Silly Apes, Rating: rosso; genere: drammatico, introspettivo. Storia a più capitoli.

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Aborted_666
view post Posted on 11/7/2012, 14:09




Nick autore: Aborted_666
Titolo storia: Silly Apes
Titolo capitolo: Holy Hole
Genere: romantico, drammatico, introspettivo
Avvertimenti: femslash, linguaggio forte
Breve introduzione: l'Holy Hole puzza di fumo, di alcool, di vomito e di droga. Samantha ed Anny lavorano proprio in un posto del genere, muovendo il culo tanto e bene: è l'unica legge, in un luogo dove nemmeno la violenza è fonte di biasimo. Ma la situazione può degenerare in un battito di ciglia...
Eventuali note: per scrivere questa storia ho deciso di utilizzare uno stile DIVERSISSIMO rispetto al solito: ho evitato le parole altisonanti e ricercate, ho abbondato con la paratassi, ho utilizzato un linguaggio piuttosto volgare (entro certi limiti, ovviamente). Semplicemente, nello scriverla, mi sono resa conto che tale linguaggio fosse l'unico adatto a descrivere un simile contesto. È un piccolo esperimento, ecco tutto. Spero che possiate apprezzarlo comunque. C:


SILLY APES



Capitolo 0: Holy Hole

Quella stanza puzzava di fumo ed alcool. Nessuno ci badava più, ormai. Varcando la soglia dell’ufficio di Sir Dylan Il Tagliagole, nessuno di noi abituè storceva più il naso come le prime volte. Semplicemente, ci dicevamo, doveva essere così: era una questione di irrinunciabili cliché. Entrando nella stanza occupata da un malavitoso, non ci ai aspetta altro che quello: puzza di fumo e di alcool. E donne, tante donne.
Dylan Il Tagliagole si trovava al centro della sala, in piedi, masticando rumorosamente foglie di tabacco. Era il suo bizzarro modo di tributare Sergio Leone, il suo regista preferito, cui si aggiungeva una singolare passione per tutto ciò che era retrò, “ma con un certo contegno”, benché la parola contegno, fra le sue labbra, assumesse un’accezione ridicola.
Anny era di fronte a lui, immobile. Ascoltava con un’ostentata attenzione ciò che Dylan Il Tagliagole le diceva, annuendo di tanto in tanto. Quanto a noi, ci limavano le unghie, lanciandoci occhiate disattente ed annoiate. Non c’era bisogno di origliare: il vocabolario di Dylan Il Tagliagole, in linea di massima, si limitava a cinque frasi standard, che si ripetevano all’infinito, sempre uguali a loro stesse: «Devi solo muovere il culo, bambina; muovilo tanto e tutto andrà bene», o: «Voglio che i vostri capezzoli si vedano anche in Francia, bambine», o ancora: «Se il figlio di troia vi piazza meno di 50$ chiamate me, che ci penso io ad aprirgli la gola». Queste erano le frasi che rivolgeva a noi, ma, poiché ogni occasione ne prevedeva una adatta, Dylan ne aveva coniate altre: «Se tocchi la mia bambina ti apro la gola, lurido verme» e: «Te la faccio ingoiare tutta, la grana. Poi te la tiro fuori dalla gola, dopo avertela aperta». La destinazione di queste due affermazioni, inutile dirlo, non richiedeva alcun chiarimento, tanto meno ai soggetti interessati – i quali, finita la predica, non avevano mai avuto niente di che ridire, né avrebbero osato, per il resto della loro… morte -. Dylan Il tagliagole aveva pochissima pazienza, era risaputo; il che si rivelava deleterio, per coloro che amavano sfidare la sorte.
Anny, probabilmente, si sentiva ripetere la stesse frasi da una ventina di minuti, mentre rimaneva in religioso silenzio. Non si rispondeva mai a Dylan Il Tagliagole, a meno che non fosse lui ad interpellarti; non era certo necessario che ti venisse detto, per saperlo. Era una sorta di coscienza innata: bastava trovartelo davanti per capire che, di certo, non era conveniente ribattere alcunché – o almeno, non se tenevi alla tua gola -. Nel suo caso, per l'appunto, valeva il detto: un nome, una garanzia. Strano, tuttavia, era il fatto che Dylan Il Tagliagole raramente uccideva gli avversari tagliando loro le gole; il nome, in fin dei conti, se l’era meritato grazie alle poco fantasiose minacce.

Così conobbi Anny: prima di ogni altra cosa, vidi il suo culo, che si muoveva tanto e bene, ad intermittenza, a causa delle luci stroboscopiche dell’Holy Hole. Il suo viso riuscii a scorgerlo due settimane dopo la sua assunzione, sommerso da un trucco esagerato e volgare, proprio come doveva essere.
Infine, per ultima cosa, giunse alle mie orecchie la sua voce. Fu piuttosto un guaito, un ululato artificioso, proveniente da dietro le tende rosse e luride del retrobottega.
Ai clienti era concesso poco, a conti fatti. E quel poco che era loro concesso era tanto caro da far venire il mal di testa: per 50$, dovevano accontentarsi di qualche toccatina superficiale, coi vestiti addosso da ambo le parti; per 100$, potevano addirittura violare con le dita le nostre intimità; solo per 500$ era loro concesso un rapporto completo. Ma gli uomini, evidentemente disperati, continuavano ad affluire, nonostante le ragazze non fossero belle; erano solo porche e muovevano bene il culo, il che, per molti, era una motivazione più che sufficiente.
Il cliente di Anny, quella sera, aveva pagato 250$ per un lavoro di bocca. Non era una certezza, ma se non altro era probabile: la sua bocca era ostruita da qualcosa ed il suono che si udiva era ovattato.
Anny era stata fortunata. A me erano toccati solo 150$, divisi per tre clienti affetti da pezzenteria.

