Morning

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view post Posted on 28/4/2011, 13:26




Nick autore: Only_
Titolo storia: Morning
Titolo capitolo: capitolo unico
Genere: romantico, erotico, commedia, introspettivo
Avvertimenti: One-shot, Slash, Lime/Lemon
Breve introduzione: "Sospirando, tolsi le lenzuola sporche dal materasso, accingendomi a portarle in bagno così da potermi anche fare una doccia per lavare via il sudore, la saliva e le tracce di sperma che mi si erano asciugati addosso e rendevano appiccicosa la mia pelle."
Eventuali note: l'idea iniziale era completamente diversa, ma poi si è evoluta in modo autonomo u.u questo è quello che ne è venuto fuori ù.ù
Spero non vi faccia troppo schifo xD oh, è arrivata prima al contest "A time for romantic story" sul forum di EFP <3

Morning


Mi svegliai tardi, quella mattina, e ci misi qualche minuto a ricordare ciò che era successo la sera precedente. Non appena le immagini della mia notte di fuoco con Andrew mi tornarono in mente, arrossii di botto, azzardando un'occhiata all'altro lato del letto: vuoto.
Il mio cuore perse un battito: se n'era andato. Mi aveva lasciato lì, senza una parola, senza un misero saluto.
La verità mi cadde addosso come un macigno: mi aveva usato. Ero stato un gioco, per lui, il passatempo di una notte, la novità che perde subito l'attrattiva.
Forse era colpa mia; non ero stato bravo, avevo sbagliato qualcosa? A giudicare dall'espressione estatica che aveva mantenuto durante tutto il rapporto non sembrava. Magari fingeva, fingeva per non darmi a vedere che ero uno schifo, nel campo del sesso, peggio di un verginello alle prime armi.
Cavolo, forse è veramente così; è davvero un bravo attore, senza dubbio. Capisco perché sia sempre un gradino avanti a me, nel lavoro – o forse persino di più. Ha recitato in decine di film, nonostante sia poco più grande di me, riuscendo perfino a sbarcare a Hollywood e firmare contratti milionari...
Però... pensavo davvero che gli fosse piaciuto.

Arrossii nuovamente per le parole che il mio cervello aveva appena formulato; sì, sembravo davvero un verginello alla prima cotta.
Sospirai, stringendo il lenzuolo che tenevo tra le dita con più forza, e sentii gli occhi inumidirsi pericolosamente. E no... non posso mettermi a piangere.
Feci violenza a me stesso, per impedire alle lacrime di prendere il sopravvento; in parte ci riuscii, anche se diversi singhiozzi uscirono dalle mie labbra socchiuse.
Se n'era andato. Andrew era andato via. L'uomo che amavo mi aveva lasciato.
Be', in effetti non sapeva nulla dei miei sentimenti nei suoi confronti, e non credevo che ne provasse nei miei. Sarebbe stata una cosa troppo bella, per essere vera.
E poi, nel caso avesse dichiarato di amarmi, le sue azioni esprimevano l'esatto contrario. Una serata in un pub della periferia, una notte di sesso nel mio appartamento e poi... be'... bye bye. Anzi, nemmeno quello.
Quando, finalmente, riuscii a sopraffare la tristezza e la rabbia che si erano impossessate di me, mi alzai dal letto, accorgendomi di essere ancora nudo e completamente pieno di graffi. Una nottata davvero passionale, senza dubbio.
Sospirando, tolsi le lenzuola sporche dal materasso, accingendomi a portarle in bagno così da potermi anche fare una doccia per lavare via il sudore, la saliva e le tracce di sperma che mi si erano asciugati addosso e rendevano appiccicosa la mia pelle.

