Posts written by kymyit

view post Posted: 17/6/2013, 18:37 Third person conditional - Storie partecipanti a concorsi e challenge
Fantastica *^*
Il caro Giullare, proveniente da pirlandia, è stupendo! Adoro i personaggi così *^* Tutta la storia è bellissima e ben scritta... scrivi ancora su di loro se non l'hai già fatto *^*
view post Posted: 9/6/2013, 20:46 Al lato oscuro sappiamo anche cucinare - Oneshot
Autore: kymyit
Titolo: Al lato oscuro sappiamo anche cucinare
Rating: Rosso
Genere: romantico, erotico, comico
Avvertimenti: slash, one shot
Note: Allora, questa storiella scema è il seguito di "Compleanno con la Forza" Credo che tornerò su questi due XD
Verrà introdotto un terzo giovine, tanto tanto sexy u.u Credo che scriverò altre cose su di loro, siete condannati!!


Al lato oscuro sappiamo anche cucinare






Il giorno dopo il suo compleanno, Alan si svegliò piuttosto tardi e non perfettamente ristorato. Il poco sonno non lo aveva certo aiutato a rimettersi in sesto dopo tutto quello che lui e Mark, il suo fidanzato, avevano combinato.
Era praticamente l’ora di pranzo e dalla cucina proveniva un certo profumo di zenzero ed erba cipollina. Aveva l’acquolina in bocca e si lasciò metaforicamente guidare dalla scia di profumo.
Mark non cucinava spesso, ma quando lo faceva, gli preparava spesso i suoi piatti preferiti e in quell’occasione aveva sicuramente pensato di prenderlo alla gola con del riso alla thailandese, Alan era su di giri. Si affacciò alla porta della cucina per gustarsi la beata visione del suo fidanzato ai fornelli ma ebbe una seconda, immancabile, sorpresa.
Mark era in piedi davanti alla cucina, stava preparando il lime da aggiungere al condimento per il riso. Alan non sapeva se ridere o piangere, batté piano la testa allo stipite della porta non riuscendo a trattenersi dall’accesso di risate.
-Ma sei scemo?- gli domandò con le lacrime agli occhi.
Mark voltò la testa verso di lui e, con voce asmatica, come da copione, gli rispose -Dormito bene… giovane Jedi?-
-Fate anche questo al lato oscuro?- gli domandò Alan divertito, attorcigliandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio e poi abbracciandolo alle spalle.
-Certo, anche al lato oscuro sappiamo cucinare… non ci sono martiri… disposti a farlo, bisogna… sapersi arrangiare.-
Alan lo strinse a sé, premendo il bacino contro le sue natiche.
-Ammetterai che è piuttosto provocante farlo in mutande e grembiulino. Io non sono un martire, ma neppure un santo.- ribatté intrecciando le mani sul suo ventre.
-Allora che aspetti… giovane Jedi… bacia papino.-
-Quando ti leverai quella maschera, forse.- gli concesse Alan, senza mollarlo un secondo.
-Alaaaan, puoi smetterla di stuzzicarmi i capezzoli?- si lamentò con una vocina isterica il novello Darth Vader, agitando il mestolo -Vuoi che si bruci il riso?-
-Non avresti dovuto provocarmi, sono ancora dolorante… -
Mark, allora, con un profondo e teatrale sospiro si levò la maschera.
-Tu? Che deve dire questo giovanotto? Ti sei preso la mia verginità… - finse di piangere. Era davvero un bravo attore, schifosamente bravo, un po’ troppo melodrammatico ed espansivo, ma le sue scenette erano davvero divertenti. Alan lo strinse a sé ancora di più.
-Sei tu che me l’hai regalata - protestò. Non era molto intenzionato a lasciarlo andare, il contatto fisico lo stava eccitando e quello che voleva era giocare con lui un po’. Per una frazione di secondo maledisse il riso, poi decise che a stomaco pieno avrebbero reso molto meglio e lo lasciò andare.
-Apparecchio la tavola.- annunciò.
-Aspetta, aspetta!- esclamò Mark trotterellandogli dietro e cingendogli i fianchi con un braccio. -Qui al lato oscuro indossiamo tutti una nuova uniforme.- annunciò mostrandogli un grembiulino celeste tutto arricciato di volants.
-Ehm… ma sai, preferisco passare.- rise nervosamente Alan alzando le mani a mo’ di scudo.
-Insisto!- esclamò il rosso calandogli i pantaloni. E, a quanto pare doveva essere una sorta di superpotere il suo, in pochi secondi Alan si ritrovò svestito con indosso solo la “nuova uniforme del lato oscuro”.
-Adorabile!!- squittì Mark, tutt’altro che virilmente.
-Un amore… fai il riso, fai, che poi facciamo i conti.- balbettò col volto rosso come un peperone. Era sempre imbarazzante, però doveva ammetterlo, l’idea di poter toccare il corpo del suo amato attraverso il grembiule lo intrigava non poco.
Gli servì tutto il suo autocontrollo per non saltargli addosso fino al dopo pranzo. Ma quando anche quando l’ultimo chicco di riso scomparve oltre le loro labbra, il rosso afferrò una vaschetta di fragole e panna, sollevo Alan di peso e corse in camera da letto.
-Ora la frutta!- urlò pimpante.
-Ribadisco, non vi fate davvero mancare niente al lato oscuro… avete anche gli unicorni rosa?!-
-Non ci siamo ancora attrezzati per quelli, ma ci stiamo lavorando!- ribatté. Aveva sempre la risposta pronta.
Lo depose sul letto e agitò le dita delle mani come tanti serpenti pervertiti. Non che suoi occhi smaniosi e brillanti non dessero quell’impressione.
I suoi bellissimi, brillanti, occhi verdi.
Mark affondò le dita nella vaschetta e pescò una fragola dalla panna. Ne assaggiò un pezzo e si leccò le labbra, lascivamente, poi baciò le labbra del fidanzato, mordicchiandole appena. Alan gli carezzò il petto da sopra la stoffa del grembiule rosa e si soffermò a stuzzicargli i capezzoli, facendolo gemere un poco.
-Al, leva le mutandine… - lo istigò il rosso facendo scorrere l’indice lungo la sua schiena, fino alle fossette di venere.
-Levale tu... - ribatté lui, scostandogli i lembi del grembiule per prendergli uno dei capezzoli fra le labbra e stuzzicarlo con la lingua. La mano destra gli afferrò saldamente le natiche, l’altra s’insinuò sotto le balze del grembiule e si strinse sui suoi testicoli.
