gli rispose Isaac mentre si metteva il giubbino di pelle e gli occhiali da sole –digli che quando ha bisogno sa dove trovarmi- Andreas annuì e fece per accompagnarlo alla parta ma quel giorno Isaac andava di fretta e semplicemente scomparì in un ombra. Seth arrivò poco dopo, ancora con i capelli bagnati


            -L’incubo se n’è andato?- gli chiese mentre Andreas gli serviva la colazione


            -Poco fa- gli rispose sorridendo –tutto apposto?- si infornò poi


            -Si, una notte come tante altre… - gli rispose con noncuranza mentre accendeva la televisione senza però prestarci troppa attenzione


            -Vuoi che ti prepari i colori?-


            -Si, fai rosso veneziano, ametista e poco blu di persia… per gli altri usa le solite porzioni- Andreas annuì e andò nella stanza adiacente lo studio a preparare le tempere, mescolando le polveri colorate, legandole e diluendole. Seth si era già seduto davanti ad una tela ancora non completata, preparando gli altri materiali mentre programmava cosa disegnare quel giorno


            -Hai bisogno di qualcos’altro?- gli chiese Andreas


            -Per ora no- rispose Seth, senza staccare gli occhi dalla tela –in caso ti chiamo-


 


            Andreas chiuse il frigorifero e andò nello studio a salutare Seth, ancora concentrato nel suo lavoro


            -Vado a casa- gli disse quando l’altro si accorse della sua presenza


            -Va bene-


            -Ti ho lasciato la cena in frigo, devi solo scaldarla… un paio di minuti nel microonde-


            -Grazie- rispose monosillabico, continuando a lavorare


-Allora ci vediamo domattina… -


-Si, ciao- Andreas uscì e andò a prendere l’autobus per tornare a casa. Seth diede un altro paio di pennellate alla tela per poi sospirare stancamente e mettere tutto via. Non aveva combinato niente tutto il giorno, aveva provato e riprovato ma non era riuscito a disegnare nulla che lo convincesse, solo macchie di colore disperse nel niente. Ripulì i pennelli in maniera quasi maniacale, per paura che del colore potesse seccarsi su di essi. Poi andò in cucina e prese dal frigo la cena che Andreas gli aveva lasciato e senza neppure scaldarla iniziò a mangiare svogliatamente. Si sedette sul divano a guardare la televisione ma c’erano solo programmi spazzatura e telegiornali deprimenti, nulla che potesse interessarlo o scatenare in lui una qualche emozione. Guardò il telefono appoggiato sul tavolino poco distante e si sentì quasi vomitare all’idea di chiamarlo ma poi ricordò che mancava solo una settimana alla mostra e compose il numero


-Pronto?- gli risposero dall’altra parte della linea


-Sono Seth, puoi venire? Subito?-


-Non c’è problema- gli rispose Isaac comparendo già mezzo nudo sul divano di casa sua –per il mio adorato artista senza ispirazione questo e altro- Seth lasciò il cellulare e andò dall’altro


-Devo dipingere- gli disse portandolo nello studio


-E io sono qui per aiutarti- rise Isaac mentre l’altro si sedeva davanti al cavalletto, preparando tutti i materiali e versando sulla tavolozza i colori in tubetto, quelli che disprezzava più di ogni altra cosa. Isaac gli slacciò i pantaloni e senza indugio iniziò a masturbarlo. Seth chiuse gli occhi per un attimo e poi cominciò a passare il pennello sulla tela. Finalmente quello che dipingeva aveva un senso, per quanto degradante era qualcosa di vero e forte. Isaac lo morse all’altezza dell’ombelico prima di tornare lentamente a leccarlo più in basso, prendendolo completamente in bocca e succhiando. La mano di Seth tremolò e la linea che stava tracciando divenne imprecisa e più Isaac lo masturbava più le linee diventavano imprecise ma nitide e piene di passione, veloci e sincopate. Finché con le ultime pennellate il dipinto non fu concluso e Seth si lasciò andare all’orgasmo


-Andiamo in camera da letto?- gli chiese Isaac mettendosi cavalcioni su di lui. Seth guardò il risultato finale della sua opera e annuì. Adesso doveva solo cercare di dimenticare in quale misero artista si era trasformato.