Dopo diversi minuti, mi avvolsi nel mio morbido accappatoio bianco; per tutto il tempo non ero riuscito a pensare ad altro che alla sua espressione lasciva della sera prima, mentre giocavo con il suo corpo per accendere il desiderio e la passione.
Uscii dal bagno con il solo accappatoio addosso, dirigendomi verso la cucina, dalla quale proveniva uno stuzzicante profumo di caffè.
Un momento... io non ho preparato il caffè, stamattina.
Il mio battito cardiaco aumentò tutto d'un colpo, e rischiai davvero di prendermi un infarto, in quel momento. Che sia tornato?
Scattai verso la porta e, varcata la soglia, la felicità mi esplose nel petto.
Eccolo lì, seduto a tavola con una tazza di caffellatte davanti, mentre sfogliava svogliatamente il quotidiano del giorno prima. Naturalmente si accorse del mio ingresso – non ero di certo stato discreto, né tanto meno silenzioso – e sollevò il viso dal giornale per guardarmi.
I suoi occhi di quel blu così intenso mi ipnotizzarono, i suoi lunghi e fluenti capelli neri danzavano attorno al suo volto straordinariamente bello e pallido, le labbra che la notte prima erano state mie erano piegate in un sorriso.
«'morning, Francesco» mi salutò, prima di posare il giornale sul tavolo e, alzandosi, dirigersi al fornello. Tranquillamente, come se vivesse da sempre a casa mia, aprì a colpo sicuro un pensile, estraendone una seconda tazza – quella oltremare, la mia preferita; la riempì di latte e caffè, per poi appoggiarla sul tavolo di fronte alla sua, avvicinandomi anche il barattolo dello zucchero e un cucchiaino pulito.
«G-grazie» balbettai, sedendomi senza staccargli gli occhi di dosso; mi sembrava così strano che fosse lì con me, che stessimo facendo colazione insieme «Buongiorno anche a te, comunque» aggiunsi, temendo di sembrargli maleducato.
Ridacchiò divertito, scuotendo leggermente il capo.
«Obviously è un buon giorno, oggi, my dear» mi svelò con tono cospiratorio, sporgendosi un po' verso di me e chinandosi verso il tavolo «Ieri notte è stato... sublime» continuò, leccandosi sovrappensiero le labbra al ricordo di ciò che era successo tra le lenzuola che adesso giravano insieme a sapone ed acqua in lavatrice.
Arrossii di colpo, senza riuscire a trattenermi, e mi allontanai di scatto, dandomi mentalmente dello stupido. Perché devo sempre fare la figura dell'idiota?
Mi parve di intravedere un'ombra dispiaciuta, nei suoi occhi, ma così come era apparsa per un attimo, in un attimo sparì; mi sorrise con malizia, prendendo il giornale e ricominciando a leggerlo.
Feci colazione immerso in un silenzio imbarazzato, sbirciando ogni tanto nella sua direzione per essere sicuro che rimanesse lì; mi sembrava così strano averlo con me. Pareva un quadretto troppo intimo per noi due.
Dopotutto è stata semplicemente una notte di sesso, pensai intristito.
«Ti dispiace che sia qui?» chiese ad un tratto abbassando il giornale e puntando le sue iridi blu scure nelle mie, di un banale verde prato «Non fai altro che lanciarmi occhiatine strane» osservò, e dal suo tono sembrava quasi che fosse teso, che dalla mia risposta dipendesse qualcosa di estremamente importante, per lui.
«N-no» balbettai imbarazzato, senza riuscire a scostare i miei occhi dai suoi «Sono contento che tu sia ancora qui» confessai senza rendermene pienamente conto.
Non appena quella dichiarazione fuoriuscì dalle mie labbra, avvampai, senza riuscire a capire da dove avessi tirato fuori il coraggio per dire quelle parole.
«Be careful» mi disse Andrew dopo qualche attimo di stupore, con un dolcissimo sorriso disegnato sul viso «Potrei pensare che per te non sia stata solo una notte di sesso».
«Infatti» mi sfuggì in un sospiro, mentre chinavo gli occhi verso il basso.
No... non l'ho detto davvero.
Sentii il mio viso diventare tutto d'un tratto bollente, il battito del mio cuore farsi improvvisamente veloce e strinsi così tanto la tazza da farmi sbiancare le nocche.
L'ho detto, dannazione, l'ho detto! Adesso... adesso... o santo cielo! Cosa succederà adesso?
Mi arrischiai ad osservarlo per un attimo, di sottecchi, cercando di non farmi scoprire; fu, ovviamente, inutile.