-Uhn… - Mark emise un gemito di piacere e si morse le labbra. -Sei un ragazzino cattivo, Al… vuoi proprio farmi perdere la testa… - balbettò. La bocca di Alan gli succhiava il capezzolo, la sua lingua compiva stuzzicanti, umidicci, cerchi intorno ad esso, inturgidendo e torturandolo. La mano destra s’insinuava nei suoi slip, due dita esploravano il solco fra le sue natiche, senza però inoltrarsi nella sua intimità, e la mano destra gli massaggiava i testicoli causandogli frustranti sospiri.
Alan sapeva quanto gli piacesse, sapeva anche quanto fosse frustrante solo quello.
Sapeva quanto essere carogna a volte!
-Al… - sussurrò baciandogli la guancia. Prese dalla vaschetta una delle fragole, e gliela portò alle labbra. Il viso di Alan era arrossato per l’eccitazione e per il leggero imbarazzo.
Era così carino quando succedeva!
Alano odiava quando il rossore lo tradiva. Persino in situazioni non troppo imbarazzanti arrossiva fin sulla punta delle orecchie e si sentiva schifosamente fragile e debole. Dava un’impressione sbagliata e gli rodeva. Quando lui e Mark si erano conosciuti, erano a una convention fantasy. Stavano entrambi chiedendo l’autografo a un fumettista che idolatravano e lui era arrossito come un povero pivellino, nonostante non si sentisse imbarazzato da morire. Era eccitato però, cavolo, non capitava mica tutti i giorni di incontrare Hank Laurenceson, autore di “Memorie di una Lamia”, “Fantasy steampunk” e “Storia di un nano che si credeva un elfo”!!
Mark era rimasto deliziato da quel rossore e glielo aveva detto immediatamente, all’orecchio. Spudorata creatura.
Erano andati a prendere un caffè, poi una cena in ristorante per discutere degli interessi comuni, bla bla bla… si erano trovati a discutere di quanto fosse canon la storia fra Gimli e Legolas in una stanza d’albergo. Nudi come mamma li aveva fatti.
Anche quel giorno, ubriaco, Alan diventava davvero procace. Ma quando mangiava i suoi piatti preferiti era davvero molto più su di giri.
Le labbra lucide e umide di saliva gli lasciarono il capezzolo per stringersi intorno alla fragola, senza morderla. Alan cercò le labbra di Mark, per poi premervi contro il frutto, in un tacito invito. Le loro lingue scorsero lungo la fragola, cercandosi, mentre le mani giocavano sui loro corpi, imbrattandoli di panna a dispetto dei grembiuli. Mark afferrò l’erezione di Alan e la massaggiò, mentre le dita affusolate del ragazzo s’insinuavano più a fondo fra le sue natiche. L’eccitazione diventava insostenibile. Il biondo si staccò dalle sue labbra, e, furbetto, spinse la fragola più a fondo nella sua bocca, con sua grande sorpresa. Facendo peso col corpo, lo stese prono sulle lenzuola.
Mark si sentì nuovamente, fregato, ma non meno eccitato, e alzò il bacino, in un chiaro invito a procedere. Alan gli slacciò il grembiule all’altezza del collo e gli scoprì il petto, poi gli tolse gli slip, gettandoli dall’altra parte della stanza. Immerse le dita nel vasetto di lubrificante e premette con la punta del medio sull’anello muscolare dell’intimità dell’altro. Mark emise un gemito soffocato dalla fragola. Il primo di una lunga serie di ansiti accompagnati da scariche di piacere che gli mandarono in fiamme il basso ventre e che gli annebbiarono il cervello. Socchiuse gli occhi, i riccioli rossi gli ricadevano ogni tanto sugli occhi lucidi di piacere, le lentiggini scomparivano dietro il rossore prepotente sulle guance. Il sesso strusciava, turgido e dolorante contro la stoffa del grembiule e delle lenzuola e Alan continuava a d affondare in lui. Al primo dito se ne aggiunse un altro e dopo poche spinte, il rosso mugugnò qualcosa.
Non c’era abituato, sentiva di star per venire, non avrebbe retto oltre. Sporse il bacino, perché l’altro capisse meglio, ma Alan, drogato da quella visione, rallentò il ritmo delle dita dentro di lui e con la mano libera gli afferrò il sesso, premendo la cappella umida di liquido preseminale con il pollice. Mark s’irrigidì, gemendo con più forza e protestando un poco.
Il biondo sorrise, divertito, poi decise di accontentarlo e fece uscire le falangi da lui.
Gli prese le natiche premette la punta del sesso contro la sua intimità e lo penetrò piano.
-Rilassati, Mark.- gli disse -Respira piano e rilassati, apri le gambe, respira… - gli sussurrò all’orecchio -Segui la mia voce, respira… - sospirò -Respira… - gli dettò il ritmo e affondò in lui facendo il più piano possibile per non fargli male.
Mark era vergine solo la notte prima, era ancora molto stretto e Alan dovette spingere in lui con molta calma. Il corpo del rosso sussultava ad ogni affondo. Spaventato da tutta quell’eccitazione, preferì lasciare la sua voce intrappolata dalla fragola, ancora dentro la sua bocca. Si coprì gli occhi con le mani, mentre Alan spingeva in lui, mentre le loro pelli sudate cozzavano, mentre l’acre odore del sesso si mischiava quello dolciastro della panna e delle fragole. Le mani di Alan gli torturavano i capezzoli, era proprio fissato con quelli!
-Mark… - gemeva il biondo ad ogni affondo -Mark… Mark!- esclamò inarcando la schiena e spinse più a fondo, premendo contro la sua prostata. Mark spalancò gli occhi, mentre il piacere lo percosse, feroce come una frustata. Strinse le dita intorno alle lenzuola e spinse con forza le natiche contro il bacino stretto di Alan. Con la lingua spinse la fragola fuori dalla bocca e gemette con più forza ad ogni affondo, ad ogni spinta. Il compagno si beava della sua voce squillante e aumentava il ritmo, finché, all’apice del piacere Mark non venne. L’orgasmo gli annebbiò del tutto la mente per alcuni, stupendi secondi, poi ricadde col capo sul cuscino, mentre anche Alan veniva.