 


Andreas e Isaac erano in cucina a fare colazione, dall’odore si sarebbe detto che quella mattina c’era l’omelette ai funghi e succo di frutta, la macchina per il caffè si era rotta per l’ennesima volta quindi quella mattina nessuno speciale cappuccino schiumoso. Seth fissò il soffitto e li ascoltò ridere e parlare nella stanza accanto. Avrebbe tanto voluto andare da loro ma si vergognava, aveva paura di vedere l’espressione di Andreas dopo che per un intera settimana era andato a letto con Isaac: un incubo che si cibava di sesso e che lui usava per riuscire a dipingere.


Era un artista sull’orlo del fallimento: le sue opere avevano perso il vigore dei primi anni e anche l’innovazione di quelli successivi. Era stato un genio in erba, il più giovane pittore di successo della sua generazione e poi era riuscito a sopravvivere a rinnovarsi e continuare a stare al top. Ma ora, dopo vent’anni di carriera brillante, eccessi e successi, era arrivato a compiere 32 anni e non trovare più interesse per nulla di quello che lo circondava. Di lì ad una settimana avrebbe inaugurato una sua galleria d’arte con tutti i suoi più grandi capolavori e avrebbe tanto voluto esporre qualcosa di nuovo che facesse sospirare la gente come aveva fatto per tutte le altre sue opere ma non ci riusciva. Tutto quello che veniva fuori dalle sessioni notturne con Isaac era una mera imitazione di quello che aveva provato la prima volta che aveva passato un pennello su una tela, e ancor più pallida era lì imitazione della sensazione di piacere che provava.


Non c’era la sorpresa della sua prima luna piena, né l’insana eccitazione delle prime cacce, non riusciva più a dipingere sotto l’influsso delle droghe o dell’alcool, non riusciva più a vedere la bellezza della natura che lo circondava, né riusciva più a dipingere la passione per le donne o per gli uomini. Niente traspariva dal suo tratto perché niente era tutto quello che era rimasto dentro di lui.


In un impeto di dolore e rabbia si alzò in piedi, buttò per terra la lampada sul comodino e stracciò le coperte. Era afflitto e arrabbiato perché ormai non c’era praticamente più nulla dentro di lui.


Andreas entrò titubante nella camera da letto e lo trovò inginocchiato a terra a piangere silenziosamente


-Seth, che succede?- gli chiese con calma e dolcezza ma l’altro non gli rispose. Andreas si inginocchiò davanti a lui e gli prese il viso fra le mani per asciugare le lacrime –Va tutto bene, Seth, ora è tutto apposto- continuò a parlare piano e dolcemente. Seth alzò le mani per abbracciarlo ma si bloccò a metà, incerto. Andreas gli sorrise e lo abbracciò, accarezzandogli i capelli e continuando a ripetere che sarebbe andato tutto bene.


 


Mancavano tre giorni all’apertura della mostra di Seth. Tutti i dipinti erano stati preparati e, anche se alcuni dei nuovi lavori ancora non lo convincevano, aveva deciso cosa voleva esporre. Ora si trattava solo di aspettare.


Però l’attesa era snervante. E se avesse scelto le opere sbagliate? Se non fossero piaciute a nessuno? I timori si sommavano e non c’era nessuno che potesse tranquillizzarlo. Andreas era dovuto tornare a casa da sua madre perché si era ammalata ed era in ospedale. Isaac invece si era come volatilizzato, non rispondeva alle chiamate e da un paio di settimane non c’era traccia di lui da nessuna parte.


Seth era solo.


E in quella solitudine dipinse. Senza pensare. Senza provare nulla.