Andrew mi stava fissando come se davanti a sé non avesse un giovanotto di venticinque anni, con banali occhi verde prato e altrettanto banali capelli biondo miele, la pelle color caffellatte coperta di graffi, succhiotti e qualche livido, con le labbra sottili e rosee ed il naso piccolo ed un poco a patata, le sopracciglia folte ma sottili e il canino superiore sinistro scheggiato; mi stava fissando come se all'improvviso mi fossero spuntate delle corna ramificate, una coda pelosa e i baffi da topo, come se i miei occhi fossero diventati fosforescenti o come se il mio naso fosse diventato blu tutto d'un tratto. Mi stava guardando esattamente come mi sarei aspettato che mi guardasse dopo avergli confessato il mio amore; ancora una volta non aveva deluso le mie aspettative.
Sospirai, chinando nuovamente lo sguardo verso la tazza che ancora stringevo tra le mani, quella tazza blu oltremare, quella tazza il cui colore mi ricordava tanto i suoi occhi bellissimi ma freddi.
Rimanemmo in silenzio per un tempo indefinito, fino a che non fu lo squillo del mio cellulare a tagliare la tensione che si era creata dopo quella mia pseudo-dichiarazione.
Mi alzai, abbandonando la mia colazione sul tavolo, e mi avviai verso il divano, dove la sera prima avevamo gettato scompostamente le nostre giacche, famelici e desiderosi di scoprire i rispettivi copri il più velocemente possibile, con una foga animalesca che ben poche volte mi aveva sopraffatto, in tutta la mia – non così lunga – vita.
M'inginocchiai davanti al divano, e cominciai a frugare nelle tasche del mio cappotto grigio, finché non sentii la vibrazione del cellulare sulle dita. Afferrai il telefono e, dopo aver appreso con un sospiro che la chiamata era del mio agente, me lo portai all'orecchio.
«Che cosa c'è Matteo?» chiesi con la voce più allegra che trovai nel mio repertorio; dopotutto anch'io ero un attore, ero abituato a fingere tanto quanto lo era Andrew.
Ascoltai con attenzione sempre minore le sue parole veloci e preoccupate – su un contratto che dovevo firmare al più presto – finché la mia mente non ricominciò a volare alla sera prima, a quanto stavo bene con Andrew sopra di me, dentro di me...
Ad un tratto sentii una mano delicata ma decisa che mi sfilava il cellulare, gettandolo sul divano con la chiamata ancora in corso. Aprii la bocca per protestare, ma non appena alzai gli occhi sul suo viso, il mio cuore mancò nuovamente un battito. Andrew era chino su di me, sovrastandomi con il suo corpo, il volto teso in un'espressione così seria che mi fece paura.
Cosa vuole fare? Perché mi guarda così? Maledizione alla mia boccaccia!
Entrai nel panico e, senza che me ne accorgessi, i miei occhi si inumidirono pericolosamente. Dovevo avere un aspetto pietoso.
Si inginocchiò dietro di me, sempre scrutandomi serio, e cinse il mio petto con le braccia, in uno strano abbraccio che non sapevo spiegarmi. Ha forse compassione di me, povero attoruncolo idiota, innamorato di una persona inarrivabile?
Nonostante la paura crescente – e la voce di Matteo che ancora parlava al cellulare – mi rilassai contro di lui, portando il capo ad appoggiarsi delicatamente sulla sua spalla. Le sue labbra mi sfiorarono il collo scoperto, e le sue mani presero ad accarezzarmi con dolcezza il petto. Registrai con poca attenzione che il nodo che avevo fatto alla cinta dell'accappatoio si era ormai sciolto, e che ero di nuovo quasi nudo in sua presenza. Non ci feci molto caso.
Le sue dita toccarono leggermente la linea dei miei addominali, i fianchi stretti e l'ombelico. Capii solo in quel momento che non avevano nulla a che vedere con le carezze della notte prima; quelle erano state cariche di aspettativa e di lussuria, mentre quelle che mi stava donando in quel momento trasudavano dolcezza e un affetto che non avrei mai pensato potesse nutrire nei miei confronti.
Trattenni il respiro, quando sentii la sua voce.
«Honey» sospirò sulla mia pelle ancora umida per la doccia, facendomi rabbrividire «Pensi davvero quello che hai detto?».
Annuii automaticamente: sì che lo pensavo. La precedente, per me, non era assolutamente stata una semplice notte di sesso. Mi ero preso cura di lui con tutto l'amore che il mio stupido cuore nutriva nei suoi confronti sperando, forse, che se ne accorgesse da solo, senza aspettare le parole che non avevo il coraggio di pronunciare.
