Titolo: Gocce di pioggia
Autore: Taila
Genere: Romantico, sentimentale, fluff (tanto ma proprio tanto fluff
)
Tipo: One-shot, slash
Note: Questa shot partecipa al contest "Lo slash d'oro"Prompt scelto: Il buio è solamente nella mente di chi ha paura(Il buio)Avvertimenti: Guardare Mia&Me mi sta facendo davvero male
Gocce di pioggia
Talion rideva, spensierato come un cucciolo d’Elfo.
Saltava da una goccia di pioggia all’altra, divertito dagli schizzi argentei che i suoi piedi nudi producevano ogni volta che atterrava su una di esse. Una goccia lo sfiorò, bagnandogli la punta delle ali, che teneva aperte sulla schiena, facendogli provare un senso di gelo, ma neanche questo riuscì a fermarlo. Ridendo ancora più forte, caricò sulle ginocchia e spiccò un balzo, le ali che si muovevano frenetiche nell’aria, atterrando di peso su una goccia che si trovava appena più in alto, producendo un rumore acquoso e schizzando scintille argentee ovunque.
Talion sapeva di starsi comportando in modo infantile, ma davvero non riusciva a fermarsi: anche se quella era una notte di pioggia in un freddo mese invernale, lui si sentiva l’essere più felice al mondo: aveva realizzato tutti suoi desideri, aveva tutto ciò che aveva sempre desiderato e non aveva più niente da chiedere alla vita. Sempre ridendo felice, interruppe il suo gioco e, volando a mezz’aria, si girò per cercare la sua figura nell’oscurità. Il sorriso pian piano sfumò sulle sue labbra sottili, perché non Ulion non era più dove lo aveva lasciato, appoggiato a una pigna secca e consumata dal gelo e non riusciva a distinguerlo nel fitto velo della pioggia. Talion si fermò a mezz’aria, continuava a guardarsi intorno freneticamente in cerca di lui, mentre l’ombra densa della paura cominciava a dilagargli dentro il petto. Temeva che Ulion avesse ripensato alla sua decisione, che avesse capito che quella vita non facesse per lui, che non valesse tutti quei sacrifici e che fosse ritornato sui suoi passi e lo avesse lasciato lì da solo, senza dirgli nemmeno una parola.
Quello che spaventava di più Talion, era il pensiero che fosse ritornato dalla principessa Estrela: lei era la promessa sposa di Ulion, era la principessa degli Elfi di Alborea ed era semplicemente bellissima, mentre lui era solo un capitano della guardia reale e non aveva alcun pregio, oltre il valore militare. Poteva credere che Ulion avesse rinunciato alle nozze, dando un calcio a decenni di accordi familiari per imparentarsi con la famiglia reale, soltanto perché preferiva trascorrere la sua vita con lui? Poteva credere che un conte avesse deciso di rinunciare alla sua vita, a tutto ciò che possedeva per uno come lui? In quel momento gli sembrava soltanto il sogno a occhi aperti di un bambino ingenuo.
Talion si spostò di lato, scansando l’ennesima goccia di pioggia e continuando a cercarlo. Ulion non poteva essersene andato, era ancora lì con lui, fermo da qualche parte nel buio, che gli stava facendo quel bruttissimo scherzo. Tra di loro era scoccato il proverbiale colpo di fulmine, si erano innamorati a prima vista e, dopo la prima fase di rifiuto e negazione, avevano accettato quell’amore improvviso, che non avevano né voluto né cercato e non si erano mai più separati. Erano andati contro tutte le regole e le convenzioni della società degli Elfi, avevano lottato strenuamente per restare insieme e, ora che finalmente potevano amarsi liberamente, Ulion spariva nel nulla?
- Perché hai smesso di rincorrere la pioggia?- chiese la voce fuoricampo di Ulion e il cuore nel petto dell’altro Elfo fece un balzo.