 


Andreas si mise in fila dietro ad una vecchia signora tutta impellicciata e il suo accompagnatore appena ventenne. Entrambi lo guardarono altezzosi per poi voltarsi e fare qualche passo in avanti. Andreas si sentì incredibilmente in imbarazzo, forse sarebbe dovuto passare da casa e cambiarsi: sembrava decisamente fuori posto fra tutte quelle persone in abito da sera con solo un paio di jeans e una felpa addosso


-Ma stai davvero facendo la fila?- gli chiese Isaac mentre lo raggiungeva


-Bhè… si… -


-Ma sei matto? Noi due siamo dei vip! Non facciamo le code!- lo prese sotto braccio e lo trascinò avanti nella coda, fra le occhiate assassine di quelli che venivano superati


-Isaac!- cercò di dire ma ormai erano arrivati davanti all’entrata dove era piazzato un gigantesco buttafuori tutto tatuato e dallo sguardo truce


-Prego?- fece l’uomo con voce grave


-Siamo invitati speciali- esordì Isaac mentre dava i loro nominativi. Il buttafuori abbassò per lo sguardo sulla lista e si fece da parte velocemente


-Prego- fece quasi con deferenza. Isaac rise e trascinò Andreas all’interno


-Che ti dicevo? Siamo invitati di riguardo-


-Tu sei il fidanzato di Seth, se fossi stato soltanto io mi sarei dovuto fare tutta la fila!- gli rispose Andreas mentre salivano le scale che portavano al piano superiore dove era situata l’esposizione


-Tu sei il nostro amico più caro, sei un vip pure tu!- gli disse Isaac seriamente


-Io sono la vostra cameriera-


-Anche- rise Isaac mentre entravano. L’esposizione prendeva tutto il piano e tutte le pareti erano coperte dai dipinti di Seth in ordine cronologico: quelli dell’esordio, poi il periodo cupo e quello del rinnovamento, fino agli ultimi che aveva dipinto. Isaac e Andreas guardarono tutti i dipinti per l’ennesima volta, ricordando il momento in cui Seth li aveva fatti o quello che era successo in quel periodo. Loro tre si conoscevano praticamente da sempre, Andreas e Isaac si erano conosciuti all’asilo ed erano diventati quasi subito amici. Seth invece si era unito a loro in prima elementare ed erano stati per tanto tempo inseparabili. Poi Seth era diventato famoso e aveva iniziato a fare una scuola differente ed era diventato difficile rimanere in contatto con lui. In Isaac invece si era manifestata per la prima volta la sua natura di incubo ed era diventato difficile per lui rimanere accanto a qualsiasi cosa che respirasse e aveva dovuto abbandonare gli studi. Andreas aveva finito la scuola con voti mediocri ed era andato a lavorare per una ditta di pulizie e per caso si era ritrovato a lavorare per Seth. Isaac era già fidanzato con l’artista ed era stato un po’ strano essere di nuovo tutti e tre insieme ma poi era tornato tutto come una volta, o quasi.


Seth era un artista affermato ma subiva questa sua fama e stava perdendo già allora parte della sua passione per l’arte. Gli ultimi dipinti della galleria ne erano la conferma: erano vibranti e tesi, pieni di colori accessi e in contrasto fra di loro, eppure incredibilmente tristi


-Non è più la stessa cosa- sussurrò Isaac


-Seth è cambiato- disse Andreas –e noi pure… - aggiunse


-Siamo rimasti insieme per così tanto tempo- sussurrò tristemente Isaac –pensavo che quando finalmente Seth fosse riuscito ad aprire la sua galleria sarebbe stato felice invece ogni giorno che passa i suoi dipinti diventano sempre più tristi e deprimenti-


-Se non ci fossi tu lo sarebbero molto di più- gli disse Andreas


-Non è vero- sussurrò Isaac. Andarono entrambi verso l’uscita che era nascosta dietro una parete di carton gesso ma si trovarono davanti altri dipinti che nessuno dei due aveva mai visto e che trasmettevano qualcosa di nuovo che da tempo non c’era più in quello che produceva Seth: sentimento. Erano quattro dipinti piuttosto piccoli e che, se presi separatamente non avrebbero poi avuto molta importanza, ma che insieme descrivevano un percorso, qualcosa che muta e che cambia. Dal primo al terzo era una degradante scomparsa dei colori, prima quelli più accesi e intensi, poi quelli freddi e apatici e, infine, nel terzo quadro, rimaneva solo una scintilla di bianco appena visibile. Il progressivo degrado di un anima. E poi un esplosione di colore, forte e deciso, ogni pennellata era un inno alla vita e il ritorno alla felicità  ma con ancora le ombre del passato ad attanagliare e a ricordare ogni errore e incertezza.