Sembrano davvero i pensieri di una checca, questi... la sua presenza mi fa proprio male...
Mi baciò il collo, carezzando il mio orecchio con la punta del naso e, continuando a posare le labbra sulla mia pelle, arrivò finalmente alla mia bocca. La lambì con tenerezza, sfiorandole appena con la propria. Il cuore mi esplose nel petto.
Forse avevo frainteso, forse aveva solo pena di me, forse era solo compassione, ma quel bacio, per me, era stato una dichiarazione dei suoi sentimenti.
Approfondii il contatto, insinuai la lingua tra le sue labbra dolci di caffè, incontrando la sua in una danza frenetica quasi quanto quella della sera prima.
Le sue carezze sul mio petto si fecero più insistenti, le sue mani scivolarono verso il basso, sciogliendo completamente il nodo sfatto dell'accappatoio ed aprendolo con foga.
Sorrisi estasiato, sentendo la sua erezione premere alla base della mia schiena, e gemetti con forza quando le sue dita si serrarono sulla mia, ormai sveglia. Cominciò a muovere la mano con delicatezza, spargendo i miei liquidi per tutta la sua lunghezza, soffermandosi spesso a giocare con la pelle delicata e sensibile dei testicoli o sul glande, facendomi gemere senza ritegno nelle sue labbra che ancora erano sulle mie. Lo sentii sorridere con soddisfazione, forse fiero di essere riuscito a riaccendere il mio desiderio così velocemente.
Continuò a donarmi piacere per diversi minuti, con una dolcezza che era lontana anni luce dalla ferocia animale che ci aveva colti la sera prima, facendomi gemere con la disperazione che solo il desiderio di un contatto più profondo può portare, poi si fermò. Mugolai indignato, ma il suo sospiro sofferente mi fece capire che non avrebbe voluto farlo nemmeno lui.
«I'm sorry honey» disse con la stessa voce della notte precedente, roca di desiderio.
Nonostante lo stordimento causato dall'ormai vicinissimo orgasmo, capii perfettamente perché si era fermato così bruscamente, ed un sorriso malizioso si fece strada sul mio volto.
Mi scostai da lui quel tanto che bastava per voltarmi; puntai i miei occhi appannati nei suoi, altrettanto vacui, ed il mio ghigno si allargò ulteriormente. Mi riavvicinai gattonando sensualmente, esattamente come avevo fatto quella stessa notte, e giunto a pochi centimetri dal suo corpo, mi lasciai scivolare su di lui, sfilando lentamente i bottoni della sua camicia bianca dalle asole, e posando le labbra su ogni lembo di pelle che scoprivo. Arrivato al ventre procedetti nella mia discesa, andando a sbottonare anche i suoi jeans scuri. Sorrisi, quando ai miei occhi si mostrò la sua erezione, celata ancora e solamente dalla stoffa degli slip che indossava. Scostai anche quelli e pian piano glieli sfilai assieme ai jeans; intanto lui si tolse la camicia, ormai divenuta inutile.
Trattenne il fiato quando avvicinai il volto al suo pube, sfiorando il suo membro completamente eretto con la punta del naso; continuai ad accarezzarlo piano, come in una lenta tortura, per diversi minuti. Gemette insoddisfatto, muovendo i fianchi in un chiaro invito ad approfondire il contatto.
Sorrisi, con la mente annebbiata dal piacere, e lo accontentai. Insinuai il naso nei riccioli neri che ornavano la base del suo pene, inspirando con forza il suo odore, godendo di ogni singolo sospiro che emetteva in preda all'estasi e all'impazienza. Con lentezza, cominciai a sfiorare con la lingua la sua carne, percorrendo tutta la sua lunghezza e sorridendo divertito ogni volta che muoveva i fianchi tentando di affondare nella mia bocca. Accontentai anche questo suo desiderio.
Furono le sue dita intrecciate ai miei capelli a dettarmi il ritmo, e furono loro stesse a farmi capire quando dovetti fermarmi.
Mi scostai da Andrew con gli occhi appannati, sorridente e perfettamente conscio di ciò che stava per accadere – ancora, come quella stessa notte.
«Aspetta» mormorai, prima che la sua bocca si appropriasse della mia; mi alzai, dirigendomi in fretta verso la camera da letto. Dal primo cassetto del comodino presi quello strano lubrificante verdognolo che avevo scoperto di avere poche ore prima. Tornai da Andrew, che intanto si era seduto con la schiena contro il divano, e mi posizionai al suo fianco, sorridendo con malizia.
«Dove eravamo rimasti...?».

