Just a few moments of us, Partecipante alla challenge "I cinque minuti del martedì"

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frida7
icon1  view post Posted on 14/11/2012, 20:43




Lo osservi nella perfetta immobilità della sera e non puoi fare a meno di pensare che sia bellissimo. Lo smoking lo slancia e mette in risalto i muscoli, che continua ad allenare in quella puzzolente palestra in periferia come se non ne avesse mai abbastanza.
Il chiarore dei raggi lunari gli fa risplendere gli occhi nocciola di un luccichio furbetto, come il mezzo sorriso che gli incurva le labbra piene.
Ti si avvicina con studiata lentezza e, proprio quando ti giunge davanti, una nuvola scura e solitaria spegne quel fioco lume che finora vi ha accompagnato. Nemmeno quando passa provi a tornare a vedere, perdendoti nel sapore delle sue labbra che, da pochi seppur interminabili istanti, sono sulle tue.
Siete solo voi, nel silenzio del bosco, coi vostri vestiti eleganti e la vostra voglia reciproca. Siete solo voi e la luna, silenziosa spettatrice del vostro amore.


Scritta con il prompt "Luna"





“Fermati, Reg!” urlò Julien, spaventato, con tutto il fiato che aveva in corpo.
“Non posso..Non voglio!” gli rispose quello, una luce folle negli occhi. Non era in lui e Julien lo sapeva.
“Ti prego, Regy, fallo per me, ferma questa macchina, ADESSO!” ribadì il castano, stringendo gli occhi e aggrappandosi allo sportello.
“Ancora un po’. Aspetta Jul, ancora un po’!” sussurrò il compagno, continuando a guidare ad alta velocità.
Quando vide l’albero avvicinarsi, Jules sentì che era la fine e che Reginald non aveva più il tempo o lo spazio per fermarsi. Chiuse gli occhi, aspettando l’impatto.
E a un tratto finì, così com’era iniziato. Quando la strada tornò a materializzarsi sotto gli occhi di Jules, l’unica cosa che vide fu un bagliore rosso, che si rifletteva negli occhi divertiti del ragazzo alla guida.
“Ti ho spaventato?” chiese innocentemente, mentre l’altro sospirava sollevato e lo spintonava. Il padre di Regy l’avrebbe distrutto, se gli avesse portato una multa e lo sapevano entrambi. Jules si chiese chi mai, oltre lui in quel momento, potesse essere grato ad un semaforo.


Scritta con il prompt "Semaforo"





“Sai, oggi ho visto quel tizio del corso di musica, mi ha chiesto di te” esordì Reginald, atono, entrando nel piccolo salotto dove Julien guardava annoiato la tv. “Ah si?” rispose, lanciandogli un’occhiata curiosa “E cosa voleva?”
Regy alzò le spalle, con un’espressione apparentemente disinteressata. “Si domandava perché avessi lasciato. Dice che avevi un gran talento.” Julien, intuendo dove l’altro volesse andare a parare con quell’atteggiamento, sorrise divertito. “Beh, ne aveva anche lui. Forse avremmo potuto suonare per locali, lui col suo violino e io col mio piano. C’avrebbero pagato bene. E magari..” il ragazzo assunse un espressione pensierosa, aggrottando la fronte “..saremmo dovuti restare anche fuori per la notte. Avremmo preso una stanza da qualche parte e..”
Il resto della frase venne prontamente soffocato da un irritato Regy, che gli aveva catturato le labbra in un bacio aggressivo. Staccandosi da lui, commentò solo “Non farmi innervosire Jules. Ti assicuro che, se fosse successo qualcosa del genere, il tuo amico non avrebbe più le braccia per suonare il suo violino!” Jules, leggermente ansante, gli fece un occhiolino “Lo so, Reg!” Poi tornò a concentrarsi sul suo televisore.