Diversi minuti dopo erano ancora stesi l’uno di fianco all’altro, godendosi il tempore dei corpi accaldati, i grembiuli, più o meno, ancora allacciati intorno ai loro fianchi e la vaschetta di panna e fragole abbandonata a se stessa. Si crogiolavano beatamente l’uno della presenza dell’altro concedendosi battutine e carezze, quando suonarono alla porta.
-Louis!- saltò su Alan, ricordandosi improvvisamente di quell’attesa visita di cui non ricordava un fico secco fino a pochi secondi prima.
-Noooo… - borbottò Mark rotolandosi sulle lenzuola.
-Forza, mettiti addosso qualcosa e muoviti!-
Louis continuava a suonare, insistentemente.
-Un attimo!- gridò il biondo.
I due si rivestirono in fretta e in furia, e si diedero una veloce ripulita, poi chiusero la porta della stanza da letto e ficcarono le fragole con la panna in frigo, per gustarsele con calma quella sera stessa.
Alan aprì la porta e trovò sul pianerottolo un Louis piuttosto irritato.
Fra l’altro già era inquietante trovarselo davanti, alto com’era e con quell’aria minacciosa. Poi nella sua “tenuta da avvocato psicotico” non aiutava per nulla a dare un’impressione più amichevole di sé.
-Ciao… - sorrise, imbarazzato il padrone di casa. -Non avevamo sentito il campanello.- mentì.
-Certo, certo.- rispose quello, inarcando un sopraciglio ed entrando in casa.
Alan lo fece accomodare in cucina e si adoperò per preparargli un caffè, mentre Mark si era raggomitolato su una sedia all’altro capo del tavolo, a distanza di sicurezza.
-Ciao, briciola.- lo salutò quello, calcando su quel nomignolo con un tono “solo un filino derisorio”.
-Ciao, mostro.- sputò quello, sulla difensiva.
Louis bevette il caffè, riservando tutte le sue gentilezze e i convenevoli educati ad Alan. Ma era ovvio, Alan non era Mark. Alan non era quella “stigmate di fratello minore che si era ritrovato” bla bla bla…
Alan si sentiva sempre nervoso quando c’era Louis nella stanza con Mark, perché avevano un modo molto strano di mostrarsi il loro amore fraterno. E sì che non erano per nulla fratelli, non avrebbe osato immaginare come sarebbero stati se lo fossero.
Vederli andare d’amore d’accordo era sempre indice di casini immani.
Louis era il figlio della seconda moglie del padre di Mark. Quando si erano conosciuti, lui aveva undici anni e Mark otto. Già il fatto di perdere, apparentemente, la primogenitura l’aveva infastidito, poi quella montagna in giacca e cravatta faceva tanto l’uomo vissuto.
E per di più aveva un sacco di donne appresso, tutte lì a sbavare per i suoi “bellissimi occhi azzurri e i lucenti capelli neri”, mentre per Mark cosa c’erano? I teppistelli della scuola che tentavano di lavargli la testa nella tazza del water.
Beh, c’è da dire che nonostante tutto Louis non era poi così da buttare via, aveva sempre il vizio di non farsi i cazzi suoi e, così, giusto per impicciarsi, aveva preso i tre piccoli manigoldi e gli aveva reso il favore. Mark da allora provava una sorta di stima segreta per lui, ma di dimostrargliela non se ne parlava proprio.
-Sono venuto a portarti il regalo per il compleanno.- annunciò il moro, infilando la mano nel taschino della giacca ed estraendone tre biglietti. I due innamorati quasi svennero per iperventilazione.
-La… la… cavolo… prima… prima fila per… -
-Il concerto… il concerto… -Mark non sapeva se svenire per lo shock o per la gioia -I... i… -
-Sì, gli Skillet.- rispose Louis esplorando il frigo mentre i due balbettavano sgranando gli occhi sui biglietti -Cazzo, ma le avete stuprate queste fragole?!- esclamò tirando fuori la vaschetta devastata e pescando un frutto.
-No!- esclamarono i due mentre se lo portava alla bocca e arricciava le sopracciglia.
-Ma che ci avete fatto?! Avete montato la panna con il lubrificante?!-
-No, ce l’ho messo dopo, ma grazie per il suggerimento, Golia!- asserì Mark, senza celare un sorriso soddisfatto mentre il fratello incassava, disgustato. -Aspetta… perché ci sono tre biglietti?-
Louis rise malignamente.
-Secondo te? Ho voglia di passare un po’ di tempo col mio “adorato” fratellino.-
A “secondo te?”, Mark si era già accasciato a terra, svuotato di tutta la sua forza combattiva.