Sfiancato ma soddisfatto, appoggiai il capo alla sua spalla, respirando con affanno; le sue mani erano ancora sul mio corpo, mi accarezzavano con tenerezza.
Mi azzardai ad alzare gli occhi sul suo viso, e ciò che vidi mi lasciò a bocca aperta e fece battere a mille il mio cuore: un bellissimo sorriso era delineato sulle sue labbra, un sorriso che trasudava una felicità che contagiava anche i suo begl'occhi.
Non resistetti e lo baciai, e lui rispose con quella dolcezza che nella mia mente poteva significare solamente amore. Non mi accorsi della lacrime che scivolavano sulle mie guance, finché non sentii il tocco delicato delle sue dita che me le asciugavano.
«Why are you crying?» mi chiese in un sussurro, spostando le labbra dalla mia bocca alle palpebre «Don't cry, honey».
Singhiozzai, stringendomi un poco di più al suo corpo così dannatamente perfetto, affondando il viso nell'incavo tra il suo collo e la spalla. Mi accarezzò i capelli con dolcezza, finché le lacrime non smisero di bagnarmi il volto.
Piango, dannazione... è possibile che con lui faccio sempre e solo la figura della checca?
Restammo in silenzio per diversi minuti, ognuno a godere in modo suo della presenza dell'altro.
«I love you» mormorò Andrew al mio orecchio, tutto d'un tratto.
Sobbalzai e mi ritrassi, come se avessi appena preso la scossa.
«C-cosa?» balbettai incredulo, guardandolo con gli occhi sbarrati, sorpresi e non poco confusi. Mi sorrise, prima di ripeterlo.
«I love you, Francesco» disse, fissandomi con una tale ed intensa serietà che mi sentii arrossire.
Arrossisco pure, porca vacca... sono davvero una checca...
Pian piano sentii nascere un sorriso sul mio volto.
Andrew mi aveva appena detto di amarmi, e non sembrava proprio che stesse fingendo.
Attore o meno, nessuno sarebbe riuscito a mentire in un modo così totale, così perfettamente credibile. La scintilla nei suoi occhi non poteva essere finta, né tanto meno la dolcezza dei suoi gesti e delle sue carezze.
Lo abbracciai, stringendomi al suo petto con una felicità disperata.
«Anche io» mormorai, «Ti amo anch'io, Andrew».
Ero ubriaco della sua presenza, del suo odore, del mio sentimento che avevo scoperto essere anche io suo, ero ubriaco di lui. Lo baciai, ancora ed ancora, finché non mi sentii affogare, finché non ci fu altro che lui, nella mia mente. Il mio cuore era suo da diverso tempo, ormai.