Scritta con il prompt "Violino"






I loro respiri si incrociarono per l’ennesima volta, vogliosi, mentre le lingue si univano in una danza sfrenata e le mani non riuscivano a stare ferme al loro posto. Ognuno voleva tutto dell’altro e lo voleva subito. Erano stati costretti a passare una serata intera, vestiti da sera, senza potersi toccare, senza quasi avvicinarsi e adesso, seppur fossero ancora sul pianerottolo del condominio, lontani almeno un paio di piani dal loro appartamento, non ne potevano veramente più di attendere.
“Potrebbero vederci..” sibilò Reg, gli occhi verdi socchiusi e torbidi di desiderio, mentre l’altro cominciava a slacciargli la cravatta e la camicia. “Non m’importa!” ribatté infatti, fissandolo a sua volta con la medesima espressione bramosa, prima di tuffarsi sul petto dell’altro e di cominciare a baciarlo e mordicchiarlo.
“Sul serio, Jules” ringhiò quasi il corvino, sentendo un morso particolarmente feroce e voglioso. “Mi sento perverso, Regy. Fregatene e lasciati andare” gli sussurrò il compagno a un centimetro dall’orecchio, facendo gonfiare ancor di più il cavallo dei suoi pantaloni. Per un attimo si domandò cosa sarebbe successo se fosse uscita la vecchietta del piano di sopra, insospettita dai rumori, o la giovane madre della porta accanto a quella, per portare i bambini a fare una passeggiata. Poi si ricordò del fatto che erano circa le tre del mattino e che loro, il giorno dopo, non avevano impegni pressanti.
“Vuoi farlo sulle scale, Jul? Sei sicuro?” domandò Regy, adesso pienamente convinto e pronto a soddisfare qualunque voglia del suo compagno. Il quale, con un sorriso mozzafiato, si limitò ad annuire, con le guance già accaldate al solo pensiero. E allora il ragazzo non si fece pregare e lo possedette lì, soffocando ansiti e gemiti per quanto gli era concesso, in modo da non svegliare tutta la palazzina.
Il giorno successivo, scendendo per quelle stesse scale intorno all’ora di pranzo, i due ragazzi trovarono l’addetto alle pulizie che brontolava a proposito di presunti mocciosi che non potevano mangiare i loro panini stracolmi di maionese da qualche parte che non fosse la sua scala pulita. Non si insospettì nemmeno quando, udendo quelle parole, Regy e Jules si scambiarono un’occhiata complice e scoppiarono a ridere sonoramente.

Scritta con il prompt "Scala"






Quando Regy entrò nel salotto, si aspettava di trovare Julien intento a guardare la tv o a dormicchiare, come faceva ogni pomeriggio. Fu, perciò, molto sorpreso quando invece lo scorse intento a leggere un libro piuttosto consistente, guardando le pagine quasi supplichevole. Sbuffò e poi alzò gli occhi, disperato, incontrando quelli divertiti dell’amante, che si stava avvicinando con un sorrisetto ironico.
“Che fai, Jules?” gli chiese, quasi ridendo, sapendo benissimo quale sarebbe stata la risposta.
“Che ti pare che faccia?! Studio Filosofia. Rischio di essere rimandato ancora, se non recupero, ma questa stupida roba non vuole entrarmi in testa!” si lamentò lui, tornando a guardare torvo il libro, aperto su Socrate.
Regy ridacchiò, poi rispose “Andiamo, quanto può essere difficile? Anch’io ho studiato quella roba, per il test in cui tu hai fatto pena, e l’ho trovata semplicissima. Per esempio, se tu possedessi delle idee innate, come Socrate credeva, avresti bisogno di qualcuno che ti aiuta a elaborarle, senza importi il suo pensiero. Questo è ciò che faceva Socrate, la tecnica della maieutica.”
Da bravo scolaretto diligente, Regy aveva recitato la lezioncina, facendo incupire ancora di più Julien, che non aveva capito ugualmente. “La ringrazio, professore, ora mi lasci studiare!” esclamò, scocciato, tornando a concentrarsi invano sulla pagina.
Un secondo dopo, il libro venne chiuso di forza e la protesta scocciata del castano fu prontamente zittita da uno sguardo malizioso dell’altro, che gli prese la mano e si incamminò verso la loro camera da letto. “Ti insegno il mio argomento preferito, Jules. Vedrai che i movimenti degli atomi di Democrito non li scordi più, dopo!”
Decisamente intrigato da quella promessa, Julien abbandonò la filosofia per concentrarsi su qualcosa di molto più piacevole.