Note: Doveva essere una cosa davvero breve, ma a "unicorno rosa" ho deciso di andare oltre. Mark uke è adorabile, ma non sarà sempre così... beh, ora che è entrato in scena Louis la sua vita sarà molto difficile XD
Adoro gli Skillet *ç*
Ah, il fumettista me lo sono inventato di sana pianta e le sue opere idem. Certo che la Gimli x Legolas dev'essere un argomento davvero stuzzicante X°D

Allora: questi sono i nostri baldi giovani:

Mark: https://i239.photobucket.com/albums/ff173/k...zpsb4d4caed.jpg
Alan: https://i239.photobucket.com/albums/ff173/k...zpsc09677fd.png
Louis: https://i239.photobucket.com/albums/ff173/k...zps483ca39d.jpg

Edited by kymyit - 10/6/2013, 00:21
view post Posted: 5/6/2013, 21:56 Irresistible Hustler - Storie partecipanti a concorsi e challenge
Ti ringrazio >_<
Prometto solennemente di starci più attenta u.u e ovviamente continuerò, li amo troppo per mollarli così senza strappazzarli più (magari nelle prossime ci vado più leggera u.u)
view post Posted: 21/5/2013, 12:22 Compleanno con la Forza - Oneshot
Autore: kymyit
Titolo: Compleanno con la Forza
Rating: Rosso
Genere: fluff, erotico, comico
Avvertimenti: slash, one shot, bondage e sex toy
Note: E' una storia un po' (tanto stupida) preparatevi. Io non conosco Star Wars se non dalle cose più famose e dai soliti cliché comici, perciò se ho scritto cose incongruenti, pardon. E riguardo alla faccenda del "limited edition", beh, non so come siano messi e cosa possa rendere delle "semplici" spade laser una limite