Dylan Il Tagliagole la prese subito sotto la sua ala. Anny piaceva ai clienti, tale fatto fu chiaro già dalla sua prima sera lì. Forse dipendeva dalla più ovvia delle intuizioni: era nuova, era giovane e rappresentava l’aria di novità che tutti avevano voglia di respirare, insieme a quella impregnata di marjuana e polveri sottili. In ogni caso, era inequivocabilmente preziosa.
Quanto a noi, non trovammo disturbante questo fatto. Ci permetteva, anzi, di guadagnare tanto, lavorando meno. Era la grande garanzia del Ventesimo secolo: il lavoro a cottimo rappresentava un brutto ricordo del passato, sotterrato - insieme al cadavere di Sarah La Fu Diva - nei recessi della memoria. O, per meglio dire, una reminiscenza sotterrata metaforicamente, a differenza di Sarah, che giaceva a qualche chilometro di distanza dal locale, sotto un paio di metri di terra.
Niente ostracismo per Anny, ma solo perché non ce n’era bisogno.

***



Anny, di giovedì, iniziava il turno alle 2.00, come me. Lavorava al locale tutti i giorni, escluso il lunedì.
Quel giorno l’Holy Hole era meno affollato del solito. I clienti non erano molti e, per lo più, erano troppo ubriachi per fare qualsiasi altra cosa che non fosse continuare a bere. Quella sera, ancor più delle altre, il bagno era talmente tanto permeato dalla puzza di vomito ed alcool, da far venire voglia di vomitare anche al più sano dei sobri.
La mente umana è strana: non si accontenta mai e prova l’assoluto ed insaziabile bisogno di andare oltre i limiti che si pone da sola. Bere, fumare, drogarsi fino a stare male non erano certo una necessità; al contrario, sarebbe bastata un’analisi superficiale per dimostrare che tutto ciò non solo era inutile, ma perfino distruttivo. L’essere umano, davvero, è una creatura assurda.
Il nostro lavoro era semplice e, per lo più, era soggetto alle leggi della casualità. Se ti andava di fortuna, trovavi uomini ben vestiti e profumati, alcuni anche piuttosto generosi; di rado, addirittura, si vedevano ragazzi giovani ed aitanti. Il problema era quando andava male ed era così più o meno sempre. Dylan Il Tagliagole ci diceva di prenderla con filosofia, quando riusciva, per un attimo, ad accantonare le cinque frasi di routine: “curate – ci diceva – le loro anime vuote; siate le loro confidenti, le loro anime gemelle, le loro Muse – per qualche ora -. Se il cliente paga bene, si merita tutto questo”. Non considerava, però, il fatto che alcuni di loro, la maggior parte delle volte, erano troppo ubriachi anche solo per pensarle, certe cose. Quando davvero andava da schifo, ti scambiavano per un secchio e ti vomitavano addosso una miscela di bile, alcool e brandelli di cibo.

Il giovedì, in ogni caso, era sempre così. Per questo molte ragazze avevano riposo quel giorno.
Anny però c’era, truccata come la più lurida delle sgualdrine, prevalentemente svestita e molto annoiata. Ancheggiava in giro per il locale, servendo da bere ai clienti. Taceva quando questi le palpavano il sedere, sopportava gli insulti viscidi e sessisti, sorrideva quando le facevano gesti sconci ed incivili. Davvero notevole; Dylan l’avrebbe certamente definito politically correct.
Il turno sul palco era mio, il giovedì. La sola compagnia del freddo metallo mi consolava un po’; se non altro non bisognava aspettarsi nulla di insultante, una volta tanto. La prassi era sempre la stessa: ghiaccio sui capezzoli, vestiti luccicanti, trucco glitterato e via, sul palco, a sfoggiare ogni parte di quel corpo quasi nudo. La platea, in quell’istante, diventava un punto lontano ed indistinto, sommerso dalla musica troppo alta e dall’euforia narcisistica. La troia Samantha lo muoveva bene, il culo. Ovvio, aveva solo quello da fare, in quell’attimo di follia collettiva.
Chissà, mi chiedevo spesso, se anche per Anny la prima parte della mia persona degna di nota fosse stata il culo. Chissà se lo muovevo bene come lei. Su e giù, freneticamente. Ogni parte del corpo si fondeva con le altre, raccogliendosi in un’unica sfera di appagante – ed appagata - perfezione, in quel vortice stridente; divenivi per 4 minuti e 33 secondi, il centro pulsante di quel piccolo mondo, contenuto in quattro squallide mura decadenti.
Era il mio mondo – e stava diventando anche quello di Anny. Un mondo in cui il peggio di ogni uomo, anche il più lurido e schifoso, veniva tirato fuori e subiva una metamorfosi: diveniva perversione, si scioglieva in fiumi di alcool ed eccitazione, languiva in uno stato d’estasi ed infine rientrava in se stesso, arrancando fino all’uscita.

Ciò che sei dentro all’Holy Hole, rimane dentro l’Holy Hole – la grande tomba del lato oscuro dell’anima.


Edited by Aborted_666 - 11/7/2012, 23:24
 
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view post Posted on 24/7/2012, 18:45
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mi piace come hai escritto l'ambiente, con parole non altisonanti e apena volgari. Hai ragione sul fatto che altrimenti stonerebbe. E' un'atmosfera davvero squallida per le protagoniste e mi chiedo cosa possa uscirne di buono, sperando che il buono ci sia prima o poi. ottimo lavoro *^*
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 24/7/2012, 19:18




Io ovviamente aspetto il seguito *-*
 
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2 replies since 11/7/2012, 14:09   45 views
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