Scritta con il prompt "Filosofia"






Regy correva per i corridoi spogli, tra i mille suoni e odori tipici dell’ospedale. Aveva mostrato apatia totale e un sangue freddo non indifferente, mentre chiedeva all’addetta del piano terra dove fosse il signor Mintrail*. La stanza 304 sembrava così lontana e il suo cuore non reggeva più l’angoscia.
Finalmente, svoltando nell’ennesimo corridoio, vide la porta che aspettava. La spalancò, senza nemmeno bussare, col respiro corto e l’autocontrollo che stava andando a farsi benedire, mentre si avvicinava alle due figure accanto alla finestra.
Julien aveva gli occhi gonfi e sembrava aver appena interrotto il suo pianto. Suo padre giaceva a occhi chiusi nel lettino, pallido e smunto, con una flebo attaccata al braccio. “Non si è ancora svegliato. Tentato suicidio. Ha cercato di uccidersi” sussurrò il castano, con voce rotta, prima ancora che l’altro proferisse parola. E si lasciò andare volentieri quando, senza una parola, Regy lo strinse forte a sé, carezzandogli piano i capelli.
“Perché?” chiese in un singhiozzo, con tono di voce più alto di prima, in un disperato tentativo di avere delle risposte che il compagno non poteva dargli. Rimasero così, in quella squallida camera d’ospedale, con mille interrogativi celati dietro quell’unica parola.

*cognome di Julien

Scritta con il prompt "Suicidio"






Il padre di Reginald lo fissava da dietro la scrivania, le mani intrecciate su di essa e uno sguardo severo negli occhi. Era deluso e irritato e il ragazzo lo sapeva benissimo, ma sosteneva il suo sguardo con sfida, non disposto a sentirsi in colpa per una cosa che non aveva deciso e che aveva cambiato la sua vita in meglio.
“Non vedrai più quel ragazzo, Reginald Theodore. Questo è quanto” asserì l’uomo con voce calma, tutta a un tratto, senza distogliere gli occhi da quelli, adesso furiosi, del figlio. “Non sarai tu ad impedirmelo. Continuerò a vedere Jules quando voglio e come voglio!” ribatté Regy, lo sguardo fiero e colmo di determinazione. Troppe volte suo padre aveva voluto mettersi tra lui e la sua felicità, non gliel’avrebbe permesso ancora.
Si alzò di scatto dalla sedia su cui era relegato da qualche minuto e s’incamminò verso la porta con stizza, quando la voce del genitore lo costrinse a voltarsi nuovamente, preda di una collera nuova e prorompente “Il padre del tuo amico lavora per me, Reginald. Non so quanto sarebbe utile per lui che tu mi disubbidisca.”
L’impotenza serpeggiò nelle vene del giovane, ma non poté fare a meno di lasciarsi scivolare fuori dalle labbra quelle due parole che avrebbero sancito la fine di tutto, di nuovo “Lo farò.” Rimase per un attimo a guardare il padre con disgusto, quasi con odio, mentre quello sorrideva soddisfatto e affermava “Saggia scelta, figliolo. Puoi andare, ora.”
Regy era giovane e non ne sapeva molto del mondo, ma uscendo dal grande edificio e ritrovandosi davanti Jules preoccupato per lui e subito raggiante nel vederlo, si disse che sicuramente quella sarebbe stata la scelta meno saggia che avrebbe mai fatto in tutta la vita.