Compleanno con la Forza





Mark era un tipo dalle mille sorprese.
Anche se ti diceva chiaramente che stava tramando qualcosa, ad opera compiuta finivi per restare comunque a bocca aperta.
-Esco a comprarti il regalo di compleanno.- gli aveva detto, papale papale, lasciando l’appartamento.
Quando se lo trovò davanti vestito da Darth Vader con tanto di effetto “respiro affannato”, Alan pensò che alla sua fantasia non ci fossero limiti.
E neppure al suo conto in banca, a quanto pare.
-Buon compleanno… giovane Jedi…- disse -Posso entrare… o vuoi stare ad allagare il pianerottolo?-
Alan si ritrasse immediatamente, domandandosi se, nella sorpresa, non avesse iniziato davvero a sbavare. Mark entrò in casa e poggiò un lungo pacco sul tavolo del soggiorno.
-Dai, aprilo.- fece poi, liberando i riccioli rossi dal casco e sogghignando.
Obbedì e scartò il regalo, con una mezza idea di cosa potesse esserci dentro.
-Mark, non dovevi!- esclamò felice quando la vide, non riuscendo proprio a contenere un urletto eccitato.
L’ultima, meravigliosa, Limited Edition! La spada di Luke Skywalker! S’illuminava! Faceva persino il rumore! Ed era pesante, non un giocattolo per bambini! Impugnandola poteva quasi sentirne la potenza!
Certo, fosse stata vera l’avrebbe avvertita per certo, ma considerando che era finta e gli trasmetteva tale sensazione di potere, cavolo era un pezzo da museo!
Il suo cuore batteva all’impazzata, i neuroni del suo cervello dovevano essere deceduti per la troppa felicità e… beh… non era molto dignitoso, ma saltò addosso al suo ragazzo abbracciandolo.
-Grazie, grazie, grazie!!- urlò stritolandolo con gambe e braccia.
-Figurati, per così poco.- fece Mark ricambiato lo stritolamento per un po’.
Saltellò, rise con lui, abbracciò il suo piccolo koala maniaco di Star Wars e lo sbaciucchiò. Dalla porta aperta i vicini potevano chiaramente vedere chi era a fare tutto quel casino e solo dopo quando un colpo di tosse li avvertì che stavano dando spettacolo più del dovuto, i due tornarono con i piedi per terra.
-Scusi signor Lawrence… -fece Mark ridendo imbarazzato mentre chiudeva la porta in faccia ai vicini pettegoli e al portiere.
-Che figura… - rise Alan.
-Aha… - fece il rosso rimettendosi l’elmo. -Ora… giovane Jedi… seguimi nel lato oscuro… dove c’è un biscotto che ti attende… -
Alan si batté la mano sulla fronte.
-Maaaaark, ma perché devi rovinare tutto così?-
-Giudica dopo che avrai ricevuto il mio secondo regalo.- rispose lui incrociando le braccia al petto.
-Ovviamente.- rispose lui, malizioso, camminando verso di lui con la precisa intenzione di scartare per bene il signor Darth Vader dal suo oscuro vestiario. Si accorse però di un pacchetto più piccolo sul tavolo, avvolto con carta diversa dalla spada laser.
-Un altro regalo?-
-Ben tre, esatto.- rispose il rosso, molto compiaciuto della sua inventiva per quell’anno.
-Un giorno tuo padre ti taglierà le spese… - commentò il biondo, in un certo senso commosso per quanto l’altro si premurasse di fargli trascorrere quel giorno “non poi così importante” nel migliore dei modi.
Lui non festeggiava il suo compleanno con altre persone da molto tempo, preferiva farsi regali da solo e non aspettarsi nulla, ma poi Mark era entrato nella sua vita e aveva stravolto quella sua regola solitaria.
-Mio padre non può tagliarmi le spese perché sono soldi regolarmente guadagnati.-
-Aspetta, questo è il bollino del sexy shop?-
Alan non rimase sconvolto per la cosa, perché poteva, doveva, aspettarselo. Piuttosto era preoccupato di cosa ci fosse nel pacco perché l’inventiva del suo amato era leggendaria, ma non meno pericolosa.
A riprova di ciò, quando scartò il tutto e vide la scatola, quasi cadde a terra, senza sapere bene come reagire.
-Un vibratore?-
-Un vibratore laser, Limited Edition anche questo.- annuì Mark, con fare convinto e deciso -Al lato oscuro non ci facciamo mancare nulla, vuoi provare?-
Non sapeva davvero che dire.
-Beh… ehm… e se ci limitassimo al biscotto?-
Quello alzò gli occhi al cielo, come a cercare supporto dall’alto.
-Non fare storie, giovane Jedi.- lo afferrò per il polso e lo trascinò nella stanza da letto. Alan era ancora esitante. Era imbarazzato, lui era sempre così timidino quando si trattava di uscire dalle solite due posizioni. Ecco perché per dare un po’ di brio alle loro notti in bianco, Mark doveva dar spesso sfoggio delle sue innate doti persuasorie.
Lo abbracciò alle spalle e prese a sussurrargli paroline dolci all’orecchio, accompagnate da altrettante sensuali provocazioni. Il biondo era oltremodo imbarazzato, però, cavolo, l’idea di una trasposizione erotica di Star Wars lo intrigava.
-Uhm… ok… -sussurrò -Ma prima… la doccia… -
-Tutto quello che vuoi.- gli soffiò il compagno in quel suo modo così eccitante da stordirlo.
E in quattro e quattr’otto si ritrovò lavato e steso sul letto, addirittura ammanettato e preparato a dovere.
