| Valutazione _Koa_ Voto: 8
Correttezza grammaticale, ortografica e sintattica
Non mi dilungherò su questo punto nel dettaglio, ma come ho già detto anche agli altri, qualcosa la voglio in ogni caso far notare. Inizio con il tranquillizzarti, non ci sono errori madornali.
Ho trovato un numero scritto in cifre, con tanto di simbolo percentuale. Di solito il scrivere o meno i numeri in cifre e non in lettere è a discrezione, ma nel tuo caso forse è consigliabile la seconda versione. L’espressione “nel novantanove per cento dei casi” infatti, è più che altro un modo di dire utilizzato nel linguaggio corrente. Scritto in numeri, a mio parere, non aiuta appieno nella comprensione del significato e crea anche qualche problema di fluidità.
Vorrei anche farti due annotazioni di punteggiatura. Di quella in genere ne parlo in “stile”, ma dato che questi mi sembrano errori oggettivi, te lo faccio notare qui:
Devo ricordarmi di sottoporre la questione al preside, come membro del consiglio studentesco non posso sorvolare su un tale potenziale pericolo per gli alunni ˗senza contare tutti i traffici illeciti che sicuramente si tengono in quellaboscaglia ˗, farò pesare il buon nome dei Johnson, dopotutto non si può dire di no al figlio del pastore...
Utilizzare il trattino per gli incisi è senza dubbio corretto, anche se è un po' giornalistica come impostazione, è una scelta dell'autore che non credo debba essere sindacata (lo utilizzo anch'io, tanto per farti capire); dato che è sostitutivo della virgola però, non ritengo necessario mettere la virgola dopo il trattino come hai fatto nella frase sopra citata:
boscaglia ˗, E dato che si parla di sovrabbondanza... Premetto l'osservazione che ti faccio adesso è una nota puramente stilistica ed è un mio personale parere.Utilizzare il punto esclamativo dopo il punto interrogativo è senza dubbio la forma più corretta, perché in questa maniera la frase ha un'intonazione interrogativa, ma se posso darti un consiglio io eviterei di usarlo:sei?! La trovo una sovrabbonzanza senza una reale utilità. Se la frase è interrogativa, basta il punto di domanda a rendere chiaro il concetto. Non è necessario mettere anche un punto esclamativo. E qui apro una parentesi, tu ne utilizzi davvero molti, un po' troppi. Ti consiglio di rileggere con attenzione e soppesare dove è necessario da dove non lo è. Soprattutto perché, se utilizzato troppo spesso, il punto esclamativo perde di incisività. E magari si corre il rischio di non metterlo dove invece serve.
Stile e lessico
Il tuo stile è molto pulito, estremamente piacevole da leggere. Tuttavia ho riscontrato spesso una punteggiatura che non aiuta nella completa scorrevolezza del testo. Ogni tanto ti perdi in periodi lunghi e privi di punti fermi. So che l’altra giudice che si occupa della parte grammaticale ti ha già fatto notare questo punto, quindi non mi dilungherò a ripeterti le stesse cose che ti ha detto lei. Voglio solo darti un consiglio, perché ci sono passata. Prima mi perdevo nei meandri dell’ipotassi, costruendo frasi senza mai una fine. Poi, quando mi hanno fatto notare l'errore stilistico, ho fatto quello che non si dovrebbe mai fare, ovvero rivoluzionare tutto. Sono passata alle frasi minimal, e a scrivere interi testi composti solo di paratassi. Non fare il mio stesso sbaglio, tu devi solo limare certi aspetti. All’inizio forse non saprai bene da che parte girarti, ma poi con la pratica riuscirai a trovare il tuo equilibrio. Il mio consiglio sono le riletture mirate. Leggere e leggere ancora il testo, cercando di limare questo singolo aspetto. Prova ad utilizzare anche il trucco di leggere a voce alta, sembra una banalità, ma serve davvero.
Ritengo anche che abusi un po’ troppo delle virgolette alte. Alle volte non è necessario rimarcare in questa maniera, una semplice frase magari rigirata, esprime perfettamente un concetto forte. Ricordati, in evenienza, che ti è permesso enfatizzare, ripetendo la parola subito dopo o iniziando le frasi con il “ma” o con la “e”. Nel caso più estremo puoi sempre utilizzare il corsivo, ha lo stesso effetto ed è meno invasivo.