Scritta con il prompt "Saggio"






Entrando in cucina, Regy rimase di sasso a fissare il frigorifero, su cui campeggiava un’enorme scheda, divisa in quadranti dai più svariati colori, che apparentemente fissava gli impegni del compagno con i rispettivi orari. Alzò gli occhi al cielo, in un moto di esasperazione, poi urlò “Julien! In cucina, adesso!”
Il compagno lo raggiunse svogliato, decisamente stizzito all’idea di essersi dovuto alzare dal divano. Lanciò un’occhiata annoiata a Regy, che lo fissava con un sopracciglio sollevato. “Me lo spieghi?!” disse, puntando un dito contro la tabella.
“Oh, sai com’è,” cominciò lui, in tono disinteressato “visto che non trovi più tempo da dedicarmi, ho deciso di organizzare le mie giornate in funzione delle tue. Così potrai studiare in pace i tuoi interessanti argomenti universitari, senza che ci sia io tra i piedi. Lì potrai vedere in che orari avrai casa libera e silenziosa.”
Regy continuò a guardarlo con irritazione, mentre la mente ritornava alla litigata del giorno prima, nata dal volume troppo elevato della tv. “Sei sempre esagerato, Julien!” sbuffò il corvino; poi si avvicinò al compagno, che lo guardava a metà tra l’offeso e il divertito, e gli sussurrò all’orecchio “Visto che ti sei dato tanta noia per organizzare la tua tabella oraria, direi che nella mia posso farci rientrare un po’ di tempo per te.” Gli passò un dito sui pettorali, facendo sospirare l’altro, poi lo condusse verso la loro camera da letto.
Mentre camminavano lungo il corridoio, lo sentì commentare allegro “Lo sapevo io che era tutta questione di organizzazione!”

Scritta con il prompt "Organizzare"






Regy dovette respirare profondamente più di una volta, prima di chiamare il compagno, beatamente stravaccato sul divano fin dal suo ritorno a casa.
Con aria svogliata, si presentò in canotta e boxer davanti a lui, gli occhi gonfi di sonno e i capelli scompigliati. “Spero ci sia una buona ragione” mugugnò Julien, che evidentemente si era appisolato davanti alla tv. “Eccome se c’è!” rispose l’altro, irritato, prima di tirarlo per un braccio e fargli fare un tour della casa. “Guarda qui!”
In ogni camera in cui entravano, la presenza di Julien – eterno disordinato per natura – risultava lampante. Qua l’armadio sottosopra, là una maglietta sporca buttata a terra; briciole di pane sul tavolo della cucina e dentifricio ovunque nel bagno. L’unica stanza a salvarsi da quello sfacelo era proprio il salone, santuario della pigrezza per il ragazzo.
Il quale, sbattendo gli occhi leggermente per mettere a fuoco, disse solo, con un’alzata di spalle “E allora? Lascio una traccia del mio passaggio, così sai cos’ho fatto oggi, quando torni dall’Università!” Regy, a metà tra il divertito e il furibondo, gli si avvicinò pericolosamente, sibilando “Distruggi le tracce del tuo passaggio o lascerò io una traccia del mio passaggio su di te!”
“Dovrebbe essere una minaccia?” ribatté Jules con un sorriso furbetto, facendo sospirare di esasperazione il compagno. In fondo, le pulizie potevano anche aspettare un po’.

Scritta con il prompt "Traccia"


Edited by frida7 - 22/1/2013, 19:33
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 15/11/2012, 08:03




hai postato anche tu^^ ottimo XD
uesta storia mi piace perchè lascia tutto molto nebuloso, chi sono loro due si sono appena incontrati o si conoscono da tempo?( il dettaglio della palestra lascia a intendere che per lo meno uno dei due sappia bene chi sia l'altro)
L'atmosfera è quasi magica, un bacio in mezzo al bosco di notte illuminati solo dal chiaro di luna
 
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Aborted_666
view post Posted on 16/11/2012, 18:48




Quoto Nonna; la descrizione vaga e torbida che hai fatto è molto evocativa. C:
 
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_Koa_
view post Posted on 4/12/2012, 20:30




Ciao, rignrazio anche te per aver partecipato a questa challenge, mi pare doveroso il farlo perché anche tu come le altre hai deciso di contribuire nel far risorgere questa challenge che fino a un mese fa era un po' in coma...