-Certo che al lato oscuro avete gusti così pacchiani… - sospirò accaldato scuotendo le manette pelose (rosa fra l’altro).
-Che ci vuoi fare, giovane Jedi… solo perché siamo al lato oscuro… non vuol dire che non… sappiamo divertirci… - ribatté il provetto Darth Vader, oltremodo preso dal tentativo di capire da che parte si accendesse quel maledetto vibratore, perché, evidentemente, chi l’aveva progettato aveva pensato alla resa artistica ma non alla comodità di far trovare subito il dannato pulsante di accensione.
-Posso avvertirne… la Forza… - esclamò poi vittorioso quando riuscì a trovarlo.
Solo il rumore non prometteva nulla di buono, perciò, Alan si ritrasse, intimorito.
-Asp… - balbettò mentre il ragazzo, anzi, il malefico Darth Vader, penetrava le sue giovani carni con la sua temibile nuova arma laser. Ovviamente rossa e luminosa.
Alan gemette, infastidito per l’intrusione, ma aprì le gambe per facilitarne l’accesso il più possibile. Si morse le labbra, mentre le sue carni vibravano, e la punta del vibratore gli premeva contro la prostata.
Darth Vader gli prese i capezzoli fra le dita, stuzzicandoli, torturandoli e gustandosi la vista dell’accaldato “giovane Jedi” che si contorceva ammanettato al letto, stringendo le gambe, inarcando un poco la schiena, rosso in volto per il piacere e per l’imbarazzo.
Quella visione fece nascere in lui il desiderio di prolungarne la durata.
Lo rivoltò sulla pancia, tenendolo in grembo come si fa coi bambini monelli e Alan credette di star per ricevere delle pacche non gradite dal paparino di Luke Skywalker.
-No, Mark… - protestò, mentre quello, invece, spingeva il vibratore un po’ più a fondo, lo estraeva e di nuovo lo spingeva in lui.
-Maaaark… - continuava a gemere Alan.
-Ti piace, giovane Jedi?- domandò premendo nuovamente l’oggetto contro la sua prostata. Alan sentì una scossa di piacere fortissima e riuscì ad emettere un solo, acuto gemito. Mark, allora, cogliendo la palla al balzo, eccitato da quella reazione e dal sentire il sesso del ragazzo indurirsi velocemente contro i suoi pantaloni, ripetè il gesto. Non una, non due, più volte, alternando le penetrazioni allo stringere delle natiche del compagno. Alan si contorceva, ma non protestava più, il volto arrossato e la voce rotta dai gemiti, gli occhi liquidi di piacere. Tutto il suo corpo era in fiamme, vibrava, scosso da rapidi e insistenti tocchi. Fra Mark e quel maledetto affare, non aveva idea di chi stesse facendo più “danno”.
Si spinse contro le mani del rosso, per cercare un’ennesima penetrazione e quello sentì il sesso venirgli duro alla vista di tutto quel ben di Dio.
Voleva assolutamente entrare in lui, eppure desiderava vederlo ancora annaspare, irrigidirsi, aggrapparsi a lui, strusciare contro i suoi abiti in preda al piacere che non gli stava dando neppure tanto direttamente. Era come se la sua sola vista gli causasse un orgasmo continuo.
Lo liberò delle manette e quello si aggrappò alle sue spalle larghe con forza.
-Non si diceva di quel biscotto?- ansimò con voce tremante.
-Un po’… di pazienza… giovane Jedi… e adesso levami il casco che mi sta soffocando.-
Obbedì con un risolino e lo gettò sul letto.
Si baciarono, stretti l’uno nelle braccia dell’altro. Il vibratore premeva contro l’inguine del rosso, e tra quello e il contatto col bacino di Alan, il suo sesso era già divenuto duro e dolorante, al limite della sopportazione.
-Alan… - biascicò stringendolo a se per un’improvvisa ondata di piacere. -Alan… credo che il regalo te lo sia goduto, che dici?-
Il biondo sorrise maliziosamente e gli mordicchiò l’orecchio.
-Ma voglio godermi anche l’altro regalo… - gli sussurrò, per poi strusciarsi contro di lui, provocatorio, causandogli altre scariche di dolorosa goduria.
-Oh bene, adesso fare il Jedi ti ha fatto diventare disinibito... - sospirò teatralmente -Lasciami almeno svestire… - biascicò tentando di slacciarsi la cintura. Le mani affusolate di Alan si premurarono di aiutarlo a sbarazzarsi del costume, per poi riprendere a torturarlo.
Doveva tentare la via del Jedi più spesso se l’effetto era quello, si disse.
Confuso da quei tocchi, dallo strusciare del corpo minuto di Alan contro il suo basso ventre, dal vibrare delle sue carni, Mark non oppose molta resistenza quando il compagno lo ammanettò a sua volta. Però, vederlo così: felice, divertito, appassionato… ci aveva visto giusto con quel regalo. Certo quando si era offerto in dono, non aveva considerato più di tanto l’eventualità che finisse a quel modo, ma, a quanto pareva, era giunto il momento.
Quasi gli veniva da commuoversi e piagnucolare come una mamma chioccia “Il mio bambino è diventato grande!”.
Aprì lentamente le gambe mostrando la propria intimità e il sesso duro ed eretto, gonfio di piacere; e con il volto arrossato gli sorrise dolcemente.
-Buon compleanno.-
view post Posted: 9/5/2013, 11:33 Dal libro degli antipasti... - Challenge attive
L'ho letta ieri notte *^* E l'ho segnata immediatamente fra le consegnate! **