Il lessico invece è davvero molto buono: vario e ben curato. Di tanto in tanto ti perdi in ridondanze, ripetizioni, ma sono cose da poco e comunque nulla che non si possa aggiustare con qualche rilettura in più. C’è solo una cosa su cui vorrei darti un consiglio. Premetto che è un mio punto di vista, ma alle volte punti di vista differenti possono aiutare a migliorare. Un paio di volte hai utilizzato dei termini inglesi “t-shirt” e “Mr”. Nonostante io ami l’inglese, sotto questo aspetto non sono anglofona. L’italiano è una lingua già di per sé piuttosto complessa e offre una vasta gamma di sinonimi. Il mio consiglio in questo senso è di italianizzare dove possibile. Nel caso dei nomi dei luoghi o delle persone, ovviamente no e nemmeno nel caso del ruolo del football che hai citato, perché lì non avrebbe davvero senso. Ma qui bastavano le parole “signore” e “maglietta” e il senso era più che comprensibile.
Coerenza logico-narrativa
La tua trama è piuttosto semplice nel complesso ovvero il protagonista che ricorda il suo primo bacio. Il fatto scatenante il flashback io lo ritengo piuttosto marginale, il cosiddetto “espediente narrativo” in piena regola. Espediente che poteva essere quello che hai utilizzato tu, o magari un'altra cosa, sono fatti a cui non do molta importanza quando leggo un testo.
La cosa importante non è cosa scatena il ricordo del tuo personaggio, ma il fatto che ricordi. E qui veniamo alla parte più importante. Il flashback che viene descritto in maniera eccellente e senza incidenti verbali, senza orrori di consecutio temporum nei quali è facilissimo cadere in storie come la tua. La parte centrale della storia viene narrata in maniera consequenziale e logica e il tutto porta inevitabilmente verso il finale. Il ritorno alla presente dopo il flashback, e quindi la parte che conclude la storia, è raccontata in maniera molto veloce, sembra quasi essere un riassunto di ciò che è avvenuto dopo. Forse non da tutti è apprezzabile, ma mi piace l’intento che volevi dare che mi è sembrato molto cinematografico. Ho avuto la netta sensazione che quello che avevi in mente, fosse uno scorcio del futuro, è una cosa che si vede spesso nelle commedie cinematografiche americane. Insomma, non so se era voluto o meno e se ciò che avevi in mente era questo genere di cosa, piuttosto che un finale frettoloso come potrebbe apparire, ma io ho avuto questa netta sensazione e da parte mia ho davvero apprezzato.
Originalità
Come ho già detto e ripetuto, l’originalità non ritengo possa essere un punto che viene trattato in maniera obiettiva. Perché questo aspetto è labile e varia a seconda di molti fattori che ho già in precedenza espresso, il tutto sta nel far capire che il concetto di "originale" è una visione soggettiva. Premesso questo, ammetto che quando ho saputo il tema che avrebbe avuto la tua shot, ho avuto paura. Perché quando penso alle teenstory/teendrama ambientate nei licei americani, non mi viene certo in mente una bella storia. Anzi, tutt'altro. Gli stessi telefilm americani che toccano questo tema, sono delle storie banali e ripetitive, senza un minimo di seria introspezione psicologica. Ma poi… l’ho letta e me ne sono innamorata! Mai giudicare un libro dalla copertina e niente è mai stato tanto vero. Ciò che ho trovato davvero originale, è il fatto che la storia sia farcita di ironia. Un’ironia ben accetta che rende il tutto più leggero e gradevole. Ritengo che non importi un gran che se la storia è trita e ritrita o se le caratterizzazioni dei personaggi ricordano molto altri personaggi. Il tutto sta nell’abilità dell’autore (questo aspetto lo approfondirò meglio nel prossimo punto, qui non anticipo nulla).
Il finale è di quelli che non ti aspetti. Da come è stata impostata la storia, abbiamo un ricordo del primo bacio con uno che si conosce appena. Nulla di strano, se non scoprissimo alla fine che i due poi si sono messi insieme e che, addirittura, il giullare nemmeno si ricorda d’averlo baciato. Sono tutti pezzi di puzzle che, alla fine, si incastrano alla perfezione e che rendono la conclusione di questa storia molto ben pensata. Finale molto carino e che mantiene l’ironia e la leggerezza della storia.