Quel pomeriggio avevo un appuntamento con Matteo, il mio agente. Non appena entrai nel suo ufficio, la prima cosa che notai furono i suoi occhi sbarrati e il colorito pallido.
«Ehi, tutto bene?» gli chiesi, accomodandomi sulla poltrona davanti alla sua scrivania, osservandolo con aria critica «Sei malato?».
«La prossima volta» mi interruppe, ignorando le mie parole «La prossima volta che sei impegnato con qualcuno, quando ti telefono, dimmi che mi richiami».
Ci misi un attimo per assimilare le sue parole.
Telefono, divano, Andrew, sesso... oh, Cristo.

***



Qui il secondo capitolo della raccolta: A long night.

Edited by Only_ - 30/4/2011, 15:37
 
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NonnaPapera!
view post Posted on 28/4/2011, 16:01




:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Oddio Only, questo finale è spettacolare... isomma la storia è molto bella e la scena lemon mi è piaciuta un sacco... ma il finale, è decisamente su di un livello superiore^^ come ti è venuto in mente???
Sono qui che ancora rido , povero Matteo ... però anche lui poteva riattaccare, anzichè rimanere in ascoloto o.O.
Ok questa storia se non si fosse capito mi è piaciuta un sacco **
 
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view post Posted on 28/4/2011, 19:12
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Seconda stella a destra, e poi dritto, fino al mattino! L'isola che non c'è!

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AHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAH
OMG!
Questa shot è spettacolare XQ______
Il finale poi... è geniale. Davvero goduriosissimo! Certo che anche Matteo... ma che ti rimani lì ad ascoltare quando senti che il tuo attore è in bel altre (e più piacevoli) faccende affaccendato? è_é Sei davvero un maniaco, micano? o_ò
Francesco è... è... coccolossissimo! *_* Altro che checca, è simpaticissimo *______________*
E vabbeh... Adrew è un figo v_v c'è poco da fare. E' stato ammore. Assolutamente amorissimo alla prima battuta dell'attore *-*

Frrrrrrrrr << Fa le fusa perché ha letto qualcosa di bello ed è contenta >>
 
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Only_
view post Posted on 28/4/2011, 19:50




CITAZIONE (NonnaPapera! @ 28/4/2011, 17:01) 
:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl:
Oddio Only, questo finale è spettacolare... isomma la storia è molto bella e la scena lemon mi è piaciuta un sacco... ma il finale, è decisamente su di un livello superiore^^ come ti è venuto in mente???
Sono qui che ancora rido , povero Matteo ... però anche lui poteva riattaccare, anzichè rimanere in ascoloto o.O.
Ok questa storia se non si fosse capito mi è piaciuta un sacco **

Ma LOL! Non chiedermelo, la provenienza di quel finale è ancora un mistero, per me xD mia cugina mi ha detto che quel "Oh Cristo" è mio e che sono esattamente io a parlare.. e tendo a darle ragione, generalmente xD
Matteo è un voyeur che non vede ma sente u.u ecco svelato l'arcanop v.v
Sono contenta che ti sia piaciuta! :asd:

CITAZIONE (Heirt @ 28/4/2011, 20:12) 
AHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAHUAH
OMG!
Questa shot è spettacolare XQ______
Il finale poi... è geniale. Davvero goduriosissimo! Certo che anche Matteo... ma che ti rimani lì ad ascoltare quando senti che il tuo attore è in bel altre (e più piacevoli) faccende affaccendato? è_é Sei davvero un maniaco, micano? o_ò
Francesco è... è... coccolossissimo! *_* Altro che checca, è simpaticissimo *______________*
E vabbeh... Adrew è un figo v_v c'è poco da fare. E' stato ammore. Assolutamente amorissimo alla prima battuta dell'attore *-*
Frrrrrrrrr << Fa le fusa perché ha letto qualcosa di bello ed è contenta >>