ora che ci penso, per la raccolta punti, dovrei distibuire il punto alle partecipanti o c'è già l'addetto?XD.... -.- sono ancora leggermente imbranata...
view post Posted: 7/5/2013, 22:53 Irresistible Hustler - Storie partecipanti a concorsi e challenge
Autrice: kymyit
Titolo: Incosciente
Genere: angst, introspettivo
Personaggi: Hogan e Iyv
Prompt: Pericolo
Note: scritta dalle 23:40 alle 23:49 Ho sforato alla grande. Ma prometto che ci starò più attenta. E' solo che ho iniziato a scrivere e scrivere ed era un momento così delicato Q^Q





Quando aveva aperto gli occhi, Iyv si accorse quasi subito di Hogan seduto accanto al suo letto.
Era completamente sveglio, a quanto pareva. Forse non aveva dormito così tanto, allora…
Eppure sentiva di non riuscire a muovere un muscolo. Era a pezzi.
-Patrizio.-
Forse l’aveva fatta troppo grossa, dal tono Hogan sembrava pronto ad una ramanzina.
Stringeva i pugni e i denti. Probabilmente voleva strattonarlo e prenderlo a calci fino allo sfinimento. Doveva essere davvero messo male se invece si limitava a fissarlo sull’orlo del pianto.
-Tu sei… un incosciente.- gli disse a denti stretti –Il più stupido degli incoscienti.-
-Scusa…- disse con un filo di voce, non riusciva a parlare bene.
-Scusa un corno! Hai idea di quello che hai rischiato?! Hai la concezione del pericolo?!-
Annuì.
-Perché devi sempre buttarti così? Perché?!-
Iyv non seppe rispondere, sapeva solo che quando c’era da porre fine a certe attività criminali, c’era poco da temere per la propria incolumità.
Hogan rimase in silenzio per qualche minuto, poi gli chiese –Cosa ti hanno fatto?-
-Mi hanno pestato.- rispose lui, con lo sguardo fisso contro il muro.
-Ho visto in che condizioni eri, Patrizio, non nascondermi niente. Ho chiesto un test, avrò i risultati. Perciò dimmelo tu: cosa ti hanno fatto?-
Aveva paura di saperlo, paura che l’avessero toccato, che avessero cancellato con la violenza il suo Iyv, quello allegro come il sole.
Iyv scosse il capo.
-No.- disse, si morse le labbra –Non erano stupidi, se l’avessero fatto, sarebbero arrivati a loro, prima o poi…- morse le labbra ancora i più –Hogan… avvicinati…-
Hogan obbedì, temendo in cuor suo che Iyv mentisse.
-Abbracciami…-
Lo strinse a se, delicatamente, attento a non fargli male più di quanto non soffrisse.
-Ho avuto… ho avuto tanta… ho temuto di non vederti mai più…-
Era una delle poche volte in cui Iyv piangeva terrorizzato. Hogan lo strinse a se ancora di più, perché a parole non poteva più dirgli nulla, i singhiozzi gli avevano chiuso la gola.


Note: Comunque non abbiate paura, Iyv non ha mentito. Ma ciò non toglie che quelli li massacro!
view post Posted: 7/5/2013, 22:23 Irresistible Hustler - Storie partecipanti a concorsi e challenge
Grazie K'oa *^*
Surivivor: Bene, chi altro si vuole unire alla missione punitiva? *Hogan alza la mano*

Autrice: kymyit
Titolo: Non era grave
Genere: angst, introspettivo
Personaggi: Hogan e Iyv
Prompt: Universo
Note: scritta dalle 23:15 alle 23:21. Credo che ci sarà ancora un'altra fic con questi toni, giusto per chiudere la parentesi. Perché mo' ci vuole la ramanzina a quell'incosciente di Iyv. E anche una spiegazione che a Hogan preme molto. Una cosa molto delicata.