Caratterizzazione dei personaggi
Qui arriviamo al cardine, al punto cruciale, a ciò che mi ha convinto a darti un otto pieno. Ho trovato i protagonisti eccellenti. Nonostante siano apparentemente standardizzati li ho trovati gestiti come meglio non potevi. Uno è una specie di teppistello tatuato, mentre l’altro è un bravo ragazzo, figlio di un pastore protestante. Buon amico di qualcuno, bravo fratello di qualcun altro, giocatore di footbool… Insomma un bravo ragazzo. Di solito, nelle storie mediocri, in qualunque modo rigiri queste due caratterizzazioni ottieni sempre qualcosa che hai già visto.
Quindi o quello che sembra essere il bravo ragazzo in realtà è cattivo e il cattivo è bravo, oppure sono esattamente quello che sembrano. Ma qui non è così. Già, perché il giullare, è un personaggio più complesso di ciò che appare. Si presenta come uno a cui non interessa molto della scuola, che fa "banda" assieme ai suoi amici, insomma un perdigiorno in piena regola. Uno così, nella caratterizzazione standard di un personaggio, non si interesserebbe mai ad un ragazzo qualunque come è il tuo protagonista. Tutt'altro, spesso si vede come le tue tipologie cozzino tra loro, entrando in conflitto e creando, di fatto, la vera e propria trama. Ma qui è tutto alla rovescia, tutto diverso. Insomma, il giullare canta le canzoni degli Abba e si inchina mentre esclama “my king”? Bacia il protagonista dopo avergli fatto più di un complimento e poi se ne dimentica, ma alla fine si mettono insieme ugualmente? Non è quello che ti aspetti da un tipo così ed è questo che più di tutto il resto mi è piaciuto. Non sembra nemmeno un classico teppistello da bande, ma semplicemente eccentrico.
Dall’altra parte abbiamo il nostro protagonista, protagonista che subisce un po’ gli eventi che gli capitano. Riusciamo ad avere una visione di lui piuttosto completa, anche se soggettiva. Ritengo che la prima persona sia un'arma a doppio taglio, ottieni una buona introspezione se la utilizzi, il che aiuta in una costruzione del personaggio più accurata, ma è una visione soggettiva, voglio dire: tizio racconta quello che gli succede cosa prova... Ma ci fornisce una sua visione di sé, e sappiamo benissimo quanto spesso non si riesca ad essere obiettivi parlando di sé stessi. Comunque, qualcosa si riesce ugualmente ad intuire, specie se si decide di scavare a fondo. Sta andando al ballo della scuola con un vestito in mano, ma non sembra che gli importi davvero di stare lì. Si imbatte in qualcuno di inaspettato e che conosce nemmeno tanto bene e che addirittura lo bacia. Sul momento subisce la cosa in maniera passiva, forse preso dallo stupore (magari per il fatto che è un uomo), ma poi forse capisce che non stava aspettando altro. Ecco, ho avuto proprio l’impressione che fosse uno che non stia aspettando altro che un ragazzo come il giullare. Ha amici e una famiglia che sembrano, da ciò che dice, molto affettuosi. Ma ho la sensazione che lui li subisca, che abbia bisogno di tirarsi fuori mentalmente dal contesto in cui vive ed evadere. Forse è per questo che alla fine si mette insieme al giullare, perché è imprevedibile. Sono due personaggi agli antipodi e che si completano piuttosto bene. È il concetto di coppia che io prediligo, credo molto nel fatto che due persone che caratterialmente sono totalmente opposte, in realtà si completino totalmente. L'unico rammarico è non aver letto di più sulla loro vita di coppia, sarebbe stato interessante approfondire ancora i caratteri dei personaggi.
Attinenza promt/citazione
Altra premessa: io ho una mia idea di "Promt", non penso che debba sempre e per forza essere ispiratore dell'intera storia, ma che possa benissimo far parte di un passaggio all'interno della narrazione. Per questo non ho nulla da dire, la frase è ben inserita all’interno del testo. Fa parte dei pensieri del protagonista e scivola via come se fosse uno di essi, non sembra nemmeno un promt, perché non è forzato.
Gradimento personale
Ho molto apprezzato questa storia, ben scritta, ben pensata, ben strutturata, ben impostata. Utilizzi la prima persona in maniera eccellente, dandoci modo di apprezzare l’ironia del protagonista e facendoci immergere totalmente in quello che è il suo mondo visto dai suoi occhi. Ci sono ancora delle cose da affinare, la punteggiatura e la costruzione delle frasi su tutto, ma sono aspetti sui quali un autore non finisce mai di lavorare. Uno scrittore, anche se amatoriale, non finirà mai e poi mai di combattere con la punteggiatura. Il mio consiglio è mettere in atto una riflessione e se hai bisogno di un parere distaccato, io sono sempre a disposizione.
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