Sia Isaac che Andreas rimasero per lunghi istanti senza parole, nessuno dei due era preparato a quello che si erano ritrovati davanti. Isaac fu il primo a parlare


-Mi sa che sono stato scaricato- disse senza particolare sentimento, come se fosse un dato di fatto


-Non è detto… - cercò di contraddirlo Andreas ma fu una replica debole la sua. Rimasero a contemplare ancora per qualche istante i quadri ma poi Andreas si decise ad uscire, Isaac si avvicinò a contemplare le tele e notò i titoli dei quadri. Sorrise.


 


Seth era teso e prestava ben poca attenzione a quello che gli diceva in suo agente o ai commenti lusinghieri di geni del settore e grandi collezionisti. Lui aspettava soltanto una persona che però tardava ad arrivare


-Dobbiamo parlare- la voce di Isaac lo sorprese. Se lo ritrovò alle spalle e non seppe esattamente cosa fare o dire –Seguimi- gli ordinò l’incubo mentre si dirigeva a passo di marcia verso la terrazza. Seth accampò una scusa qualsiasi e lo seguì chiudendo la parta alle sue spalle


-Isaac io… - cercò di dire ma l’altro lo bloccò


-Penso che dovremmo lasciarci- gli disse spiazzandolo –è da quando eravamo ragazzini che siamo una coppia ma ormai la cosa mi è venuta noia e da quanto ho potuto vedere dai tuoi dipinti anche per te è lo stesso… quindi perché ostinarci a fingere? Rimaniamo amici e andiamo avanti! Ok?- Seth non fece neppure in tempo a rispondere che Isaac continuò –e ora credo che tu debba delle spiegazioni ad una certa persona… - gli sorrise e con un cenno del capo gli indicò l’interno della sala dalla quale Isaac lo aveva trascinato via. Andreas era appena entrato ed era una mosca bianca in mezzo a quella folla di pomposi miliardari che non ne capivano niente di arte –muovi il culo!- gli ordinò Isaac per poi sorridere –e se provi a fargli del male giuro che ti ammazzo!- detto questo scomparì in un ombra.


Seth rientrò nella sala e schivò tutti quelli che volevano fargli parlargli per andare da Andreas


-Devo parlarti- gli disse senza tante cerimonie, sorprendendolo. Lo trascinò fuori dall’edificio e quando fu sicuro che nessuno li avrebbe interrotti si fermò ma non riuscì a spiccicare parola e quindi il primo a parlare fu Andreas


-Congratulazioni, è una mostra fantastica- gli disse


-Grazie, mi fa piacere che ti sia piaciuta-


-Anche i nuovi quadri sono davvero belli- balbettò –soprattutto gli ultimi quattro-


-Dici sul serio?- si rianimò Seth


-Si, ma Isaac… -


-Mi ha appena mollato- lo informò


-Oh… - fece l’altro –e quindi… cosa ti ha ispirato?-


-Come?-


-Si, cosa… chi ti ha ispirato per gli ultimi 4 quadri?-


-Non hai letto?- gli chiese stupito Seth


-Letto cosa?-


-I titoli!- Andreas scosse la testa in segno di diniego e Seth sorrise –il primo si intitola 19 giugno, il secondo 20 giugno e il terzo 21 giugno-


-E il quarto?- gli chiese perplesso Andreas. Seth gli sorrise


-Finalmente sei tornato- gli rispose baciandolo.