Uhm.. diciamo che Matteo.. oh, non lo so! xD
Non sono sicura che avrei riattaccato, al suo posto v.v *perv mode: on*
Francesco è puccioso *w* le sue seghe mentali (passatemelo ù.ù) sono le mie xDD
Andrew.. bah, a dire il vero lo trovo un po' piattuccio ._. se dovessi scegliere tra lui, Franceso e Matteo.. be', li prenderei in quest'ordine: Matteo (tra perv ci si capisce v.v), Francesco e alla fine Andrew u.u non chiedermi perché, non ne ho idea .-.
Sono contenta che la shot ti sia piaciuta! :asd:
 
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Calypso_
view post Posted on 29/4/2011, 11:29




Carinissima! Mi è proprio piaciuta un sacco, soprattutto il finale *w*
 
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Only_
view post Posted on 29/4/2011, 14:17




CITAZIONE (Calypso_ @ 29/4/2011, 12:29) 
Carinissima! Mi è proprio piaciuta un sacco, soprattutto il finale *w*

Grazie <3
 
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view post Posted on 30/4/2011, 14:29

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Che storia assolutamente deliziosa!! *__*
YAY per la parlata inglese. *è fissata con gli accenti stranieri* e Matteo è appena diventato il mio personaggio preferito X3
 
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Only_
view post Posted on 30/4/2011, 14:43




CITAZIONE (Mordred Inlè @ 30/4/2011, 15:29) 
Che storia assolutamente deliziosa!! *__*
YAY per la parlata inglese. *è fissata con gli accenti stranieri* e Matteo è appena diventato il mio personaggio preferito X3

Matteo rulez! :asd:
Sono contenta che ti sia piaciuta *O*
Se ti interessa, c'è anche un secondo capitolo (xP) e anche lì ci sono delle mezze parlate in inglese u.u non sono nemmeno sicura di aver scritto tutto giusto, LOL. E dire che sono al linguistico!
 
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Aborted_666
view post Posted on 2/5/2011, 20:14




SPOILER (click to view)
"Andrew mi stava fissando come se davanti a sé non avesse un giovanotto di venticinque anni, con banali occhi verde prato e altrettanto banali capelli biondo miele, la pelle color caffellatte coperta di graffi, succhiotti e qualche livido, con le labbra sottili e rosee ed il naso piccolo ed un poco a patata, le sopracciglia folte ma sottili e il canino superiore sinistro scheggiato; mi stava fissando come se all'improvviso mi fossero spuntate delle corna ramificate, una coda pelosa e i baffi da topo, come se i miei occhi fossero diventati fosforescenti o come se il mio naso fosse diventato blu tutto d'un tratto. Mi stava guardando esattamente come mi sarei aspettato che mi guardasse dopo avergli confessato il mio amore; ancora una volta non aveva deluso le mie aspettative."


Questo pezzo è fantastico! Wah, mi è piaciuta. Mi è piaciuta mooolto xD! I personaggi sono realistici al 99,9% (un po' ci fantasia ci vuole) - e sì, sono fissata con le percentuali, mannaggialclero - e il finale è da morci dal ridere. Le oneshot di questo tipo mi piacciono assai - così fluff, in qualche modo, e decisamente ironiche -, anche se non riesco a scriverle. Complimenti. u.u
Più tardi leggo il seguito - ora debbo finire di fare una cosa >< -.
 
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Only_
view post Posted on 2/5/2011, 20:20




Per quel pezzo ho pensato ai Malandrini di Harry Potter xD e anche al film di Burton "La fabbrica di cioccolato", LOL.
Sono contenta che ti sia piaciuta *///*
 
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view post Posted on 5/5/2011, 11:32
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CITAZIONE
«La prossima volta» mi interruppe, ignorando le mie parole «La prossima volta che sei impegnato con qualcuno, quando ti telefono, dimmi che mi richiami».
Ci misi un attimo per assimilare le sue parole.
Telefono, divano, Andrew, sesso... oh, Cristo.




ma che bella *W*
davvero ottima u.u
SPOILER (click to view)
faccio schifo con i commenti D: abbi pazienza
 
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Only_
view post Posted on 6/5/2011, 19:07




Sono contenta che ti sia piaciuta <3
 
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11 replies since 28/4/2011, 13:26   60 views
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