Un’auto sfrecciò sulla carreggiata, illuminando con i fari il campo attiguo per alcuni secondi e permettendo a Talion di individuarlo. Ulion era seduto tranquillamente su una foglia di gramigna mezzo ingiallita, con le gambe accavallate, un braccio puntato sul ginocchio e il viso poggiato comodamente nel palmo della mano, lo stava osservando con un’espressione divertita e comprensiva. Emozionato, Talion si tuffò in avanti, le ali perpendicolari al corpo e fendette rapido l’aria, prima di rimettersi dritto e planare dolcemente, fermandosi solo quando fu davanti all’Elfo che amava.
- Mi piaceva vederti giocare in quel modo. Eri bellissimo, così felice.- aggiunse poi, rivolgendogli un bel sorriso.
Talion si fermò a guardarlo, gli occhi dorati spalancati dalla sorpresa mentre lo fissava come se non credesse che fosse davvero lì davanti a lui, mentre l’altro allungava la mano verso di lui per accarezzargli la guancia destra con il dorso delle dita piegate.
- Avevo paura che te ne fossi andato.- confessò piano, dopo una breve pausa, sentendo un fastidioso calore confluirgli alle guance.
Ulion fece scivolare la mano verso quella dell’altro, prendendola nella sua e intrecciando le loro dita, facendo combaciare i palmi e lo tirò delicatamente verso di sé, fino al punto che solo pochi centimetri li separavano. Il suo sorriso aveva assunto una sfumatura malinconica, che fece sentire subito in colpa il suo amato, perché aveva dubitato di lui.
- Come potrei rinunciare a ciò che ho di più prezioso al mondo?- replicò con un tono di voce dolce e mesto, prima di lasciargli un piccolo bacio sulla fronte.
Talion si sporse in avanti, appoggiando il viso contro quello dell’altro e sfregando la punta del naso contro la sua gola. Sentimenti puri come acqua di fonte e parole preziose come diamanti: esisteva nel mondo una confessione d’amore più bella di quella che Ulion aveva appena pronunciato?
- Non ti vedevo più ed era così buio, mi sono sentito solo e ho avuto paura.- bisbigliò contro la pelle della sua gola, vergognoso.
Ulion sorrise intenerito e, dopo aver stretto il suo Elfo in un abbraccio caldo e confortante, poggiò la guancia destra contro la sua testa, affondando il naso tra le ciocche ramate e umide dei suoi capelli. Nonostante il suo valore e la determinazione che più volte aveva dimostrato sul campo di battaglia, Talion era quello più insicuro tra i due in campo sentimentale: aveva bisogno di essere rassicurato e spesso gli si stringeva addosso come un bambino spaventato, come se nutrisse la segreta paura che potesse scomparire da un momento all’altro. Eppure era stata proprio quella fragilità che si nascondeva sotto l’armatura dell’indomito guerriero ad averlo conquistato.
- Il buio è solamente nella mente di chi ha paura, amore mio. Creiamo il buio per nascondere i mostri che ci spaventano e finiamo per avere paura di entrambe le cose. Nemmeno la notte è mai veramente buia, ma ci sono la luna e le stelle a rischiarla. – Ulion mise due dita piegate sotto il mento di Talion e gli fece alzare il volto, in modo da poterlo guardare negli occhi – Io non sono mai andato via, sono sempre stato qua e resterò con te fino a quando mi vorrai. Niente di ciò che ho lasciato a casa ha valore per me, esisti solamente tu per me.- disse e si sporse in avanti per baciarlo.
Talion incrociò le braccia dietro il suo collo e gli si strinse di più contro, era così preso da quel bacio che non si rese conto che Ulion aveva spalancato le ali e si era alzato in volo insieme a lui. Le gocce di pioggia adesso erano più grosse e cadevano più fitte, segno che il temporale stava aumentando d’intensità, ma erano così presi l’uno dall’altro che non se ne curarono.
- Mi concedi un ballo, mio amato?- domandò Ulion subito dopo aver concluso il bacio, ancora un po’ ansante e sorridendo felice.
- Ma non abbiamo la musica.- protestò Talion, ridendo gaio e spensierato come prima.
- E allora? Un po’ d’immaginazione mio capitano!- lo prese in giro Ulion, unendo la sua risata con la propria.
