Un'ultima volta

« Older   Newer »
  Share  
NonnaPapera!
view post Posted on 31/5/2012, 16:28




Nickname sul forum/efp: NonnaPapera!
Titolo del racconto: Un’ultima volta
Genere: Generale, malinconico
Rating: rosso
Avvertimenti: femslash
Note: le strofe iniziali sono di una poesia di Saffo
Scritta per il contest Strofe saffiche su efp

"Vieni da Creta a questo sacro tempio
dove cresce per te un amabile bosco
di meli e dagli altari si leva fumo d’incenso,

ed i là dai rami dei meli sussurra
un fresco ruscello, ovunque s’allarga
ombra di rose, da mormoranti fronde
stilla sopore,

il prato delle cavalle
è in germoglio di fiori primaverili,
dolce soffia la brezza…

cingiti qui della tua benda, Cipride,
in coppe d’oro con lieve gesto
versa nettare divino mescolato alla festa."


Savannah, distesa a terra, sospirò beata e in pace, gli occhi fissi da circa un’ora sui movimenti lenti delle nuvole bianche e paffute.
La brezza del tardo mattino soffiava fresca in quella tiepida giornata di primavera.
Suo padre le aveva dato l’incarico di controllare la solidità delle staccionate del loro ranch, perciò con questa scusa si era spinta fino ai confini della vasta tenuta e lì si era stesa sul prato inspirando l’odore dei fiori di campo.
Le piaceva la sua vita: l’aria aperta, il sole, gli animali, il mormorio dei rami accarezzati dal vento. Quel posto riusciva sempre a farla sentire bene con sé stessa, ecco perché era stata grata al padre quando gli aveva dato quell’incarico che il più delle volte era pesante e noioso; aveva bisogno di un po’ di tempo per discutere con il suo cuore in tumulto e quei campi sconfinati erano esattamente ciò che le occorreva.
Non si era lasciata affatto bene con Cristine e la cosa la tormentava da più di un mese, l’esatto tempo da cui lei se ne era andata.
Ancora non riusciva a capire perchè avesse anteposto quello stupidissimo College a loro due, alla loro vita insieme.
C’erano molte buone università anche a pochi chilometri da dove abitavano ma Cristine era ambiziosa, a lei non bastava qualcosa di buono voleva sempre il meglio, perciò aveva impacchettato tutta la sua roba ed era volata lontano… Troppo lontano per i gusti di Savannah.
La litigata era stata inevitabile e furiosa; entrambe troppo orgogliose per fare un passo indietro, per scusarsi delle cose dette, avevano gettato al vento gli anni passati a coltivare il loro amore e si erano avviate in due direzioni differenti senza voltarsi indietro.
Ecco perché Savannah se ne stava stesa immobile, fissando il cielo con aria assente, cercava di recuperare quella gioia che, ormai da un mese, pareva averla abbandonata.
Non una chiamata, non una mail; quelle tre ore di volo che la separavano da Cristine le parevano uno scoglio invalicabile.
Eppure il desiderio di sentire la sua voce lievemente roca, di toccare la sua pelle abbronzata dal sole e un poco screpolata, di specchiarsi in quegli occhi scuri e pieni di passione, si faceva sempre più forte ogni giorno che passava.
Se non fosse stata certa che i rapporti tra di loro si erano irrimediabilmente logorati allora avrebbe preso il primo volo per raggiungerla, per chiederle scusa e per baciarla con trasporto, quello stesso trasporto che spesso le coglieva entrambe in un turbinio di desiderio e di piacere.
Savannah sbuffò lievemente per allontanare un’ape che le ronzava intorno con curiosa indolenza.
Purtroppo le cose dette non si possono cancellare e lei sapeva benissimo di aver offeso Cristine nel profondo; le aveva dato dell’egoista, dell’arrivista e, al culmine della rabbia, era arrivata a esprimere con risentimento dubbi sull’amore che Cristine aveva sempre professato di provare per lei.
Ricordava perfettamente come gli occhi della sua fidanzata si fossero oscurati di un velo di dolore e lei avrebbe tanto voluto ritrattare, ma l’orgoglio è una brutta bestia, perciò si era limitata a incrociare le braccia e a fissarla con tutto l’odio che riusciva a trovare dentro di sé.
Così Cristine era partita e lei ora se ne stava lì, in mezzo a quel campo verdeggiante, a fissare il cielo immaginando di tornare indietro nel tempo al periodo in cui loro due erano felici.
Quando si rese conto che qualcosa le stava toccando un sopracciglio capì anche di essersi addormentata; si prese alcuni istanti di tranquillità prima di scacciare quella che, sicuramente, era la solita ape invadente, ma una voce conosciuta le fece spalancare gli occhi dallo stupore:
“Dormi?”
“Cristine! Cosa ci fai qui?”
La ragazza sorrise scostandosi la frangia castana dagli occhi con una mano, mentre con l’altra continuava a tracciare i contorni del viso di Savannah.
“Sei bella quando dormi…”