Non era grave, dicevano.
Dicevano.
Loro.
Hogan camminava in cerchio nella sala d’aspetto dell’ospedale. Aveva perso il conto dei minuti, delle ore, dei passi… aveva mentito ad Helena ancora una volta, ma prima o poi avrebbe dovuto dirle che Iyv era sotto i ferri.
Ma non era grave, dicevano.
Aveva delle costole rotte, una gamba rotta, contusioni ovunque, chissà cos’altro gli avevano fatto quei bastardi.
Se la sarebbe cavata, era l’unico sollievo che gli era stato concesso. Perché aveva visto com’era ridotto, l’ombra di quello che era.
Iyv era solare, intorno a lui si potevano quasi vedere luccichii e fiorellini, sprizzava energia da tutti i pori anche soltanto quando seduto alla scrivania sorseggiava il caffè e leggeva dei rapporti, attorcigliandosi le ciocche bionde dietro l’orecchio.
In quella cantina era immobile, quasi morto, spento.
Per un attimo, il suo universo era collassato.
Per un attimo aveva cessato di vivere.
Se Iyv fosse morto, un pezzo di sé l’avrebbe seguito e, ironia della sorte, proprio in quel momento aveva capito di dipendere da lui molto di più di quello che credeva.
view post Posted: 7/5/2013, 20:45 Irresistible Hustler - Storie partecipanti a concorsi e challenge
K'oa, non preoccuparti, tanto le raccolte non scappano xD Ti ringrazio per il tuo sacrificio *commossa*
Ehm... è una luuuunga storia. In parole povere: una volta stava lavorando ad un caso spacciandosi per un trans e come nome molto "esotico" si era dato Iyv Lancia. O Iyv qualcosa... Il punto è che il signorino ha il vizio degli pseudonimi. Durante quel caso ha conosciuto Hogan, perciò a lui viene più istintivo chiamarlo Iyv. Solo che quando la situazion è seria tende a chiamarlo per nome.
Dovrei scriverla quella storia, anche perché quando Hogan scopre che è un uomo mi piglia da ridere come una cretina X°°D
Io più o meno i personaggi li ho delineati in altre storie, ma mi fa piacere che anche solo leggendo queste minific si capisca qualcosa di loro *^*
A Helena ci vuole una statua u.u

Survivor:Q^Q sono malvagia lo so! Sono rischi del mestiere! Ma il suo principe azzurro è corso a salvarlo! E quasi quasi gli metto in mano i rapitori, così, tanto per farlo sfogare *risata malvagia*
view post Posted: 7/5/2013, 20:02 Irresistible Hustler - Storie partecipanti a concorsi e challenge
Autrice: kymyit
Titolo: Salvataggio
Genere: angst, introspettivo
Personaggi: Hogan e Iyv
Prompt: Ferire
Note: scritta dalle 20:52 alle 21:00 sforato di nuovooooo >_< ... Sapete che il vero nome di Iyv è Patrizio, vero? o.o


Si era rifiutato di rimanere in disparte.
Si era rifiutato di vederlo uscire da quell’edificio su una barella.
Hogan aveva tanto insistito da riuscire a seguire gli agenti all’interno della villa.
I sospettati erano stati arrestati, bisognava solo trovare Iyv.
Lo stupido, stramaledetto, Iyv, che aveva fatto di testa sua. Aveva indagato su quel caso pericoloso e aveva fatto a esca pur di stanare quei trafficanti di droga, umani e armi.
Hogan lo chiamò in lungo e in largo, poi, uno degli agenti lo chiamò.
Era in cantina.
-Signore, è meglio se non entra.- gli dissero temendo per lo shock che le probabili condizioni dell’altro gli avrebbero causato. Ma a lui non importava. Non vederlo sarebbe stato molto peggio.
-Patrizio!- lo chiamò, la voce rotta dalla preoccupazione.
Quello non rispose.
Hogan lo chiamò ancora e ancora, poi lo vide, alla luce di una torcia.
Iyv giaceva a terra, imbavagliato e legato su un vecchio materasso sgangherato, il volto pesto, i lunghi capelli sporchi di sangue, i vestiti strappati in più punti.
-No!-
Hogan cadde in ginocchio su di lui.
-Mio Dio non…- si chinò sul suo corpo immobile senza nemmeno riuscire a formulare quella domanda che tanto temeva.
Era ancora vivo?
Lo sfiorò appena e quello aprì gli occhi. Gli parve di scorgere un sorriso dietro il bavaglio.
E malgrado tentasse di mostrarsi forte, le lacrime di sollievo lo tradirono.
Strinse i pugni, rabbioso. Perché non poteva più toccarli i bastardi che l’avevano ferito a quel modo eppure voleva ucciderli con le sue mani.
view post Posted: 7/5/2013, 18:57 Un desiderio che si avvera - Storie partecipanti a concorsi e challenge
Sempre amorini!
Alla fine ha ceduto, speriamo bene per l'esame X°D
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