A Talion bastò udire quel suono per lasciarsi andare tra le braccia dell’Elfo che amava: lasciò che Ulion gli passasse un braccio attorno alla vita, per stringerselo meglio contro e gli prendesse la mano destra nella sua, facendo combaciare i palmi e intrecciando le loro dita. Un soffuso rossore colorò le guance di Talion a causa di quella vicinanza e Ulion sorrise intenerito, prima di chinarsi in avanti per baciarlo e dopo poggiò la fronte contro quella del viso davanti al suo.
Sorridendo complici e innamorati, i due Elfi cominciarono a danzare fluttuando a mezz’aria, con le ali che vibravano dietro la loro schiena e le gocce di pioggia che cadevano, scivolando loro accanto. Era quella vena di insospettabile follia in Ulion, quell’ingenua fantasia che lo aveva portato a fantasticare sul loro futuro insieme, quella sua inestinguibile passione che aveva conquistato prima la sua anima e poi il suo corpo, ad aver attratto così tanto Talion. Stare insieme a Ulion era come ripiegare le ali dietro la schiena e lasciarsi andare a una picchiata da un’altezza vertiginosa e senza margini di sicurezza.
Ulion e una vita insieme era tutto ciò che Talion desiderava, ma quel pensiero lo turbò al punto di far morire la risata sulle sue labbra e fermò quel gioco, così di colpo che l’altro Elfo venne strattonato e gli finì addosso. Scegliendo lui, Ulion aveva rinunciato alla sua casa e alla sua famiglia, a tutti i lussi e i privilegi a cui era stato abituato fin dalla nascita, erano ormai dei reietti esiliati da Alborea. Sebbene gli avesse assicurato che non si sarebbe mai pentito, perché tutto ciò che desiderava era lui, Talion stava iniziando a temere quel futuro che ora vedeva aperto come un baratro oscuro davanti a sé.
- Che succede?- gli chiese Ulion preoccupato, baciandogli una guancia.
- Cosa faremo adesso?- replicò Talion, chiudendo forte le palpebre e spingendo il proprio volto contro quello dell’altro.
Ulion, comprendendo i timori del compagno, sciolse la presa del ballo e lo strinse forte in un abbraccio, aspettando che l’altro lo ricambiasse incrociandogli le braccia dietro il collo. Come aveva potuto nascondere così a lungo quell’animo così sensibile e insicuro, dietro la maschera dell’eroico soldato senza paura? Piegò la testa verso la spalla destra e gli baciò il lato del collo. Si spostava piano nell’aria per evitare che le gocce di pioggia potessero colpirli.
- Non posso prometterti un futuro radioso, amore mio. Non posso mentirti: siamo reietti, abbiamo perso tutto e attorno a noi c’è soltanto il buio ora. – a quelle parole, l’abbraccio di Talion si fece ancora più stretto, quasi cercasse certezze e Ulion cercò di tranquillizzarlo con un altro bacio – Ma il buio non può durare per sempre e dopo c’è la luce luminosa dell’alba. All’inizio non sarà facile, ma ci amiamo e stiamo insieme: di cos’altro potremmo avere bisogno? In un modo o nell’altro ce la faremo, te lo prometto amore mio.- mormorò con le labbra premute contro la sua gola, il respiro caldo a disegnare brividi sulla sua pelle.
Talion non disse niente, si aggrappò ferocemente al compagno e annuì con un cenno della testa, sfregando nel movimento la guancia contro quell’altro. Ripresero a volteggiare tra le gocce di pioggia, ora più rada rispetto a prima, seguendo una melodia che era solo nelle loro teste e tenendosi disperatamente abbracciati l’uno all’altro. Quell’abbraccio era la rappresentazione materiale della loro esistenza: nessuno dei due poteva sopravvivere senza l’altro e per questo motivo restavano aggrappati disperatamente l’uno all’altro, era stato così fin dal loro primo incontro e niente sarebbe cambiato per il futuro: per quanto sarebbe stata brutta e difficile la situazione in cui si sarebbero venuti a trovare, sarebbero rimasti insieme e insieme avrebbero superato ogni ostacolo, perché si amavano e avevano scelto di vivere quella vita insieme.