“Da quando sei così sdolcinata?”
“Non mi hai fatto finire la frase. Sei bella quando dormi, perché quando dormi non mi puoi insultare” Cristine sorrise, incerta nel ricordare a entrambe il loro ultimo incontro.
Savannah sospirò, scompigliandosi i corti capelli biondo cenere e rendendo la sua pettinatura ancora più scarmigliata del solito, poi rispose semplicemente:
“Mi dispiace”
“Anche a me” mormorò Cristine sorridendo più tranquilla.
Per alcuni interinabili istanti rimasero così, Savannah stesa sul prato e Cristine, seduta accanto a lei, che le accarezzava i capelli.
A un tratto Savannah riaprì gli occhi e fissò Cristine con sguardo serio:
“Non sarà, che ti sto sognando?” domandò dubbiosa.
La mora rise e poi si abbassò verso di lei finché le loro bocche non combaciarono in un caldo bacio.
Quel bacio aveva il sapore di casa, il sapore della felicità ma anche il retrogusto amaro della realtà che, prima o poi, le avrebbe risucchiate nuovamente.
Savannah si lasciò andare totalmente, affondando la lingua nella bocca di Cristine, carezzando con struggimento il suo viso, conscia del fatto che quello avrebbe anche potuto essere il loro bacio d’addio.
Quando finalmente si staccarono la sua bocca parlò prima che il cervello potesse rendersi conto di ciò che stava dicendo:
“Sei tornata per restare oppure ripartirai di nuovo per il tuo preziosissimo College?”
“Ripartirò” si limitò a rispondere Cristine, le palpebre basse a nascondere il suo sguardo.
“Allora è così che finisce tra noi?”
“Non è detto che debba finire. Ci dividono solo tre ore di aereo…”
“A me piace vivere qui. Tu studi dall’altra parte del Paese, non funzionerebbe”
“Perché no?” insistette Cristine, staccandosi lievemente e fissando lo sguardo al cielo, come se cercasse una risposta che non voleva arrivare.
“Perché se anche decidessimo di continuare la nostra storia a distanza, una volta finito il College il problema si ripresenterebbe più grande che mai.”
“Ma che dici?”
“Rifletti Cristine, tu hai deciso di andare lontano per studiare perché sogni grandi cose nel tuo futuro… Grandi cose che qui, insieme a me e in questo paesello disperso tra le valli, tu non potresti mai realizzare. E’ meglio se entrambe accettiamo subito che per il nostro rapporto non c’è futuro”
“Dici così solo perché non vuoi sforzarti di trovare un compromesso” sbottò frustrata la mora cercando nello sguardo di Savannah qualche conferma alle sue speranze.
“Mi spiace amore ma nel profondo sai che ho ragione. Io sono fatta per vivere e morire qui, in mezzo a questi campi sterminati, prendendomi cura dei miei cavalli e delle mie mucche… Tu sei destinata a altro; purtroppo le nostre strade non si potranno più congiungere”
Le lacrime sul viso di Cristine erano la prova tangibile che quelle previsioni erano esatte.
“Però io ti amo” ribatté quasi come un capriccio la mora.
“Ti amo anch’io” sussurrò Savannah cercando di non sciogliersi in pianto.
Ormai tutto ciò che c’era da dire era stato detto, entrambe sapevano che non avevano più motivi per trattenersi insieme in quel prato.
“Resto se tu me lo chiedi” disse a un tratto Cristine risoluta.
“Parto con te se me lo chiedi” mormorò Savannah con un sorriso sghembo.
Si fissarono entrambe ridendo di cuore; sapevano che Cristine il giorno dopo sarebbe ripartita e che Savannah non l’avrebbe seguita, però quel loro strano modo di comunicare le aveva riportate per alcuni istanti alle loro vecchie vite, a quando non pensavano al futuro e si intendevano con un solo cenno del capo.
“Un’ultima volta, ti prego” sussurrò Savannah sollevandosi su un gomito e sfiorando con le labbra il viso di Cristine.
“Stavo per chiederti la stessa cosa” sorrise la mora sospingendo l’amante sul prato e facendola nuovamente stendere di schiena.
Cercarono di fare le cose con calma, per gustarsi quell’ultimo atto d’amore ma la frenesia era troppa per entrambe perciò in pochi istanti le carezze si fecero più veloci e i respiri sempre più corti.
Cristine sollevò la maglietta di Savannah fino a scoprire i seni sodi e voluttuosi che la bionda si ostinava a tenere liberi dalla costrizione del reggiseno.
Con la bocca andò a giocare con il capezzolo destro succhiandolo e leccandolo, mordendolo con i denti fino a sentirlo turgido tra le labbra.
I gemiti di Savannah si levarono alti nel silenzio della vallata; la bionda si inarcò quando Cristine passò a dedicare la sua attenzione al capezzolo sinistro.
Completamente presa dalle sensazioni che provava, Savannah fece uno sforzo immenso per comandare alla sua mano di posarsi sul ginocchio dell’amante, per poi risalire la coscia fino a infilarsi sotto la stretta gonna che indossava.