Luna: Oh *O* bello l'inizio del primo promt... hai fornito una descrizione molto accurata, nonostante la brevità e sei riuscita ad introdurre il tema della luna, riuscendo a dare anche un'immagine un pochino romantica. Mi è piaciuto, ben descritto questo famigerato "lui" che se ne sta in smoking e che, a quanto pare, è bellissimo e mi sa non solo per la luna e, forse, non solo per gli occhi di guarda. Occhi che magari sono un po' di parte nel considrarlo bellissimo... insomma forse è un po' più che "non è bello ciò che bello, ma è bello ciò che piace" questo tizio, bello, mi pare esserlo veramente.

Semaforo: Beh ora abbiamo dei nomi... particolare la scelta del nome Reginald... credo di non averlo mai sentito! Che dire? Oltre ad aver presentato due personaggi, hai descritto una scena al cardiopalma.. io se fossi in Jules gli tirerei un pugno a qel pazzo XD mi sa che si è preso un bello spavento, anche se poi alla fine lui pensa alla multa! ^^'

Violino: Davvero carina... il modo in cui hai ideato questo promt. Hai scritto anche di un po' di gelosia... davvero interessante, abbiamo avuto anche un bel bacio <3

Scala: Ma no... LOL XD cavolo ti credo che non volevi più fermarti a scrivere questo promt... e chi avrebbe voluto? ma sul serio, sti due son troppo perversi, ma davvero! Il finale ha quasi del geniale, con la tizia delle pulizie e la storia della maionese, giuro che son scoppiata a ridere!

Alcune considerazioni finali, hai uno stile piuttosto semplice, senza fronzoli o inutili ridondanze. Il che è davvero apprezzabile, così come la grammatica ed il lessico che sono usati molto bene per essere delle storie scritte in così poco tempo. A mio avviso te la sei cavata alla grande...

Alla prossima
_Koa_
 
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_Koa_
view post Posted on 18/12/2012, 21:20




Ciao, così come ho fatto anche con le altre ragazze, lascio anche a te una recensione extra pre-natalizia. Per ricordarti anche che si riprenderà l'8 Gennaio con nuovi promt, sperando che tu decida di essere ancora dei nostri... per il momento ti auguro Buon Natale!! ^^

Ma veniamo alla storia, Filosofia, questo capitolo mi ha strappato un sorriso... più che altro perché mi sono vista la faccia di Jules che ascoltava attonito lo sproloquio di Regy su Socrate. Però ne sa il ragazzo... ovviamente Jules non è tanto per la quale, tanto che sembra non aver capito molto di quello, né di quello che Regy ha detto, né di quel che sta studiando, poraccio però..

Per quel che riguarda suicidio, invece, molto, molto, molto, molto bella! Hai dato un breve scorcio di ciò che è successo, senza pretendere di riuscire a raccontare tutto, dando solamente un'immagine molto forte e potente, ma una e una sola. Credo che tu abbia centrato la challenge e che tu l'abbia fatto anche in tutti gli altri capitoli. In poche parole sei riuscita a dare non solo un'idea di ciò che è successo, ma hai anche descritto sentimenti diversi. Dalla preoccupazione di Regy e l'ansia di arrivare dal suo ragazzo, alla disperazione di Jules per quanto successo e poi c'è la voglia di sapere e il conforto che si danno l'un l'altro... insomma tanti sentimenti scritti in poche righe e che ti arrivano addosso come una valanga. Il tutto poi ti lascia con una bella sensazione, con la consapevolezza di saperne un po' di più che nel capitolo precedente, ma con la voglia ancora di saperne di più.

Insomma, brava!
Alla prossima...
_Koa_
 
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4 replies since 14/11/2012, 20:43   109 views
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