 


Andreas si svegliò sbadigliando e si mise a sedere stirando le ali. Si andò a fare la doccia e si vestì, si preparò la colazione e, come richiamato dall’odore della caffeina, Isaac apparve nella sua cucina


-Che c’è di buono da mangiare?- gli chiese l’incubo dopo averlo salutato con un bacio sulla guancia


-Una quiche di prosciutto e funghi e un’altra con speck e formaggi-


-Io ti amo- fece con la bava alla bocca Isaac


-Lo so- gli ripose ridendo Andreas –ma la tua nuova fidanzata non sarà gelosa?-


-Evan non è la mia fidanzata- mugugnò l’incubo


-Sarà! Ma lui sembrava molto convinto-


-Lascia che continui ad esserlo… - gli rispose addentando una fetta della prima torta salata –Seth dov’è finito?- cambiò discorso l’incubo


-Ancora in giro per il bosco da ieri notte… probabilmente tornerà a momenti-


-Allora salutalo da parte mia-


-Te ne vai di già?- gli chiese sorpreso Andreas


-Si, devo andare al lavoro, il capo mi uccide se provo ad arrivare in ritardo un'altra volta-


-Allora buona giornata-


-Anche a te!- lo salutò Isaac scomparendo nell’ombra. Andreas mise in lavastoviglie la tazza e le posate che l’incubo aveva usato, poi andò in camera a vestirsi


-Isaac è venuto anche oggi?- gli chiese Seth, comparso praticamente dal nulla, facendo prendere un accidente ad Andreas


-Vi divertite a farmi venire un infarto tu e Isaac?- brontolò


-Scusa- rise Seth abbracciandolo e baciandolo dolcemente –non volevo spaventarti, mi perdoni?- gli chiese suadente


-Ci devo pensare- gli ripose Andreas abbracciandolo a sua volta. Seth sorrise e lo fece indietreggiare fino al letto, baciandolo e togliendogli i vestiti. Lo fece stendere e si mise sopra di lui baciandolo e non perse tempo con i preliminari. Andreas si lasciò scappare un gemito quando l’altro lo penetrò ma si abituò di nuovo in fretta e accompagnò ogni affondo dell’altro


-Sei splendido- gli sussurrò Seth baciandolo. Andreas gemette e dopo un altro paio di affondi vennero entrambi.


 


Andreas guardò gli ultimi lavori si Seth: così nuovi, pieni di passione, vita e amore. Si scoprì sorridere come uno scemo perché sapeva di averli ispirati lui e che erano come delle gigantesche dichiarazioni d’amore. E poi c’erano i bozzetti, che nessuno avrebbe mai visto, che lo ritraevano solitamente nudo ed eccitato. Ogni più piccolo dettaglio del suo corpo Seth l’aveva riprodotto alla perfezione, anche certe parti che sarebbe stato bene non riprodurre. Le ali di Andreas, soprattutto, erano diventate una specie di mania. Le ali delle fate d’inverno come Andreas non erano mai particolarmente sgargianti ma le sue erano quasi deprimenti: nere con disegni viola scuro e rosso sanguigno. Eppure quando era Seth a dipingerle diventavano splendide, tanto che una fata d’estate ne sarebbe stata invidiosa.


Seth lo guardò mentre girovagava per il suo studio, accoccolato fra i fogli e gli altri schizzi imperfetti che aveva gettato a terra. Andreas andò a distendersi al suo fianco sorridendo


-Ti amo- gli disse baciandolo sulla fronte. Seth scodinzolò contento e gli leccò il viso. Aveva tanta voglia di rispondergli che anche lui l’amava ma le corde vocali di un lupo non sono fatte per il linguaggio umano e la luna piena era ancora dannatamente alta in cielo. Guaì e Andreas gli sorrise aggiungendo –tranquillo quando tornerai alle tue sembianze umane potrai dirmi che mi ami tutte le volte che desideri e potrai continuare ad adularmi per tutto il resto della vita- Seth lo guardò infastidito e si voltò dall’altra parte. Gli era passata completamente la voglia di dirgli che lo amava.

 
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view post Posted on 9/3/2012, 19:03




Che bella, blooding *-*
Ammetto di esserci un po' rimasta, all'inizio, sembravano tutti umani meno Isaac xD
In ogni caso, l'ho trovata molto originale *-*
 
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1 replies since 8/3/2012, 23:29   31 views
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