Quando Cristine sentì la mano di Savannah che, con delicatezza, le accarezzava l’intimità al di sopra dello slip fece un sospiro profondo di forte godimento e poi si staccò dal capezzolo della bionda allargando maggiormente le gambe e abbassando la cerniera della gonna per potersela sfilare.
Cristine rimase con solo la biancheria addosso e una stretta camicetta che le metteva in risalto i seni.
Savannah si sollevò e con una mossa rapida ribaltò le posizioni facendo stendere la mora di schiena e sovrastandola, mettendosi sopra di lei a cavalcioni.
Per alcuni istanti Savannah parve dimenticarsi dell’intimità di Cristine mentre ,con sguardo malizioso, si limitava a sbottonare, con lentezza esasperante, i bottoni della camicia dell’amante.
Cristine la lasciò fare per pochi attimi ma infine, troppo eccitata, afferrò la mano di Savannah riportandola in mezzo alle sue cosce, l’altra sorrise e si abbassò a baciarla con trasporto mentre scostava anche l’ultimo pezzetto di stoffa che la separava dal clitoride dell’amante.
Sentì distintamente il sospiro di piacere che scappò dalla bocca di Cristine mentre il suo corpo si inarcava per approfondire il contatto con le sue dita.
L’intimità di Cristine era gonfia e bagnata, massaggiò le grandi labbra con calcolata incuranza e infine affondò l’indice all’interno dell’amante. Crisitine mormorò parole sconnesse e alzò il bacino incitando Savannah a fare di più.
La bionda iniziò a estrarre e infilare il dito con movimento cadenzato aggiungendone poi un secondo e infine un terzo; stava per avvicinarsi con la lingua quando Cristine la fermò.
Con uno sforzò immenso la mora si mise seduta, tenendo le gambe aperte così da permettere a Savannah di continuare a masturbarla, e allungò le mani verso la cintura di pelle che ancora teneva al loro posto i pantaloni della bionda.
Con poche, rapide mosse anche l’ultimo impedimento fu tolto, Cristine scostò il tanga di Savannah senza prendersi la briga di calarglielo e infilò a sua volta un dito all’interno dell’amante.
Rimasero così per alcuni minuti dandosi piacere a vicenda, massaggiandosi l’un l’altra e baciandosi con trasporto.
Cristine sentiva il piacere crescere velocemente perciò a un certo punto si staccò da Savannah e le fece capire che voleva di più, la bionda non se lo fece ripetere due volte e, girate le spalle all’amante, si tuffò con la lingua tra le sue gambe.
La mora trasse un sospiro di puro piacere e poi cominciò a ricambiare il favore afferrando i glutei di Savannah e portando il suo bacino al livello del suo viso.
Le lingue di entrambe correvano accarezzando e l’ambendo le reciproche intimità; a un certo punto Cristine diede un leggero morso a Savannah nel punto più delicato e la ragazza non poté più trattenere l’orgasmo, che divampò tra le sue gambe dischiuse.
Passarono alcuni secondi in cui Savannah si concesse il lusso di riprendere fiato, mentre Crisitine, sorridendo, continuava a leccarla imperterrita.
La bionda si riconcentrò sulla partner e, dopo pochissimo, anche Cristine raggiunse l’apice sotto le abili mani di Savannah.
Soddisfatte e stanche si fissarono negli occhi, dopo un lungo bacio si stesero a terra per riacquistare fiato.
Savannah avrebbe voluto parlare, trovare una soluzione ai loro problemi, ma sapeva che qualunque sistema avessero escogitato per stare insieme sarebbe stata una costrizione per una di loro.
Lei non voleva partire e Cristine non voleva rimanere.
Sollevò di poco il capo dall’incavo della spalla della mora e osservò quella che, a breve, sarebbe divenuta la sua ex fidanzata; Cristine aveva gli occhi chiusi e un lieve sorriso soddisfatto sul volto.
Savannah riabbassò la testa e con un sospiro stanco chiuse anche lei gli occhi.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma il cielo stava tingendosi di sfumature aranciate e il suo stomaco reclamava un pranzo saltato.
Cristine si stiracchiò e fu solo allora che si accorse di essere sola. Si tirò su a sedere in cerca della bionda, ma di Savannah neppure l’ombra.
Sorrise mestamente risistemandosi i lunghi capelli castani; era tipico di Savannah andarsene senza una parola, in fondo a lei gli addii non erano mai piaciuti.
Si risistemò il vestito togliendo qua e là qualche filo d’erba che si era incastrato tra il tessuto, si prese il tempo di salutare quei luoghi della sua infanzia un’ultima volta e poi si incamminò verso la macchina che aveva parcheggiato poco più a valle.
La storia d’amore tra lei e Savannah si era definitivamente conclusa quel giorno, ma era felice che l’ultimo ricordo di loro due insieme non fosse più una stupida litigata bensì un’ultima, splendida giornata di passione.




Edited by NonnaPapera! - 10/6/2012, 18:06
 
Top
Killuale
view post Posted on 1/6/2012, 14:59




Non so cosa dire... Mi piace questa Yuri.
Mi piace come scrivi Nonna! *-*
 
Top
NonnaPapera!
view post Posted on 1/6/2012, 15:27




Grazie, è la priam in assoluto con rating rosso. Ero un poco perplessa però alla fine mi sono buttata e l'ho postata, sono felice che tu l'abbia apprezzata... secondo te ci andava un linguaggio più esplicito nelle scene di sesso?
 
Top
Aborted_666
view post Posted on 1/6/2012, 16:35




Eccomi a commentare. L'ho letta tutta d'un fiato e m'è piaciuta un sacco. Lo stile è migliorato moltissimo, anche se continui a trascurare la punteggiatura xD. A parte ciò, è scritta molto bene, veramente. Il contenuto è semplice, ma alcuni passaggi sono splendidi. Quanto alla lemon, beh... Magnifica. u.u Bravissima, Nonna! <3
 
Top
NonnaPapera!
view post Posted on 1/6/2012, 17:18




LoL non è che la trascuro è che non so dove cappero metterla -.-'
Grazie sono contenta che la leon sia piaciuta era la cosa che più mi preoccupava dato che non sapevo neppure da dove partire ^^''
 
Top
Killuale
view post Posted on 2/6/2012, 10:01




Secondo me va benissimo così. Anche se non è Rossissima non dispiace affatto. :)
 
Top
NonnaPapera!
view post Posted on 10/6/2012, 17:01




Sì in effetti diciamo che è una rossa soft XD
 
Top
6 replies since 31/5/2012, 16:28   56 views
  Share